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RIMINI: La nostra piccola TAV
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chiamamicittà Monday, Dec. 26, 2005 at 8:10 PM |
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RIMINI: LA NOSTRA PICCOLA TAV Autore: Stefano Cicchetti Arrivano soldi per il Trc, un’opera così indispensabile che nessuno la vuole
Il direttore generale del ministero delle infrastrutture ha assicurato che entro il 2006 comune e provincia di Rimini potranno incassare 43 milioni di euro destinati al metrò di costa. Il sindaco Ravaioli e l’assessore provinciale Rossini dallo stesso direttore hanno ricevuto anche indicazioni su come trovare i 13 milioni di euro mancanti per realizzare il Trc. Un passo avanti, dunque, per un progetto il cui destino rischia di assomigliare drammaticamente a quello di altre “grandi opere” all’italiana. Grande opera il metrò non è, a confronto del Tav o del ponte sullo stretto. Ma nel suo piccolo deve affrontare gli stessi scogli, pur avendo mille ragioni in più per essere realizzata. Gli scogli sono soprattutto di natura psicologica: come si fa in Italia ad avere fiducia nell’utilità e la convenienza di un’opera pubblica? Dopo Longarone, Seveso, Marghera. O il Belice e l’Irpinia. E tangentopoli. In un paese dove per calcolare i costi di un pubblico cantiere è diventato un parametro fisso aggiungere un aumento del 30-40 per cento rispetto al primo preventivo. La nostra piccola Tav sconta la medesima l’ostilità a priori verso una qualsiasi opera pubblica: “La vogliono fare solo per dar da mangiare a qualcuno”. C’è poi la consueta, esasperante lunghezza delle procedure: se ne parla almeno dalla metà degli anni ’80, è apparsa nei programmi elettorali di almeno quattro sindaci fra Rimini e Riccione. Pigrizia di una classe politica ben comprensibile quando ci sono di mezzo quantità di denaro da rinsecchire ogni bilancio. Ma difficilmente encomiabile se entra in ballo la considerazione che gli espropri certamente tolgono voti e fanno nascere comitati, mentre tali opere non daranno mai troppi benefici elettorali. Ma il metrò di costa ci è indispensabile, come aveva già capito l’architetto Giancarlo De Carlo nel 1968 quando immaginò una monorotaia fra Rimini e Riccione, sommersa subito da lazzi e sghignazzi. E’ indispensabile come sa chi conosce la filovia numero 11, con i suoi 45 minuti per gli 11 chilometri da Rimini a Riccione – se non c’è il “serpentone” –, le sue vetture stipate oltre ogni norma e decenza, le allucinanti gimcane fra i gomiti di chi passeggia nelle isole pedonali. E’ indispensabile perché alternative che stiano in piedi per migliorare quella tratta nessuno le ha tirate fuori. E’ vero, il Trc è poco più che una costosa corsia preferenziale per mezzi su gomma. Ma sui viali delle Regine o sul lungomare quella corsia non ci sta e chissà se basterebbe: da Riccione a Rimini i filobus trovano già lunghi tratti riservati, ma attraversamenti pedonali e incroci sono talmente numerosi che la percorrenza non ne guadagna gran che. Spostare la ferrovia? Magari, ma dove? Siamo pronti ad una Tav, questa volta vera, che trapassi Covignano o sfrecci a San Lorenzo Monte? E quanto costerebbe di soldi, di ambiente e di contenzioso? E al posto della linea attuale, meglio una superstrada o un metrò? Al contrario, altri suggeriscono di aggiungere un binario alla ferrovia attuale. Una linea con 113 treni al giorno, sferraglianti e fischiettanti a dividere le nostre città, arricchita di altri convogli su ferro? Costerebbe meno? Diminuirebbe l’impatto ambientale? Poi c’è perfino chi si immagina i turisti in arrivo alla stazione e all’aeroporto, o gli studenti in inverno, imbarcarsi per liete crociere lungo la costa: è l’alternativa del “metrò di mare”. Il Trc non sarà la cura di tutti i mali del traffico, ma ne abbiamo bisogno e fin da troppo tempo. L’iter progettuale è stato per lo meno discutibile, quello amministrativo piuttosto sconsolante. Ma l’idea è giusta, finché non ne arrivano di migliori. E fin qui non sono arrivate.
http://www.chiamamicitta.net/articoli/rimini-la-nostra-piccola-tav-156.asp
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[Rimini] Rassegna stampa sgombero Via della Gazzella
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rassegna Monday, Dec. 26, 2005 at 8:12 PM |
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Rassegna stampa
MANGIANTI SUL POSTO - SOLIDARIETA’ DAI VERDI CENTO E BULGARELLI
(DIRE) - RIMINI- Una trentina di appartenenti al laboratorio occupato "Paz" di Rimini hanno occupato alle 13.20 il centro sociale in via di costruzione situato in via della Lontra. Si sono introdotti mentre gli operai non avevano ancora terminato di montare le porte. Hanno subito chiesto di poter svolgere un’assemblea con il sindaco Alberto Ravaioli. Il motivo del gesto, come e’ riportato in un documento distribuito sul posto, il bando che il Comune ha emesso per la gestione-fruizione del centro stesso. Alle 14.20 un gruppo di agenti di polizia municipale ha tentato di sgomberare gli occupanti che si sono stretti in cerchio per non farsi portare via. Sono volate parole e spintoni. Poi il contatto si e’ allentato e gli occupanti sono rimasti dentro. Sul posto e’ arrivato il presidente del consiglio comunale Cesare Mangianti, e il sindaco potrebbe arrivare alle ore 20. Fra i firmatari del documento distribuito dal "Paz" figurano anche amministratori pubblici, il partito di Rifondazione Comunista, un assessore di Riccione, gli onorevoli Mauro Bulgarelli e Paolo Cento. (Pag/Dim/ Dire) http://www.globalproject.info/art-6926.html
MINACCE INCROCIATE DI DENUNCE TRA OCCUPANTI E FORZE DELL’ORDINE (DIRE) - RIMINI- Hanno occupato il centro sociale di via della Lontra perche’ lo sentono un po’ come loro, visto che la decisione di realizzarlo e’ arrivata dopo una loro manifestazione del 2001. E adesso non condividono minimamente il bando di gara che l’assessore alle Politiche Giovanili, Vittorio Buldrini, sta predisponendo per la gestione di quegli spazi. Di qui l’occupazione dei ragazzi del Laboratorio Occupato "Paz", che si e’ conclusa questo pomeriggio alle 16,30, dopo la promessa, da parte del sindaco Alberto Ravaioli, di incontrarli domani alle 10,30. Dopo il tentativo, finito male, di allontanamento dal centro, gli occupanti accusano di essere stati aggrediti "mentre eravamo inermi e non stavamo facendo nulla". Una ragazza racconta di essere stata presa per due dita "strattonandomi via". Un’altra dice che mentre e’ stata trascinata e’ caduta e ha battuto la testa. Viene chiamata un’ambulanza del 118 e le due ragazze si fanno refertare. Non escludono denunce. Cosi’ come non vengono escluse, per occupazione abusiva e resistenza a pubblico ufficiale, dal comandante della polizia municipale Domenico Gallo. La cui versione e’ che la ragazza che avrebbe battuto la testa e’ caduta perche’ si era arrampicata su bancali e che comunque la colluttazione sia, appunto, conseguente alla resistenza dei giovani.
(ER) RIMINI. FINITA L’OCCUPAZIONE DI ’PAZ’, DOMANI DA RAVAIOLI(2)=
(DIRE) - RIMINI- Con tutta probabilita’ comunque, sarebbe bastato l’arrivo di esponenti istituzionali e politici, come il presidente del Consiglio comunale Cesare Mangianti arrivato sul posto un quarto d’ora dopo, per evitare l’episodio. Tutt’altro che buona l’accoglienza fatta a Mangianti ("voi di Rifondazione dovreste dimettervi tutti. Siete peggio di Cofferati..."), che comunque e’ riuscito a sedare gli animi. A lui si aggiungono altri esponenti di Rifondazione, i consiglieri regionali, che a loro volta sono dalla parte degli occupanti. Qualche minuto e arriva pure l’assessore comunale Vittorio Buldrini, l’autore del bando contestato dai ragazzi. Non parla. Abbozza. Discute piu’ o meno animatamente con Mangianti: l’immagine di un partito, quello di Rifondazione, che questa vicenda ha letteralmente spaccato in due. Anche se a fine giornata un comunicato congiunto dei segretari comunale e provinciale del partito (Paolo Gambuti e Biagio Giovannini) esprime appoggio all’assessore. La riprova della divisione e’ anche nel volantino che i ragazzi distribuiscono, in cui ricostruiscono la vicenda, sostengono che "il centro doveva essere autogestito, non gestito da qualcuno, con un bando, che noi crediamo essere i soliti noti" e che e’ corredato dalle firme, oltre che di varie associazioni di sinistra, collettivi studenteschi, gruppi autogestiti di tutta Italia, ma anche da consiglieri provinciali di Rifondazione e dei Verdi, dall’assessore verde di Riccione Mario Galasso, dall’ex assessore regionale alle Politiche Giovanili Luca Borghi ("che finanzio’ la realizzazione di questo centro", dicono i ragazzi) e dai deputati dei Verdi Paolo Cento e Mauro Bulgarelli.
Quest’ultimo, giunto sul posto, ha a sua volta partecipato alla mediazione ma ha anche annunciato un’interrogazione parlamentare sull’episodio: "Bisognera’ verificare gli eventi, ma non credo che ad una manifestazione di disagio sociale si possa rispondere con l’uso della forza. Bisognera’ capire chi ha deciso il tentantivo di sgombero". La situazione resta uguale a se stessa per un bel po’, poi arriva una telefonata del sindaco: e’ disposto ad ascoltare i membri del Laboratorio occupato. Domani. Gli occupanti si riuniscono in assemblea e valutano l’opportunita’. Decidono di accettare, e alle 16, in via della Lontra, torna tutto tranquillo http://www.globalproject.info/art-6930.html
[ versione per la stampa ] Tafferugli oggi pomeriggio tra agenti della polizia municipale e una trentina di ragazzi del Laboratorio Paz di Rimini che hanno occupato per circa 3 ore il cantiere dello stabilimento in via della Lontra dove dovrebbe nascere un centro sociale. I ragazzi contestano a Vittorio Buldrini, Assessore alle politiche giovanili del comune di Rimini, la decisione di assegnare la gestione del centro tramite bando di gara, mentre nel 2001 una delibera regionale dava il via libera all’autogestione. Oltre all’ assessore Buldrini, sono arrivati sul posto anche il presidente del consiglio comunale di Rimini Cesare Mangianti, e il deputato dei verdi Mauro Bulgarelli. L’occupazione si è conclusa alle 16. Il sindaco riceverà una delegazione di otto ragazzi domani mattina alle 10.
(agenzia NewsRimini) http://www.globalproject.info/art-6929.html
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L’occupazione finisce a spinte
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Dal corriere Monday, Dec. 26, 2005 at 8:22 PM |
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L’occupazione finisce a spinte
rimini - Quel centro sociale lo sentono un po’ come loro, visto che la decisione di realizzarlo è arrivata dopo una loro manifestazione del 2001. E adesso non condividono minimamente il bando di gara che l’assessore alle Politiche Giovanili, Vittorio Buldrini (Prc), sta predisponendo per la gestione. Per cui l’hanno occupato, nella tarda mattinata di ieri, “come gesto di denuncia nei confronti dell’operato del Comune” e non se ne sono andati, nonostante un tentativo di sgombero finito a spintoni, e probabilmente a denunce, finchè il sindaco Alberto Ravaioli non ha assicurato che li incontrerà, stamattina alle dieci.Loro sono quelli del Laboratorio Occupato Paz, e il centro è quello di via della Lontra.Erano poco dopo il mezzogiorno di ieri quando una trentina di ragazzi (con un neonato al seguito) arrivano al centro. Ancora in costruzione il centro non ha le porte montate, così gli occupanti entrano. Senza alcun problema secondo loro, spintonando gli operai che ci stavano lavorando secondo la versione della Polizia municipale. Una volta dentro subito chiedono, oltre alla presenza dei giornalisti, un colloquio col primo cittadino Ravaioli.Verso le 14 la Polizia municipale entra nell’edificio: a quanto si capisce l’obiettivo era quello di sgombrare gli occupanti abusivi. Sul posto vi è anche il comandante del corpo Domenico Gallo. Ha luogo una colluttazione. Vi sono spintoni. Gli occupanti si chiudono a cerchio tenendosi a braccetto. I tutori dell’ordine cercano di allontanarli. Volano parole grosse. Nella mischia si intravedono anche spintoni. Poi torna la calma.Al termine gli occupanti accusano di essere stati aggrediti “mentre eravamo inermi e non stavamo facendo nulla”. Una ragazza racconta che “mi hanno preso per due dita strattonandomi via”. Un’altra dice che mentre è stata trascinata è caduta e ha battuto la testa. Viene chiamata un’ambulanza del 118 e le due ragazze si fanno refertare e accompagnare in ospedale. Non escludono denunce.Così come non vengono escluse, per occupazione abusiva e resistenza a pubblico ufficiale, dal comandante Gallo. La cui versione è che la ragazza che avrebbe battuto la testa è caduta perchè si era arrampicata su bancali e che comunque la colluttazione sia, appunto, conseguenza della resistenza dei giovani.Con tutta probabilità sarebbe bastato l’arrivo di esponenti istituzionali e politici, come il presidente del Consiglio comunale Cesare Mangianti giunto sul posto un quarto d’ora dopo, per evitare l’episodio.Tutt’altro che buona comunque l’accoglienza riservta a Mangianti (“voi di Rifondazione dovreste dimettervi tutti. Siete peggio di Cofferati...”), che comunque è riuscito a sedare gli animi. A lui si aggiungono altri esponenti di Rifondazione, i consiglieri provinciali, che a loro volta sono dalla parte degli occupanti. Qualche minuto e arriva pure l’assessore Buldrini, l’autore del bando contestato dai ragazzi. Non parla. Abbozza. Discute più o meno animatamente con Mangianti: l’immagine di un partito, quello di Rifondazione, che questa vicenda ha letteralmente spaccato in due.La riprova è anche nel volantino che i ragazzi distribuiscono, in cui ricostruiscono la storia, sostengono che “il centro doveva essere autogestito, non gestito tramite bando, da qualcuno che noi crediamo essere i soliti noti” e che è corredato dalle firme, oltre che di varie associazioni di sinistra, collettivi studenteschi, gruppi autogestiti di tutta Italia, anche da consiglieri provinciali di Rifondazione e dei Verdi, dall’assessore verde di Riccione Mario Galasso, dall’ex assessore regionale alle Politiche Giovanili Luca Borghi (“che finanziò la realizzazione di questo centro” dicono i ragazzi) e dagli onorevoli dei Verdi Paolo Cento e Mauro Bulgarelli. Quest’ultimo, giunto sul posto, ha a sua volta partecipato alla mediazione ma ha anche annunciato un’interrogazione parlamentare sull’episodio: “Bisognerà verificare gli eventi, ma non credo che ad una manifestazione di disagio sociale si possa rispondere con l’uso della forza. Bisognerà capire chi ha deciso il tentativo di sgombero”.La situazione resta uguale a se stessa per un bel po’, poi arriva una telefonata del sindaco: è disposto ad ascoltare i membri del Laboratorio occupato. Oggi. Gli occupanti si riuniscono in assemblea e valutano l’opportunità. Decidono di accettare, e alle 16, in via della Lontra, torna tutto tranquillo. Francesco Pagnini
http://www.corriereromagna.it/isapi/presstoday.exe?mail=ok&desk=RIMINI&id=379280
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[Rimini] su Via della Gazzella interviene Arci
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RSF Monday, Dec. 26, 2005 at 9:56 PM |
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Dalla mailing list del Rimini Social Forum
Il testo che segue è un'email (più un allegato) che ci ha inviato Spaggiari presidente del'arci provinciale di rimini, e che conferma quanto sostenuto da noi occupanti dell'ex ostello nel corso di questi anni, cioè che il centro in via della gazzella non è destinato all'autogestione ma bensì ad una gestione consociativa delle stesse realtà che hanno ampi spazi in città. All'indirizzo: http://www.globalproject.info/art-6932.html trovate il video dell'aggressione che abbiamo subito nel centro di via della gazzella(ad opera di vigili urbani in borghese) , a seguito della nostra pacifica volontà di visitare la struttura e chiedere presso tale edificio un incontro con il sindaco. All'indirizzo: http://www.globalproject.info/art-6922.html trovate lo speciale sulla vicenda di via della gazzella, vi invitiamo a leggerlo in ogni sua parte. Grazie per l'attenzione Lab. Occ. P.A.z. P.s: ricordiamo che il finanziamento regionale è stato dato perchè abbiamo occupato uno stabile nel 2001, evidenziando un disagio sociale ed una progettualità positiva che chiedeva risposte. La Regione Em. Romagna, ha ascoltato la nostra voce, dandoci la possibilità di una sede idonea per svolgere le nostre attività con una delibera che parla chiaramente di noi e di ciò che chiedevamo, il Comune di Rimini, ma soprattutto l'Assessore Buldrini ce l'ha impedito attraverso una modalità più volte denunciata. Invitiamo coloro che hanno dato vita soprattuto a livello regionale ad una delibera che aiutava la nostra realtà e le riconosceva, grazie ai principi contenuti nella legge regionale 21, a difendere la loro azione politica e per converso la nostra, come unica realtà che si autogestisce nel terrritorio. P.A.z
Segue email massimo spaggiari Arci rimini
Cari amici e compagni, a seguito dell'iniziativa di protesta del Laboratorio PAZ e dei commenti relativi, credo utile informarvi sulle opinioni dell'ARCI in merito all'attivazione del Centro Giovani di Via della Gazzella. Il 25 novembre scorso il Direttivo Provinciale dell'Arci ha assunto un orientamento illustrato con la nota che allego. Il 2 dicembre, (presso Legacoop, con la partecipazione di rappresentanti di 12 gruppi, Associazioni e Cooperative sociali), si è svolto un incontro con lo scopo di verificare la praticabilità della nostra proposta, ovvero la costituzione di un tavolo cittadino unitario per la progettazione della gestione. In quella riunione abbiamo preso atto che il gruppo di Associazioni facente capo all'Associazione "A la Calle" non è disponibile alla partecipazione ad un tavolo unitario, ovvero alla coprogettazione della gestione con ARCI e UISP. Mercoledì prossimo si riunirà il Direttivo Provinciale ARCI per decidere in merito alla partecipazione al Bando di gara in scadenza il 10 gennaio. Il sottocritto proporrà al Direttivo di NON partecipare al Bando di gara data l'impossibilità di operare in forma unitaria con l'associazionismo cittadino. Siamo comunque ad invitarvi a partecipare all'incontro pubblico, che avrà per tema il Centro Giovani di Via della Gazzella, che svolgeremo il 19 gennaio prossimo alle 17 alla Sala degli Archi di Rimini P.zza Cavour. Cordialmente Massimo Spaggiari
Dall'allegato:
CENTRO GIOVANI VIA DELLA GAZZELLA Nota del Direttivo Provinciale
1. Il Centro Giovani di Via della Gazzella rappresenta il primo significativo investimento pubblico mai realizzato sul territorio del Comune di Rimini a favore della socialità e della creatività dei giovani. 2. La sua rilevanza e consistenza impongono al Comune di Rimini ed all’intero associazionismo culturale cittadino l’assunzione di precise responsabilità, al fine di garantire la valorizzazione dell’investimento effettuato e la piena espressione delle ampie potenzialità culturali, educative e sociali che la struttura offre. 3. Il Bando per la gestione approvato con deliberazione del Consiglio Comunale del 22-09-05 appare lacunoso ed inadeguato a garantire il ruolo centrale che la struttura può e deve svolgere nelle politiche giovanili comunali. In particolare, le risorse finanziarie rese disponibili dal Comune a titolo di compartecipazione sono a malapena sufficienti a garantire le funzioni gestionali obbligatoriamente richieste al gestore (presenza durante l’apertura del Centro di operatori responsabili, spese di pulizia e riparazione e manutenzione delle attrezzature); 4. L’ARCI ritiene che sia indispensabile e imprescindibile una collocazione organica del Centro Giovani all’interno del sistema degli Istituti culturali e formativi cittadini, rispetto ai quali il Centro Giovani non può e non deve essere collocato in una condizione di marginalità o, peggio, di estraneità. Sinergie e rapporti di collaborazione strutturati e garantiti con la Biblioteca Comunale, la Cineteca Comunale, il Polo Scientifico Didattico (Università), il Liceo Musicale Lettimi, la Casa della Pace, la Casa dell’Intercultura, Riminiteatri e le altre rilevanti esperienze culturali cittadine, pubbliche e del privato sociale, sono indispensabili per garantire al Centro Giovani il ruolo e la dignità di istituzione culturale e formativa di primo piano nello scenario cittadino e provinciale. 5. Le condizioni affinché ciò avvenga sono rappresentate dall’impegno dell’Amministrazione Comunale nel suo complesso (superando le deleghe settoriali e affermando l’interesse interassessorile alla struttura), per garantire il quadro delle necessarie relazioni interistituzionali, e dall’impegno dell’intero associazionismo culturale cittadino a sostegno della gestione. 6. Il modello gestionale cui riteniamo necessario riferirci è testimoniato dall’esperienza ultradecennale della “Casa della Pace, della Solidarietà e dei diritti umani”, struttura autogestita di servizio e di sostegno all’intero associazionismo pacifista e di solidarietà internazionale. 7. Siamo convinti che solo un quadro di certezza nelle regole e nelle responsabilità possa garantire la correttezza democratica e l’indispensabile pluralismo culturale che devono caratterizzare la gestione del Centro Giovani. 8. Pur ritenendo inadeguato il Bando per la gestione di cui sopra, considerata la necessità di evitare ulteriori ritardi rispetto ai tempi di attivazione della struttura, (finanziata dalla Regione Emilia Romagna nel 2001!) proponiamo all’associazionismo cittadino di costituire un tavolo cittadino unitario per la progettazione della gestione, finalizzato anche a sostenere l’assunzione, da parte del Comune di Rimini, delle responsabilità di cui sopra ed al coinvolgimento di altri Enti Locali interessati, in particolare la Provincia di Rimini. 9. Il Comitato provinciale ARCI si impegna a destinare, a sostegno dell’avviamento del Progetto Centro Giovani, l’intero margine operativo del proprio bilancio ordinario per l’anno 2006.
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mi sono rotto di sti figli di papà...
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un serio rivoluzionario Saturday, Dec. 31, 2005 at 4:54 PM |
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Leggendo i vari articoli e commenti, non posso far altro che esprimere la mia solidarietà all'amministrazione provinciale e all'ARCI e a quelle associazioni che vogliono avviare un percorso unitario e di dialogo con le istituzioni. Le cose si cambiano con intelligenza e pragmaticità, questi figli di papà che, con le occupazioni ad oltranza, sono convinti che la cosa pubblica sia solo il loro centro sociale del cazzo, mi hanno veramente stancato.
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l'altra campana
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patrizia e cristian Tuesday, Jan. 03, 2006 at 2:04 AM |
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A questo punto della vicenda “Rimini” si pone doverosa una sorta di anticronistoria non per mera polemica ma perché la verità è un limite a cui si tende, fatto di tante verità, o meglio punti di vista. Succede che quando si è dentro alle vicende la visione sia sempre ridotta e si perda la multi prospettività e con ciò ognuno irrigidisca la propria posizione e quindi si perda la dialogicità. Iniziamo da quella lontana occupazione, quella dell’ex ostello, voi del PAZ dite “Il 25 aprile 2001, il collettivo Squasso, realtà locale composta in prevalenza da studenti e quel che rimaneva delle varie realtà della sinistra di base, decise l’occupazione dell’ex ostello della gioventù di Miramare … Il Partito della Rifondazione Comunista di Rimini si presentò in veste di mediatore bensì nei confronti del solito problema legalità/illegalità rispetto allo spazio occupato”. Ci risulta che a prendere parte all’occupazione, anzi chi procedette allo sfondamento della porta, fu l’attuale segretario federale di Rifondazione. Rifondazione non intervenne dunque solo come mediatore ma prese effettivamente parte all’occupazione e da lì iniziò un percorso condiviso fino al 2003. L’esperienza dell’ex ostello finì sì con uno sgombero, ma con quello di quella parte: ” Una parte degli occupanti facente capo alla realtà controculturale, o meglio definita tribe, continuò tuttavia l’occupazione e fu sgomberata nel gennaio 2002. Voi pazziani affermate che in quell’occupazione da subito si erano formate due correnti la prima più propensa a costruire un soggetto critico autonomo nel territorio, rappresentata in sostanza dai promotori stessi dell’occupazione; la seconda si rifaceva ad un discorso di tipo controculturale/esistenziale, quindi vivere lo spazio come una vera e propria abitazione sganciata però da contenuti politico-sociali e che l’altra corrente La componente degli attivisti politici, in parte, confluì nel nascente Rimini Social Forum dopo aver abbandonato spontaneamente l’ex-ostello. Il Rimini Social Forum avviò un percorso condiviso, individuò contenuti e obiettivi condivisi, anche da quella parte di Rifondazione che vi prendeva parte, ognuno portando la propria diversità che come voi dite è ricchezza e contaminazione reciproca. Tanto che l’assessore oscurantista decise di aprire uno sportello informativo giuridico per migranti, ad esempio, e di finanziare il Progetto Melting Pot., sempre ad esempio (dando così l’opportunità di mettere in pratica quei contenuti condivisi e permettere a qualcuno del Paz di formarsi lavorando e avere uno stipendio tuttora regolarmente retribuito). Proprio per dare una risposta alle istanze di autogestione, che Rifondazione ritiene tuttora prioritarie soprattutto in una realtà come quella riminese, la realizzazione di un centro sociale autogestito veniva inclusa tra i 5 punti cardine del programma di apparentamento tra PRC e centrosinistra nelle elezioni comunali del 2001. Immediatamente dopo si procedeva all’individuazione di uno spazio, alla presentazione di un progetto per il reperimento del finanziamento regionale e allo stanziamento di ulteriori fondi comunali, sempre ad opera dell’assessorato “clientelare ed oscurantista”. Tutto il percorso veniva costruito e condiviso con i membri del Rimini Social Forum di allora (alcuni dei quali oggi militano nel Paz, e che quindi non possono dirsi “estranei ed inconsapevoli” rispetto alle caratteristiche del progetto del centro sociale di via Della Gazzella). I lavori di via della Gazzella intanto iniziavano e c’erano le prime assemblee, quelle dall’umanità varia, in cui si iniziava a pensare cosa fare su Via della Gazzella. Si pensava a come poter dar forma all’autogestione. L’assessore di basso livello partecipava insieme ai suoi dipendenti portaborse, alcuni, allora, vostri maggiori referenti e portavoce. Nel 2003 il Riminisocialforum attraversa una grave crisi interna, voi decidete di fare altro, con ciò, - sappiamo che non vi piace si dica questo-, vi autoescludete, nel senso che rifiutate quel percorso condiviso, il solo che poteva condurre alla convenzione. Dall’impossibilità di ricomposizione di quella compagine iniziale è discesa due anni dopo la scelta del bando. L’esperienza dei socialforum si stava ormai esaurendo ovunque. La diversità è ricchezza ma se non la si sa gestire diventa miseria: non so se sia successo così ovunque ma sicuramente a Rimini, è andata in questo modo. Il decisionismo non proprio e sempre assembleare, pratiche non più condivise hanno provocato quella spaccatura in due gruppi speculari che moltitudine non erano prima figuriamoci ora: stesse aree di riferimento nazionali (non RC), stesse dinamiche, sempre più somiglianti a una lotta tra capi e capetti, dove il politico lasciava il posto al personale. (Forse questo spiega il metodo per niente dignitoso - che ricorda la viltà fascista degli attacchi sferrati alle persone, della delazione e della calunnia - praticato soprattutto in quest’ultima occasione: “l’utilizzo ad personam, da parte dell’Assessorato alle Politiche giovanili (V.Buldrini - Prc), di fondi pubblici regionali, destinati alla ristutturazione di uno stabile da destinarsi alle attività di autogestione”; Le precisazioni fatte in merito a queste affermazioni, quando avete capito che la Del. Reg. 21/96 era stata correttamente interpretata e che non c’erano gli estremi per ricorrere legalmente contro la scelta amministrativa del bando – vedi ultimo speciale -, servono a ben poco se non addirittura a rafforzare le accuse lanciate). Comunque pareri a parte, uno dei due gruppi innervatosi di nuovi elementi dava vita all’associazione A la Calle, l’altro decideva di praticare l’occupazione, così nel settembre 2004 il PAZ occupa uno spazio, definito da voi stessi Un luogo/spazio dove il terreno dell’esemplarità, della ricerca - esodante rispetto al pensiero unico e alla staticità della politica - che non é una "costruzione burocratica" da decidersi in base alle logiche clientelari dell’amministrazione comunale, Lo stabile è pericolante e viene sgomberato e non come da voi affermato “subisce un primo sgombero (27 sett. 04) ad opera dell’assessorato di Buldrini in concerto con il Sindaco, anzi in questa vicenda RC non solo vi ha appoggiato ma l’assessore criminale, insieme a coloro che scrivono, è venuto da voi per dialogare e invitarvi ad entrare in via della Gazzella, ma voi avete replicato che riconoscevate come pratica solo l’occupazione e che volevate porvi fuori dalle istituzioni e che il prezzo di quel centro sarebbe stato il “controllo”. Così, ripeto, poiché lo stabile era pericolante siete stati sgomberati e avete rioccupato un nuovo stabile, che tuttora occupate, dal quale anche grazie a RC non siete stati sgomberati e mai più nemmeno minacciati di sgombero. Nel frattempo proseguivano ed erano in via di ultimazione i lavori dello stabile di Via della Gazzella. Rimini non è un territorio facile per l’aggregazione sociale. Il PAZ porta meritevolmente avanti iniziative, ad alcune delle quali, come ad esempio quella riguardante l’aeroporto, partecipano attivamente sia Rifondazione che A la Calle; ma Rimini, gran brutto posto sotto questo profilo, trova il suo collante maggiore in quanto ad aggregazione, negli eventi ludici. E’ così che anche il PAZ riesce a riunire giovani e meno giovani durante le feste (a dire dalla cilindrata delle auto parcheggiate fuori sono strani questi frequentatori di centri sociali, bisogna rivederne i connotati!), per il resto non sono certo moltitudine, tanto che poco prima dell’occupazione simbolica del 23 dicembre, qualcuno del PAZ mi ha detto: “cosa faremmo in via della Gazzella, è troppo grande per noi , siamo in 10-12 normalmente”. Il 23 dicembre il PAZ occupa simbolicamente via della Gazzella preannunciando che lo scopo dell’azione è avere la rassicurazione che una volta ultimato il nuovo centro loro non vengano sgomberati. Il resto è cronaca. A questo punto mi chiedo il perché di tante bugie, omissioni. D’accordo, ognuno legge i fatti dal proprio punto di vista, ma se l’obiettivo era la rassicurazione di non essere sgomberati perché tanto discredito fino alla diffamazione nei confronti di quell’assessore e di tutti coloro che lavorano per quell’assessorato? Ecco che le motivazioni politiche lasciano il posto a quelle personali. Anche perché se si fosse incentrata la discussione sulla scelta politica del bando evitando le accuse personali, le ragioni del PAZ sarebbero divenute da subito molto più deboli e molto più inefficaci. Infatti quale amministratore di buon senso avrebbe dovuto dare un posto di oltre 1000 mq a un gruppo di persone che non è certo moltitudine (al cui interno i più per età non rientrano nelle Politiche Giovanili, di cui forse al massimo tre sono stati gli occupanti dell’ex- ostello), che ha già occupato un posto e lo autogestisce senza alcuna minaccia di sgombero, che ha rifiutato più volte l’invito ad entrare in Via della Gazzella, che afferma di non voler far politica con persone che la pensano diversamente (parole dette il 30 novembre scorso da un membro del PAZ), quando sul territorio ci sono anche altre realtà associative e non strutturare che abbisognano di un posto per incontrarsi? In base a quale principio il PAZ si sente il beneficiario assoluto e indiscusso di quel centro? Ma perché all’improvviso tanto interesse per Via della Gazzella da sempre rifiutata, perché non possono coesistere due centri sociali? Che si sentano i depositari assoluti del Movimento (quale?) o che improvvisamente abbiano avuto paura che il centro di via della Gazzella si potesse porre in ”concorrenza” con il loro? Prima rifiutano il centro perché il prezzo sarebbe “il controllo”, poi lo vogliono per eredità “genetica”. Perché invece di tanto casino non hanno partecipato al bando o comunque non entrano in Via della Gazzella e partecipano alle assemblee, confrontandosi insieme alle altre associazioni, gruppi informali e singoli che vi parteciperanno? Visto che per vincere il bando bisogna prevedere in maniera forte l’autogestione e vi sarà di fatto un’assemblea sovrana perché non metterla alla prova nei fatti invece che negarla a priori? Perché fino al 2003 il PAZ che ha condiviso un percorso con RC adesso lancia accuse, dalle modalità infami, di pratiche clientelari? Hanno mai pensato che gli onorevoli ed ex- assessori verdi hanno perorato la loro causa, attraverso il loro procacciatore di voti, considerando il nuovo centro sociale e il PAZ tutto una loro riserva di caccia? Ma il PAZ, lo sappiamo, é “puro” e non si fa strumentalizzare da nessuno!
Patrizia e Cristian
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RISPOSTA A PATRIZIA E CHRISTIAN
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precarimini Wednesday, Jan. 04, 2006 at 5:29 PM |
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COMMENTO SU VIA DELLA GAZZELLA IN RISPOSTA A PATRIZIA E CHRISTIAN
ormai le voci, le prese di posizione e le dichiarazioni sul centro di via della gazzella non si contano più. sta diventando peggio di una telenovela.
dato che tanti si sentono in dovere di dire la loro, alcuni anche a sproposito perchè secondo me ci fanno una pessima figura, mentre i diretti interessati mandano avanti delle teste di legno, faccio anch'io un mio modesto commento.
io però non ho la coda di paglia e non difendo la poltrona di nessuno, nè tantomeno lo farei se dovessi accorgermi che una persona che stimo sta sbagliando. che ingenuità vero? questo post sarà anche inadeguato, di sicuro non sarà in politichese, perchè non sono avvezza a fare pseudocomunicati di partito nè sono portavoce di nessuno se non di me stessa.
innanzitutto una parola sulla mail "rimini:sentite anche l'altra campana" postata da fiori-tamagnini sulla mailing list della "a la calle": SCHIFO.
è la sola parola che mi viene in mente leggendovi, avvocati difensori dell'assessore che vi rappresenta, ma che non sembra rappresentare nè il proprio partito, viste le tantissime voci discordi all'interno di rifondazione, nè se stesso, dato che ancora non ha risposto in prima persona agli avvenimenti che lo riguardano, se non minacciando denunce e querele a destra e a manca, a tutti coloro che lo mettono in discussione. che non avranno seguito.
all'ambientale invece, che ha compiuto ancora una volta un abuso nei confronti di persone inermi,neanche una tirata d'orecchi.niente di niente. silenzio assordante anche da parte degli avvocati difensori, e dall'associazione "a la calle!", che nonostante si chiami così in strada ci scende poco, mi sa. l'unica volta è stato in coda al corteo contro i marines, con uno striscione che sembrava ordinato da uno stilista. per non parlare di questa assurda mailing list, dove tutti i messaggi sono riciclati, provengono da iniziative di altre città, o riguardano progetti all'estero, come testimonia il sito. (unica eccezione il servizio legale immigrati, tirato infatti prontamente in ballo da voi avvocati difensori, peccato che non giustifichi l'operato di 5 anni di amministrazione pigra su tutto il resto, e il da fare non sarebbe mancato). iniziative sul territorio zero, a parte, certo, i centinaia di progetti pronti per vincere il bando del centro di via della gazzella. preparati non certo in un mese.
avete anche la faccia di insinuare a quelli del Paz di non insistere, di lasciar fare, che tanto va tutto bene, magari un posticino ci sarà anche per loro, potrebbero addirittura partecipare alle assemblee, alle vostre però, dove sarete padroni, che all'assemblea pubblica del 29 dicembre, non si è presentato nessuno. e il comunicato di due che è arrivato a mò di giustificazione diceva proprio questo, verremo alla serata dell'arci del 19 gennaio sperando che il bando sia andato come previsto, i giochi per allora saranno fatti. e l'arci ovviamente parla di gestione, di soldi, di stanziamenti, non certo di autogestione, un accordo lo troverete strada facendo, non è così che si dice?
niente da dire su quello che è successo il 23 dicembre, eppure parlate di occupazioni e sgomberi come se fosse il vostro pane, rivendicando questo e quello. come mai su queste violenze, accadute in quella che doveva essere una dimostrazione del tutto pacifica non avete niente da dire?
e che dovrebbe significare la frase su chi lavora nel servizio immigrati, una velata minaccia stile "non sputare nel piatto dove mangi, che la minestra finisce?". inoltre, a parte altre considerazioni, è davvero di cattivo gusto, visto che il pulpito da cui viene la predica lavora in una cooperativa sociale che purtroppo è quel che è. ma lasciamo perdere questi dettagli.
io invece, riguardo al vostro assistito, sto ancora aspettando una spiegazione sul fatto più evidente: l'associazione "!a la calle!" è nata e cresciuta dentro il suo assessorato e fra gli attivisti della segreteria del suo partito, ed è il soggetto candidato a vincere il bando di assegnazione proveniente dallo stesso assessorato. a qualcuno è scappato di dire che non è conflitto di interessi perchè sulla carta non figura nessun dipendente comunale nel consiglio direttivo delle varie associazioni, che nel frattempo sono divenute una cordata, manco dovessero scalare una banca. beh è quantomeno gestione un pò privata della cosa pubblica... delle piccolezze, delle caccole, per usare un'espressione non mia ma centrata, che si possono afferrare al volo, quelle che non interessano i comitati d'affari che governano la città di Rimini, impegnata in ben altre transazioni. ma ci si accontenta anche delle caccole. dico questo perchè io ero presente alla cena in cui è stata ufficialmente presentata la suddetta associazione alacalle!, c'erano 40 persone, facciamo nomi e cognomi per una volta. era presente l'assessore Buldrini e il discorso diciamo così "costitutivo-esplicativo" lo ha tenuto il suo segretario Luca Bianchi, che si fece portavoce della neonata associazione spiegandone origini, motivazioni, progetti e ambizioni, il social forum, l'ex-ostello, bla bla bla... alla fine io e l'amico che era con me, dopo esser stati lasciati in disparte tutta la serata, siamo stati avvicinati, da un'altra segretaria ancora, per firmare una petizione di rifondazione, che hanno firmato tutti dato chi erano i commensali, e per pagare il conto. sono stati i miei 20 euro peggio spesi del 2005.
poi mi sono recata in comune alcune volte per questioni mie abitative che durano dal 2000, alle quali l'assessorato casa non ha mai ritenuto di rispondere nonostante raccomandate, telefonate, e solleciti vari, e cosa vedo? le stesse persone che ora parteciperanno al bando. sempre che si faccia ancora naturalmente.chissà che non abbiano fatto male i conti. tranquilli come a casa propria, in compagnia ora del segretario ora dell'assessore. immagino avessero di meglio da fare che dare ascolto a chi, come me e tanti altri cittadini, sono da anni in inutili liste di emergenza abitativa e ancora aspettano un alloggio popolare. che spetterebbe loro di diritto, se solo si costruissero case per le famiglie a basso reddito invece di spettacolari tribunali, fiere, caserme, centri commerciali. che cosa ha fatto il comune in questi anni se non scombinare le liste di edilizia pubblica ogni 6 mesi ? nelle liste per quanto le cambi mica ci si abita. ma si sa, a Rimini per ottenere qualcosa bisogna offrire una contropartita, e i poveracci non hanno nè soldi nè voti da offrire, che vadano in albergo a svernare, o fuori dai coglioni, in qualche comunità dove spalano merda gratis, come la centofiori dove lavora Cristian Tamagnini. altro che cooperative sociali, associazioni per delinquere legalmente.
la frase sulle cilindrate delle auto parcheggiate alle feste del paz poi, fa capire tutto di chi l'ha scritta. mandavate delle spie o cosa? non riesco nemmeno a replicare perchè se non ci fosse di che piangere ci sarebbe da ridere. e ci sarebbero problemi ben più urgenti di cui occuparsi. la vostra non è politica, è aria fritta. peccato che non ho più tempo perchè avrei altre cose da dire, ma mi sa che non ne valga proprio la pena. non avete mai ascoltato la gente che veramente vive nella calle, nè lo farete ora.
mi auguro che la vostra associazione caccola, il vostro assessore caccola e i vostri avvocati caccola abbiano tutto il successo che si meritano.
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filmato compagni di Rimini-presidio Comune
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disordine. Saturday, Jan. 14, 2006 at 3:35 PM |
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Scarica il video:
http://www.globalproject.info/art-7064.html
Rimini - Non si può sopprimere l’espressione!
Global Project Rimini - Giovedì 12 gennaio 2006
Il 10 gennaio 2006 si è tenuto presso la piazza principale della città di Rimini un presidio relativo alla questione degli spazi sociali autogestiti in città e all’annosa questione dello stabile che doveva essere concesso tramite convenzione agli occupanti. Il video mostra ciò che è avvenuto.
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da http://www.disordine.com x il PAZ
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navigatore solitario Saturday, Jan. 14, 2006 at 3:37 PM |
mail:
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<Live set Battle
Il 10 dicembre scadrà il termine per il bando (illegale) deciso dal Comune di Rimini per assegnare gli spazi di Via della Gazzella, uno spazio nato grazie ad una occupazione precedente e alla promessa di uno spazio per tutte quelle persone che volevano sperimentare l’autogestione come pratica quotidiana.
Ora con i fondi regionali stanziati per quel progetto il Comune di Rimini e, soprattutto, uno che dovrei definire un compagno del mio partito, ha deciso di assegnare quello spazio non tramite convenzione, come sarebbe stato logico, ma tramite bando: un bando con clausole “capestro” e soprattutto pensato per escudere a chi, quel posto, spetta di diritto.
I compagni del Laboratorio Occupato P.A.Z. hanno simbolicamente occupato lo stabile di via della Gazzella quando ancora i lavori erano in corso nella giornata del 12 dicembre: il Comune ha risposto non tramite la persona del sindaco (minuscolo) ma tramite agenti in borghese del Nucleo Ambientale della Polizia Municipale che hanno aggredito le persone che, all’interno, stavano simbolicamente e pacificamente dimostrando che quello era il loro posto.
Vi consiglio di scaricarvi e guardare questo video che dimostra quale livello di democrazia esiste anche in un comune governato dal centro sinistra che si dimostra non tanto dissimile dalla sua controparte.
Il dieci gennaio il P.A.Z. alle 13 si ritroverà in Piazza Cavour per presentare alla città
Se non potete andarci lasciategli almeno una email (collettivotaz@virgilio.it) di sostegno, dopo aver visitato il loro sito web (www.autistici.org/lopaz)da .
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x navigatore solitario
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riminese Wednesday, Jan. 25, 2006 at 12:58 AM |
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Almeno prima di sparare cazzate informati o rileggi quello che scrivi. Il bando scadeva il 10 gennaio e lo sapevano. Qualcuno che li frequenta ha detto che hanno montato questo casino perché non hanno fatto in tempo - e lo sapevano da mesi del bando - a finirlo! Forse non lo volevano finire o forse qualcuno fra loro era dell'idea di non partecipare. E poi a Rimini non sono tutti del Paz anzi stanno sui coglioni a molti con i loro metodi ... qualcuno ha detto che andare lì è come andare a casa della Mani... fai quello che lei/ loro due tre dicono altrimenti via ... quell'altro sarà un centro giovani ma questo è il centro occupato PAZ non un centro sociale
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