Da una lettera pubblicata sulla mailign list del Rimini Social Forum
Riceviamo e giriamo
http://www.biraghi.org/michelemarziani/ Accade nella città delle vacanze
Parlare di centri sociali a Rimini, nella metropoli balneare, nella capitale del turismo europeo, alla vigilia di Natale, può sembrare una stravaganza. Ma ieri c'è stato un brutto episodio, con una collutazione tra giovani e vigili urbani. La storia è lunga, il linguaggio non è dei più accessibili, ma la sostanza è quella che si legge qui, in questo appello. Aggiungo: a Rimini si sta costruendo di tutto, soffocando la città nel cemento e negli affari dei costruttori, proprio come nelle città siciliane degli anni Sessanta. Quello che accade - centri commerciali, stadi, complessi residenziali moltiplicati all'infinito - mi ricorda tanto Catania il cui motore economico è stato a lungo il mattone. Poi, ohibò, dietro al mattone è spuntata la mafia. A Rimini non ci sarà la mafia, ma quanto al mattone non si è secondi a nessuno. Mattoni anche per l'aggregazione giovanile: viene occupato qualche anno fa un ex-ostello in disuso per farne luogo di cultura e aggregazione spontanea, magari un po' sconclusionata, ma bella. La giunta comunale tratta l'uscita degli occupanti, in cambio viene proposto un nuovo spazio, in soldoni un centro sociale, oggi in costruzione, realizzato coi soldi pubblici. Adesso è quasi pronto, ma non andrà ai destinatari, a quelli per i quali è stato costruito. No, ci sarà un bando per la gestione. Parteciperanno i soliti soggetti che a Rimini si spartiscono i ritagli della cultura, le frattaglie dell'associazionismo giovanile. Non è per questo che è nato il centro sociale. Tanto più che di luoghi pubblici malgestiti, o comunque gestiti così, tramite gara quasi d'appalto, ce ne sono già. Casa Pomposa, giusto per fare un nome. Per questo, perché il centro sociale costruito aggiungendo mattoni ai mattoni, finisca almeno in mano ai destinatari, ho firmato questo appello. Poi, come dice qualcuno, magari i destinatari, perché sono chiassosi, stravaganti, giovani e casinari, non sono capaci di gestire il centro sociale. Beh, si vedrà, se ne parlerà allora. Mica prima, se l'autogestione non si prova come si fa a dire che non funziona?
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