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SIAMO DAVVERO TUTTI UGUALI ?
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PAPILLON – REBIBBIA Friday, May. 12, 2006 at 7:43 PM |
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PAPILLON – REBIBBIA
ASSOCIAZIONE CULTURALE – ONLUS
SIAMO DAVVERO TUTTI UGUALI ?
Crediamo che, ormai, sia noto a tutti che da venerdì 5 maggio l'ex ministro Cesare Previti deve essere annoverato tra gli “ospiti” di Rebibbia.
Con non poco sconcerto apprendiamo che all'illustre ospite è stato riservato un trattamento particolare, sconcerto che permane nonostante il senso di umana solidarietà che nutriamo per qualsiasi “cittadino detenuto” che varchi questi cancelli a prescindere dal suo stato, censo e livello.
L'apprendere dal Messaggero di sabato scorso che, stante il suo stato di ultra settantenne, l'ospitalità del signor Previti sarà breve, da tre a sei giorni, ci induce a pensare che, finalmente, qualcosa sia cambiato in tema di concessione dei benefici ai detenuti e che presto molti altri detenuti ultrasettantenni ne potranno godere con altrettanta certezza e celerità.
E' invece con notevole rammarico che dobbiamo rilevare i disagi patiti in questi giorni dalle famiglie dei “normali” detenuti che hanno visto, soprattutto nella giornata di sabato scorso, la propria attesa per il colloquio prolungarsi per oltre cinque ore, come riportato dallo stesso quotidiano romano, a causa delle illustri personalità precipitosamente avvicendatesi a far visita al signor Previti e che hanno fruito di canali di accesso tanto rapidi quanto preferenziali, il tutto alla faccia e con buona pace dei tanti familiari che hanno dovuto attendere il termine delle “visite di stato” per poter incontrare i propri congiunti.
Pur rallegrandoci che il cittadino detenuto Cesare Previti abbia potuto avere il necessario conforto dei propri amici fin dai primissimi istanti di detenzione avremmo preferito che quegli stessi parlamentari del centro-destra avessero, nel passato, avvertito la stessa impellente necessità di venire in visita a Rebibbia a manifestare la propria solidarietà a prescindere da ogni personalissimo affetto.
Da ultimo ci sia consentito il chiederci quale effetto potranno avere i proclami con i quali, anche da qui, il “cittadino detenuto” Previti continua a protestare la propria innocenza.
Ci chiediamo se essi verranno valutati dal Magistrato di Sorveglianza secondo la comune prassi e, dunque, interpretati come una colpevole mancanza di quella consapevolezza del proprio torto, ritenuta, da sempre, elemento fondamentale ed imprescindibile dell'avvenuto processo di recupero del detenuto necessario per la fruizione dei benefici e delle misure alternative.
La brevità dei tempi ventilati dalla stampa se da un lato ci rallegra come per qualsiasi altro cittadino detenuto, dall'altro ci fa ritenere che ben altre e diverse saranno le “valutazioni” su cui si fonderà la concessione dei benefici richiesti dai legali del signor Previti, “valutazioni” per il cui apprezzamento, sicuramente, sembra siano più che sufficienti quei, “diagnosticati”, tre, massimo sei giorni di “prognosi morale”.
Lasciamo ad ognuno di voi la risposta a quell'interrogativo con il quale abbiamo aperto questa riflessione.
Roma, 9 maggio 2006
PAPILLON
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Bertinotti per l'aministia
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reporter Sunday, May. 14, 2006 at 4:22 PM |
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Dopo l'appello del cardinale Martino, anche il presidente della Camera si dice favorevole all'esame della questione da parte del Parlamento Carceri, Bertinotti per l'amnistia "Atto di clemenza" verso i detenuti ROMA - Negli ultimi giorni, da più parti si sono alzate voci in favore dell'amnistia, di un atto di clemenza verso il popolo delle carceri. A partire dal mondo cattolico, con la presa di posizione del cardinale Renato Raffaele Martino. E oggi un nuovo invito al legislatore, affinché venga affrontato questo tema, arriva dal numero uno di Montecitorio.
Fausto Bertinotti, affida le sue opinioni a una nota. "Nei giorni scorsi - ricorda - è giunto un ulteriore e autorevole invito al Parlamento ad adottare un atto di clemenza per i detenuti. In questi anni, ripetutamente, dalla società civile, da autorità laiche e religiose, da molte soggettività politiche e culturali è venuta la stessa richiesta. In particolare tutti coloro che si sono dedicati, grazie a compiti istituzionali o per scelta volontaria, al mondo delle carceri hanno dovuto constatare che i detenuti subiscono per la condizione in cui sono tenuti un aggravio di pena rispetto a quella loro comminata dalla magistratura".
Con queste premesse, continua il presidente della Camera, "si capiscono le sollecitazioni che si sono venute manifestando verso 'un segno di clemenza a vantaggio dei detenuti'". Certo, il numero uno dell'assemblea ricorda anche che "toccherà al legislatore, nella sua autonomia, decidere se e come intervenire". "Ma - conclude senza esitazione - vorrei manifestare anche pubblicamente la mia condivisione di questa sollecitazione".
Insomma, una presa di posizione forte, da parte della terza carica dello Stato. Che non mancherà di suscitare reazioni, nel mondo politico.
(14 maggio 2006)
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Mastella: "Proporrò l'amnistia al governo e in Parlamento"
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reporter Friday, Jun. 02, 2006 at 5:53 PM |
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La promessa del Guardasigilli, in visita ai detenuti di Regina Coeli "Ma non dipende solo da me, altrimenti l'avrei già concessa..." Mastella: "Proporrò l'amnistia al governo e in Parlamento"
ROMA - Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha annunciato che promuoverà un provvedimento di amnistia e di indulto, appena "il Parlamento sarà nel pieno delle sue funzioni, con l'istituzione delle commissioni parlamentari". Il Guardasigilli lo ha annunciato ai detenuti di Regina Coeli, ai quali ha fatto visita nel pomeriggio in occasione della festa della Repubblica e della lettura delle lettere dal carcere di Alcide De Gasperi.
Una presa di posizione netta, quella di Mastella. Che farà riaccendere il dibattito su un tema che ha sempre diviso le forze politiche. All'indomani delle elezioni, anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti si era espresso in favore di un provvedimento di clemenza.
E la scelta di comunicare le sue intenzioni proprio a una platea come quella di Regina Coeli, ovviamente, non è casuale. I detenuti, nella rotonda del carcere romano, hanno infatti accolto con grande entusiasmo Mastella, il senatore Giulio Andreotti, la figlia di Alcide De Gasperi, i vertici del Dap, con il tricolore al collo. Applausi ripetuti e scroscianti per gli ospiti, e una bandiera srotolata con sopra una scritta inequivocabile: "Amnistia e indulto".
"Il mio impegno c'è - ha precisato il ministro, che si è autodefinito più 'rappresentante dei detenuti che delle toghe' - però frenate per ora l'entusiamo. Applaudirete dopo". Anche perché, ha ricordato, l'amnistia non è "un atto solitario" del Guardasigilli: "Ma posso promuovere la cosa presso il governo e il Parlamento, è lo farò", ha aggiunto. Il problema, infatti, a suo giudizio è urgente: "Bisogna umanizzare le carceri, il cui sovraffollamento ha raggiunto l'intollerabile. Che la popolazione carceraria sia eccedente, è un fatto su cui non si può far finta di nulla".
E adesso, la parola passerà al Parlamento. In questo senso, Mastella ha fatto notare di far notare come anche da parte dell'opposizione ci sia stata apertura: "Bisogna fare qualcosa di diverso da quello che non si è fatto in passato - ha detto ancora - trovare il rinnovato elemento di unità nella diversità: unità per l'amnistia e l'indulto e diversità come distinzione nell'azione politica".
Il ministro infine ha ricordato la visita storica che Papa Giovanni Paolo II fece nel carcere romano, nel luglio 2000, e anche la sua richiesta al Parlamento di un provvedimento di amnistia e indulto: "Ci siamo emozionati in Parlamento a quel richiamo - ha commentato - ma quell'emozione è caduta nel vuoto, svanendo nei rapporti politici antagonisti". E chissà se stavolta le cose andranno diversamente.
(2 giugno 2006)
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CARCERI: ESPERTI, PIU' UMANE E MENO AFFOLLATE
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reporter Tuesday, Jul. 18, 2006 at 4:33 PM |
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Roma, 16:25
CARCERI: ESPERTI, PIU' UMANE E MENO AFFOLLATE
Tornare alla funzione rieducativa delle carceri, sempre piu' disumane e sovraffollate. E' l'opinione condivisa del costituzionalista Michele Ainis, del sociologo del diritto Pio Marconi e del direttore di 'A buon diritto. Associazione per le liberta'', Andrea Boraschi. "Il carcere senza politiche di garanzia e cittadinanza come di una rete sociale che contrastino alla radice la criminalita' e l'illegalita' - sottolinea Boraschi - e' diventato il rifugio 'in peccatorum' per uomini e donne dal profondo disagio economico, sociale e culturale". L'assenza ad esempio di strutture sanitarie in grado di fornire trattamenti ad hoc ai malati di mente come ai tossicodipendenti, e' una piaga sociale. Sono 62 mila i detenuti sui 40 mila previsti e piu' della meta' malati psichiatrici gravi, immigrati, tossicodipendenti,spiegano gli esperti. "Le vaste aree, l'alta percentuale di recidivi che entrano e escono dimostra il fallimento del dettato costituzionale (art.27) secondo cui la pena e quindi il carcere ha funzione rieducativa", aaggiunge il costituzionalista Ainis per il quale "siamo davanti al fallimento del sistema carcerario che non ha ottemperato alla sua funzione rieducativa". Chi sono i detenuti oggi? Su un totale di 62 mila, piu' della meta' e' costituito da malati psichiatrici, immigrati, tossicodipendenti, cardiopatici, malati organici (tra i 15 ed i 20 mila). Il 30,7% di essi ha una pena fino a 3 anni; un altro 30-31% da 3 a 6 anni; poi un 30% da 6 a 20 anni ed il restante 10% circa (ossia uno su dieci) da 20 anni all'ergastolo. "Il carcere come risposta principale per chi compie i reati piu' gravi, appunto il 10% circa della popolazione, e' diventato oramai la risposta generale ed indiscriminata", avverte Gonnella che aggiunge, "se si misura la pericolosita' nella durata della pena inflitta ci si rende conto che la maggior parte dei detenuti sono tali a seguito di microconflitti urbani". Insomma dal malato di mente, all'immigrato, all'emerginato, al tossicodipendente: un po' questa l'area dei recedivi.
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