ASSEMBLEA A PALAZZO NUOVO, MERCOLEDI' 11 GENNAIO, ORE 21- CORTEO NAZIONALE SABATO 14 GENNAIO ORE 14 MILANO
Un nuovo anno si è concluso, tra una festa e l’altra, con i soliti attacchi del Papa e dei cardinali (tra cui il Poletto torinese) al diritto della libera scelta della donna in materia di aborto e sessualità. I duri attacchi da più fronti (dalla Chiesa come da destra e da sinistra) non devono farci chinare la testa ed obbedire. Oggi ci troviamo a difendere nonostante i suoi limiti la tanto citata legge n. 194 del 22 maggio 1978, , conquistata con una dura lotta delle donne che in prima fila furono attrici di una vera e propria rivoluzione sessuale, della cultura, della morale e dei diritti fino ad allora negati. Vogliamo essere le protagoniste attive della nostra sessualità, del nostro corpo e delle nostre decisioni! Rispondiamo in modo deciso alle provocazioni del ministro Storace, esponente di quella destra nera e fascista che ha già dato esempio del modello di donna che vorrebbe. Il suo tentativo di impedire l’introduzione anche in Italia dell’aborto farmacologico, tramite la pillola Ru486, è stato sventato: la sperimentazione al S. Anna è ripartita e anche altre regioni l’hanno adottata nei loro distretti ospedalieri. Un’altra stigmatizzazione della 194 è stata condotta, in modo propagandistico (in campagna elettorale tutti i partiti pensano di conquistarsi i voti cattolici) e inquisitorio: è stata avviata una commissione di indagine sul suo funzionamento e in contemporanea Storace ha proposto l’ingresso dei volontari del movimento per la vita nei consultori famigliari. Ma accusare di incompetenza e mal funzionamento i consultori, scaricandone la responsabilità sulle operatrici e gli operatori che vi lavorano è solo un tentativo mal riuscito di mascherare il vero problema : la privatizzazione e la cattolicizzazione di uno strumento di libertà e autodeterminazione, quale il consultorio dovrebbe essere, grazie al protagonismo delle stesse donne che lo frequentano. Rivendichiamo il diritto ad un servizio sanitario libero da fondamentalisti della religione che vogliono mettersi tra la donna e gli operatori e operatrici sanitari: non deleghiamo a nessuno la nostra salute. Questi attacchi ci preoccupano per la loro gravità, per questo è importante mobilitarsi tutte e tutti in prima persona: è necessaria una risposta di tutte e tutti per la riaffermazione dei diritti all’autodeterminazione, all’aborto e alla sessualità libera e non omologata. Il modello imperante e dettato da questo governo è in linea con gli stereotipi cattolici: solo la famiglia consacrata eterosessuale con figli è premiata e sponsorizzata. I diritti dei gay, delle lesbiche, delle e dei trans non sono contemplati. La procreazione medicalmente assistita (PMA), sembra essere strumento del demonio da evitare così come le unioni tra persone che non passano dal matrimonio, coppie di serie B per lo Stato. In università, come in altri luoghi, è importante creare momenti di partecipazione collettiva per dare una risposta chiara e determinata, per un movimento che riaffermi l’autoderminazione delle scelte e delle identità sessuali.
Ne abbiamo abbastanza e ci riprendiamo la parola!!!
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