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[Ferrara] Il caso Aldovrandi (11/01/06)
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news Wednesday, Jan. 11, 2006 at 1:13 PM |
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IL CASO ALDROVANDI
Mamma Patrizia apre un blog
La donna: 'Adesso sono molti di più quelli che conoscono la storia di Federico'. Il 18enne morì vicino all'Ippodromo il 25 settembre scorso
Ferrara, 11 gennaio 2006 - La triste storia di Federico Aldrovandi non ha più confini. Dal 2 gennaio la mamma del diciottenne — morto vicino all’Ippodromo nelle prime ore del 25 settembre in seguito a un malore durante l’intervento del personale della polizia — ha scritto una lunga lettera su uno spazio blog, per chi non se n’intende troppo su Internet, e da allora assiste quasi meravigliata ai vari ‘commenti’, così si chiamano gli altri scritti che ogni giorno arricchiscono il blog. Ieri sera, attorno alle 19, erano 72, ma il loro numero aumenta di ora in ora. «Sono stata io ad aggiungere il link nei giorni scorsi — spiega mamma Patrizia. Ho visto un intervento che mi ha incuriosito e allora ho aggiunto il mio con l’indirizzo del blog. Sono stati degli amici a suggerirmi l’idea e devo dire che avevano ragione. Adesso sono molti di più quelli che conoscono la storia di Federico».
Già, la storia di Federico. Tutto inizia una domenica di fine estate, dopo la notte trascorsa a Bologna con gli amici. Al rientro la tragedia. Così ricostruiva i fatti una nota della Questura: «Alle ore 6 del 25 settembre 2005 personale della polizia di Stato interveniva in via Ippodromo su segnalazione di alcuni cittadini che avevano riferito del comportamento ‘strano’ di un giovane. Durante l’intervento del personale di polizia, il giovane è stato colto da malore. Poco dopo giungeva il personale medico del 118 che constatava il decesso del giovane». Poi si diceva che il ragazzo era incensurato e che erano in corso «accertamenti medico-legali da parte della Medicina legale per stabilire le cause del decesso e indagini per accertare le circostanze del fatto».
Da quel giorno nella vita dei genitori, Patrizia e Lino, è entrato il dolore. Un dolore lacerante, come solo le mamme e i papà che perdono i loro figli sanno bene. Già prima di approdare su Internet, per la precisione il 27 settembre, la coppia, per evitare qualsiasi polemica, aveva scritto una lettera ai giornali in cui, tra l’altro diceva, di avere «massima fiducia da parte nostra, anche in questo momento così drammatico, nelle forze dell’ordine e nell’operato della magistratura inquirente».
Toccanti le parole pronunciate da don Domenico Bedin durante l’omelia funebre: «Non possiamo nascondere che la morte di Federico è una sconfitta per tutti noi. Occorre cambiare. Dialogare». E sempre don Domenico ha proposto ai genitori di organizzare, nelle strade del quartiere in cui abitava Federico, una fiaccolata per ricordarlo. Sì, perché nell'attesa dei risultati dell’autopsia — finora è stata depositata soltanto la perizia tossicologica da cui emerge che le sostanze assunte da Federico non erano in quantità elevata — mamma e papà chiedono che sulla vicenda non scenda il silenzio e che ci si ricordi del loro figlio.
«Non era un tossicodipendente — ripete mamma Patrizia — e se avesse avuto seri problemi noi ce ne saremmo accorti. Quella domenica mi sono svegliata alle 8 e quando ho visto che Federico non era in casa ho capito subito che gli era successo qualcosa. Se fosse stato solamente un ritardo mi avrebbe mandato un messaggio sul cellulare».
Adesso è il momento di leggere altri interventi su Internet. «Alcuni li condivido, altri no. I testimoni non sono venuti allo scoperto — ammette la mamma — però hanno scritto tanti amici e persone sconosciute da tutt’Italia».
Fonte: http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/ferrara:5398198:/2006/01/11:
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Disgustoso
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Ateniese Wednesday, Jan. 11, 2006 at 1:25 PM |
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L'ennesima "vittima della societa'", da ricordare, da cui imparare, evitando bene di parlare delle violenze, dei referti medici, citando di striscio l'inchiesta in corso, il tutto in un bel clima da volemosse bbene.
Vomitevole, l'autore ha almeno avuto la dignita' di non firmarsi.
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la nuova ferrara
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me Wednesday, Jan. 11, 2006 at 4:35 PM |
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scusate c'è qualcuno che può scannare la nuova ferrara invece di questa schifezza (giornalisticamente parlando: sembra scritto da qualcuno delle medie) in rete la nuova non si può leggere, serve l'abbonamento, in edicola se non sei a ferrara ma a bologna non si trova grazie
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blog di solidarietà alla polizia
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Maria Antonietta Cannizzaro Saturday, Jan. 14, 2006 at 12:14 PM |
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troppo comodo dare la colpa alla polizia Come sempre, la colpa sarà dello stato delle istituzioni,in questo caso della Polizia, ma se il giovane Federico come i bravi bambini (cos' lo definisce la mamma) alle cinque del mattino stava a casina a sua a fare la ninna, invece di andare in giro drogato zompando come un ganguro, aggredendo gli agenti, "ben tre equipaggi dovevano intervenire" poichè in preda ad una incontollabile violenza , anche su se stesso , che poi di fatto lo ha ucciso.....non i poliziotti,che erano intervenuti , cercando di fermarlo , proprio per non farsi male.Questa Nazione sta sprofondando nella vergogna, possiamo capire il dolore di una madre, ad una madre colpita da un lutto si concede tutto , ma questi sciacalli che come corvi si stanno fiondando sulla Questura per fare banchetto NO!!!!VERGOGNATEVI,ma voi non sapete cosa sia la vergogna .
Quindi poichè la Questura ,oltre ai vari comunicati ufficiali , non può di fatto difendersi noi, apriamo questo Blog di solidarietà verso tutta l'amministrazione della Polizia di Stato di Ferrara
Maria Antonietta Cannizzaro sostegnopoliziaferrara.blog.kataweb.it
Scritto il 14/01/06 alle 11:50 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
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I BRAVI BAMBINI
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Francesco Caldarola Saturday, Jan. 14, 2006 at 1:08 PM |
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Il fatto che vi siano persone che ritengono l'essere in giro alle cinque del mattino un buon motivo per morire ammazzati a botte è preoccupante assai. Non c'è bisogno di canonizzare federico, che sarà stato un ragazzo come tanti, con i suoi problemi e le sue ire, i suoi lati buoni e quelli cattivi, ovviamente, se qualcuno ha dovuto chiamare la polizia per fermarlo. Fin qui ci sta tutto: anche una notte di gabbio per far rinsavire il ragazzo, poteva essere una misura antipatica, forse esagerata per un incensurato con una crisi isterica, ma comprensibile... Ma ammazzare di botte un diciottene alterato è qualcosa di inqualificabile, qualcosa che si colloca aldilà dei comportamenti umanamente accettabili. Perchè non può che esser successo questo, mi pare di capire: intervengono che salta come un 'ganguro' (cito articolo sostego polizia) sul cofano e quando lo lasciano è cadavere? Eh si, povere forze dell'ordine... Come fa a balenarci in mente che possano avere delle responsabilità nella morte del ragazzo??? Siamo proprio degli sciacalli...
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Vergogna
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Maria Antonietta Cannizzaro Saturday, Jan. 14, 2006 at 2:23 PM |
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Maria Antonietta Cannizzaro VERGOGNA! perchè mai le persone dovrebbero stare a casina loro? sporca terrona di merda! l'Emilia e Romagna è una regione splendida proprio perchè ricca di locali ( alternativi e non ) in questo paese c'è ancora la libertà di circolazione ( per lo meno prevista dalla costituzione) anche se la storia di Federico e ALTRE sembrano dimostare il contrario
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Le sagge parole di Antoinietta
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berserk Thursday, Jan. 19, 2006 at 4:10 PM |
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Cara Antonietta,
insomma, bisogna starsene a casina a fare la ninna come i bravi bambini? Sospetto ci sia in giro un epidemia di idiozia virale che impedisce alla gente di fare i ragionamenti piú elementari... Inutile appellarsi ai rudimenti della logica formale, quando già il buon senso è immunodeficiente.
Innanzi tutto, come libero cittadino, ciascuno se ne può andare a spasso per il territorio della Repubblica a qualsiasi ora del giorno e della notte; e si suppone che la polizia esista per garantire l' incolumità di tutti, non per crocchiare di botte i "bambini cattivi".
Oltretutto la polizia è di fatto stipendiata dai cittadini e non deve difendersi da essi, bensí rendere conto del proprio operato agli stessi.
Certo, è ovvio che esiste sempre la possibilità che uno si ammazzi di botte da solo per la strada e magari si prenda anche a calci nelle palle da sé, guarda caso,propriodavanti ai tutori dell' ordine. In fondo, non è forse vera la storia dei rapimenti alieni?
Mi illuderò, ma resto convinto del fatto che se vedessi passare una volante dovrei sentirmi al sicuro e non cagarmi addosso per la paura.
certo che quando la cultura di certe persone è quella dello stato fascista di polizia delle dittature latino-americane e delle repubbliche islamiche, forse certa gente è lí che dovrebbe trasferirsi. In fondo, Antonietta, non basta forse la pancia piena? Che cazzo te ne fai dei diritti e della libertà quando te ne stai a casina, come i bravi bambini, a fare la ninna al sicuro da quelli che paghi per proteggerti?
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Maria Antonietta Canizzaro ... che bella sorpresa ...
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revenge...once Thursday, Feb. 16, 2006 at 3:15 AM |
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...ovvero la moglie di tale Gaetano Saya, sedicente fondatore del Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo ... una vera e propria patacca (cui hanno creduto in molti, ahimè) per rastrellare soldi comunitari e non ... ovvero il goffo tentativo di un terrone senza arte nè parte, per sbarcare il lunario.
Colei ... è anche la presidente (ovvio, dopo l'arresto del marito Gaetano) del nuovo movimento sociale italiano ... ora infangato da gentaglia simile che nulla ha da condifidere dei veri (dico VERI) valori del fascismo-sociale.
Già una che esordisce elogiando il "condottiero berlusconi" ... la dice lunga sulla concentrazione di sinapsi che ha nel cranio! Povera Italia ...
comincia a battere piuttosto, che tutti i truffati del DSSA vi porteranno via anche le mutande, a breve!
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come i bravi poliziotti
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daniela Tuesday, Feb. 21, 2006 at 11:32 AM |
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Mia cara signora,se Federico come bravo bambino avesse fattola ninna a casina sua...e se i poliziotti come bravi poliziotti l'avessero fermato non pestato (ricordiamoci quattro contro uno).Il fatto che Federico fosse fuori a quell'ora e il fatto che avesse preso sostanze stupefacenti non fa di lui un essere umano meno degno di essere trattato con rispetto dei suoi diritti e non come un animale braccato. E non mi vergogno di dirlo!
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