Incontreranno Hans Lunshof, olandese, della sede elvetica dellŽAcnur. I sudanesi partiti martedì da viale Ortles hanno ottenuto mezza vittoria.
Incontreranno oggi Hans Lunshof, olandese, funzionario della sede svizzera dellŽAlto commissariato Onu per i rifugiati, con una lunga esperienza nei Balcani sopravvissuti alla guerra. Quando tutto pareva deciso, e la scelta era tra il ritorno volontario e la procedura obbligatoria di rimpatrio in Italia, i sessanta sudanesi ottengono quello che volevano la sera in cui hanno abbandonato Milano, sorprendendo istituzioni e volontari: parlare con lŽOnu di Ginevra. Tutto si sbocca nel pomeriggio di ieri. I rifugiati hanno trascorso una notte al caldo nei locali della protezione civile e al risveglio proseguono nella lotta. Non mangiano dalla colazione di martedì mattina e decidono di continuare lo sciopero della fame. Vogliono raggiungere la sede dellŽAlto commissariato Onu per i rifugiati a Ginevra o che un suo rappresentante raggiunga loro. «La situazione però era ormai insostenibile - dice il capitano Fabio Ghielmini delle Guardie di confine di Chiasso - . La gestione del gruppo stava diventando un problema sanitario. Molti erano debilitati. Uno ha il diabete, un altro è stato ricoverato in ospedale per un principio di tubercolosi». Alle 15 e 30 arriva nella sede della Protezione civile di Castel San Pietro Luigi Pedrazzini, consigliere di stato del Canton Ticino e direttore del Dipartimento delle istituzioni, competente in materia di giustizia e sicurezza. Pedrazzini chiede al gruppo di riprendere a mangiare prima di qualunque trattativa. I sudanesi, guidati dal leader Ahmed, accettano e lŽesponente del governo ticinese diventa il mediatore tra loro e lŽAlto commissariato. Qualche ora di contatti con Ginevra, poi la svolta. Domani, arriverà a Castel San Pietro Hans Lunshof, funzionario di collegamento tra la sede svizzera dellŽAlto commisariato e quella centrale di Ginevra, fino a pochi mesi fa capo dellŽAcnur a Zagabria. «Sono a disposizione - dice Lunshof - . Dialogare è il mio compito». LŽincontro si terrà nella tarda mattinata di oggi. Poi i rifugiati dovrebbero tornare a Milano, dove non si placano le polemiche politiche. «LŽamministrazione comunale - ha attaccato il presidente della Provincia Filippo Penati - ha sempre considerato il dialogo una perdita di tempo. Per noi invece la costruzione del consenso è unŽinfrastruttura indispensabile». «Noi affrontiamo davvero i problemi - ha subito replicato lŽassessore comunale ai Servizi sociali Tiziana Maiolo - . Intanto, in occasione del consiglio comunale di lunedì prossimo nel corso del quale lŽassessore Maiolo riferirà sul caso di via Lecco, le associazioni convocano per le 17 un presidio davanti a palazzo Marino per chiedere «interventi per lŽaccoglienza e lŽintegrazione di chi fugge dalla guerra».
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