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La Consulta delle tossicodipendenze, riunita oggi a Palazzo Chigi e presieduta dal ministro Carlo Giovanardi, ha preso in esame la rielaborazione dello stralcio del disegno di legge Fini, "cosi' come modificato sulla base delle osservazioni avanzate dagli operatori intervenuti alla IV Conferenza Nazionale di Palermo", sottolineando "l'importanza che le proposte normative in esso contenute possano al piu' presto essere approvate dal Parlamento". Ne da' notizia il Dipartimento per le politiche anti droga. I punti essenziali del testo del ddl, sul quale -sottolinea il Dipartimento- "si e' registrato un ampio consenso", e "cosi' come rielaborati dopo la Conferenza di Palermo", riguardano: la "individuazione di un parametro investigativo che consentira' alle Forze dell'Ordine di distinguere nettamente (sotto il profilo giuridico) le condotte detentive finalizzate alla cessione (spaccio) e quelle tese al consumo (uso personale)"; un "maggiore accesso alle misure alternative al carcere per la persona tossicodipendente che ha commesso reati; la "assimilazione del privato sociale alle strutture pubbliche in ordine alla certificazione dello stato di tossicodipendenza e alla predisposizione del piano terapeutico".
Il testo dello stralcio del ddl Fini sulle tossicodipendenze, cosi' come modificato dopo la Conferenza nazionale di Palermo, "non ha cambiato il valore ideologico della legge, ma ha solo stemperato alcuni enunciati". Resta una "contraddizione forte" con la ex Cirielli, che per i tossicodipendenti recidivi che sono in carcere non prevede la possibilita' di accedere alle misure alternative. E' il commento di Riccardo de Facci, del Cnca (Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza), agli esiti della riunione della Consulta nazionale delle tossicodipendenze, nella quale, secondo quanto riferisce, si sarebbero registrate molte critiche, da parte di numerosi operatori del settore, alla bozza di legge. L'ultima versione del ddl sulle tossicodipendenze, quindi, cosi' come illustrato oggi nel corso della riunione della Consulta, secondo De Facci ha solo stemperato alcuni punti particolarmente critici. Ad esempio, per quanto riguarda la certificazione dello stato di tossicodipendenza, questa funzione potrą essere affidata, dalle strutture dipartimentali del territorio, agli enti accreditati del privato sociale. In questo modo, sottolinea De Facci, e' stato evitato il rischio di un conflitto istituzionale tra lo Stato e le Regioni. Altro punto modificato e' quello delle tabelle: resta il criterio della tabella unica delle sostanze, che porta come conseguenza all'elevazione della pena minima per spaccio da 4 a 6 anni per qualsiasi tipo di stupefacente, dalla cannabis all' eroina; quello che cambia nella nuova versione e' che le tabelle non sono piu' l'unico elemento vincolante per la punibilita', ma "uno" degli elementi del corredo indiziario che definisce la situazione di spaccio, insieme ad altri come la presenza di grosse quantita' di denaro contante, la modalita' del taglio della sostanza, il confezionamento, e cosi' via. Inoltre, e' stato mantenuto l'impegno a rinviare la definizione delle quantita' di sostanza che configurano lo spaccio: ci pensera' un gruppo tecnico che si riunira' ad hoc. "Su questo punto ci riserviamo il giudizio a quando saranno presentate" puntualizza De Facci. Ma uno dei punti piu' "critici", secondo Cnca e altri operatori, riguarda l'accesso alle misure alternative: se con la modifica alla legge ex Cirelli si e' "sanata" la falla riguardante i tossicodipendenti gia' in comunita', che se nuovamente condannati non rischiano piu' di dover tornare in carcere, questo non vale per coloro che in carcere gią ci sono. A loro, spiega, non viene garantita la possibilita' di accesso alle pene alternative per piu' di una volta. In ogni caso, secondo Cnca, non si sa quale sara' il destino di questa ennesima bozza di legge: ai partecipanti alla Consulta, infatti, "e' stato spiegato che non e' stato deciso se diventera' un decreto legge o se ci sara' un primo passaggio in aula al Senato". Attualmente, il ddl e' in commissione al Senato. Comunque, "i tempi tecnici per l'approvazione definitiva non ci sono, e quindi la proposta ha il sapore di un mero segnale politico". http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=14306
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