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Buon viaggio Antonio
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I compagni e le compagne di Napoli Wednesday, Jan. 18, 2006 at 2:39 PM |
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Le parole in questi casi... Preferiamo pensarti ancora in viaggio con noi, il tuo entusuasmo, la tua generosità continueranno ad accompagnarci lungo il cammino... Buon viaggio Antonio ed un grande abbraccio alla tua famiglia, alle compagne ed ai compagni di Acrobax, alla tua comunità
compagne e compagni di Napoli
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Ciao Antonio
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Giacomo Wednesday, Jan. 18, 2006 at 4:56 PM |
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Il 17 Gennaio è stata una giornata tragica, c’è solo incredulità davanti a questa tragedia avvenuta così,all’improvviso. Il fottuto destino si è accanito su Antonio, un compagno, un amico, un fratello.. è morto facendo uno sporco lavoro precario.. era un Uomo con uno spessore umano fuori dal normale, dolce, altruista, sempre pronto a scagliarsi contro qualsiasi ingiustizia. La politica era la sua passione, o meglio la sua vita: l’ha sempre fatta senza ambizione, detestando i leaderismi; era un puro, un’idealista. Nei momenti di difficoltà, di lotta, di gioia, di conflitto è sempre stato al nostro fianco, era un compagno che ci ha insegnato la coerenza. Tutti noi facevamo affidamento su di lui. Ci mancheranno la sua generosità i suoi sguardi comprensivi, le sue timidezze.. anzi ci mancherà tutto di lui, compresi i suoi sbrocchi, la sua testardaggine. Sentiremo la sua assenza, ma siamo consci del fatto che fin da subito dobbiamo continuare le lotte che facevamo insieme con più determinazione di prima. Vogliamo portare a termine quelle battaglie iniziate insieme: casa e reddito in primis.. lo faremo, perché insieme sognavamo di costruire un mondo più giusto e realizzeremo questo sogno con te nei nostri cuori e nelle nostre menti. Ciao Antonio Giacomo
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ciao Antò
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Marta Wednesday, Jan. 18, 2006 at 5:25 PM |
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Antonio di Roma... ti voglio bene. Sei sempre stata una persona fuori dal comune e un amico sicuro. La tua sincerità e la tua dolcezza mi hanno affascinata dal primo momento. Non riesco a trovare delle parole con cui salutarti, perchè non voglio farlo.Grazie perchè sei sempre stato presente anche se lontano. Abbraccio i genitori e la piccola Alice tutti quelli che gli vogliono bene Marta
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un saluto al compagno Antonio
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collettivo di scienze e Camilo Cienfuegos Wednesday, Jan. 18, 2006 at 6:05 PM |
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Ciao Antonio, sei stato un compagno rivoluzionario, un compagno che si è sempre dedicato agli altri, per cambiare la società. Con te ci siamo formati e abbiamo condiviso lotte importanti come quella sulla casa, lotte antifasciste e lotte contro l'imperialismo. Ci ricordiamo con affetto dell'ultima chiaccherata al Marani sul reddito di cittadinanza! Non eravamo daccordo, ma tu facevi politica con passione e coerenza, con continuità e sempre con molto entusiasmo. Ci mancherai e fino all'ultimo non volevamo crederci... Ma porteremo avanti le tue e le nostre lotte ricordandoci di te...un giovane di grande coraggio rivoluzionario...sempre in prima fila! Un abbraccio dai compagni/e del Collettivo Camilo Cienfuegos e dal Collettivo di Scienze
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insieme tante volte ancora
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infoxoa Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:11 PM |
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Ieri è morto Antonio. Senza preavviso e senza motivo a lui è stata espropriata la vita. Ai suoi compagni è stato strappato un fratello su cui contare, generoso e disponibile. Perchè Antonio c’era sempre. Come chi ha scelto per la sua vita una strada che conosce bene. Tutti noi saremo con te tante volte ancora. Rivendicando reddito. Rivendicandolo per te che correvi a fare una consegna.... Con tutto l’affetto, con tutto il rispetto, con tutto il dolore
I compagni e le compagne di Infoxoa
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Bella Antò
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redstar76 Wednesday, Jan. 18, 2006 at 9:27 PM |
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redstar76@email.it |
Bella Antò, adesso non andremo più a fare sciate insieme sulle montagne del Trentino e bevute di birre: mi mancherai un botto..... grazie per quello che hai fatto per me, non me lo dimenticherò mai!!!!mi piaceva molto stare in tua compagnia, eri così solare e si rideva sempre un sacco....mi lasci un vuoto, e un senso di rabbia e di ingiustizia! ciao Antonio, mio amico e mio compagno, ti voglio bbene!!!
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Hasta siempre Antonio
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MT Wednesday, Jan. 18, 2006 at 9:58 PM |
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Non ci volevo credere. Non ci voglio credere. Ti sento nominare e penso a un sorriso, a un abbraccio. Penso alla tua vitalità senza limiti. Mi ricordo quando a karate ci punzecchiavamo in continuazione. Zanzara tu, zanzara io. In pulmann, per andare allo stage di arti marziali, mi raccontasti tutta la tua vita. Una vita non sempre facile. Eppure sorridevi sempre. Non ti ricordo quasi mai senza sorriso. Persino nei momenti difficili e tesi sorridevi. Non importa quali scazzi potessero esserci tra "aree politiche" di riferimento. Questo, dopo che ci siamo conosciuti, non ha mai sottratto neanche un po' di forza né ai nostri abbracci né alle nostre risate. Sorridevi, punzecchiavi e ci davi energia. Anche quando la situazione era difficile e c'era da difendere insieme qualcosa, quando era il tempo della della determinazione e delle, umanissime, paure. Tu sapevi bene, ed eri un esempio in questo, che al di là delle differenze siamo un'unica comunità. Questa comunità si stringe ora nel tuo ricordo. Nell'amore ma anche nella rabbia. Nella rabbia per il fatto che, se te ne sei andato così presto, è stato anche per colpa di una precarietà che vive di velocità, una velocità che divora i nostri futuri. Il tuo l'ha divorato veramente troppo in fretta. Non si può morire a 28 anni. Davvero non si può. Che rabbia. MT
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Ciao Anto'
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All Reds Rugby Roma Wednesday, Jan. 18, 2006 at 10:57 PM |
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Un figlio, un fratello, un amico, un compagno, non una vita come tante, ma tante vite come una. La rabbia non e' dettata dalla casualita' della vita o dal fato, non e' vero che non esiste un colpevole. Antonio e' morto lavorando, facendo un lavoro come tanti, per riuscire a soddisfare quei bisogni essenziali, che ci vendono a caro prezzo, e che lui ha pagato con la morte.
Ciao Antonio
i/le All Reds Rugby Roma
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al nosro compagno Antonio
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ScienzeCamiloMirafioriCasa dei diritti negati Thursday, Jan. 19, 2006 at 12:21 AM |
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angelota43@yahoo.it |
Compagno, cittadino fratello partigiano stringiamoci per mano di fronte a questi giorni tristi. Antonio, ci piacerebbe non fosse vero.. Abbiamo cominciato insieme militando a scuola, poi costruendo momenti di dibattito e riflessioni sulla la lotta di classe e la socializzazione da parte dei lavoratori dei mezzi di produzione…. partecipando insieme ci siamo formati, poi ognuno a scelta la sua strada di lotta, confrontandoci sempre sulle nostre esperienze…. Tu hai cominciato riappropriandoti del diritto alla casa, noi per la liberazione del sapere all’università… Ora le nostre lotte si sono intrecciate…Tu presente alla mobilitazione all’università noi sul fronte della casa… Sei morto come Un lavoratore sul posto di lavoro, un esempio di compagno, antifascista militante. Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi. 17 gennaio bandiere rosse al vento è morto un compagno tramite il tuo esempio ne nasceranno altri cento. Non ti scorderemo mai, vivrai sempre nelle nostre lotte!!! Ti vogliamo dedicare la nostre battaglie ….. Collettivo di Scienze Collettivo Camilo Cienfuengos Villa Mirafiori in mobilitazione Parco Feronia per la pace e la solidarietà fra i popoli Casa dei Diritti negati
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'o sole
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ciao Thursday, Jan. 19, 2006 at 1:05 AM |
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" E pruove a vedè' cu dint'a ll'uocchie 'o sole.."
è la prima canzone che ti ho sentito cantare(urlare..), e non eri proprio proprio intonato, ma era così bello sentirti e ascoltarti Quando parlavi e fantasticavi ti s'illuminavano subito le due sfere blu che avevi al posto degli occhi..perché la melodia Antonio ce l'avevi dentro. Ogni tanto era così forte che quasi ti faceva paura..ma c'era. ed eri bello per questo. E sei bello per questo. Perché ancora c'è. E non andrà via facilmente da tutte le persone che ti vogliono bene e che ti pensano. Perché sta nell'aria, Antonio, e sarà sempre bello sentirti. Anche se ci manchi da morire. Ciao.
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Un saluto
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Giordano Thursday, Jan. 19, 2006 at 2:03 AM |
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Ciao Antonio, ci si vedeva fitti per dei periodi, poi più niente, poi di nuovo ricomparivi, al telefono, al citofono, e ci si ricominciava a vedere e a fare progetti che poi non avevano mai conclusione. Anche quando non ti sentivo per mesi, però, sapevo che a un certo punto saresti ricomparso, sempre con tante cose da raccontare. Mi mancherai molto.
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Ciao Antò
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Ha importanza l'autore? Thursday, Jan. 19, 2006 at 2:22 AM |
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Ruggine e cartacce nel parcheggio desolato grumi di terriccio metropolitano sprofondano digeriti da mostruosi villi intestinali meccanici. Qui si combatte con piedi, con mani, con pugni con bocche e con occhi, talvolta accecati di rabbia alla ricerca di qualcosa che possa essere degno di essere chiamato vita. Basta un’acrobazia, una visione, un nuovo sogno per mettere i bastoni tra le ruote che macinano morti per reclamare altri universi, senza un dio che pretenda di continuo il suo avido tributo per immaginare reticoli di ponti, strade e viottoli sterrati in grado di congiungere questo mondo con quello possibile.
Non ti conoscevo bene, Antò, ma ricordo i tuoi occhi ricordo quelli dei tuoi compagni ricordo i miei che piangevano le loro stesse lacrime. Tu, i tuoi compagni, chiunque rilasci anche solo un pensiero che si discosti dalle grigie sfumature della rassegnazione rappresenta la vita. Tutto quello che hai combattuto, che combattiamo oggi dai carnefici alle vittime, competitive e consenzienti loro sono i morti.
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Co' tutto er core
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Federico Thursday, Jan. 19, 2006 at 5:13 AM |
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Ciao Anto' Ti scrivo oggi, il giorno del mio compleanno. 28 anni. Io li ho appena compiuti. Tu, da un destino stupido e cattivo, non hai avuto neppure la possibilità di concluderli. Sto entrando nell'età con cui tu sei "uscito". Ciò mi riempie di tristezza ma anche della responsabilità di continuare con le sorelle e coi fratelli le tue lotte; ma, soprattutto, di continuare qualcosa di non tangibile, di più sfuggente. Un modo di entusiasta di esistere. E tutto questo perchè anche se non ti conoscevo benissimo, ti sapevo quanto basta per avere la certezza del tuo essere una persona rara. Uno da'vero de core.... E da'vero de core te saluto. E abbraccio tutte 'e sorelle e i fratelli derCinodromo. Daje Forte Ever Green!!!!
F
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ciaoAnto
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clau Thursday, Jan. 19, 2006 at 3:11 PM |
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Impotenza, paura, ingiustizia, dolore, confusione, incertezza, tristezza, malinconia, rabbia.. Ciao Antonio ..un abbraccio a tutti gli acrobati/e..
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Con la rabbia nel cuore
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compagni e compagne Thursday, Jan. 19, 2006 at 10:30 PM |
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Con sconcerto abbiamo appreso dell'incidente in cui ha trovato la morte Antonio, compagno attivo da anni in tutte le iniziative di movimento. Le parole in questi casi sono inutili, supeflue.
Con la rabbia nel cuore A pugno chiuso
Laboratorio Rivoluzionario "Gatto Selvaggio" Coordinamento per l'Autonomia di classe
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Bella evergreen!
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fz&mi Thursday, Jan. 19, 2006 at 10:58 PM |
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Riga'... 'na ventata de gelido e' arrivata quaggiu' ai tropici...
nun ce potemo crede... anto', evergreen... da troppi anni al fianco, la nostra memoria si perde a ricordarci il primo corteo fianco fianco, l'occupazioni, e, perche' no, le feste e gli scazzi, i pomeriggi senza fa un cazzo, sotto er sole del campo del cinodromo...
Troppe immagini nella testa, troppe parole inciampano nel cervello...
Vi siamo veramente vicini/e, amici, fratelli e sorelle del cinodromo... che rabbia tutta 'sta distanza ora!
..
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about a boy
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Giorgio Thursday, Jan. 19, 2006 at 11:20 PM |
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Caro Antonio Non ti conoscevo come militante. Ti ho conosciuto ragazzo e ti ho intravisto uomo fatto, le ultime volte che ci siamo visti. Eri una delle persone più esposte, coraggiose, generose e immediate che conoscessi. Quattro mesi senza vedersi, un minuto per ricominciare a raccontarsi tutto. Sarà dura non cercarti tra la folla al termine di un concerto, sicuro di trovarti, felice di abbracciarti. Mi mancherai...
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chissà
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c Friday, Jan. 20, 2006 at 1:29 AM |
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Chissà..forse.. -La gente non va in cielo. è l'opposto: è il cielo che ci entra fin dentro i polmoni. La persona che muore è strozzata dalle nuvole-.. Chissà, forse Antò ti sono entrate per davvero le nuvole dentro. E sei diventato cielo. non stai su o chissà dove. Sei aria, e sei tra noi, ti respiriamo. E chissà che bei giretti ti fai! Ora finalmente ti butti libero da dove vuoi, e via! Lo so, lo so, che l'hai sempre fatto! E appena t'innamoravi di qualsiasi cosa ti ci buttavi dentro. Ma ora è diverso. Ora non c'è neanche più bisogno di deltaplano.. E anche se cadi ti rialzi su. E subito riparti Antò. Stavolta riesci a partire! Ma non fare come al solito però. Fatti sentire più spesso. Che già mi manchi.troppo.
Intanto, buon vento in faccia Antò in questi codici di geometria esistenziale..
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CIAO ANTONIO
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FABIOLA Friday, Jan. 20, 2006 at 10:04 AM |
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La mia voce in mezzo alle vostre...Entro con gran rispetto in punta dei piedi. Antonio chissà, l'ho salutato, ma sicuramente l'ho conosciuto in questi giorni attraverso voi e ne sono orgogliosa, come lo sono dei miei figli e di tutti voi. Penso seriamente che in questo periodo così buio siete voi a darci speranza. Grazie. Continuate così... anche in nome di Antonio. A voi tutti e alla sua mamma un abbraccio fortissimo e molto commosso. Fabiola-Roma
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Ciao Toni
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Arianna Friday, Jan. 20, 2006 at 10:39 AM |
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La notizia e... cazzo! un flash di ricordi di situazioni di vita quotidiana dei miei viaggi nella capitale... le patate bollite x cena, il cinema e il DVD a casa in un piccolo appartamento quasi sotto terra a San Lorenzo... e anche le partite a dadi (...non volevi mai perdere, come nella vita!)... e tanti posti dove non ero mai stata. La tua vita cosi' diversa dalla mia ma certamente unica, a volte difficile ma piena di ideali, mete da raggiungere. Non ci posso credere che la vita ti sia stata tolta cosi in fretta... senza ragione, ne per te ne per noi. Ti portero' nei miei ricordi con un sorriso. Sempre. CIAO TONI! Arianna
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ccu tte
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p Friday, Jan. 20, 2006 at 12:01 PM |
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Je te vulesse dà tutt'e penziere e chi a matina va a faticà pe te fà capì pecchè se dice sì Je te vulesse dà tutt'e strade d'o munno pe te fà cagnà e spusta 'e culure senza aver paura
e basta na jurnata 'e sole e coccheduno ca te vene a piglià e basta na jurnata 'e sole pe putè parlà Je te vulesse dà un po' di luce in una stanza pe te fà tuccà senza cadè pe te fa sapè je te vulesse dà tutto chello ca riesco a inventà pe te fà ridere accussì pe me fa sentì pe me fa capì
Ma basta na jurnata 'e sole...
vai tonino...
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Ciao Antonio
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M.K. Friday, Jan. 20, 2006 at 2:51 PM |
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Pelle: è la tua proprio quella che mi manca in certi momenti e in questo momento è la tua pelle ciò che sento nuotando nell'aria. Odori dell'amore e nella mente dolente, tremante, ardente: il cuore domanda cos'è che manca perchè si sente male, molto male, amando, amando, amndoti ancora. Nel letto, aspetto ogni giorno un pezzo di te un grammo di gioia del tuo sorriso e non mi basta nuotare nell'aria per immagginarti: se tu sapessi che pena. Intanto l'aria intorno è più NEBBIA che altro l'aria è più NEBBIA che altro. E certo un brivido averti qui con me in volo libero sugli anni andati ormai e non è facile, dovresti credermi, sentirti qui con me perchè tu non ci sei. Mi piacerebbe sai, sentirti piangere, anche una lacrima, per pochi attimi. Mi piacerebbe sai........
Ciao antonio, ovunque tu sia sarai sempre nei nostri cuori
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uno
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che ti vuole rincontrare Friday, Jan. 20, 2006 at 3:34 PM |
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ciao anto'
ti scrivo solo adesso perche' ora ce la faccio e perchè magari ora sei arrivato dove devi arrivare. Non è che non vai forte, ma lo sappiamo bene che ti piace zigzagare e chiacchierare con chi ti porti dietro.
dietro, sulla sella con te, è pieno di gente, noi che ti abbracciamo mentre vai. certo, c'è un botto di silenzio qui, e per una volta chiacchierà è una fatica.
ma stiamo sistemando questo posto. a testa alta chiaramente e visto che non ce stai a dà una mano, almeno metti un pò di musica, no? come quando stavamo a rifà il bagno...
Ti ricordi? Alza il volume antò... pe' forza sta canzone de merda antò?... vabbè antò,come non detto... suonaci qualcosa, anzi canta dai...
lo so che iniziare a cantare non ti va ma vai tranquillo che sei intonatissimo..
vai antò...che te veniamo dietro. sempre.
ciao antò con un abbraccio fortissimo, ti porteremo ovunque vorrai stare
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Ciao Antonio
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Rifondazione Garbatella Friday, Jan. 20, 2006 at 4:18 PM |
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Non ci sono parole adatte ad esprimere un dolore, una perdita, una mancanza...le poche che troviamo le prendiamo in prestito da Erri De Luca e servono ad abbracciare i compagni e le compagne di Acrobax, gli amici ed i familiari di Antonio...ciao Antonio
"Quando ti viene una nostalgia, non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi, da lontano e ti tengono un poco di compagnia."
"Allora don Rafaniè, le volte che mi viene il pensiero di una mancanza la devo chiamare presenza?"
"Giusto, così a ogni mancanza dai il benvenuto, le fai un’accoglienza."
"Così quando sarete volato io non devo sentire la mancanza vostra?"
"No, dice, quando ti viene di pensare a me io sono presente."
Scrivo sul rotolo le parole di Rafaniello che hanno rivoltato la mancanza sottosopra e sta meglio così. Lui fa coi pensieri come con le scarpe, le mette capovolte sul bancariello e le aggiusta. Erri De Luca, MONTEDIDDIO
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se muio sopravvivimi con tanta forza pura
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neruda Friday, Jan. 20, 2006 at 4:46 PM |
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Pablo Neruda..
Si muero sobreviveme con tanta fuerza pura que despiertes la furia del palido y del frio, de sur a sur levanta tus ojos indelebles, de sol a sol que suene tu boca de guitarra.
No quiero que vacilen tu risa ni tus pasos, no quiero que se muera mi herencia de alegria, no llames a mi pecho, estoy ausente. Vive en mi ausencia como en una casa.
Es una casa tan grande la ausencia que pasaras en ella a través de los muros y colgaras los cuadros en el aire.
Es una casa tan trasparente la ausencia que yo sin vida te veré vivir y si sufres, mi amor, me moriré otra vez.
...Se muio sopravvivimi con tanta forza pura da svegliare la furia del pallido e del freddo, da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili, dall'alba al tramonto suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino i tuoi occhi e i tuoi passi, non voglio che muoia la mia eredità di gioia, non bussare al mio petto, non ci sono. Vivi nella mia assenza come in una casa.
E' una casa così grande l'assenza che ci entrerai passando attraverso i muri e appenderai i quadri all'aria.
E' una casa così trasparente l'assenza che io senza vita ti vedrò vivere e se soffri, amore mio, morirò daccapo.
un abbraccio forte a tutti
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un pensiero
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affettuoso Friday, Jan. 20, 2006 at 4:49 PM |
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Che notte buia che c'è... povero me, povero me... che acqua gelida qua, nessuno più mi salverà... son caduto dalla nave son caduto mentre a bordo c'era il ballo...
Onda su onda il mare mi porterà alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva... onda su onda, mi sto allontanando ormai... la nave è una lucciola persa nel blu... mai più mi salverò...
Sara, ti sei accorta? Stai già danzando insieme a lui... con gli occhi chiusi ti stringi a lui... Sara... ma non importa...
Stupenda l'isola è... il clima è dolce intorno a me, ci sono palme e bambù... è un luogo pieno di virtù... steso al sole ad asciugarmi il corpo e il viso guardo in faccia il paradiso...
Onda su onda il mar mi ha portato qui: ritmi, canzoni, donne di sogno, banane, lamponi... onda su onda, mi sono ambientato ormai... il naufragio mi ha dato la felicità che tu non mi sai dar...
Sara, ti sei accorta? Tu stai danzando insieme a lui... con gli occhi chiusi ti stringi a lui... Sara... ma non importa...
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csoalastrada@libero.it
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csoalastrada Friday, Jan. 20, 2006 at 6:05 PM |
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Ciao Antonio Ieri, martedì 17 gennaio, Antonio ci ha lasciato. Non c'è molto da dire quando un compagno, un amico, un fratello se ne va a soli 28 anni. C'è poco da dire, è vero, ma fa rabbia che Antonio non possa più essere tra noi perché morto in un incidente sul lavoro. Antonio non è il primo né sarà l'ultimo a morire per inseguire i ritmi disumani richiesti da un mondo del lavoro sempre più precario. Possono dividerci tante cose nella quotidianità delle lotte ma siamo sempre coscienti di appartenere ad un'unica comunità e Antonio credeva fermamente in questo. Antonio era un compagno generoso, sempre col sorriso sul volto nonostante una vita non sempre facile. Antonio era un antifascista militante, sempre in prima fila contro discriminazioni, razzismi e autoritarismi di ogni sorta. Antonio era un occupante di case perché pensava, con tutti noi, che il vero crimine sta nel non riconoscere l'abitare come un diritto. Ma Antonio era soprattutto, per molti di noi, un amico sincero, pronto ad accorrere sempre in aiuto dei suoi compagni e dei suoi amici. Era un amico umile pronto a mostrarsi nelle sue debolezze e ad accettare le tante e debolezze e imperfezioni di noi tutti. Antonio non negava un saluto e un sorriso a nessuno, neanche nei momenti più tesi e difficili. Antonio ce lo vogliamo ricordare così. Antonio lo vogliamo ricordare stringendoci tutti insieme nel dolore e nella promessa reciproca che vivrà nelle nostre lotte e nei nostri sorrisi.
Un abbraccio forte ai compagni e alle compagne di Acrobax.
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per sempre
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mauro Friday, Jan. 20, 2006 at 7:54 PM |
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Sono un mare i ricordi che ci uniscono, un mare di emozioni e di esperienze.. viaggi e posti nuovi vissuti assieme. Sei una persona speciale e non ti dimenticheró mai. Ti scrivo da un paradiso terrestre, un posto che ti sarebbe piaciuto tanto, hai sempre avuto la passione per il mare e il cielo e me l'hai trasmessa, ti porteró sempre con me con la tristezza di non averti salutato. Un abbraccio
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Ricordo i tuoi occhi azzurri
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francesca Friday, Jan. 20, 2006 at 8:05 PM |
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muvetto@libero .it |
Ricordo i tuoi occhi azzurri Antonio quando eri bimbo e quando ti ho incontrao al Forte 3 anni fa ormai. Ricordo stranamente anche la tua voce. Compagni, abbiamo per un pò intrapreso strade simili incrociandoci solo qualche volta Ma è essere della famiglia che mi fa più male penso a tua madre è lei che ora ce la deve fare senza di te tu a suo tempo ce l'hai fatta e sei diventato grande senza averla vicino, sei stato grande,ricorderò sempre un vostro incontro in quel triste corridoio di pena nulla esiste piu alla vista della mammma nessun muro nessuna gabbia nessuna pena. Ti voglio bene Franca è a te che penso ora a te e alla tua famiglia resisti Franca
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ciao antonio
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g Saturday, Jan. 21, 2006 at 12:17 AM |
mail:
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Redemption Song ---------------
Old pirates, yes, they rob I; Sold I to the merchant ships, Minutes after they took I From the bottomless pit. But my hand was made strong By the 'and of the Almighty. We forward in this generation Triumphantly. Won't you help to sing These songs of freedom? - 'Cause all I ever have: Redemption songs; Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery; None but ourselves can free our minds. Have no fear for atomic energy, 'Cause none of them can stop the time. How long shall they kill our prophets, While we stand aside and look? Ooh! Some say it's just a part of it: We've got to fulfil de book.
Won't you help to sing These songs of freedom? - 'Cause all I ever have: Redemption songs; Redemption songs; Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery; None but ourselves can free our mind. Wo! Have no fear for atomic energy, 'Cause none of them-a can-a stop-a the time. How long shall they kill our prophets, While we stand aside and look? Yes, some say it's just a part of it: We've got to fulfil de book. Won't you help to sing Dese songs of freedom? - 'Cause all I ever had: Redemption songs - All I ever had: Redemption songs: These songs of freedom, Songs of freedom.
con affetto, i tuoi occhi blu per sempre davanti a me...
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Una storia lunga 28 anni ...
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keoma Saturday, Jan. 21, 2006 at 1:02 AM |
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Una storia lunga 28 anni ...
Tanti anni fa, era il mitico 1977 o i primi mesi del 1978, in una strada di Torrevecchia, il mio quartiere romano, tracciai, insieme a quella che e' oggi mia moglie, una scritta su un muro.
La scritta recitava "Franca e Antonio Salerno liberi !" ed e' tuttora visibile su quel muro.
La scritta era riferita a Franca Salerno, militante dei Nap allora detenuta ed al suo piccolo Antonio, appena nato e pure lui detenuto insieme alla madre nelle carceri speciali.
Mesi fa, in occasione delle mobilitazioni antifasciste che ci sono state prima a Centocelle e poi all' Aurelio, ho conosciuto Antonio di Acrobax, un simpatico e bravo compagno con due incredibili occhi azzurri.
Antonio e' morto due giorni fa in assurdo incidente stradale a Roma, mentre da lavoratore precario correva sul suo scooterone a consegnare provette di analisi cliniche per miseri 70 euro giornalieri e "neri", col rischio, se la consegna avesse tardato, di non lavorare il giorno successivo.
Conoscevo appena Antonio e, quando - paradossalmente allo stadio, dove vado di rado, e dove alcuni compagni della curva Sud avevano inteso onorarlo con uno striscione - ho appreso della sua tragica fine ho sinceramente pianto quel ragazzo generoso incontrato solo qualche mese fa.
Oggi, leggendo "Il Manifesto", ho appreso che Antonio era lo stesso Antonio, allora neonato, per cui avevo fatto quella scritta tanti anni fa.
Non mi sento di aggiungere altro, la rabbia ed il magone hanno il sopravvento .....
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parlanno'e libertà..
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cél Saturday, Jan. 21, 2006 at 2:14 AM |
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Che dire Antò..perché non ci voglio credere, perché è impossibile, perché non posso..ti ho conosciuto qualche anno fa e da allora ogni tanto c'incontravamo, quasi sempre soli, e poco a poco quasi senza capire come, siamo diventati amici. Dopo un pò ci siamo voluti bene così, senza un motivo senza un fine.non ci vedevamo tutti i giorni, ma appena riuscivamo ad incontrarci partivano sorrisi abbracci e via..mi raccontavi la tua vita, i tuoi amori e disamori, i tuoi dolori e le tue follie, le tue varie scattanti passate e future passioni, di politica me ne parlavi poco forse perché iniziavo con le mie incomprensibili domande e finivi sempre a parlare d'altro. In giro, a roma, al mare e nei parchi con e senza Chiotti, nei laghi o nei cinema, con una birra, con un gelato in ospedale o con niente e solo sigarette. Le cose che pensavi di me le dicevi con semplicità e sincerità in faccia. Quelle poco carine e quelle belle. Mi hai raccontato di tua mamma, di certe canzoni, di tuo papà, di e cerca 'e me capi', di quanto eri innamorato di Alice, di come era talmente bello allenarsi, di quanto avresti voluto una bambina,e tante altre millioni di cose, e ultimamente stavi meglio, più sereno.E quanto sei romantico Antò!e così attento ai dettagli inusuali, e così timido a volte.. E come cazzo è possibile allora..ci vediamo e ridiamo, ci siamo sempre presi in giro, ho pianto con e davanti a te, e proprio ultimamente ho pensato che la mia amicizia con te era così a sprazzi e fuori dal resto che ero stranamente certa che sarebbe durata a lungo. Era una finestra sul mare che ogni tanto aprivamo con altri, ogni tanto insieme. Non solo per vedere meglio l'orizzonte, ma per chiudere gli occhi e ascoltarne il rumore. per sentire il vento e immaginare una barca a vela. Per percepire il sale e appiccicarcelo addosso. Proprio il sale.Il sale, che s'incontra nelle lacrime e nel mare.. Antò, mi devi spiegare bene come devo mettere le dita della mano per dare quei pugni che non sono mai riuscita a dare. Poi ti prometto che ti porto allo zoo a vedere il tuo caro amico gorilla che non c'è più. peccato che l'altra volta sono arrivata tardi, (come al solito e in tutto), e non facevano più entrare. Peccato. Tu sei arrivato sempre prima, non agli appuntamenti certo, ma in tutto il resto. Vorrei abbracciarti forte Antò, e darti quella carica che mi hai dato a volte tu, ma non si può. Stavolta non si può. Dove sei? dove cazzo sei? ma stai sicuro che ti trovo Antò! perché quello che ti fa brillare gli occhi, la faccia e tutto quanto da qualche parte non so come non so dove ma c'è. Non posso non pensarlo.no. Forse continuerò a parlarti all'infinito, chissà. Basta che ogni tanto mi ascolti.Basta che mi dici come darli bene sti pugni,e se li do dove servono.e non ai lati delle cose. Io non ti saluto Antò. magari domani ma adesso no. Ancora per qualche ora non ti lascio andare. Ma hai visto quante persone ti vogliono bene veramente,è bellissimo vederlo. Con la musica in testa Antò, con la musica in testa e il sorriso ovunque. Ricordalo e portalo energico a chi ne ha più bisogno, ma inutile che te lo dico! Vorrei abbracciare e abbraccio fortissimo la mamma, il papà, e tutti quelli a cui manca. e il mare il mare sta sempre llà.. e cammine'mmiezo'a via parlanno'e libertà..
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UN'IMMENSO AMORE
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hvq Saturday, Jan. 21, 2006 at 3:05 PM |
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un'immenso amore quello di oggi con centinaia di persone tutte strette ai compagni e le compagne di acrobax e ognuno/a a chi aveva vicino.
amore non solo per la persona, ma per tutto quello che stava intorno : il LOA, i messaggi, le canzoni, i ricordi dei compagni di franca che ci hanno raccontato come antonio fosse stato il primo bambino prigioniero politico nel lager di BAD' E CARROS, il saluto dei senzei...
AVANTI ! sempre!
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ciao bello
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woffo Saturday, Jan. 21, 2006 at 8:17 PM |
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Vorrei che fossi qui, che mi dessi una pacca sulla spalla dicendomi che è tutto a posto. Ma piano piano mi sto rendendo conto che questo non è un brutto sogno. Tutti quelli che ti hanno conosciuto ricordano per prima cosa il tuo sorriso. E vale davvero più di mille parole.
Antonio, mi mancherai ogni giorno un minuto di più.
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ultimo desiderio
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compagna ex-snia Saturday, Jan. 21, 2006 at 10:50 PM |
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nancymt@libero.it |
Ciao antò, io t'ho solo incrociato in qualche assemblea...magari per strada in qualche corteo. non volevo venire a salutarti perché non volevo essere indiscreta. ma sabato mattina ho apert gli occhi e t'ho pensato:sono venuta ad acrobax.non è stata indiscrezione...da compagna ho salutato un comapgno.pensare che questa parola l'ho sempre evitata,mi hasempre fatto paura per la sua ambiguità.ma oggi il senso di questa parola era chiaro,forte.ho salutato un compagno e mi dispiace non averlo conosciuto. mi dispiace perché dalla rabbia,dalla distrizione segnata sui volti degli altri compagni si capiva chi sei. all'ultimo saluto, la camera ardente, in un centro sociale troppo forte come immagine.e poi "bella ciao" col pugno chiuso... forse è la convivenza tra compagni il valore aggiunto che ha scatenato tanta forza, tanta energia.vorrei fosse sempre questa l'intensità di scambio tra compagni.addirittura i tuoi compagni t'hanno letto nel pensiero -se hai pensato qualcosa mentre tutto satva per succedere- hanno invitato tutti i compagni a salutarti a casa tua;acrobax. a tutti gli acrobati e le acrobate:siete stati grandi,era tutto perfetto per l'ultimo saluto ad antonio.
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Grazie
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Alexia Sunday, Jan. 22, 2006 at 10:07 AM |
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soldino73@tiscali.it |
Antonio l'ho cnosciuto ad Acrobax. Non lo conoscevo bene. avrò parlato con lui due, al massimo tre volte, ma, in queste poche occasioni l'ho sempre sentito vicino. Ovunque lo incontrassi all'università, ai cortei, ai presidi Antonio mi salutava sempre e mi chiedeva come stavo. Fu l'unico a chiedermi scusa per una cosa che mi aveva dato tanto dispiacere. Non lo domenticherò mai. Alexia
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gia' sei libero nell'aria
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zia da barcelona Sunday, Jan. 22, 2006 at 4:43 PM |
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non e' vero che le brutte notizie arrivano subito. a volte fanno un sacco di giri e ti colgono nel momento meno opportuno...
come se per 'ste cose esistesse un momento giusto... (come dice Woody Allen, la morte arriva sempre nel momento sbagliato... quando uno e' ancora vivo...)
cerco di sorridere mentre piango le mie lacrime che sono piu' amare, nella distanza nella mancanza di un abbraccio dei fratelli e delle sorelle che possa stoppare sto magone ma non la rabbia per una morte stronza, insensata, profondamente ingiusta.
si' perche' quelli che decisero per Antonio un'infanzia tra le sbarre sono ancora vivi e vegeti e invece lui e' morto.
non e' morto da eroe, e' morto da precario, che questa vita da equilibristi la facciamo tutt@ noi sognatori e per questo fa cosi' rabbia, fa cosi' male.
muore giovane chi al cielo e' caro e allora vaffanculo, io ti ricordo col sorriso piu' sfavillante che posso tirar fuori non come quelli timidi che ci scambiavamo fuori dal cesso dell'abitativo non come quello imbarazzato di quel giorno "a napoleta', ce la presti la macchina pe anna' al mare?" e te che un po' rosicavi, perche' invece dovevi andare a lavorare, pero' "certo, basta che nun me lasciate senza benzina" e invece ovviamente la macchina torno' in riserva...
eri giovane e generoso e pure bono e di sicuro ti meritavi un sacco di piu' di quello che avevi come minimo piu' tempo piu' tempo per andare al mare, per girare, per sviluppare i tuoi sogni e i tuoi progetti per regalare sorrisi alle ammiratrici, per oziare e pensare, per fare l'amore
oggi guarda caso dalle mie parti non c'e' il sole il cielo se sta pe fa un pianto pure lui e io vomito parole sceme perche' in questi casi non si sa mai cosa dire
basta nominarti
No el poema de tu ausencia, solo un dibujo, una grieta en un muro, algo en el viento, un sabor amargo.
ciao napoletano timido ci vediamo di sicuro da un'altra parte (e so sicura che se ci stai te sulla porta, entramo tutt@ gratis)
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CIAO ANTONIO
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un casual Sunday, Jan. 22, 2006 at 5:26 PM |
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CIAO ANTONIO.
TE NE SEI ANDATO SENZA ASPETTARE UN'ALTRO CORTEO UN ALTRO PRESIDIO UN'ALTRA SITUAZIONE DELLE NOSTRE.
NON CI CONOSCEVAMO BENE MA SAPEVAMO UNO DELL'ALTRO BASTAVA UNO SGUARDO E CI CAPIVAMO SAPEVAMO COSA FARE IN OGNI SITUAZIONE.
ORA NON CI SEI PIU...VAI A RAGGIUNGERE TUTTI I COMPAGNI CHE CI HANNO GIA' LASCIATO.
IN QUESTO MOMENTO IL MIO PENSIERO VA ANCHE AI COMPAGNI DI ACROBAX....SAREMO AFFIANCO MOLTO PRESTO.
E' RABBIA E' AMORE.....CON IMMENSO DOLORE.
CIAO ANTO'.
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ciao Antonio
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Gaia Sunday, Jan. 22, 2006 at 7:20 PM |
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Ti ricordo luminoso come un papavero e delicato come una violetta. Mi sono chiesta perchè nella mia mente ti associassi a dei fiori, mi è sembrata una metafora così banale, eppure è nata dentro di me senza che neanche me ne accorgessi. Forse perchè guardandoti vedevo luce e colore. Non ci vedevamo da tanto, ma non ti ho mai dimenticato, e proprio non riesco ad accettare quello che è accaduto. Putroppo non ho neanche una fede che mi renda le cose più facili. Questo sabato non ho potuto partecipare al rituale collettivo dell'addio come avrei voluto, ma spero con forza che il mio saluto solitario ti sia arrivato comunque. Ti ricorderò sempre, un bacio leggero sui petali, Anto.
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Comunicato del Comitato G.Faina
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Comitato Gianfranco Faina Sunday, Jan. 22, 2006 at 9:16 PM |
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Comunicato del Comitato G.Faina
Gli anarchici sono vicini alla compagna Franca Salerno per il terribile lutto e perché non dimenticano la sua dignità e il suo grande coraggio .
Comitato contro carcere e repressione Gianfranco Faina
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Per Antonio
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Secante Monday, Jan. 23, 2006 at 12:07 AM |
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Saluti
Con questo messaggio saluto Antonio. Non lo conoscevo, ma voglio salutare un precario come me, morto per produrre, per il capitale. Ho fatto molti lavori e continuo ad essere precario, mio padre lavora nelle fogne, letteralmente perchè il suo lavoro è lì sotto. Sempre succedono incidenti e a volte dei ragazzi precari si feriscono, a volte in modo grave. Per questo vi dico Indymedia, non mettete in colonna centrale solo le vittime che conoscete e che sono "vostre". La dignità è una cosa che bisogna offrire a tutti.
Saluti ad Antonio
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Antonio per me
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Marco Monday, Jan. 23, 2006 at 1:38 AM |
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Io non sono molto politicizzato, ma ho saputo dell'esistenza di questo forum e volevo dire solo poche cose su Antonio, amico a cui volevo un bene dell'anima. Antonio era speciale. Era speciale per tutti quelli che lo conoscevano, e la dimostrazione l'ho avuto all'Acrobax ieri mattina, vedendo quell'immensa folla venuta a salutarlo. Adesso a me le parole sembrano tutte inutili, perchè tanto a cosa serve? Però l'insensatezza di questa fine, l'assurdità di questo evento, lascia senza parole. Ho letto in un intervento: "non gli ho mai visto fare una cosa con un secondo fine." E' vero. Antonio era limpido. Era incasinato, intelligente, buono, limpido, generoso, per certe cose assurdo, profondamente rispettoso dell'amicizia, capace di un amore davvero raro per chi gli era intorno. Non so se lui sapesse quanto la gente gli volesse bene. Forse non se ne rendeva conto bene, ma forse, se esiste un qualche luogo dove lui è a guardarci, l'ha capito dalle centinaia e centinaia di persone erano lì per lui. Lo conoscevo da sette anni, dal secondo anno del Dams, ma un filo ci legava e questo filo è rimasto a legarci per tutti questi anni di tanti cambiamenti. Aveva conosciuto ultimamente i ragazzi della mia casa in cui ero venuto ad abitare, e questi ragazzi sono rimasti profondamente scossi dalla cosa: avevano imparato a volergli un grandissimo bene in soli pochi mesi, è una cosa rara.
Antonio era una splendida persona, forse neanche lui sapeva quanto. A posteriori, avrei voluto dirgli, io che ero legato a lui per infanzie complicate, figli di genitori falcidiati da un periodo storico pieno di casini e tragedie, di provare a vedere le cose con un po' più di riflessione, senza quella furia ribelle e viva che lo contraddistingueva.
Sono giorni difficili, io tento di non pensarci perchè il dolore è grande e insensato. Ti voglio bene, Antonio. Marco
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Antò,non ti dimenticheremo
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eriketto Monday, Jan. 23, 2006 at 1:32 PM |
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L'una di notte al Cinodromo.
Ho deciso di passare ora,in un momento dedicato apposta e da solo,come sempre faccio quando devo meditare. Ho potuto solo ora venire a salutarti,queste cose succedono talmente in fretta che uno non ha nemmeno la possibilità di organizarsi...
Antò,te conoscevo poco... Ma è bastata una foto per ricordarti subito. Per ricordarti in facoltà quando c'erano i fasci,o a qualche manifestazione,oppure lì al Cinodromo,mentre ascoltavo,suonavo,ballavo,bevevo...co' quegli occhioni azzurri come mio padre,che mi fanno sempre provare invidia,a me,"solito" moro.
Sto fermo sotto 'sto striscione arancione e penso ai compagni che l'hanno scritto col magone in gola... "Sangue del nostro sangue"...
Antò,te conoscevo poco... Però era come conoscerti bene... Precario come tanti di noi... Pieno di voglia di andare avanti come tanti di noi...
Antò,te conoscevo poco,però ora sto a prendermi l'aria gelida addosso sotto a quello striscione e a quella foto e sto immobile con lo sguardo fisso e perso a pensare queste cose.
Antò,te conoscevo poco... Però non possiamo dimenticarti,perchè dimenticare te sarebbe come dimenticare noi stessi... Non possiamo. Non dobbiamo.
Da amante e praticante di musica ti vorrei lasciare il testo di una canzone...
Antò,te conoscevo poco. Però questa qui mi pare giusta.
"EMOZIONI"
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare un sottile dispiacere E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire Domandarsi perche' quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi e' tanto difficile morire E stringere le mani per fermare qualcosa che e' dentro me ma nella mente tua non c'e' Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo per ritrovar se stesso Parlar del piu' e del meno con un pescatore per ore ed ore per non sentir che dentro qualcosa muore E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa nascere un giorno una rosa rossa E prendere a pugni un uomo solo perche' e' stato un po' scortese sapendo che quel che brucia non son le offese e chiudere gli occhi per fermare qualcosa che e' dentro me ma nella mente tua non c'e' Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni.
un saluto alla famiglia di Antonio, un saluto alle Acrobate ed agli Acrobati, un saluto ai compagni del CSP,che ho visto scossi come poche volte.
CIAO ANTO'!
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mannaggia, anto'
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a.i Monday, Jan. 23, 2006 at 2:44 PM |
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ciao ciao ciao napoleta' non riesco ancora a crederci non riesco a calmare la rabbia è quasi una settimana ma è troppo troppo per accettare per non piangere ancora per non voler urlare per non ricordare continuamente quell'affetto che c'era nato fratellino da quando l'avevi voluto tu tanto'stariunionesaltavieniinstanzamiacebeviamo'nacosaparliamounpo' le tue domande sulla mia vita il racconto della tua il privilegio di ascoltare i tuoi primi assurdi unici ricordi le celle i braccetti le rivolte tutti impressi nei tuoi occhi pazzeschi tua madre tuo padre la prigionia la libertà digeriti da anni zero meloportodentrosempredentrosocheiconticelifaròsempremanonvogliofarcipacenoèchepropriononvoglioio e i consigli sui libri e ritrovarci ovunque nei cordoni in piazze stracolme in piazze sfigate trovarti ovunque quel cazzo di panorama quell'alba di castrense quella notte sui tetti quella mattina a scaricare la paura e quanto facevamo paura e nei cortei nei presidi muso a muso con le guardie la tua forza la tensione la voglia continua di esplodere e nelle serate di noi pazzi senza orario quando non ci lavoravi quando ci lavoravi le dritte sui concerti i dj set troppi mancati troppe occasioni mancate e le riunioni invece le occhiate una risata zitto zitto le tue smorfie da schiaffi la simpatia sempre al momento giusto e pure il tribunale le udienze e i discorsi e gli scazzi e i discorsi sugli scazzi e le tristezze le miserie condivise troppe pure per me e le tavolate le cene al volo le bevute rimediate e i viaggi progettati e quei treni per da torino bussoleno venaus una folla nuova i sentieri giù giù a valle quel pratone la fifa blu dei blu quel cantiere una vittoria edajeanto' i vostri giochi sul treno all'andata al ritorno i sorrisi di petra e ancora torino e petra e i tuoi collassi la stanchezza che avevi addosso i buffi quel lavoro maledetto e adesso napoleta' adesso che adesso adesso ma de che come si fa adesso che sono tre giorni che t'ho visto un'altra volta che t'ho visto come t'ho visto senza abbracci senza voce senza calore senza vita adesso che sono tre giorni che abbracciavo i tuoi compagni acrobati fratelli spezzati spaccati dentro davanti a te chiuso chiuso e fabietto e zapata e semir cogli occhi persi e poi giacomino lui anto' tre giorni che ero riuscito a scoppiare anch'io e adesso troppo presto troppo ma troppo presto è troppo presto comunque troppo poco tempo poco per averti conosciuto abbastanza troppo poco per fare insieme tanta cose giuste per esserti fratello tutto il tempo che ci voleva troppo tempo per non averlo voluto troppo per non restarci sotto adesso troppi per me prima ancora di te e adesso pure tu 'fanculo anto' troppo tutto costa davvero tutto troppo grazie eh grazie anto'
anubi
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Pensiero
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Nord Monday, Jan. 23, 2006 at 2:51 PM |
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...Chiuso nella mia stanza senza possibili parole per spiegare l'ínspiegabile... ...Verso lacrime per chi non ci sta piú e per chi standoci ancora sta lottando con il cuore a pezzi... ...piú grande il dolore, piú grande la fortuna di aver conosciuto una persona speciale... ...La distanza che mi separa da Roma non esiste nel pensiero che con il pianto mi porta al vostro fianco... ...Só che Antonio da buon napoletano avrá fatto qualche inghippo per vedere quello che avete fatto per lui ad Acrobax... ...Nella speranza che riempiate il vuoto lasciato, non con l'odio ma coi bei momenti passati insieme a lui...
Un abbraccio forte ad Acrobax e alla famiglia
ANTONIO VIVE * HASTA SIEMPRE
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un intervista di qualche anno fa a Franca, mamma di Antonio
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asd Monday, Jan. 23, 2006 at 10:11 PM |
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Franca Salerno,Arrestata il 9 luglio 1975, condannata a quattro anni e mezzo per appartenenza ai Nap, Nuclei armati proletari, evasa insieme a Maria Pia Vianale dal carcere di Pozzuoli e riarrestata il primo luglio 1977 in piazza San Pietro in Vincoli a Roma... "In un conflitto a fuoco dove Antonio Lo Muscio è morto ammazzato". Ricordo le foto sui giornali, la tua all'ospedale... "Sì, loro ti cercano, ti pedinano e quando ti catturano ti massacrano di botte. Per quei tempi era normale. Gridavano: "Ammazziamole, facciamole fuori". Se non ci fosse stata la gente a guardare dalle finestre sarebbe stata un'esecuzione. A Pia hanno sparato perché si era mossa. Ricordo i loro occhi, dentro c'era rabbia e eccitazione; erano fuori di sè perché eravamo donne. Averci prese, per loro, era una vittoria anche dal punto di vista maschile". Al processo, a quanti anni ti hanno condannata? "A 18, per banda armata". Sapevi di essere incinta al momento dell'arresto? "Sì, avevo questo bambino in pancia e volevo salvaguardare la sua vita. Antonio era morto, Pia era stata portata via con l'autoambulanza ferita, io ero sul selciato e gridavo: "Sono incinta", ma da ogni autocivetta uscivano uomini e picchiavano. Sino a quando è arrivato anche per me il momento di andare in ospedale". Cosa hai provato quando hai visto Antonio Lo Muscio cadere? "Ho detto: è morto; è successa quella cosa che sapevo sarebbe potuta accadere. Credevo di poter affrontare anche questo con l'ideologia. Poi, in carcere, non ho più pensato al compagno ma alla sua umanità che mancava nella mia vita. Così ho capito che era davvero morto". Cosa vuol dire fare un figlio in carcere? "Guarda che io il figlio l'ho fatto fuori, in carcere l'ho partorito. Ma non mi sono sentita mamma da subito, all'inizio mi vergognavo. Quasi che il mio essere gravida fosse un tradimento alla rivoluzione". Ed è rimasto con te in carcere? "Sino ai tre anni andava e veniva, perché in carcere i bambini non stanno bene. E poi ho fatto molto carcere da sola, come a Nuoro, dove in sezione c'eravamo solo io e lui. Forse dalle lettere avevano capito che vivevo la maternità in modo confittuale e mi hanno messo alla prova". Come si chiama? "Antonio". Poi cosa è successo? "Compiuti i tre anni, i bambini in carcere non ci possono più stare. È stato un grosso dolore, ma esistevano i compagni e le compagne. E lui esisteva, esisteva come cosa viva, non solo come perdita. Poi ci sono stati le carceri speciali, i vetri divisori nella sala colloquio che per anni ci hanno impedito di toccarci, e tutte le altre difficoltà che "loro" mettevano in mezzo. Ma a me non fregava niente. Mio figlio esiste, mi dicevo, e anche se va via troverò un modo per costruirci qualcosa assieme, per crescerci assieme". Chi lo ha tenuto? "Mia madre, mia sorella, l'altra nonna". Lui ti ha mai chiesto perché stavi in carcere? "Si, aveva cinque anni e voleva dare risposte alla sua vita di bambino nato dietro le sbarre. Potevo spiegargli la rivoluzione? E poi non mi piace la retorica gloriosa. Così gli ho detto: la mamma ha rubato. Poi, piano piano, ho cercato di spiegare. Ma il racconto vero dei percorsi che mi avevano portato in carcere c'è stato quando sono uscita e lui aveva 16 anni". E dopo sedici anni di galera come si riprende a vivere fuori? "Per un anno avevo i piedi fuori e la testa da detenuta. Cercavo emozioni passate, fili, ed ero comunque e sempre sulla difensiva. Poi, un po' alla volta, ho iniziato a misurarmi con la realtà. Col lavoro necessario, con mio figlio. Era una presenza intensa, ma io da sedici anni non ero abituata alle presenze, ad avere persone attorno, all'interesse di qualcuno su di me. Ero disabituata alla materialità degli affetti, ai corpi da toccare. Ho dovuto imparare a non vivere di continue elaborazioni del cervello, a mettere in comunicazione corpo e mente". E il carcere, lo hai dimenticato? "Lo sogno continuamente. E per me sognare non è una seconda vita. Per me il carcere è presente, come sono presenti i compagni e le compagne che sono ancora dentro, a scontare una pena che non ha fine. In nessun modo disposti però a barattare dignità e rispetto di se stessi in cambio di libertà. Abbiamo rincorso l'utopia di un mondo migliore e mai l'interesse personale. Non lo faremo adesso". È stato facile trovare lavoro? "È stato necessario. Ma tutt'altro che facile. Mi sono state fatte offerte di lavoro da qualche parlamentare in cambio di un mio intervento sul dibattito della dissociazione. Ho rifiutato e mi sono affidata alla gente del quartiere e ho trovato lavoro in un'impresa di pulizie". Dell'esperienza del carcere cosa rimane addosso? "Dei vizi. Dentro la borsetta metto di tutto: spazzolino, penna, fogli bianchi, insomma quello che può servire per i cambiamenti improvvisi. Le cose che una detenuta inserisce nello zaino quando c'è aria di trasferimento e sa che, quando avverrà, non le sarà concesso nemmeno il tempo di prepararsi la borsa. E quando mangio lascio sempre qualcosa nel piatto, per dopo, perché non si sa mai". "Lascio mio figlio di notte mentre dorme e mi sento morire" XY, 48 anni "È vero che anche questa sera vai a lavorare?, mi chiede. E io rispondo "Sì" e muoio. Bugie non gliene vorrei dire, ma come si fa a spiegare a un bambino di quattro anni che la sua mamma deve andare in carcere. E che questa cosa sarà così ogni sera, sino al 2005? Come si fa a lasciarlo quando ha la febbre alta, oppure si è addormentato con la sua mano stretta alla mia? Me ne vado con un dolore in petto grande come una casa, furiosa con me stessa per questo abbandono che non posso fare a meno di compiere. Perché io devo rientrare in carcere. Qualcuno potrà dirmi: chi te l'ha fatto fare questo bambino, non sapevi a cosa andavi incontro? Ma io questa cosa meravigliosa che è mio figlio l'ho voluta fortissimamente, l'ho fatto a 44 anni perchè dopo quindici anni di galera ho scelto la vita. E mentro lo dico non posso dimenticare che nella stagione io cui ho lottato credendo nella rivoluzione ci sono stati padri e madri che hanno perso i loro figli di qua e di là della linea rossa che separa le parti di un conflitto. E posso anche capire che qualcuno pensi: "Soffri adesso come hai fatto soffrire". So anche che i problemi che vivo con mio figlio sono un fatto privato, in fondo nessuno mi ha obbligato alla mia vita, non mi aspetto comprensione per il mio immenso dolore. Ma si può negare la speranza? Se accetto questa intervista, oggi, e non l'ho mai voluto fare prima, è perché me lo chiedi da donna a donna. E il mio nome non lo voglio dire, non perché mi vergogni di essere quella che sono, ma perché il dolore appartiene solo a se stessi. E tanto più è profondo, tanto meno lo si può comunicare. Ci vuole pudore nel dire i propri sentimenti, ed è per questo che vorrei essere invisibile. Sono stata arrestata nel 1978 e condannata in secondo grado a 30 anni di carcere per partecipazione e organizzazione di banda armata, e concorso morale in un grave fatto di sangue. Concorso morale, perché è provato che io, in quel giorno e in quell'ora in cui il delitto si è compiuto, non c'ero. Lo dico solo per ricordare che allora ai processi regalavano anni come se piovesse. Trent'anni, una condanna che non ha fondo. Quindici sono stati tutti di fila, in detenzione speciale. Poi un permesso di pochi giorni, l'incontro con mio marito dopo quindici anni di lettere da carcere a carcere e incontri a ore nella sala colloquio, e sono rimasta incinta. Nel '92 ho avuto la sospensione della pena per maternità e nel '94 siamo rientrati, io e mio figlio, per qualche mese. Lo avevo preparato, gli avevo detto: "Vedrai, è un bel posto, ci sono tante belle zie". Ma lui di notte non poteva sopportare l'ombra delle sbarre sul muro, la porta blindata ermeticamente chiusa. L'ho tenuto con me perché non volevo che dimenticasse sua madre. Adesso sono in semilibertà, il che vuol dire che mi alzo alle cinque, vado a casa di mia madre dove dorme il mio bambino e mi infilo nel suo letto. Giochiamo, oppure lui mi legge un libro o lo guardo dormire. Alle nove lo porto a scuola e vado a lavorare. Lo riprendo all'una e insieme andiamo ai giardini e mentre lui gioca io parlo con le altre madri di quelle cose di cui parlano le donne che hanno figli, e poi di nuovo a casa. È una vita semplice e onesta, che la notte interrompe bruscamente. Lo metto a dormire e io e mio marito usciamo in punta di piedi, terrorizzati che il motore della macchina lo svegli e lui balzi sul letto, chiedendo: "Dov'è la mamma?". Perché è, a suo modo, anche lui molto galeotto, ha assorbito in carcere la sensibilità ai rumori. Me ne vado piano piano a farmi imprigionare corpo e anima, a rintanarmi in una cella dove cado sfinita e senza sogni. Dove mi sveglio di soprassalto, perché allungando la mia mano non trovo quella del mio bambino. "Ho una stupida idea una voglia di felicità" Geraldina Colotti, 40 anni. Perché sei finita in carcere? "Sono stata arrestata nell'87 e condannata a 27 anni per costituzione dell'Unione dei comunisti combattenti, una delle due ali in cui si erano scisse le Brigate rosse nell'84. Da un anno e mezzo sono in articolo 21". Cosa vuol dire articolo 21? "Che hai la possibilità di uscire dal carcere per recarti al lavoro, secondo un orario rigido - dalle 8 alle 22,30 -, un percorso prefissato e con la proibizione di incontrare pregiudicati, anche se sono tuoi amici o compagni di cella. Durante le festività resti in carcere". Il tuo lavoro al Manifesto dura 14 ore? "No. Ma a casa non ci possiamo andare senza autorizzazione. Se poi come me lavori in centro e hai casa in periferia, non ce la fai. In articolo 21 bisognerebbe essere milionari per permettersi i ristoranti, o molto organizzati. Mi porto dietro tutto, praticamente la casa nello zaino". Sei sposata? "Si, io e mio marito ci siamo conosciuti in carcere. Siamo stati arrestati assieme, abbiamo subito la stessa condanna e godiamo dello stesso trattamento". Quando vi vedete? "Ci incontriamo la sera sulla metropolitana, facciamo lo stesso tragitto verso Rebibbia. O durante i permessi". Quali permessi? "La legge Gozzini prevede 45 giorni all'anno secondo cadenze stabilite dal tribunale. Più o meno una settimana ogni due mesi". Che effetto ti ha fatto uscire? "Ho cercato ancora una volta di vivere con pienezza, di non risparmiarmi, di elaborare tutto, lutti compresi". E cioè? "Noi siamo stati una generazione che ha osato molto, che non ha negato il conflitto ma lo ha assunto sino in fondo. Poi, però, siamo stati sconfitti. E allora non puoi più sfuggire a te stessa. Hai visto". Hai visto cosa? "Il fondo di te. E sai che non ci sono scappatoie all'ipocrisia, alle sovrastrutture, alle ideologie, alle false partenze e ai falsi arrivi". E per capire tutto questo hai avuto bisogno di continuare la lotta armata ancora nel 1984? "Pensavamo fosse ancora possibile una riconversione politica collettiva di quella storia. Adesso siamo un'area di uomini e donne che vogliono ridiventare cittadini a pieno titolo. Uomini e donne che fanno politica, da comunisti". Che effetto fa impugnare un'arma, sapendo che la userai? "Non c'è mai stato il mito o la passione delle armi nelle Brigate rosse. Anche se certo le abbiamo usate". Hai mai incontrato, oggi, qualcuno dei tuoi "avversari" di allora? "Mi è capitato. Ma non ne parlo volentieri. Non mi piace la retorica sulle vittime, penso che il pentimento sia una cosa intima e non i trenta denari di cui si fa mercato oggi. I cambiamenti più sono profondi più sono drammatici; e la sofferenza va tenuta fuori dallo spettacolo". Ma ti è capitato? "Mi è capitato di incontrare la moglie di una persona uccisa dalla lotta armata. Era venuta in carcere per parlare dell'affettività. Avrei voluto sprofondare. Ma quella cosa lì, uccidere intendo, nessuno l'ha fatta a cuor leggero. Sapevamo, io lo sapevo, che erano persone, e non solo simboli del nemico. Era una scelta dolorosissima, ma all'interno di un progetto politico. E se oggi non sono una donna distrutta è perché quella lacerazione era dentro di me già da allora, e perché, appunto, non ne ho fatto mercato". Una donna che ha usato le armi, sia pure per la rivoluzione, come rientra nella vita quotidiana? "Sapendo che ogni soggettività si muta e si trasforma. Che la vita è un processo di continue rielaborazioni, non di rimozioni". Come immagini il tuo futuro? "Beh, non vorrei diventare né una vecchia trombona nè uno spauracchio. Ho una stupida idea di felicità e la voglia di esserci. Di discutere per capire cosa è successo in quegli anni e cosa succede oggi. Come donna voglio ragionare sulla soggettività femminile a partire dalla mia vita. Provare a capire come un'altra generazione possa ancora tentare di cambiare il mondo senza commettere i nostri errori. Come si possa continuare a sognare".
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Bella Toni
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Luca Tuesday, Jan. 24, 2006 at 2:31 PM |
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Il mondo non si è fermato, il lavoro, gli amici, la quotidianità. Ogni tanto mi fermo io, e penso "E' morto Antonio". Parole prive di senso, eppure vere. Ti conosco da 12 anni, ti ho amato, ti ho odiato e malgrado la lontananza in questi ultimi anni, sei sempre stato nei mie pensieri. Ogni volta era come incontrare un fratello, ci raccontavamo gli ultimi mesi, ricordavamo le 1000 avventure che ci hanno unito e poi ridevamo....ridevamo di noi, della vita. Con quel sorriso ti ricorderò per sempre.
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ciao antò
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F. Wednesday, Jan. 25, 2006 at 12:03 PM |
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non ti conosco antonio,però conosco parecchi amici tuoi,conosco acrobax e qualche acrobata..e non so,per un attimo mi è sembrato di conoscere anche te,e una lacrima mi è scesa pensando di non averti mai conosciuto,pensando al dolore dei tuoi fratelli e sorelle..leggendo le loro lettere che ti descrivono e descrivono un pò tutto quello hce avete fatto insieme..un immenso abbraccio alla mamma,a te,ci conosceremo presto,ne sono sicura..
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antonio
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cla Wednesday, Jan. 25, 2006 at 4:11 PM |
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Ciao Antonio, mi si stringe il cuore... Quella sera sentivo parlare di te e non potevo immaginare che fossi proprio tu. Poi la notizia è arrivata, troppo tardi per partecipare ai funerali, per essere insieme a tutti ancora un pò con te. I tuoi occhi immensi e quell'accento che sempre mi faceva sorridere, la musica, i racconti dei concerti, dei viaggi e quella maniera di guardare e di ridere con me, con Betta. Vi guardavo e restavo sempre incantata dalla vostra vivacità e dalla vostra bellezza. Pochi istanti eppure vivissimi, intensi. No lo so.. E' così strano ora.
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cla Wednesday, Jan. 25, 2006 at 4:20 PM |
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Ciao Antonio, mi si stringe il cuore... Quella sera sentivo parlare di te e non potevo immaginare che fossi proprio tu. Poi la notizia è arrivata, troppo tardi per partecipare ai funerali, per essere insieme a tutti ancora un pò con te. I tuoi occhi immensi e quell'accento che sempre mi faceva sorridere, la musica, i racconti dei concerti, dei viaggi e quella maniera di guardare e di ridere con me, con Betta. Vi guardavo e restavo sempre incantata dalla vostra vivacità e dalla vostra bellezza. Pochi istanti eppure vivissimi, intensi. No lo so.. E' così strano ora.
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ciao antò
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g Wednesday, Jan. 25, 2006 at 6:15 PM |
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io c'ero quella mattina... c'ero perche volevo stare vicino a mio fratello visto che era suo un caro amico, c'ero anche perche volevo conoscere antonio, conoscerlo meglio, oltre che di vista, e capire chi era. dalla sofferenza di tutta quella gente, di tutti quei ragazzi, l'ho conosciuto, l'ho conosciuto abbastanza per provare delle emozioni delle sensazioni quando si parla di lui, e non ultimo provare dolore. l'ho conosciuto abbastanza per capire e sapere che se ne è andato incazzato perche lui ha lottato giorno dopo giorno accanto ai suoi compagni contro quella condizione di vita in cui lui stesso viveva e che l'ha portato via...bè antò, sono incazzato anche io, un pochino pure con te,sai perche?? perche hai lascito mio fratello e tutti gli altri soli, però ti perdono perche anche loro lo hanno fatto.
grandissima solidarietà a tutti coloro che lo conoscevano, vi sto vicino
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Lo Saturday, Jan. 28, 2006 at 12:23 PM |
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la notizia arriva solo adesso fin quissù e in un attimo è capace di farmi volare indietro alla mia città, agli amici romani, alle serate fra forte villaggio acrobax torre, ai cortei e ai concerti, alle feste di Lu. il mio volo decolla con un senso di sconforto e atterra con il sorriso di chi si rende conto quanto d'Antonio sia rimasto in tutti quelli che -ognuno a suo modo- l'hanno conosciuto. vicino a tutti voi, Lo.
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A. Monday, Jan. 30, 2006 at 1:01 PM |
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L'eco non termina, il boato della Notizia, le facce, quelle di tutti, che si rincontrano ancora rigate e sconsolate, perse, in cerca di occhiate rassicuranti. In cerca di Amici. I grandi Perchè non si arrestano, no, mica davanti ai 29 anni, non conoscono le gioventù, le voglie di vivere, di lottare, e di riprendere per i capelli sta stramaledetta vita che stipendia bastardate e lustra vetrine.I giorni passano, quasi indistrurbati, apparentementi ligi ai doveri, diligenti come sempre presenti in perfetto orario sul posto di lavoro, in piazza con gli amici...Ma la normalità è oggi come non mai, e questo Antonio lo sapeva bene, un mostro di ogni tempo: sorride, nasconde, aliena, farfuglia e raggira. E spesso uccide. Uccide nascondendosi nei buchi neri delle statistiche, imprudenze, casualità, e quando va bene nelle pagine ultime dei giornali... Io, la mia vita, che poi è quella di Antonio, e quella dei tanti compagni e compagne che hanno deciso di non chiamarsi Casualità e di non sentirsi abitati dalla Normalità, oggi gridiamo: gridiamo forte, di rabbia, di dolore, di vita, e delle idee selvagge che (con)vivono con noi. IO, e Antonio e i compagni e le compagne oggi gridiamo: gridiamo perchè abbiamo deciso di non essere più uccisi.
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Per te.
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---- Monday, Jan. 30, 2006 at 7:51 PM |
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Oggi mi sono ricordata improvvisamente di quanto ti erano piaciuti questi versi... che avevi trascritto su un foglio, molto tempo fa. Manchi A., merda se manchi. C.
"Son pieno d'amore per gli altri son pieno d'amore e il mio amore è un fluido magnetico passato al setaccio. Il mio amore per gli altri è vero. E nel mio amore vero c'è tutto c'è l'odio. Un pizzico d'odio non guasta l'amore perfetto. E il mio amore perfetto è un mare con un po' d'odio dentro, granelli di sabbia. E il mio amore è un fluido magnetico passato al setaccio." A.Pazienza
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...................
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x Sunday, Feb. 05, 2006 at 3:02 PM |
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Non posso che attendere il giorno in cui potremo darci quell'abbraccio che ci siamo per tanto tempo negati, dal quale siamo timidamente scappati e che ora sto pagando troppo caro. E' stato bello solo sfiorarsi, rubbare sguardi e perdersi in quei occhi dove l'amore si rifugiava ma adesso vorrei ci fossimo dati la possibilità. Non riesco a perdonare la vita che ti ha fatto questo scherzo spero che tu ci sia riuscito per poter tornare tra noi a sorrideree e a riempirci l'anima con il tuo solo sguardo. Ti porto dentro come un secondo cuore........
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chiudo gli occhi
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x Monday, Feb. 06, 2006 at 12:33 AM |
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La notte è difficile quando la città si ferma, scende il silenzio........appari tu e i tuoi occhi si illuminano come dei fari in un buio insostenibile ma io non riesco a guardarli sono debole,ho paura così chiudo gli occhi e tu appari nei miei sogni avvolte tristi, avvolte difficili e avvolte pieni di tutto quello che avrei voluto fare con te o dirti.Antonio sei ovunque, buonanotte.......
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xxx Monday, Feb. 06, 2006 at 1:04 AM |
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stanotte fai male, vorrei dirti lasciami stare, ma stanotte solo lacrime, di nuovo lacrime, ricordi vecchissimi e recentissimi, la tua voce, la tua risata, la tua storia, vorrei raccontare la tua storia a chi non ha avuto il privilegio di conoscerti come invece è successo incredibilmente a me
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è che...
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...A. Monday, Feb. 13, 2006 at 4:54 PM |
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E' Antò è che io non ci so convivere con questo vuoto...un vuoto che forse c'è sempre stato perchè ci vedevamo poco, ma tu lo sai quanto eri importante per me, e ogni volta che te lo ricordavo sgranavi gli occhi incredulo, ma dentro di te lo sapevi quanto amore c'era. E ora che penso all'amore, a come dovrebbe essere, a che forme potrebbe avere e a quali colori dovrebbe rimandare...io penso che per te..era troppo poco. E per fortuna che te l'ho detto una delle ultime volte che ti ho visto che per me eri una stella, che stavi bene lì e che ogni tanto ti guardavo brillare...e ti avevo detto anche che tu funzionavi meglio come stella che altro...Te lo ricordi Antò che mi avevi risposto? E mi piaceva il tuo modo di puntualizzare le cose,sempre divertente mai sgarbato...crudo forse, ma vero. E io ci sono sempre stata alla tua verità, al tuo modo testardo a volte di vedere le cose...ma forse non era testardaggine Antò...forse avevi ragione tu. Ed è passato quasi un mese ormai ed io non ce l'ho fatta neanche a venirti a salutare tra i tuoi amici e le persone che ti amano, ed oggi sono sicura di avere sbagliato, perchè questo dolore me lo porto dentro e me lo tengo stretto...Ci fossi stato tu mi avresti fatto il discorso dei discorsi...o forse mi avresti detto che ci devi semplicemente passare dentro al dolore per lasciartelo alle spalle...o forse mi avresti semplicemente abbracciato per non farmelo sentire sto cazzo di dolore Antò. Ed il dolore c'è,quel vuoto rimane, e non c'è nessun rimedio adesso che ti cerco e non ti trovo da nessuna parte. Ma ora qui io parlo di te, parlo con te...ma quello che rimane è che non ci sei più...e come faccio a parlare di una vita migliore adesso? Non ce la faccio Antò, non ce la faccio, ora...ma continuo a cercarti...forse altrove... Ciao Stella
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Ciao antò
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Fab Monday, Feb. 13, 2006 at 9:51 PM |
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I muri di Roma parlano e mi dicono che la tua bellezza e la tua purezza non le vedevo solo io, ma stavano davanti agli occhi di tutti, ma ancora non passa... per motlo tempo ci saranno posti, concerti e cortei in cui non riuscirò a smettere di sperare di incontrarti.E mi viene ancora da piangere. Un abbraccio alla famiglia e a tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ciao Antò
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un'acrobata Wednesday, Feb. 22, 2006 at 1:06 AM |
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Il dolore e la disperazione per la tua morte inaccettabile stanno lentamente sfumando…lentamente. Affievoliti anche dal meraviglioso saluto che tutt@ noi che ti abbiamo conosciuto ci siamo regalati con fatica, stretti gli uni agli altri e intorno a te, a centinaia. Non scorderò mai quel calore, quel corale “ciao Antò” disperato, furioso, spaventato… I giorni passano, scanditi da una quotidianità pressante, dai ritmi inappellabili che ci impongono di continuare a vivere, sognare, lottare… La rabbia per la tua morte però è rimasta, e aumenta giorno dopo giorno insieme alla devastante consapevolezza che non rivedremo mai più quel sorriso, quegli occhi blu, che non sentiremo più quella voce tremante, per tanti di noi fonte di risate e riflessioni… Quante lacrime solitarie, quanti pianti collettivi, abbracci, baci, carezze.... quante poche parole, quante belle parole, quante verità soggettive...rimbombano nel vuoto che hai lasciato tra di noi. Sto scoprendo nascere in me una nuova forma di dolore da coltivare… un dolore che si nutre di tempo, di elaborazione, di cose da fare, del mondo da cambiare... sono giorni di rabbia intensa in cui mi capita di sfogarmi nei modi più assurdi, insensati o sensati che siano... giorni in cui le domande si moltiplicano alla ricerca di un senso perduto che nessuno di noi troverà mai... Sono giorni difficili perchè mi vieni in mente continuamente, in cui i ricordi mi riempiono la bocca di parole, che esprimo e trattengo o racconto a me stessa... e me li racconto e li giro e li cerco nelle fughe del pensiero... questi ricordi, per il timore di perderli nei meandri della quotidianità, per la consapevolezza di non voler sfuggire il dolore facendo finta di nulla per sopravvivere, per la stupida e insensata paura di non poter raccontare domani chi eri…. Antò...
Antonio e i suoi ideali puri Antonio e la serigrafia che non c’è Antonio col volto coperto in prima fila Antonio e le pareti da stuccare Antonio bimbo nelle carceri di massima sicurezza Antonio detto “er pesca” perché da napoletano a napoli è stato capace di farsi fregare come un pollo Antonio da cercare nell’oceano delle manifestazioni Antonio stralunato, coraggioso, contraddittorio Antonio col Karategi Antonio antifascista e partigiano Antonio che difende le case occupate col cuore e col corpo Antonio “er napoletano” perché per tant@ di noi era anche questo… Antonio con la telecamera o la macchina fotografica in mano, a raccogliere brandelli di vita in movimento attraverso un obiettivo. Antonio con le sue passioni assolute, perché era evidente che per lui una qualsiasi scelta, un’amicizia, la militanza, lo sport, la musica… erano totali, anche se magari discontinue. Antonio così umano e generoso.
Ricordo il viaggio verso la Val Susa, in treno, a giocare coi compagni di Napoli, a gridare cori gli uni “contro” gli altri… “Napoletani zingari!!!” E te schierato con la tua napoletanità…quanto abbiamo riso mentre come gli scemi ci spintonavamo nei corridoi del treno, mentre ci facevamo i cariconi in 50 cm di spazio e ridevamo, ridevamo… Come fosse un gioco, un rito di sfogo prima di affrontare la lotta della Val Susa, pronti a tutto, in un territorio sconosciuto e aspro che fù dei partigiani e che ora nel 2005 ci troviamo a difendere ancora… Ricordo il fiume di gente a Venaus nel quale, come sempre da acrobati, ci siamo sciolti… per perderci, cercando di esserci durante le cariche della polizia infame… per poi ritrovarci nella valle di Venaus, col volto coperto e la neve che soffice e lenta scendeva mentre a migliaia pressavamo sulle recinzioni del cantiere per riprenderci con i valsusini quello che codardamente i poteri forti avevano provato a strappare alla determinazione della società in rivolta… Faceva freddo, Antò, ma quanto calore abbiamo ricevuto e dato quel giorno… Quanta rabbia, ancora una volta, l’ennesima volta, condivisa… nella neve nel sole nella pioggia… E poi il ritorno a Bussoleno, seduti in un bar a bere un finto vin brulè e a scazzarci e confrontarci con l’atteggiamento da tenere con gli altri che volevano ripartire per Roma senza di noi… Tu generoso, forse rassegnato, certamente stufo di dover riaffermare ancora, sempre tra compagni, la necessità di comportamenti chiari e corretti, io inkazzosa come sempre, assolutamente non disposta a cedere, con la voglia di rimarcare sempre una scorrettezza anche se piccola… Quante volte anche dopo il 6 novembre ci siamo trovati in disaccordo su queste cose, e quanto mi stimolava questa diversità di approccio che, oltre che in te, ritrovavo soprattutto nei compagni più attempati… Ci ho sempre pensato molto a questo tuo essere insieme “antico”, come amorevolmente ero usa chiamarti, e “ggggiovane” come spesso ci capitava di autodefinirci per sottolineare la nostra rabbia e le nostre pretese di compagni del nuovo millennio….
Ricordo la sera di capodanno, tra amici a casa di Sandro, a mangiare e a brindare insieme al nuovo anno alle 10.00 perché poi dovevate andare a lavorare al Brancaleone a fare i buttafuori… lavoro di merda, con gli auricolari e i torcioni che mi raccontano che tu detestavi…ed io ci credo, perché la tua rabbia era vera e infatti la sfogavi altrove, nelle piazze, nelle strade, contro fasci e polizia… Non certo contro qualche pischello esaltato o pisto di alcool e droga… In questi casi bastano le mani, giusto Antò? Ti ricordo sorridente, felice insieme a Petra, insieme a noi… Adesso lo odio il 2006 Antò, perché ti ha portato via da tutti noi… senza un motivo, senza neanche il tempo di dirti ciao, di abbracciarti, di farti vivere oltre i tuoi 28 anni…
Ricordo la serata per ROR, il 7 gennaio al cinodromo… anche se ci ho messo molto a ricordarmi quello di cui avevamo parlato perchè era un clima intimo e forse era la prima volta che mi trovavo così con te... Era tardi e ci siamo chiusi in camera tua a chiacchierare prima che tu, da amico generoso, mi accompagnassi con quel cazzo di scooterone all’occupazione di casal de Merode, dopo tre anni di Cinodromo, la mia nuova casa, la mia nuova sfida…. Abbiamo parlato di questo, di quanto sia importante rimettersi in gioco continuamente, e difficile… e tu mi ascoltavi… Ci si parlava bene con te, anche se solo di recente avevamo cominciato a discutere anche di noi, del nostro privato… Entrambi forse persone che non assimilano immediatamente l’essere compagni di lotta all’essere compagni di vita, entrambi bisognosi di tempo per capire l’affinità oltre il confronto politico…. Recentemente eri apprensivo con me, come se mi dovessi proteggere dalle attenzioni degli uomini, adesso che ero sola dopo anni di un amore difficile da terminare… Eri protettivo e mi facevi ridere quando rimettevi in riga anche solo gli sguardi o i pensieri di qualcuno verso di me… In motorino, col freddo che ci tagliava la faccia, mi hai detto che stavi pensando di lasciare quel lavoro di merda, che forse era giunta l’ora di scrivere quella cazzo di tesi di laurea sul terzo cinema, ribelle, militante latinoamericano di cui avevamo parlato spesso, su cui ci eravamo scambiati libri e film… Antonio, l’unico in Italia ad aver letto un po’ della mia tesi di laurea sul cinema argentino della rivolta al neoliberismo…
Antò, sono sicura che se non fossi stato costretto a lavorare avresti fatto un sacco di cose… Con un reddito garantito in tasca avresti girato il mondo, avresti fatto il fotografo e il videomaker, avresti visto più spesso i tuoi amici, avresti suonato il basso (che eri costretto a suonare in orari improponibili con somma rabbia dei tuoi vicini di stanza, me compresa…), forse chissà non ti saresti laureato lo stesso… avresti dedicato ancora più tempo a sovvertire questo mondo ingiusto e sbagliato… Avresti fatto un sacco di cose e molte già le facevi, perché come tanti precari eri una persona attiva, pur nei ritagli di un tempo tiranno che sceglie per te e ti impone i campi in cui essere produttivo…
Antò sei morto mentre lavoravi… eri su quella strada verso Ostia non perché stavi andando a vedere il mare d’inverno, perché eri malinconico, o perché avevi voglia di solitudine o di urlare al cielo e al silenzio la tua rabbia o la tua gioia… sei morto perché il destino è stato infame e perché la vita ci impone ritmi di lavoro che non sono nostri, non sono umani, non sono sopportabili… Sei morto mentre aspettavi di sapere se la cassazione ti avrebbe condannato agli arresti domiciliari come rapinatore per la manifestazione del 6 novembre 2004, solo per aver preteso, con altre centinaia, migliaia di persone, uno sconto al supermercato e in libreria, perché COSTA TUTTO TROPPO… Ti avevo mandato un messaggio la mattina dell’incidente e ti ho anche mandato a ‘fanculo perché non mi rispondevi… Sei morto ammazzato dalla precarietà… ed io non posso e non voglio scordarlo… mai…
Questo vuoto enorme che sento è un vuoto collettivo, è una sedia vuota nel cerchio dell’assemblea, è una voce di meno ad arricchire i dibattiti, una stanza vuota nell’abitativo, un abbraccio mai dato, un sorriso negato, un compagno eccezionale che manca, come l’aria quando sei sott’acqua… In questi anni ho imparato cosa vuol dire essere compagni, e lo ho imparato nel fare, nel confronto, nell’azione, nell’elaborazione comune, nella ricerca di un linguaggio vero e includente, lo ho imparato vivendo e lottando, senza ideologia… E ora, con l’estremo dolore che mi porta la tua morte, lo so ancora di più che cosa significa essere compagni…quale ricchezza, quale forza, quale complessità, quale normale eccezionalità, quale respiro comune è racchiuso in questo modo di chiamarsi, in questo modo di vivere la vita…
Vorrei essere lucida, vorrei rilanciare, vorrei trasformare il presente, vorrei far rivivere il passato coltivandone la memoria…. Vorrei averti vicino Antò, fratello, compagno, amico…
Ti cercherò in ogni piega del futuro, in ogni corteo, in ogni momento di conflitto collettivo, ogni giorno… ti troverò in ogni volto coperto, in ogni barricata, in ogni emozione, in un angolo tuo nella mia mente e nel mio corpo… un angolo ottuso, esagerato, raro, caldo, contraddittorio, vivo come te…
Con rabbia e con amore
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per ringraziare tutti i fratelli di Antonio...
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Acrobax project - roma Thursday, Feb. 23, 2006 at 9:17 PM |
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http://italy.indymedia.org/news/2006/02/1002329.php
...imparare a morire, significa disimparare a servire...
M. Montaigne
scriviamo queste due righe per ringraziare tutti coloro che si sono stretti intorno ad antonio, ai suoi cari e ai suoi compagni, in questi giorni di profondo dolore:
e' passato un po' di tempo, troppo poco... un mese all'incirca dalla morte di Antonio. Da quel saluto collettivo che gli abbiamo dato direttamente dalla sua casa, dal suo spazio sociale, dal suo rifugio. Abbiamo dato vita ad una manifestazione pubblica del nostro dolore, abbiamo reso palpabile i nostri umani e profondi limiti di uomini e donne di fronte al dolore della finitezza umana. Abbiamo incrociato molti sguardi in quell'ex cinodromo che per qualche ora e' sembrato sospeso dentro un alone magico ed irriproducibile. Ci siamo stretti in tanti intorno ad Antonio senza convenevoli e senza molta retorica. "...una cosa cosi' si fa' per i vivi e non solo per il morto..." e forse e' proprio cosi'. vivi ma piu' fragili poiche' ancora tremendamente presi da gioia, pianto, riso, dolore, passione e miserie di questo mondo. Gli abbiamo dato un saluto enorme di profonda partecipazione insieme a tutte quelle compagne e a quei compagni che hanno voluto abbracciarlo senza rinunciare, nel produrre rito e simbolo, ai propri riferimenti culturali e politici. Abbiamo anche in questa occasione noi tutti tentato di affermare forme di vita altre rispetto a questo modello di societa' della guerra globale che rifiutiamo in ogni suo aspetto. Anche li' abbiamo chiuso il potere in un angolo, nessuno e' venuto a celebrare la morte di Antonio. Non abbiamo avuto bisogno di chi ci somministrasse il rito attraverso forme laiche o ecclesiastiche di potere. Eravamo un cerchio ed anche Antonio ne faceva parte. Un cerchio di uomini e donne che non vogliono soccombere allo stato di cose presenti. Eravamo diverse generazioni a ricordare un ragazzo dalla storia molto particolare di questa italietta di magistrati zelanti e carceri speciali. Antonio era nato dentro una di queste carceri, figlio di militanti rivoluzionari che hanno pagato insieme ad altre migliaia di compagni la vendetta dello stato contro l'emergenza sociale e sovversiva di quegli anni. Una storia particolare che ha reso un clima unico intorno alla vita di Antonio cosi' difficile e particolare. Una storia fatta di movimento, passioni, lotte, e tarde ore la notte. Una storia di vita coraggiosa e forse piu' vissuta di tante altre indecise e superficiali. Antonio era estremamente generoso, ma soprattutto umano, oltre il bene ed il male, era pieno di contraddizioni, come ognuno di noi e non le nascondeva. Le porgeva con grande sincerita' senza sfuggire le sue insicurezze, senza ammantarsi mai di chissa' quale sovraumana dote, ma sempre affrontando la realta' dentro quell'umano crinale di contarddizione e di limite. E Antonio e' morto lavorando e questo per noi dice molto. L'amore per lui diventa rabbia e desiderio di trasformazione. Antonio e' morto svolgendo un pericoloso lavoro. come tanti altri ce ne sono. Faceva il pony a lunga percorrenza e tra una stressante chiamata e l'altra ha fatto un incidente mortale. Antonio e' morto sul lavoro come all'incirca un migliaio di persone l'anno. e cosi' la fredda statistica ha aggiunto il nome di un nostro fratello... e a questa mortifera consolazione non ci vogliamo piegare e rassegnare. Ora vogliamo trovare la forza che ancora ci sfugge per andare avanti, ma con quell' enorme consapevolezza che sebbene pesi come un macigno puo' darci essa solamente l'energia necessaria per affrontare aldila' delle parole, la quotidianita' nella sua complessita'. Ora siamo solo sicuri che ci aiutera' quell'alchimia che abbiamo nei nostri corpi, quell'alchimia che trasforma l'amore in rabbia e il rispetto in azione. Ora sentiamo piu' forte di prima quella spinta propulsiva che per tanto tempo abbiamo condiviso con antonio. Ora a partire anche da come e' morto, vogliamo saper rilanciare con quella lucidita' che ancora ci manca, la capacita' di riannodare le fila di un ragionamento che vogliamo continuare a tessere in questa metropoli di solitidini.
mandiamo un abbraccio forte a franca e a paolo, cosi' come a tutte le compagne e i compagni che abbiamo incrociato in questi giorni.
quelli di Acrobax...
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oceano di gomma
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a. Monday, Apr. 10, 2006 at 5:36 PM |
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Quando ti ho sognato eri una goccia in un oceano di gomma credo in te come credevi in me? un fiore d'oppio in porcellana e roccia
beh almeno tu sei vero anche se sei solo pensiero chi di noi due è reale tu non sei più vivo io non sono mai stato capace d'amare
sento che ho qualcosa qui dentro me che non voglio sapere i giovani cuori falliscono roby può interessare?
che tu per me sei vero sei il mio più dolce pensiero il prezzo sai è un po' il mare ti culla e non ti vuole lasciare tu per me sei vero sei il mio più dolce pensiero è solo tuo e mio il finale credo che per gli altri sia solo imbarazzante e virtuale
sai per me sei vero facciamo che sei il mio più dolce pensiero il prezzo sai è un po' il mare sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare
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sei sempre qui
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Orietta Thursday, Aug. 31, 2006 at 5:48 PM |
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Hola! Non ho avuto la forza di scriverti fino ad ora, ma ci parliamo ogni giorno, mi guardi e ancora adesso, come per tanti anni basta uno sguardo per capirci. Era così strano il modo in cui avevamo bisogno di sentirci nello stesso momento, anche dopo mesi.. mi manchi. Ti penso ogni giorno, e ogni giorno mi dai qualche segnale o mi fai passare senza volerlo in posti vissuti con te, ogni volta un luogo diverso, e mi rendo conto che quelle uscite sporadiche nel tempo, sono state davvero tante! E sono rimaste impresse nella mi mente, vivide, E così ogni giorno ho un motivo in più per ridere e racconto a mia figlia quel posto.. le racconto di te, di quanto ti sono legata. Forse è questo che avvertono gli altri quando parlo di te.. il troppo bene che ti voglio, unico e particolare, ricordi l'"energia positiva"? è raro trovare una persona con cui si riesca a stabilire un'intesa così forte, nessuno potrà mai sostituire ciò che sei. Leggendo tutti gli altri messaggi mi sono resa conto di quanto tu fossi importante per tanti, e per molti fondamentale, e mi sono rincuorata per i discorsi che facevamo, ricordi? Non sono pazza io, non sono io che esagero su di te, sei tu che con la tua unicità sei stato in grado di regalare un angolo di incanto nella vita e nel cuore di tanti come me, che ora sono qui a scrivere.. Ultimamente mi hai chiesto aiuto, spero di aver potuto fare davvero qualcosa.. Vorrei anche venire a trovarti, e forse lo farò un giorno, ma tanto non sei lì, tu sei nell'aria.. anche quella mattina, ti immaginavo camminare tra noi, con quella tua andatura, e anche ora sei qui, e sorridi beffardo e timido ai complimenti.. Quella tua distrazione..
Vorrei anche far conoscere Sara ed Alice, me lo avevi chiesto a Natale, e anche Samira, era così piccola quando l'ho conosciuta, ma tu non ci saresti. Che dire? Solo che ringrazio Dio per averci fatto fare un bel pezzo di strada insieme, e conservo tutto il bene che ci vogliamo dentro di me. Voglio salutare tua madre, tuo padre, e tutti.. ... tu se lo vedi saluta Chiotti, e digli che mi piaceva giocare con lui. Ti voglio bene.
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orietta Sunday, Oct. 08, 2006 at 6:17 PM |
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il mondo va avanti, non per questo ci si dimentica degli amici, anche se fa male, anche se non si può dare un motivo a tutto. Vorrei che questo spazio rimanesse attivo, per Antonio, per noi che ogni giorno pensiamo a quanto è stato bello averlo potuto conoscere. Anche come sfogo, perchè io prego per lui e gli parlo nei miei pensieri, ma noi ci scrivevamo soprattutto, perchè non amava molto parlare al telefono, preferiva incontrare le persone, ed era bravissimo a scrivere.. di tanto in tanto apro la posta e ho un sussulto perchè vorrei trovare un suo messaggio, e vorrei potergli scrivere ma la sua posta non c'è più. Ti saluto ancora, sei qui, ti vogliamo bene.
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