(Iniziative per accertare le circostanze della morte del giovane Federico Aldrovandi - n. 3-05293) PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05293 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3). TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, era ancora estate a Ferrara il 25 settembre. È un'alba d'estate quando un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi, muore dopo essere stato fermato dalla polizia. I giornali locali scrivono di un malore fatale, dovuto - sembrano alludere - all'uso di qualche sostanza, ma subito saltano fuori contraddizioni e particolari inquietanti. La perizia tossicologica smentisce la polizia. La versione suggerita dalla questura di Ferrara, infatti, contrasta con la relazione della squadra mobile, e chiunque vedrà il corpo di Federico non riuscirà a credere alla versione ufficiale. Lo dimostrano i vestiti imbevuti di sangue, lo scroto schiacciato, le ferite alla testa e alla nuca ed i segni neri delle manette ai polsi. La mamma di Federico ha denunciato: «Mio figlio è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11 e non mi hanno chiamata. Era mio figlio!». Considerata la gravità dei fatti e le contraddizioni gravissime emerse dalla versione della polizia, chiediamo che sia effettuata un'indagine nella questura di Ferrara, ai fini di ricostruire la vicenda nei minimi particolari e di arrivare alla verità. PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere. CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, la morte di un giovane è un fatto molto doloroso e, naturalmente, presento le condoglianze, anche da parte del Governo, alla famiglia del giovane. Dovrò dire cose forse non piacevoli, ma giustamente si chiede la verità. Dunque, ecco come sono stati ricostruiti i fatti: alle 5,45 del 25 settembre 2005 una cittadina, che è stata successivamente identificata, chiamava il 112, i carabinieri di Ferrara, riferendo testuale: «(...) uno che sta andando in escandescenze, sta urlando come un matto e sbatte dappertutto (...)». A seguito di tale telefonata, la Polizia di Stato, con una pattuglia, raggiungeva via ippodromo e gli agenti notavano subito un giovane che urlava frasi scommesse, sbattendo anche con il capo contro alcuni pali della luce. All'arrivo della volante, il giovane saliva sul cofano della vettura stessa e tentava di colpire con un calcio il capo equipaggio, che stava in piedi accanto alla portiera aperta. Nel fare tale movimento, scivolava sulla portiera stessa e, quindi, cadeva a terra. Alcune delle lesioni riscontrate sul corpo si sarebbero prodotte in tale frangente. Sono stati rilevati danni sul cofano e sulla portiera della vettura. L'impossibilità di controllare il giovane, tra l'altro di corporatura robusta, ha reso necessario l'intervento di una seconda volante e, quindi, di una pattuglia dei carabinieri. Solo intervento dei rinforzi ha consentito l'immobilizzazione del giovane, al quale venivano applicate le manette. Durante la colluttazione gli agenti hanno dovuto usare gli sfollagente, sia per parare i calci che il giovane continuava a tirare, sia per sbilanciarlo. Due sfollagente si sono rotti in corrispondenza dell'impugnatura. Il giovane veniva, infine, bloccato a terra ed il personale sanitario, nel frattempo sopraggiunto, preferiva, in un primo momento, mantenere le manette, perché era ancora in vita. La morte del giovane è stata constatata alle 6,35. Poiché il giovane, Federico Aldrovandi, era privo di documenti, un'identificazione provvisoria è stata possibile solo dopo le 8, a seguito di una telefonata giunta sul suo telefono cellulare, rinvenuto a circa quaranta metri di distanza dal luogo del decesso. La famiglia è stata informata alle 10,30, una volta conclusi i prescritti rilievi dalla polizia scientifica e dal medico legale ed il riconoscimento ufficiale è stato eseguito alle 11,35 presso l'istituto di medicina legale, da parte di un familiare. La procura della Repubblica ha disposto l'autopsia ed una consulenza tossicologica, che ha già accertato la presenza nel sangue di sostanze stupefacenti di diversa natura. Il procuratore della Repubblica ha ritenuto opportuno, anche per la richiesta di verità avanzata sulla stampa dai familiari, di riferire le anticipazioni fornitegli dai consulenti, che avevano escluso alcun rapporto di causalità tra i traumi subiti dal giovane e la sua morte. Tuttavia, giustamente, il 23 dicembre scorso, i consulenti medico-legali hanno chiesto una proroga di sessanta giorni per l'approfondimento degli esami istologici. Questa è la cronistoria dei fatti. Poi, naturalmente, spetterà all'autorità giudiziaria, alla procura della Repubblica competente, con l'approfondimento di tali esami istologici, ricostruire le cause esatte della morte, anche se il procuratore della Repubblica, sulla base dei primi accertamenti compiuti dai consulenti, ha rilasciato tale dichiarazione di mancanza di nesso di causalità tra le lesioni che sono state riscontrate e la morte. Noi, come Governo, naturalmente siamo interessati, al pari di qualsiasi cittadino, a fare piena luce sull'episodio ed a ricostruirlo esattamente così com'è avvenuto. PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di replicare. TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, trovo grave questa risposta da parte del Governo. Se siete davvero interessati a fare luce sull'avvenuto, come dite, allora perché non avviate un'indagine amministrativa sulla questura? Infatti, signor ministro, in quest'aula ci avete raccontato una versione che è stata contraddetta e smentita dall'esame tossicologico e dalla relazione della squadra mobile. Quindi, perché tutte queste reticenze? Perché queste resistenze? Cosa si vuole nascondere? Riteniamo che si debbano immediatamente rimuovere tutte le cortine fumogene, le possibili omissioni, i ritardi che vi sono stati e le nebbie che coprono questa vicenda. Sono trascorsi quattro mesi, signor ministro, cento giorni di silenzio, avvolti da troppe contraddizioni. Il risultato dell'autopsia arriverà solo il 23 febbraio, dopo cinque mesi! Perché? La famiglia, ieri, ha depositato un esposto. Chiede un'inchiesta seria sulle cause di morte di Federico, sulla natura delle lesioni trovate sul corpo di Federico. Non si tratta di un incidente. La chiedono i genitori, la città di Ferrara, le sue istituzioni e noi con loro, tutte le persone che hanno una coscienza democratica.
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