Italia. Al Senato, una valanga di subemendamenti per l'emendamento sulle droghe
I senatori del centrosinistra stanno preparando migliaia di subemendamenti, nel caso in cui il Governo, questa sera, presentasse un suo emendamento all'articolo 4 del decreto legge sulle Olimpiadi, nel quale sarebbero inserite le nuove norme in materia di tossicodipendenza contenute nello stralcio al ddl Fini. Se l'emendamento sara' presentato, hanno detto alcuni senatori dell'opposizione in una conferenza stampa, "lanciamo un appello alla Presidenza del Senato, affinche' non conceda i requisiti di ammissibilita' al provvedimento". "Alle 19 di stasera -ha spiegato il senatore dei Verdi Gianpaolo Zancan- scadono i termini per la presentazione degli emendamenti per l'aula al dl sulle Olimpiadi. Boatos parlamentari annunciano che nel decreto, che ha tutti i requisiti della necessita' e dell'urgenza perche' altrimenti le Olimpiadi non si possono fare, saranno inseriti, in forma di emendamento all'articolo 4, 18 articoli del ddl Fini sulla droga. Se l'ufficio di Presidenza del Senato avesse un sussulto di dignita', direbbe che per le norme sugli stupefacenti non c'e' ne' necessita' ne' urgenza". Il ministro Giovanardi ha confermato la volonta' di presentare l'emendamento e che il termine per la presentazione scade martedi' 24 gennaio. "Ci rivolgiamo a Pera -ha incalzato Leopoldo Di Girolamo (Ds)- perche' non siano violate le regole parlamentari e non si produca un grave vulnus". Per Giuseppe Ayala (Ds), che ha detto di avere "qualche speranza sul ruolo della Presidenza del Senato", quello del governo e' "uno spot elettorale" e un "uso strumentale del Parlamento". "Misureremo la fedelta' della Presidenza ai regolamenti" ha concluso, mentre Mario Cavallaro, della Margherita, ha denunciato il "tentativo del ministro Giovanardi di operare un colpo di mano". "Vogliamo lanciare un grido d'allarme preventivo" ha aggiunto il senatore Dl, che ha definito "inadeguati" i principi del ddl Fini e ha preannunciato l'impegno del centrosinistra, per la prossima legislatura, a "costruire un sistema fondato sulla prevenzione e il recupero". C'e' gia', e' stato spiegato, un ddl dell'Unione alternativo alla proposta Fini-Giovanardi. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche operatori del settore ed esponenti del Cartello "Non incarcerate il nostro crescere". Franco Corleone, presidente di Forum droghe, ha annunciato che martedi' -giorno in cui presumibilmente dovrebbe andare in aula il dl- prendera' il via un presidio davanti al Senato e decine di persone cominceranno uno sciopero della fame per protesta. Quello promosso da Giovanardi, ha detto l'ex sottosegretario, e' uno "stralcio raffazzonato", con "norme esilaranti dal punto di vista del diritto". "Norme confuse" ha aggiunto, "e anche la quantita' che definisce lo spaccio non e' definita e viene demandata a un decreto del Ministero della salute, che quindi decidera' chi deve andare in galera e chi no". Francesco Piobbichi, responsabile nazionale droga del Prc, ha definito il ddl Fini "la piu' cattiva tra le leggi messe in opera dal governo", mentre Lucio Babolin, del Cnca (coordinamento comunita' di accoglienza) e Maurizio Coletti di Itaca (operatori delle tossicodipendenze) hanno accusato Giovanardi di aver "mentito" dando agli operatori garanzie di dialogo e di confronto che poi "non sono state rispettate". Ferma contrarieta' al ddl anche da Giuseppe Bortone della Cgil e Silvia Stefanovic della Cisl.
"Se la strada per far vedere la luce entro la fine della legislatura allo stralcio del ddl Fini antidroga e anti spaccio, nel quale sono stati inseriti i punti piu' qualificanti del provvedimento, fosse quella di inserirlo in un decreto, e magari porre su di esso la fiducia, tale strada andrebbe percorsa". Ne e' convinto il senatore di An Riccardo Pedrizzi, secondo il quale "la norma e' necessaria e urgente, come ci dicono i dati contenuti nell'ultima relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze". "Qui non si tratta ne' di pugno di ferro ne' di giri di vite ma della scelta di incidere sul problema a monte, mettendo mano a quella riforma della normativa sugli stupefacenti che e' la conditio sine qua non per far uscire dal tunnel chi vi e' entrato e per non farvi entrare altri giovani. Questa, insomma, e' una legge che individua il nemico da battere nella droga, e non nel drogato. Tanto e' vero che si affianca alla norma di modifica dell'ex Cirielli, grazie alla quale i tossicodipendenti recidivi non rischieranno piu' di dover tornare in carcere se si trovano gia' in comunita'". "Se il ddl Fini piace a chi, come Muccioli, don Gelmini e don Benzi, ha fatto uscire dal tunnel della droga decine di migliaia di persone che vi erano drammaticamente entrate, e se non piace a chi, come il variegato fronte antiproibizionista, ha speso una vita per farcele entrare, vuol dire che va nella direzione giusta". http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=14355
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