Italia. Camere Penali: la riforma e' un attentato alla liberta' dell'individuo
Una riforma "inaccettabile", che scegliendo "la via dell'intolleranza" si traduce in un "pericoloso attentato alla libertà dell'individuo". L'Unione delle Camere penali spara a zero contro contro il ddl che ha anticipato, stralciandoli, 22 articoli del disegno di legge Fini sulla droga. Ed auspica perciò che la Camera esamini il testo licenziato dal Senato con un "dibattito approfondito e meditato", ma che soprattutto accolga "le istanze che provengono dal mondo degli operatori, affrontando la delicata materia del consumo delle sostanze stupefacenti fuori dalla logica della repressione". I penalisti accusano la riforma di realizzare "l'ennesima campagna contro il tossicodipendente, allargando l' offensiva al semplice consumatore, abolendo ogni distinzione fra sostanze stupefacenti e sanzionandone indiscriminatamente l'uso sempre e comunque". E avvertono: "Il rinnovato ricorso al concetto di 'dose giornaliera' finirebbe col riproporre le assurde conseguenze già sperimentate negli anni 1990-1993", con la legge Iervolino-Vassalli, che contribuì "al collasso delle fatiscenti strutture carcerarie". E non basta: "La criminalizzazione del consumo legittimerebbe, inevitabilmente, da un lato, l'inasprimento dei sistemi e dei mezzi di controllo delle abitudini del cittadino, che dovrà mettere in conto il pericolo di gravi intrusioni nella vita privata e,dall'altro, l' ingresso nelle fila della malavita dei semplici consumatori". Secondo i penalisti la riforma intende intraprendere la via della intolleranza "in nome di una visione etica della legge penale, che ha per obiettivo quello di rafforzare un apparato repressivo non sempre efficiente e comunque mai efficace rispetto al fenomeno sociale della diffusione del consumo di sostanze stupefacenti". E così peraltro si pone "in aperta contraddizione con i propositi, tante volte ribaditi da tutte le forze parlamentari, riguardanti la attuazione del così detto diritto penale minimo". Di qui la critica aperta al Senato, che "pur in presenza di un così grave intervento, ha votato con il meccanismo della fiducia, senza dibattito ed a scatola chiusa", "suscitando critiche e dissensi anche in chi aveva collaborato alla stesura del testo".
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