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La consulenza sul caso del ragazzo morto a Ferrara in settembre La madre ha aperto un blog per denunciare presunte percosse della polizia "Aldrovandi aveva assunto droghe" Ma i legali contestano la perizia
FERRARA - Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni morto il 25 settembre scorso davanti agli agenti del 113 di Ferrara, era molto indebolito all'assunzione di droga, eroina, ketamina ed alcool. Ad affermarlo è il medico legale Stefano Malaguti nella sua consulenza d'ufficio: "La causa e le modalità della morte risiedono in una insufficienza miocardica contrattile acuta, sostenuta da una condizione di stress psicofisico, determinante massimale stimolazione simpatica, responsabile dell'incremento dell'attività cardiaca e quindi del suo fabbisogno di ossigeno, non adeguatamente supportato per l'indebolimento funzionale dei centri respiratori bulbari conseguente alla assunzione di eroina, ketamina ed alcol".
La replica dei legali della famiglia non si è fatta attendere. Hanno espresso "fondate perplessità" e chiesto ai magistrati di proseguite nell'inchiesta per punire i responsabili. Secondo una perizia degli esperti di parte, Federico morì per asfissia.
"La 'diagnosi' di insufficienza miocardica contrattile acuta - sostiene l'avvocato Riccardo Venturi - è semmai la fotografia di un effetto, non di una causa, mentre l'incremento dell'attività cardiaca e del fabbisogno di ossigeno sono ovvietà assolute, da ricondursi non (o non solo) all'indebolimento funzionale dei centri respiratori conseguente all'assunzione di eroina, ketamina ed alcol (ci mancava pure quello...), bensì alla violenza della colluttazione e dell'immobilizzazione, successive".
"Si tratta - prosegue il legale - di una consulenza che non tiene in alcun conto la 'quantita' di forzà dispiegata nei confronti di Federico, nelle fasi della colluttazione ed immobilizzazione ad opera di quattro agenti di Polizia, concentrando tutta l'attenzione sugli effetti delle sostanze assunte, in quantitativi modesti, ore prima della sua morte: e questo, nonostante gli stessi consulenti della procura abbiano preso in considerazione l'ipotesi dell"instaurarsi di una condizione di ridotta escursione dei movimenti respiratori della gabbia toracica con possibile conseguente insufficiente apporto di ossigeno a livello polmonarè, ipotesi poi frettolosamente liquidata".
"Da tale passaggio (il legale indica le pagine 86/87 della consulenza) e dalla lettura della documentazione esaminata dai consulenti del pm (alle pagine 3/37) - aggiunge l'avv. Venturi - emerge chiaramente che costoro non hanno tenuto conto delle indagini, anche difensive, svolte da dicembre ad oggi, e si sono arrestati all'esame delle relazioni di servizio della Polizia ed atti collegati, redatti subito dopo il fatto: in particolare, vengono ignorate le modalità dell'immobilizzazione di Federico, descritte minuziosamente nei giorni scorsi al Pm da un testimone oculare". "L'interrogativo che sorge è: la documentazione delle indagini successive è stata volutamente ignorata dai consulenti del Pm - domanda il legale - o non è stata neppure consegnata loro?".
Infine, l'avvocato si sofferma sulle anomalie dell'inchiesta: "Segnaliamo da tempo che una delle vistose anomalie di questa indagine è la decisione di affidare l'autopsia a medici locali: con tutto il rispetto per il loro lavoro e la loro professionalità, i consulenti del Pm non dovevano essere gravati dalla responsabilità di ricercare le cause di questa morte, senza il fisiologico confronto con i consulenti degli agenti di Polizia, mai indagati".
"Ecco, in estrema sintesi - è la conclusione di Venturi - perchè la consulenza non esime il pm dall'onere di perseguire i responsabili della morte di Federico".
Intanto la madre di Federico, che aprì un blog per denunciare il caso, ha pubblicato l'agghiacciante foto scattata dalla polizia dopo la morte.
(22 febbraio 2006) http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/cronaca/ferrarablog/altraperizia/altraperizia.html
Caso Aldrovandi, c'è la perizia 'Morte dovuta a alcol e droghe' La morte del 18enne, secondo la perizia, sarebbe riconducibile a diverse concause, che hanno portato ad un indebolimento generale del ragazzo conseguente all'assunzione di droga e alcol
Ferrara, 22 febbraio 2006 - La morte di Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni deceduto il 25 settembre scorso davanti agli agenti del 113 di Ferrara, sarebbe riconducibile a diverse concause, che hanno portato ad un indebolimento generale del ragazzo conseguente all'assunzione di droga, eroina, ketamina ed alcool. Ad affermarlo e' il medico legale Stefano Malaguti nella sua consulenza d'ufficio, depositata ieri in procura, consulenza i cui risultati che sono stati illustrati alla stampa questa mattina dal procuratore capo Severino Messina.
Secondo i consulenti ''la causa e le modalita' della morte risiedono in una insufficienza miocardica contrattile acuta, sostenuta da una condizione di stress psicofisico, determinante massimale stimolazione simpatica, responsabile dell'incremento dell'attivita' cardiaca e quindi del suo fabbisogno di ossigeno, non adeguatamente supportato per l'indebolimento funzionale dei centri respiratori bulbari conseguente alla assunzione di eroina, ketamina ed alcool''.
Ieri, senza dire nulla di piu', il medico legale aveva ammesso con i giornalisti importanti divergenze con la conclusione cui erano giunti i consulenti della famiglia, che avevano ipotizzato una morte per asfissia, da compressione della cassa toracica. http://qn.quotidiano.net/art/2006/02/23/5404578
Caso Aldrovandi/ L'autopsia scagiona i poliziotti Mercoledí 22.02.2006 18:05
Non una morte per soffocamento dovuta a una immobilizzazione forzata con le manette dietro la schiena, durante le concitate fasi dell'arresto, come risulterebbe dalle perizie di parte prodotte dalla famiglia, ma "una insufficienza miocardica contrattile acuta, sostenuta da una condizione di particolare stress psico - fisico, determinante massimale stimolazione simpatica responsabile dell'incremento dell'attività cardiaca e, quindi, del suo fabbisogno di ossigeno, non adeguatamente supportato per l'indebolimento funzionale dei centri respiratori bulbari conseguente all'assunzione di eroina, ketamina e alcool".
Sarebbero queste, secondo le conclusioni dei periti nominati dalla Procura di Ferrara, Stefano Malaguti ed Eleonora Lumare, le cause della morte di Federico Aldrovandi, il giovane di 18 anni morto per strada il 25 settembre 2005 a Ferrara, di fronte all'ippodromo. Federico si sente male mentre sta tornando a casa dopo aver passato una serata con gli amici a Bologna: secondo la versione della questura - intervenuta sul posto dove viene segnalato un giovane in forte stato di agitazione - il giovane viene ammanettato per evitare che si faccia del male; in seguito Federico perde i sensi e muore, senza i soccorritori del 118 riescano a salvarlo.
La storia di Federico Aldrovandi viene denunciata su un blog in internet: la madre ipotizza che il figlio sia morto soffocato, schiacciato a terra dagli agenti: una recente perizia di parte avvalora questa versione, smentita ora invece dalla nuova perizia disposta dalla procura, in cui si sottolineano invece una serie di concause legate all'assunzione di droga e alcool. Per i periti nominati dalla procura, "il mancato riscontro di lesività traumatiche del tessuto cutaneo, sottocutaneo, muscolare ed osseo a livello toracico, appare poco suggestivo per la una valida ed importante compressione applicata sulla gabbia toracica", tanto più che quando intervenne l'ambulanza - alle 6. 04 di quella mattina - a Federico fuoriusciva sangue dalla bocca. Risulta difficile pensare - recita ancora la perizia - che in quel contesto, per contenere il giovane "fosse necessario il gravare sulla sua persona in posizione prona di uno o più agenti"; inoltre nessuna lesione è stata riscontrata al collo, al naso e alla bocca "potendosi quindi escludere l'instaurarsi di altri meccanismoasfitici meccanici nel corso degli eventi", come la compressione sulle vie respiratorie mediante modalità, di soffocamento, strangolamento o strozzamento. http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/aldrovandipoliziascagiona.html
Il 18enne non fu ucciso da polizia Ferrara,perizia parla di droga e alcool
Il 18enne ferrarese Federico Aldrovandi, morto davanti agli agenti del 113 di Ferrara il 25 settembre, sarebbe deceduto non per le percosse ricevute dai poliziotti ma per l'assunzione di un cocktail di eroina, ketamina e alcool che ha indebolito il suo fisico provocando un'insufficienza respiratoria e un arresto cardiaco. Lo attesta la perizia di parte della questura. La madre aveva aperto un blog per scoprire la verità.
La donna sostiene che il ragazzo invece sia stato ucciso dai colpi degli agenti che lo avevano trovato in una strada della città emiliana all'alba al ritorno da una serata in discoteca con gli amici. Ma la perizia effettuata dal pool di consulenti della procura di Ferrara mostra il contrario.
Il gruppo di esperti, guidato dal medico legale Stefano Malaguti, si è soffermato sulle condizioni psicofisiche del ragazzo al momento della colluttazione con gli agenti, rese a suo dire vulnerabili dall'assunzione di alcool e droga. Per il consulente del pm "la causa e le modalità della morte del ragazzo risiede in una insufficienza miocardica contrattile acuta, sostenuta da una condizione di stress psicofisico, responsabile dell' incremento dell'attività cardiaca e quindi del suo fabbisogno di ossigeno, non adeguatamente supportato per l'indebolimentofunzionale dei centri respiratori bulbari conseguente all' assunzione di eroina, ketamina ed alcool".
La colluttazione o l'uso degli sfollagente non sono, per il perito, causa della morte: "Risultano elementi suggestivi tali - scrive infatti - da poter escludere con elevata probabilità che le lesioni rilevate sulla testa e sulla faccia, e l'emorragia che ne è conseguita, possano avere rivestito ruolo causale rispetto all'evento morte". Nemmeno l'asfissia posturale, ipotizzata dai consulenti della famiglia Aldrovandi, è ritenuta rilevante: "Il mancato riscontro di lesività traumatiche a carico del tessuto cutaneo, sottocutaneo, muscolare ed osseo a livello toracico, appare poco suggestivo di una valida ed importante compressione applicata alla gabbia toracica". Non vi sarebbero insomma segni evidenti di una asfissia provocata da un agente che avrebbe gravato di peso sul ragazzo, e mancano "lesioni traumatiche a collo o altri orifizi respiratori".
Quanto alle droghe assunte dal 18enne, la perizia puntualizza che "la concentrazione di morfina nel sangue (pari a 0.36 microgrammi per millilitro) non possa, sulla base dell'ampia letteratura, essere ritenuta di basso livello, rappresentando viceversa un dato significativo rientrante nel 'range' dei valori di concentrazioni ematiche di morfina in soggetti venuti a morte in seguito ad assunzione di oppioidi (valori tra 0,1 e 2) per il suo effetto deprimente delle funzioni respiratorie".
Quindi l'insufficienza respiratoria è stata dovuta alla droghe. "In ogni caso, i valori riscontrati in sede di consulenza tossicologica non escludono affatto gli effetti psicodislettici e sistemici dello stupefacente a carico del sistema nervoso e cardiovascolare". Inoltre, ha spiegato il procuratore capo di Ferrara Severino Messina basandosi sulla perizia, lo stesso tasso alcolemico (0,4 microgrammi litro) "ha rappresentato un valore comunque non trascurabile per l'associazione e l'interazione con le sostanze stupefacenti".
"Ho ritenuto doveroso intervenire - ha spiegato il procuratore capo di Ferrara Severino Messina - visto il clima pesantissimo creato dal caso in questa città". In mattinata su un muro è stata scoperta la scritta 'polizia assassina'. "Io stesso sono stato accusato di aver coperto la polizia, e di aver voluto intimidire i testimoni" ha aggiunto. "Ora, sulla base degli elementi raccolti, sia dai nostri consulenti sia da quelli della famiglia, faremo le nostre valutazioni".
Di fronte a questi dati, il legale della famiglia Aldrovandi ha espresso forti perplessità. "La 'diagnosi' di insufficienza miocardica contrattile acuta è la fotografia di un effetto - spiega - non di una causa, mentre l'incremento dell'attività cardiaca e del fabbisogno di ossigeno sono ovvietà assolute, da ricondursi non (o non solo) all'indebolimento funzionale dei centri respiratori conseguente all'assunzione di eroina, ketamina ed alcol (ci mancava pure quello...), bensì alla violenza della colluttazione e dell'immobilizzazione, successive". http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo297752.shtml
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