comunicato sull'udienza del 31/01/2006
Costretti a cantare "viva il duce", a recitare oscene filastrocche fascistoidi, a improvvisare marce con braccio teso. Insieme a questo botte, spintoni, minacce, anche di "gambizzazione". Tre testi, tre storie differenti, ma identiche nella loro drammatica sequenza. Il comitato d'accoglienza, le botte nel corridoio, le durezze all'interno della cella. Uno dei testi, addirittura, viene portato a Bolzaneto dopo essere uscito dall'ufficio per vedere cosa accadeva nelle strade. Unghiate sul collo, flessioni sotto minaccia, insulti, sputi e l'obbligo di non sottrarsi al can can fascista made by sesto reparto mobile, g.o.m. e polizia penitenziaria. I test riconoscono le divise, sia del reparto mobile, sia dei g.o.m. nonostante il tentativo della difesa degli imputati di confondere i testi mostrando le divise della guardia di finanza. I testi sono sicuri e evitano la trappola. Nella sequela di violenze della caserma di Bolzaneto, emerge una realta' storica che sembra trovare valido sfogo in prove processuali, attraverso le testimonianze dei testi. Prossima udienza lunedi' 6 febbraio
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