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Abbandonati anche da Adinolfi
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Tomy Lobo Thursday, Feb. 02, 2006 at 6:41 PM |
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Come nella migliore TRADIZIONE quando il gioco si fa duro i capetti se la squagliano
sedetdr.jpg, image/jpeg, 320x240
Su uno dei siti di riferimento dell'estrema destra di Roma noreporter.org il factotum Gabriele Adinolfi non ce l'ha il coraggio di dire: ebbene si siamo nazisti ci rifacciamo al nazionalsocialismo tedesco degli anni 30/40
No! non gli regge... e scrive:
“Lazio, Livorno: stessa iniziale, stesso forno”. Si può disquisire sul buon gusto dell’insulto goliardico, ma sempre goliardico esso è. In un forno si possono gettare le magliette, gli striscioni, le sciarpe, le figurine panini che indicano i calciatori. Macché, per riflesso condizionato si è stabilito che i buontemponi di domenica scorsa si riferissero ai forni crematori e dunque, per una serie di automatismi si arriva all’immaginario di Auschwitz che, dei forni crematori, ha conquistato il monopolio..."
Tutto qua?!?!?? Eh gia'... accannati quando il gioco si fa duro. I "buontemponi" sarebbero gli estremisti di destra di TDR (Tradizione Distinzione) gente che forse, forse... tifa anche Roma, ma li di laziali, madridisti e altri fasci di tutto il mondo ce ne trovi sempre. Gente che da anni e anni presidia l'unico angolo di curva che si vede dalla TV per poterci sventolare le loro bandiere rosse e bianche con la il logo TD, tricolori con lo scudetto dell'Italia (per quelli che non capiscono bene?) o nere e oro, cappellini con scritto CharleMagne (divisione SS ultima a tenere Berlino). Ogni tanto forse qualcuno che capita li inconsapevole porta qualcosa di giallorosso. Vabbe per dire che questa e' una vera e propria succursale di fascistume (e' un progetto politico che dura da anni) e stanno li' che la AS Roma, gli altri tifosi, gli altri gruppi vogliano o meno questi quello devono fare e quello fanno la loro missione come un ultima sgrammaticata pattuglia nazista/oide.
"Caro" Adinolfi non e' bello MOLLARLI proprio adesso... come dite voi altri? Se un uomo non e' disposto a correre qualche rischio per le sue idee...
post scriptum: magari finite col pullman giu' da un viadotto e non se ne parla piu'
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Adinolfi infame
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oggi come ieri Thursday, Feb. 02, 2006 at 9:46 PM |
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Adinolfi è solo un vile ed un infame che nell'80, ai tempi delle inchieste della magistratura bolognese e romana su Terza Posizione è scappato lasciando nella merda la base dell'organizzazione. E si parla di ragazzini con età media non superiore ai 20 anni....
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le perle di adinolfi
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che uomo! Thursday, Feb. 02, 2006 at 10:49 PM |
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"Un uomo non si lascia calpestare né lascia insultare il sangue dei suoi fratelli e dei suoi antenati per poi celebrare solo quello altrui." Che frasi pompose e stupide,è il tipico delirio di persecuzione e di onore da fascisti.e i fratelli chi sarebbero?quei cretini di italiani che c'erano domenica all'olimpico?ma bruciamoliiii
"la mancanza di attributi " anche questa ossessione qui del non essere veri uomini è da manicomio
"si è stabilito che i buontemponi di domenica scorsa si riferissero ai forni crematori" pure falso e bugiardo vigliacco che non ha il coraggio di ciò che dice?e sarebbero questi gli "attributi"di Adinolfi?penoso..
"i nostri connazionali se ne fregano dell’oltraggio chiaro e osceno dei propri Martiri?" è proprio scemo,pensa di vivere in un altro mondo...come son messe male le destre italiane..
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MOLLATI... anche da Fiore
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Tomy Thursday, Feb. 02, 2006 at 11:07 PM |
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Fuggi fuggi generale anche Fiore abbandona i nazisti dell'olimpico anche se pochi giorni fa acclamava Di Canio... che schifo
FIORE DENUNCIA PISANU Destano sorpresa e perplessita' le dichiarazioni del Ministro Pisanu sui fatti avvenuti all'Olimpico domenica scorsa. Affermo con tranquillità e decisione che quegli episodi non sono per nulla ascrivibili a Forza Nuova o a persone ad essa vicine. Come noto e molte volte affermato dalla stesse autorita' ed Istituzioni, Forza Nuova nei suoi otto anni di attivita'non si e' mai resa responsabile di simili atti ne' ha mai propagato simili idee. Come segretario nazionale ho già dato mandato ai miei legali di perseguire civilmente e penalmente il Ministro Pisanu e tutti gli organi di informazione che concorreranno a diffondere simili calunnie.
Il segretario nazionale Roberto Fiore
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Nun riesci proprio a fattece le seghe con quella foto?
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antifa Friday, Feb. 03, 2006 at 3:24 PM |
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Ah, meno male, che ce l'hai postato. Un capolavoro dell'ars retorica latina. Ma spiegame una cosa: quando a Casa Pound ve incontrate il sabato sera con Adinolfi, parlate de 'ste cose qui? Ma nun c'avete mai pensato a trovavve una pischella e a andavve a divertì in giro? No, dico così, per chiede.
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se... aspetto
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Lobo Friday, Feb. 03, 2006 at 4:05 PM |
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Citano Evola e Concutelli , si definiscono «a destra della destra»
il menzognero
di DAVIDE DESARIO
ROMA - Tradizione-Distinzione. E’ il gruppo di ultrà romanisti più estremo. «A destra della destra», come gli piace definirsi nel loro sito internet. Ed è anche il nome che si ripete, pagina dopo pagina, nel dossier messo a punto dalla Digos romana sugli striscioni nazifascisti apparsi domenica scorsa all’Olimpico durante la partita Roma-Livorno. Un dossier multimediale: fatto di diciotto pagine dattiloscritte, fotografie e alcuni Dvd dove sono state riversate le immagini registrate dalle 36 telecamere digitali dello stadio e da quelle “invisibili” degli agenti in borghese. Nell’informativa, ancora incompleta, preparata dal dirigente della Digos, Lamberto Giannini, e passata nelle mani del questore di Roma, Marcello Fulvi, del capo della polizia Gianni De Gennaro e del Ministro Giuseppe Pisanu e non ancora presentata alla Procura romana vengono identificate oltre cento persone ma si prevedono denunce per solo undici naziultrà: sono tutti maggiorenni, di età compresa tra i 22 e i 30 anni. Non hanno un’identificazione territoriale. Vivono in diversi quartieri della Capitale da piazza Bologna a Prati, da Tiburtina a Parioli e Portuense. Alcuni, domenica, erano in Curva Nord e si sono resi protagonisti, con i tifosi livornesi, di lancio di oggetti e esposizione di bandiere e stendardi di stampo nazista o che incitano all’odio razziale. Altri, invece, sono quelli che secondo gli investigatori hanno organizzato l’esposizione dei due maxistriscioni nazifascisti (quello di 30 metri con la scritta “Lazio Livorno stessa iniziale stesso forno” e l’hitleriano “got mit uns”). Cinque, secondo l’informativa giunta sulla scrivania di Pisanu, gravitano in Tradizione Distinzione, un gruppo nato nel 1996 tra alcuni ragazzi che avevano la passione per il calcio e per l’A.S. Roma, «che altro non è che l’ultimo simbolo di una tradizione eroica e solare che ha dominato il mondo con la sua civiltà, la sua divisione in caste, la sua politica e per ultimo la sua enorme potenza militare». Ai pionieri, si sono aggiunti in questi dieci anni di presenza nel settore più basso della Curva Sud, fuoriusciti di altre tifoserie organizzate meno estremiste come i Boys e Opposta Fazione. E poi tanti altri ragazzi reclutati anche grazie alla pubblicazione di una fanzine “Blackshirt” (camicia nera). Dipingere quelli di Tradizione Distinzione come i soliti “fascistelli di periferia” che si divertano a dare la caccia all’immigrato è un errore. Sono tifosi, ma soprattutto esponenti della ultradestra romana che hanno scelto la Sud come sede. Loro, per primi, ci tengono a prendere le distanze dall’essere di destra per moda anche se a molti “pischelli ’de roma” piace vestire con i gadget venduti dal gruppo. Quelli di Tradizione Distinzione si autodefiniscono “studiosi” e, infatti, sulle loro pagine web invece di parlare di Totti e Montella, consigliano alcune letture ("La dottrina aria di lotta e vittoria” di Julius Evola e “Captiva” dell’ordinovista con tre ergastoli da scontare, Pierluigi Concutelli) e citano Ezra Pound e Nietzsche: «Fratelli davanti al bisogno, uniti di fronte al nemico, liberi davanti alla morte».
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non vi fanno più come una volta
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me Friday, Feb. 03, 2006 at 5:36 PM |
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come al solito siete dei pagliacci che mistificano la realtà. ecco l'articolo completo, tratto da http://www.noreporter.org leggendolo tutto forse lo capirete. forse, ma non mi attendo molto da idioti che da dietro le barricate passano dietro la tastiera.
"La cosa più oscena è che ci siamo abituati. I nostri riflessi condizionati ci paralizzano e non reagiamo più; a nessuna delle palesi ingiustizie che si consumano quotidianamente in ogni campo, su ispirazione dei commissari politici del banalmente corretto che imperversano sui media visivi e cartacei. A nessuna delle distorsioni servili dell’equità, del diritto e del buon senso che vengono continuamente compiute dagli ottusi e meschini amministratori di ogni cosa. Sicché non si sono alzate voci scandalizzate per quella sentenza che i soliti ineffabili giudici del calcio hanno pronunciato contro la Roma dopo la partita con il Livorno. L’Olimpico è stato squalificato per un turno e la prossima partita casalinga si giocherà in campo neutro e a porte chiuse. Il che, per inciso, danneggia anche qualche tifoso cagliaritano che si era già pagato il viaggio a Roma. Motivo? Uno striscione “razzista”. Ma cosa diceva quello striscione? “Lazio, Livorno: stessa iniziale, stesso forno”. Si può disquisire sul buon gusto dell’insulto goliardico, ma sempre goliardico esso è. In un forno si possono gettare le magliette, gli striscioni, le sciarpe, le figurine panini che indicano i calciatori. Macché, per riflesso condizionato si è stabilito che i buontemponi di domenica scorsa si riferissero ai forni crematori e dunque, per una serie di automatismi si arriva all’immaginario di Auschwitz che, dei forni crematori, ha conquistato il monopolio con buona pace,ad esempio, di quelli in cui i francesi arsero vivi gli algerini a metà anni Quaranta. Complimenti! In nessuno paese civile, soprattutto in nessun paese a diritto romano è accettabile un simile ragionamento inquisitorio. Va bene forse nella giustizia stalinista e in quella neo-con, che è poi la medesima; non in un paese di uomini liberi, non in un paese di uomini. Di sicuro però questo non è un paese di uomini. Un uomo non si lascia calpestare né lascia insultare il sangue dei suoi fratelli e dei suoi antenati per poi celebrare solo quello altrui. Ed anche nella dirigenza del calcio la mancanza di attributi si è rivelata sfrontata. Innanzitutto per la condanna inflitta precipitosamente alla Roma. Il regolamento imposto alle tifoserie vieta e punisce infatti ogni frase che inciti alla “discriminazione razziale, territoriale o religiosa”. Posto che non si può parlare di nessuno dei tre casi per quanto concerne la Lazio e solo di discriminazione territoriale per quel che riguarda il Livorno, non si può, allora, non squalificare tutti i campi di tutte le serie calcistiche e di qualsiasi disciplina sportiva in quanto cori e striscioni comportano sempre la “discriminazione territoriale”. Seguendo questa logica il Napoli dovrebbe vincere a tavolino 3-0 tutte le partite in trasferta. Se per spiegare la sentenza aberrante della federcalcio si vuol ricorrere, sempre per una serie di automatismi alla motivazione dell’incitazione all’odio e dell’apologia di crimine, qualcuno spiegasse agli italiani come è possibile che i tifosi del Livorno espongano striscioni (chiaramente visibili anche sul loro sito internet) quali: “Il compagno Tito ce l’ha insegnato, infoibare i triestini non è reato”. E qui non c’è rischio di equivoco. C’è scritto “infoibare i triestini”: è un incitamento al genocidio, un’esaltazione di un crimine contro l’umanità, nonché un proclama di alto tradimento visto e considerato che si esalta il massacro di civili italiani. Allora, per giustificare l’ignominiosa squalifica dell’Olimpico, le autorità calcistiche dovrebbero, quantomeno, squalificare il campo della Triestina per dieci giornate (e la prescrizione in casi di autoritarismo non vale, così come non è valso il diritto nel comminare la sentenza anti-Roma). Questo equilibrerebbe l’arbitrariato commesso dalla disciplinare contro la Roma ma non sarebbe sufficiente a far ritrovare quel minimo d’orgoglio che contraddistingue un popolo. Come giustificano gli italiani con se stessi il fatto che l’Olimpico sia stato squalificato per compiacere indirettamente - per una serie di automatismi che si poggiano l’uno sull’altro - un popolo offeso per via indiretta ma che intanto i nostri connazionali se ne fregano dell’oltraggio chiaro e osceno dei propri Martiri? Probabilmente non lo giustificano perché chi perde i coglioni non ha il coraggio di ammetterlo! E allora, avanti così: siamo pronti per la spazzatura della storia; laddove tutti i popoli vigorosi relegano quelli vili e servili, quali siamo diventati da tempo o, perlomeno, tanto ci piace lasciarlo credere.
Gabriele Adinolfi"
P.S. in questura dove lavorate potreste trovare delle foto migliori di Adinolfi. in quella è pressocchè irriconoscibile
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