«Ogni altra pianta i cui principi attivi possono provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali e tutte le sostanze ottenute per estrazione o per sintesi chimica che provocano la stessa tipologia di effetti a carico del sistema nervoso centrale»
«Ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica dello stesso ordine o di ordine superiore a quelle precedentemente indicate»
Con queste due belle frasette, come facevano notare ieri Liberazione e Manifesto, il decreto legge sulle olimpiadi, che contiene la nuova legge sulla droga, mette fuorilegge anche tutti gli alcolici e pure l'uva.
Non si sa se la fretta del Polo abbia partorito l'ennesimo gattino cieco, o se sia invece una questione di incapacità tecnica, di isteria proibizionista o di legislatori sotto effetto di sostanze psicoattive, o ancora di una manina perfida, ma il risultato rimane.
Il bello (insomma) di tutta la faccenda è che il testo è passato al Senato con la fiducia, e pertanto non è emendabile; questo vuol dire che tra pochi giorni il testo verrà licenziato alla Camera così com'è, e che l'unica alternativa sarebbe quella di abbandonarlo, rinunciando però alla legge sulla droga e anche ai soldi per le olimpiadi.
La legge, di per sé incivile, sulla quale non vale la pena di spendersi molto, eserciterebbe perciò i suoi effetti anche sul mercato degli alcolici. Il che vuol dire che 15 giorni dopo la sua pubblicazione sulla G.U. qualsiasi volenteroso potrà munirsi di elenco telefonico, andare in procura e denunciare tutti i bar, i ristoranti, le cantine e i produttori e distributori di alcolici della sua zona, chiedendo il sequestro delle loro attività di "spaccio" per le quali i gestori rischieranno, stando alla legge, da 6 a 20 anni di reclusione.
Questo indipendente dalla pubblicazione o meno delle fantomatiche tabelle sulle quantità detenendo le quali si è "consumatori" e non "spacciatori"; data l'evidenza del fatto che bar, reti di distribuzione e siti produttivi sono manifestamente dedicati al commercio, e non possono in alcuna maniera essere intesi come destinati al "consumo personale".
La cosa non è male, dal punto di vista dell'antiproibizionismo, prima di tutto perchè è impensabile che dalla sera alla mattina venga introdotto il proibizionismo alcolico senza che chi ha fatto la legge si trovi inseguito da nugoli di osti e avvocati assoldati dai produttori, secondariamente perchè si tratterebbe della più formidabile campagna pubblicitaria mai attuata nel nostro paese al fine di dimostrare l'idiozia del proibizionismo, e l'idiozia ancora più grande della proibizione della cannabis, che paragonata all'alcool ha la pericolosità di una bicicletta di fronte a quella di un camion.
Per il momento il mondo del commercio e della produzione alcolica tace, forse sperando che una manina rimedi in silenzio, senza attirare troppo l'attenzione sul fatto che l'alcool "fa" molto di più delle canne, ed è a buon diritto una pericolosa "droga", ma prima o poi questo nodo arriverà al pettine. Non resta che fare come al cinema: sedersi e apsettare che inizi lo spettacolo.
k'articolo de il Manfesto:
«A rischio anche il Brunello» L'alcol e le droghe Scontro in Commissione giustizia sulla legge Fini. L'opposizione va all'attacco: con le nuove norme a rischio anche il vino e alcune piante ELEONORA MARTINI ROMA Il vino, fiore all'occhiello del made in Italy, è in serio pericolo. Sarà infatti vietato coltivare la vigna, come la marijuana, dopo l'approvazione definitiva prevista per martedì prossimo, della legge Fini-Giovanardi. «Nella fretta di applicare una legge tutta "elettorale" hanno commesso l'errore di non elencare le piante una per una, ma di dare una definizione molto generica e lacunosa», ha denunciato ieri mattina l'associazione di operatori Itaca, in occasione del passaggio alla Camera dello stralcio Giovanardi. E lo ha ripetuto nel pomeriggio il deputato Ds Franco Grillini, che in Commissione giustizia si è scontrato con il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. «Voi vi preoccupate solo degli embrioni e dei giovani non ve ne importa nulla. Criminalizzarli e rovinargli la vita solo per qualche spinello è davvero una cosa inaccettabile», ha gridato Grillini minacciando di elencare i nomi di quei tanti giovani (6 negli ultimi anni) che si sono suicidati «perché messi sotto torchio dalle forze dell'ordine per l'uso di droghe leggere».
Non più solo droghe leggere, quindi, alla stregua di tutte le altre, ma anche alcol, tabacco e - azzarda qualche tossicologo - «la noce moscata, ad esempio, droga di facile reperimento usata spesso nelle carceri». Infatti nell'articolo 14 che puntualizza i criteri per la formazione delle tabelle (rimandate al ministero della Sanità per una successiva compilazione), il punto 7 descrive le tipologie di piante proibite: «Ogni altra pianta i cui principi attivi possono provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali e tutte le sostanze ottenute per estrazione o per sintesi chimica che provocano la stessa tipologia di effetti a carico del sistema nervoso centrale». «In effetti questa dicitura è adeguata a rappresentare l'alcol - commenta Giovanni Greco della Società italiana di Alcologia - con questa legge saremo di fronte ad una vera rivoluzione copernicana, bisognerà rivedere tutta la normativa esistente sull'alcol». Il punto 4 dello stesso articolo descrive invece le sostanze: «Ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica dello stesso ordine o di ordine superiore a quelle precedentemente indicate», che sono oppiacei, cannabinoidi, coca e alcaloidi, anfetamine e acidi vari.
La vigna e l'alcol, dunque, annoverate tra le piante e sostanze che sarà proibito «coltivare, produrre, fabbricare, estrarre, raffinare, vendere, offrire o mettere in vendita, cedere, distribuire, commerciare, trasportare, procurare ad altri, inviare, passare o spedire in transito, consegnare». Chiunque lo farà sarà punito «con la reclusione da 6 a 20 anni e con la multa da 26mila a 260mila euro».
Avvertito della «gaffe» da Tiziana Valpiana (Prc), l'ex ministro della salute Girolamo Sirchia ha commentato:«Se fosse riferito ai minori sarebbe giustissimo, ma generalizzato a tutti sarebbe irrealistico e porterebbe ad una norma impraticabile». Come se invece fosse praticabile quando riferito all'uso di hashish e marijuana. Ma che sia una gaffe, quella dell'alcol, è tutto da dimostrare, almeno stando a quanto riportato dal radicale Marco Contini, secondo il quale «Conti (An) relatore del provvedimento, ha risposto che il riferimento è intenzionale».
La legge più arretrata d'Europa (come la definisce Franco Corleone) è «una vera truffa costituzionale - spiega l'on. Marco Boato dei Verdi - perché lo stralcio Giovanardi è stato inserito nel decreto legge sulle Olimpiadi invernali dopo la firma di Ciampi». «Ha inoltre tutti i caratteri di incostituzionalità - continua - ma con il voto di fiducia azzereranno tutto, perfino le centinaia di emendamenti dell'Unione. E' un clima da fine dell'impero». E infatti ieri sera la Camera ha respinto, a scrutinio segreto, con 50 voti di scarto, le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'Unione. E se gli operatori del «privato sociale» del Cnca avvertono che non accetteranno nelle loro strutture chi fa uso di droghe leggere, perché «non svendiamo la nostra storia», le associazioni dei consumatori stanno preparando una lettera-appello a Ciampi affinché rinvii alle camere la legge. «Incredibilmente - dice Francesco Piobbichi (Prc) - lo psicofarmaco pediatrico Ritalin è invece regolamentato in modo che, fino a 14 anni, se ne può anche abusare». «Smantellano il welfare e le scuole, ma i bambini troppo agitati si può sempre imbottirli di psicofarmaci», ironizza. E forse, fino al 9 aprile, c'è poco altro da fare
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