tratto da repubblica.it
Ferrara, i risultati degli accertamenti degli esperti di parte "Decesso causato dall'immobilizzazione forzata". Lunedì Aldrovandi, la perizia della famiglia "Federico morì per asfissia" Lunedì sarà depositata la perizia medico-legale disposta dal pm
FERRARA - Ad uccidere Federico Aldrovandi non sono state l'eroina e la ketamina che aveva assunto, e nemmeno delle ipotetiche percosse. A provocare la morte del ragazzo di 18 anni, il 25 settembre scorso, davanti agli agenti del 113 di Ferrara intervenuti per calmarlo, è stata un'asfissia provocata dalla "compressione toracica" cui fu sottoposto dai poliziotti.
Un' "immobilizzazione forzata" che probabilmente durò per quindici minuti. Sono le conclusione a cui sono giunti i consulenti della famiglia del ragazzo, e che saranno depositate lunedì. In quello stesso giorno è previsto anche il deposito della perizia medico-legale disposta dal pm Mariaemanuela Guerra (che coordina le indagini sulla vicenda) sul corpo del ragazzo.
Secondo i legali della famiglia "l'assunzione di modesti quantitativi di sostanze stupefacenti (eroina e ketamina) da parte del giovane, alcune ore prima della morte, pare avere efficacia causale assai discutibile".
Dagli atti di polizia e procura emerge, per i consulenti, che "dopo l'arrivo della prima pattuglia del 113, vi fu una violenta colluttazione tra il ragazzo e gli agenti" a cui seguì "l'immobilizzazione forzata a terra, protrattasi per alcuni minuti, in posizione prona ed ammanettato con le mani dietro la schiena, mentre almeno un agente di polizia gravava su di lui, comprimendogli la cassa toracica".
Dal referto del 118, emergono i tempi dell'intervento del personale sanitario: "La chiamata dalla centrale operativa del 113 è delle 6.08, l'ambulanza della Croce rossa e l'auto medicalizzata partono alle ore 6.10, l'arrivo sul posto della prima risale alle 6.15 e della seconda alle 6.18". Inoltre, "Dagli atti della polizia emerge, per i legali, che la richiesta di inviare un'ambulanza è stata radiotrasmessa dalla volante 'alfa 3' alla centrale operativa del 113 alle 6.04, quando sul posto era già intervenuta la volante 'alfa 2'".
E' basandosi su questi dati Anselmo e Venturi spiegano che Aldrovandi è rimasto a terra in posizione prona, con braccia ammanettate dietro la schiena, almeno per undici minuti (dalle 6.04 alle 6.15) e che l'emergenza sanitaria ("intesa come presa di coscienza da parte degli agenti della necessità di soccorrere i giovane") deve essere precedente alla chiamata al 113. Il soccorso è stato "tardivo" per i legali, che invitano anche a valutare "il mancato utilizzo del defibrillatore portatile che si sarebbe trovato a bordo di una delle auto del 113"
Gli avvocati poi citano una teste che avrebbe riferito che Federico "rantolava e chiedeva aiuto" mentre un poliziotto tentava di ammanettarlo.
La famiglia del ragazzo ha sempre puntato il dito contro una supposta sottovalutazione dell'accaduto e una stasi nelle indagini "ripartite solo a gennaio quando la madre ha aperto un blog su internet" ha aggiunto l' avvocato. Blog tra i più visitati d'Italia e che contribuì a far sì che della vicenda si interessassero i media nazionali.
La segreteria provinciale del Siulp chiede chiarimenti rapidi, perché la pressione psicologica del "processo mediatico" inficia la serenità degli operatori.
(17 febbraio 2006)
p.s.: scusate se ho dovuto postare un articolo della repubblica (di certo non una fonte indipendente) ma il tempo, si sa, manca sempre the mad umanoid
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