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Italia. Le droghe? Tutte uguali, per un italiano su due Italiani proibizionisti in materia di droga ma propensi a considerare chi la consuma bisognoso di cura più che di repressione: così sembrerebbe, stando a un'indagine dell'Eurisko, commissionata dall'editore Samuele Piccolo e resa nota oggi, nell'ambito della presentazione di un opuscolo dal titolo "Diamo un calcio alla droga" che sarà distribuito agli studenti delle scuole romane. Dalla ricerca, effettuata telefonicamente dal 15 al 20 febbraio scorsi su un campione di mille persone over 15, emerge infatti che il 45% degli italiani, quasi la metà, ritiene che le droghe siano tutte uguali, anche se poi hashish e marijuana tendono a essere considerate meno pericolose (77%) di eroina e cocaina (95%). Un italiano su tre (35%), secondo l'indagine, conosce persone che fanno uso di droga, e il fenomeno appare più prossimo fra i giovani (meno di 18 anni: 60%, dai 18 ai 24 anni: 55%), tra gli studenti (70%), tra chi ha un'istruzione più elevata, chi vive nel Centro e presso la popolazione maschile. Il 66% considera l'uso di droga una "malattia da curare", ma ben il 22%, cioé quasi uno su quattro, ritiene che si tratti di "un reato che va punito"; in particolare, gli elettori di centrosinistra e del Nord-est sono più orientati a considerarlo una malattia (73%), quelli di centrodestra e del Sud un reato (36%). Inoltre, la necessità di punire chi fa uso di stupefacenti è riconosciuta dal 55% nel caso delle droghe leggere e dal 72% per quelle pesanti; una propensione alla repressione che risulta più marcata al Sud. Infine, secondo l'indagine Eurisko, il 60% degli italiani si dichiara d'accordo con le nuove norme, che equiparano la pericolosità e la perseguibilità di tutte le sostanze, con una predominanza di elettori del centrodestra. I più favorevoli alla nuova legge sono donne (66%), del Sud (66%) e maturi (55-64 anni). Più cresce il livello di istruzione, invece, più cala il gradimento: i laureati sono infatti i meno entusiasti (37%), quelli con la sola licenza elementare i più convinti (65%). Nel corso della presentazione dell'opuscolo e della ricerca, lo psicoterapeuta Marco Angeleri, uno dei responsabili della Fondazione Villa Maraini, ha messo in guardia dall'equiparare dipendenza e utilizzo delle sostanze e ha esortato a "dire la verità ai giovani". L'uso di droga, ha spiegato, facilita il rapporto con la realtà: "se un giovane si trova in una situazione conviviale, certamente un bicchiere di vino o uno spinello lo aiutano a sentirsi meglio con gli altri. La droga è un mediatore in questo senso". Con l'età, ha detto ancora, la necessità di questo mediatore normalmente sparisce, ma qualche volta accade invece che se ne senta sempre più il bisogno, e così si passa alla dipendenza, che è una malattia è va curata, anche con i farmaci". Riguardo alle nuove norme che equiparano tutte le droghe, secondo Angeleri "c'é differenza tra la pericolosità delle varie sostanze", mentre "non è sbagliato che la risposta dello Stato sia uguale per tutte. E comunque, ha sottolineato, "al ritorno da una serata, tra chi si è fumato uno spinello e chi ha bevuto un litro e mezzo di birra, io farei guidare chi ha fumato".
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=14575
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