Italia. Se una legge proibizionista non piace neppure ai proibizionisti... il caso Muccioli e la riforma antidroghe
Una "enorme schifezza elettorale". Non c'e' andato leggero Andrea Muccioli, figlio del fondatore della Comunita' di San Patrignano che, proprio a nome della comunita' delle colline riminesi e delle altre 40 associazioni che l'affiancano, accusa direttamente Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini di essere degli "irresponsabili". Cosi' nell'intervista rilasciata a Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: "Hanno spacciato per rigorosa e severa una legge che invece depenalizza di fatto il consumo garantendo una sorta di impunibilità a moltissimi casi di spaccio". Sotto accusa è in particolare un comma dell’articolo 73: "In pratica se tu dimostri che sei un consumatore non c’è un limite preciso alla quantità". Il problema sta nelle tabelle che non ci sono e che comunque possono essere aggirate; insomma in 5 anni questa maggioranza non e' riuscita a rispettare le promesse fatte a San Patrignano. Unico risultato: un "papocchio elettorale".
Altro che "permissiva, debole o incompleta". La legge Fini sulla droga è "equilibrata" e quando il ministero della Salute metterà a punto le tabelle tutte le "perplessità verranno sicuramente superate". Il portavoce di An, Andrea Ronchi replica così. "Andrea Muccioli, non da ora gode della stima e dell'apprezzamento di An, ma la sua polemica di oggi contro la legge Fini sulla droga, caratterizzata da un presunto 'permissivismo', dimostra quanto questa legge sia, in realtà, equilibrata. Non si tratta infatti, come dice la sinistra, di norme repressive, né al contrario, come sostiene Andrea Muccioli, di una legge debole e incompleta". "I pilastri su cui si fonda la legge, prevedendo la prevenzione, il recupero dei tossicodipendenti e il contrasto dello spaccio rappresentano infatti il giusto equilibrio per combattere efficacemente il dramma della drog a. Ritengo che le perplessità di Andrea Muccioli verranno sicuramente superate quando, dal ministero della Salute, saranno predisposte le apposite tabelle".
A conferma dell'imminente arrivo delle tabelle il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi ha spiegato che "per lo spinello è prevista una sanzione amministrativa. Vogliamo evitare che qualcuno possa dire che fumando uno spinello si finisca in galera: cosa assurda e strumentalizzata". "Stiamo pensando di fare, con il gruppo di esperti di altissimo livello, un lavoro per coniugare gli obiettivi della legge che sono quelli di garantire la vita, soprattutto ai più giovani, e di non consentire ad alcuno di speculare proprio sulla vita dei cittadini".
"Il governo, per una chiara esigenza e una sfrenata corsa elettoralistica, ha approvato in materia di droghe un autentico pasticcio, che è contestato (ovviamente, per ragioni opposte) sia da noi antiproibizionisti, sia dai proibizionisti", commenta Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani e membro della segreteria della Rosa nel Pugno. Le misure in materia di droga volute dal governo "produrranno solo disordine e caos: ai danni dei ragazzi, della polizia, della magistratura. E con la sola esultanza della criminalità, che continuerà a lucrare indisturbata sul narcotraffico". "Per questo invito Andrea Muccioli a votare Rosa nel pugno. Così avrà la garanzia che quella legge pasticciata sarà abolita. Poi, subito dopo, discuteremo (pur da posizioni opposte) sulla nuova legge, e (quasi certamente) ci divideremo: ma l'Italia ha bisogno di norme serie, e non di pagliacciate propagandistiche e pericolosissime come quelle volute da questa maggioranza, che si riveleranno solo capaci di mettere nei guai centinaia di migliaia di ragazzi".
"Ha aspettato fino all’ultimo. Unico, insieme a Don Gelmini, tra le centinaia di operatori del settore pubblico e privato a non contestare la nuova normativa sulle droghe partorita dal Governo, finché ha avuto qualche speranza di ottenere ciò che fortemente voleva (o pretendeva, viste le promesse ricevute dai rappresentanti della maggioranza) ha preferito non pronunciarsi. Contrariamente a quanto ha fatto Don Gelmini, non ha esultato dopo l’approvazione della legge, ma ha tentato in tutti i modi di esercitare tutta la pressione di cui era capace per tentare, in extremis, di “correggerla”, di modificarla in senso ancora più restrittivo", dichiara Marco Contini, segretario di Antiproibizionisti.it. "Ora, preso atto del deludente risultato, Andrea Muccioli esce allo scoperto e sfoga tutto il proprio risentimento nei confronti di quegli esponenti politici che per cinque anni l’avevano rassicurato promettendogli un’altra legge. Diversa, più dura. Ancor più cinicamente ottusa di quella esistente. Non è possibile capire nulla di quanto è successo negli ultimi mesi, se non si considera l’enorme peso e il potere di condizionamento che una realtà come San Patrignano è in grado di esercitare sulla classe politica. Se la stessa Letizia Moratti - da sempre grande sponsor, finanziatrice e amica della famiglia Muccioli – si è spinta ad affermare (lo ha fatto anche recentemente sulle pagine de “L’Espresso”) che il suo non è che un modesto contributo, una goccia nel mare di finanziamenti che arrivano a quella realtà, è forse possibile individuare un ordine di grandezza che si avvicina molto a quello del PIL di uno Stato non piccolo. E infatti, la cosiddetta “città modello” è in realtà più simile a un vero e proprio Stato nello Stato che, esattamente con lo stesso metodo e la stessa prepotenza esercitati dalle gerarchie vaticane, preme su un ceto politico ormai incapace di agire autonomamente su propria iniziativa, per ottenere ciò che considera gli sia dovuto. In più di un’occasione abbiamo definito gli esponenti di questa maggioranza dei “buoni a nulla, capaci di tutto”. L’ira di Muccioli conferma la loro incapacità e inadeguatezza a conseguire quei risultati che pure noi da sempre abbiamo osteggiato in ogni modo. Ora non siamo noi, ma il leader di San Patrignano a dire che «il rimedio è stato peggiore del male», che «hanno partorito un papocchio elettorale sulla pelle della gente». Eppure i suoi obiettivi erano, sono sempre stati e restano tuttora diametralmente opposti ai nostri. Ma a questo punto, in piena campagna elettorale, il rischio è un altro. È quello che dalla parte opposta (dove gli amici della famiglia certamente non mancano) si faccia a gara per entrare nelle grazie di San Patrignano. Non si tratta di un rischio remoto, se si considera che i segnali in questo senso non sono mai mancati. In fondo, la vecchia Jervolino-Vassalli, prima delle modifiche apportate dal voto referendario, a loro andava più che bene. Lo si evince dalle parole di Muccioli riportate da Gian Antonio Stella e lo conferma la stessa Letizia Moratti, che ritiene quella «una buona legge». Il problema vero si è posto per loro dopo il 1993. Quello fu un duro colpo per Vincenzo Muccioli e per ben tredici anni tutti coloro che orbitano intorno a San Patrignano hanno atteso di poter porre rimedio a quello che considerano, per usare parole del Vicepremier Fini, «un vero e proprio scempio». Proprio così: la volontà del corpo elettorale, quando non va nella direzione voluta da lor signori, diventa “scempio”. Non ci resta che continuare a vigilare denunciando, come sempre abbiamo fatto, ogni tentativo di sopruso, nella speranza che non riesca questo centrosinistra ad accontentare la Muccioli Holding meglio di quanto il centrodestra è stato capace di fare. Tutto sommato, a loro basterebbe restaurare la legge 309 così com’era scritta nel 1990. Un colpo di spugna per cancellare il volere del popolo italiano. Certo, un po’ arduo da chiedersi esplicitamente per chi conservi un minimo di senso del pudore, ma qui da noi –purtroppo– si è sempre fatto un po’ così…".
"Se la legge sulle droghe è una schifezza non è certo per i motivi di cui si lamenta Muccioli". Così il Verde Mauro Bulgarelli. "La cosa certa è che i proibizionisti come lui sono stati tra gli ispiratori di quella schifezza e anche i beneficiari, visto il business che si prospetta per le comunità di recupero come San Patrignano, che si trovano ora nella singolare posizione di chi deve certificare lo stato di tossicodipendenza e, contemporaneamente, ne trae profitto attraverso l'affidamento. Viene il sospetto che Muccioli, nel lamentare 'il pasticcio della legge', pensi soprattutto ai bilanci di San Patrignano; evidentemente contava su una normativa ancora più liberticida che gli assicurasse più 'clienti' da rieducare e ora sfoga tutto il suo risentimento contro quel ceto politico incapace di soddisfarlo. La sua uscita sembra proprio un monito al Governo affinché vari tabelle rigidissime". "A Muccioli vorrei comunque dare una notizia buona e una cattiva: da un lato, la legge che tanto lo fa infuriare sarà abrogata al più presto ma per essere sostituita da una normativa che finalmente non criminalizzi i milioni di consumatori di droghe leggere, che legalizzi l'uso della cannabis per fini terapeutici e potenzi le strategie di riduzione del danno".
"Ci piace pensare che rispetto a quell'obbrobrio di legge sulla droga appena approvata, mentre cavalcava nel suo impeccabile maneggio (tanto la manodopera è gratis) Andrea Muccioli sia stato sbalzato da cavallo e gli si siano aperti gli occhi come a San Paolo", così Beppe Vaccari, responsabile per le Tossicodipendenze dei Ds. "Purtroppo sappiamo che non è così, in quanto era a tutti evidente che gli emendamenti ancora più punitivi e restrittivi (e per fortuna dichiarati inammissibili) presentati dieci giorni fa alla Camera da un fedelissimo di Letizia Moratti, erano ispirati da lui". Secondo Vaccari, è comunque positivo "che anche Muccioli definisca questa legge una schifezza, un provvedimento inutile e stupido, che si accanisce con i piccoli e lascia campo libero al narcotraffico". "Noi conclude l'esponente diessino lo stiamo dicendo da sempre".
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