Per decreto o referendum purche' stop a legge. Assemblea 'forum droghe' per la depenalizzazione
[04/03/06]
FIRENZE, 4 MAR - 'No decriminalizzare, ma depenalizzare'. Una frase declamata piu' volte nel corso dell' assemblea del 'Forum Droghe', che oggi si e' riunita a Firenze contro la legge Fini-Giovanardi e si e' conclusa con un 'Manifesto per una politica alternativa verso il 2008' rivolto tanto ai politici nazionali quanto 'al sistema mondiale di proibizione delle droghe'. Una frase, buttata in pista da una partecipante al Forum, Susanna Ronconi, che da anni, a Torino, si occupa di formazione e supervisione metodologica nel campo del lavoro sociale, in particolare di marginalita' urbane e di tossicodipendenze. Apparentemente uno slogan ma che, in realta', nasconde se non sfiducia, quantomeno una certa cautela nei confronti del programma dell' Unione che, nelle dieci righe dedicate alla politica sulle tossicodipendenze stabilisce appunto che 'Alla tolleranza zero bisogna opporre una strategia dell' accoglienza sociale per la persona e le famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla decriminalizzazione delle condotte legate al consumo'. 'Decriminalizzare non basta - ha detto all' assemblea Susanna Ronconi - bisogna depenalizzare'. Una indicazione definita 'politico-culturale-sociale' che ha trovato ampi consensi in platea dove, tra operatori sociali, esponenti dell' associazionismo e molti giovani, si trovavano, tra gli altri, il presidente del Forum Droghe, Franco Corleone; il presidente del gruppo Verdi al Senato, Stefano Boco; l' europarlamentare di Rifondazione, Vittorio Agnoletto, l' ex direttore generale dell' amministrazione penitenziaria, Sandro Margara. Indicazione contenuta anche nel Manifesto di oggi che indica come 'chiave di volta' di una futura riforma 'la completa depenalizzazione di tutte le condotte attinenti al consumo individuale, compresa la cessione gratuita e la coltivazione ad uso personale'. E' decisione univoca dell' assemblea, cosi' come e' stato scritto nel manifesto finale 'operare perche' questa controriforma autoritaria ', cioe' la legge Fini-Giovanardi, 'eserciti i suoi effetti per il piu' breve tempo possibile', ma l' approdo finale, e' opinione dei piu', deve essere la presa d' atto del fallimento del proibizionismo per il quale - cosi' come conclude lo stesso Manifesto approvato oggi, 'non ci potra' essere appello', tanto che 'l' Onu dovra' voltare pagina'. La strada maestra per determinare la fine degli effetti della legge Fini-Giovanardi, di cui tra l' altro sono stati sottolineati da molti aspetti di incostituzionalita' da Margara e Corleone che hanno citato gli articoli 111 e 25, e' quella proclamata da Agnoletto: 'abrogare la legge sulla droga con un decreto legge emanato dal nuovo governo, che tutti auspichiamo sia di centrosinistra, nei primi cento giorni'. Ma c' e' anche chi, come Boco, raccomanda di 'non escludere a priori la strada del referendum abrogativo', anche se il quesito che potrebbe essere depositato solo dopo che siano passati minimo sei mesi dalla data delle elezioni politiche. 'Se ci trovassimo davanti a difficolta', anche se c'e' un impegno preciso da parte dell' Unione - ha spiegato Boco - dobbiamo proseguire questa battaglia chiamando lo stesso popolo italiano a decidere attraverso un referendum abrogativo per azzerare la Fini-Giovanardi'. A guardare oltre i confini italiani e' il presidente del Forum Droghe, Franco Corleone che oltre a chiedere 'al nuovo parlamento ed al nuovo governo l' abrogazione della legge Fini-Giovanardi, ha voluto che il Manifesto di oggi superasse la pura dimensione nazionale per guardare all' Onu. 'Il nostro - ha detto - e' un manifesto per la politica europea da qui al 2008 che sara' l' anno di scadenza del piano dell' Onu, lanciato a New York nel 1998 che diceva 'un mondo senza droga tra 10 anni si puo'. 'Nel 2008 - ha proseguito Corleone - sapremo cosa sara' accaduto, non vorremmo che chiedessero una proroga, ma piuttosto che dichiarassero il fallimento della politica proibizionista per imboccare finalmente una strada nuova che e' quella della tolleranza, della riduzione del danno, della depenalizzazione'. Un' impostazione che certo non trovera' d' accordo Don Gelmini che oggi, parlando a Battipaglia, ha difeso la legge Fini-Giovanardi, come 'ottimo punto di partenza per i tossicodipendenti e le loro famiglie', ed ha apertamente parlato 'di cattivi maestri e cialtroni che pensano di dividere una droga dall' altra' mentre 'non c'e' droga buona e droga cattiva, di destra o di sinistra'. (ANSA).
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