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Comunicato della Croce Nera Anarchica di Bogotà
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Comunicato della Croce Nera Anarchica di Bogo Tuesday, Mar. 14, 2006 at 6:47 PM |
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Un altro giovane assassinato dall'ESMAD
Ci dispiace comunicare che l'ESMAD (Escuadron Movil Antidisturbios -squadra mobile antisommossa) ha assassinato uno studente, Oscar Salas. Il giovane è morto a causa di un trauma craneoencefalico causato dagli agenti di detto corpo di polizia. Il suo decesso si è verificato l'8 marzo, in seguito ad una giornata di lotta studentesca all'interno della Universidad Nacional.
Già sono diverse le morti causate dall'ESMAD, quali quelle di studenti, minorenni, indigeni... Questa è una dittatura mascherata da sistema democratico. Nessuna aggressione senza risposta. Un abbraccio alle persone vicine al compagno, non può rimanere così e ce ne faremo carico. Continueremo ad informare.
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La paura è schiavitù La libertà è azione
Cruz Negra Anarquista Bogota
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MATERIALI - postelezioni -
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tino asprilla Tuesday, Mar. 14, 2006 at 7:13 PM |
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ELEZIONI ARMATE: http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=4923
Colombia: I paramilitari provano a riciclarsi in Parlamento: http://italy.peacelink.org/latina/articles/art_15469.html
DOPO ELEZIONI LEGISLATIVE, URIBE PIÙ VICINO A RIELEZIONE: Il capo dello Stato Alvaro Uribe si è assicurato il controllo del Parlamento per la sua sempre più probabile riconferma alle presidenziali del 28 maggio, grazie alla schiacciante vittoria ottenuta dai partiti alleati del governo alle elezioni legislative di domenica scorsa: “Uribe è il grande trionfatore”, “Uribe si avvia al successo al primo turno”, ‘Uribe ipoteca la sua rielezione” sono alcuni dei titoli con cui hanno aperto i principali quotidiani colombiani, una volta pubblicati i risultati relativi al 95% delle schede scrutinate che hanno garantito alla sua coalizione il 70% dei seggi del Senato e il 60% alla Camera. Preoccupante, tuttavia, il tasso di astensione che ha raggiunto il 60%, superando nettamente quello del 42% registrato alle elezioni del 2002. Il presidente ha lanciato due appelli alla guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc): “Dovrebbero prendere atto della scelta democratica del popolo colombiano e rivedere il loro atteggiamento, il loro modo di pensare, e facilitare un dialogo a cui il governo ha già mostrato la sua disponibilità”. Le elezioni di domenica hanno anche definito la scomparsa di 39 dei 59 partiti politici esistenti nel paese, 26 dei quali non hanno superato la quota minima del 2% dei voti e 16 non sono riusciti a presentare alcun candidato. Alle presidenziali di maggio, Uribe – in testa ai sondaggi col 56% delle preferenze - affronterà l’ex-ministro dell’Interno Horacio Serpa del ‘Partido Liberal’, già sconfitto nel 1998 e nel 2002, e l’ex-presidente della Corte Costituzionale Carlos Gaviria del ‘Polo Democrático’; meno accreditati altri due candidati, gli indipendenti Alvaro Leyva e Antanas Mockus.
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ELEZIONI IN COLOMBIA: STRAVINCE L’ASTENSIONISMO!
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ASS. naz. NUOVA COLOMBIA Friday, Mar. 17, 2006 at 3:59 AM |
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nuovacolombia@yahoo.it |
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ELEZIONI POLITICHE IN COLOMBIA: STRAVINCE L’ASTENSIONISMO!
Come al solito, ci risiamo. Le trombette arrugginite dei mass-media di regime, El Tiempo, El Espectador, RCN e Caracol su tutti, squillano da oltre quarantott’ore per annunciare, udite udite, il presunto gran trionfo elettorale di Uribe Vélez, ossia dei diversi partiti (ma sarebbe meglio dire associazioni a delinquere di stampo narco-terrorista) che ne sostengono la politica di “seguridad democratica” e la rielezione. Ma i dati definitivi dimostrano che la verità, quella della Colombia reale e non virtuale, è diametralmente opposta.
Uribe aveva lanciato, anche a ridosso di domenica scorsa (13 marzo), ripetuti appelli al popolo colombiano affinché si recasse in massa alle urne. Sapeva, e ne ha avuto la conferma, che un’ennesima erosione dell’affluenza alle urne avrebbe implacabilmente smentito il suo ridicolo e fumoso teorema, quello secondo cui lo Stato colombiano sarebbe democratico e la popolazione ne legittimerebbe le istituzioni (in questo caso il potere legislativo) con una partecipazione massiccia all’ennesima farsa elettorale della storia contemporanea di questo paese andino-amazzonico.
Come confermato dagli ultimi dati della Registraduría quando ormai la pressoché totalità dei seggi è stata scrutinata, circa il 70 % degli aventi diritto al voto si è astenuto. A questa schiacciante percentuale, possiamo aggiungere i voti in bianco e le schede nulle, che sommate rappresentano oltre il 5 % del corpo elettorale (oltre 1.352.000 persone). Anche se l’astensione si sarebbe attestata intorno al 69 %, va ricordato che in diverse circoscrizioni sono state individuate gravi irregolarità, come nel caso di quelle in cui il totale dei voti è superiore al totale degli iscritti aventi diritto. In altre circoscrizioni, in particolare quelle indigene, non si è nemmeno raggiunta la soglia minima di voti necessari a convalidare il risultato, posto che le schede in bianco sono state più della metà di quelle complessive. Ciò conferma anche che, come abbiamo più volte osservato, molti sedicenti “leaders” indigeni, gli stessi che puntano il dito contro la guerriglia accusandola di “violare la loro neutralità”, per poi ricevere allo stesso tempo lauti compensi da ONG di paesi europei o nordamericani, non rappresentano realmente le popolazioni indigene e non raccolgono il loro consenso.
Ma veniamo alla pirrica “vittoria” del narco-fascista Uribe: pur avendo ottenuto una larga maggioranza al Congresso (Camera dei Rappresentanti e Senato), la percentuale di chi ha votato in favore dell’uribismo è stata del 18 % degli aventi diritto al voto, che sono poco meno di 27 milioni di colombiani. Il venditore di menzogne che siede al Palacio de Nariño, dunque, ha riscosso il consenso di circa l’11 % della popolazione totale della Colombia, anche se questa percentuale è sensibilmente gonfiata dagli innumerevoli voti, per i candidati dell’uribismo, estorti dai suoi paramilitari di Stato con minacce, intimidazioni e brogli manu militari.
Il presidente narco-paramilitare, che già in passato aveva blindato e sottomesso il legislativo, si trova ad esser appoggiato da una coalizione (Partito Conservatore, Cambio Radical e la “U”) che è figlia delle alchimie politicanti dettate dall’interesse di difendere a qualsiasi costo lo status quo, i privilegi secolari della sanguinaria oligarchia colombiana e la politica di guerra totale contro il popolo colombiano.
Popolo colombiano che, stanco delle solite farse elettorali, dei giochi di palazzo e delle menzogne stratosferiche del regime, non solo si è astenuto in massa, dimostrando di non credere nella legittimità dello Stato e delle sue istituzioni paramilitarizzate, ma si sta anche mobilitando con forza -come dimostrano i contadini e gli studenti di diversi dipartimenti- contro le politiche fasciste e neoliberiste dello sgangherato minifhürer.
Un’ultima considerazione: la politica di “sicurezza democratica” di Uribe, quale miglior suddito di Washington in America Latina, è stata definitivamente ridicolizzata dai grandi operativi messi in campo dal movimento guerrigliero nelle ultime settimane. Le FARC hanno infatti paralizzato, con blocchi armati, sabotaggi ed attacchi, la quasi totalità del sud della Colombia, ed hanno realizzato operazioni anche in altri dipartimenti del centro-nord, dando una dimostrazione di forza, mobilità, capacità di operatività coordinata e diffusa, articolazione capillare e solidità politico-militare straordinarie.
Nonostante la negazione da parte di Uribe dell’esistenza del conflitto sociale ed armato, la maggioranza dei colombiani appoggia la lotta per lo scambio umanitario di prigionieri di guerra e la soluzione politica del conflitto stesso, possibile solo ed esclusivamente con un nuovo governo realmente democratico e patriottico, il cui obiettivo primario sia la costruzione della giustizia sociale, il ripristino della sovranità e l’adesione propulsiva al progetto d’integrazione continentale bolivariano.
ASSOCIAZIONE nazionale NUOVA COLOMBIA
www.nuovacolombia.net
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elezioni in colombia, cronaca di una farsa annunciata
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comitato carlos fonseca Saturday, Mar. 18, 2006 at 4:37 PM |
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Elezioni colombiane, cronaca di una farsa anunciata.
Che avrebbe vinto Uribe pochi lo dubitavano, ma è difficile per i sostenitori del Miniführer andino brindare alla vittoria completa. Questo per diverse ragioni. La coalizione uribista al congresso è conformata sostanzialmente da due anime distinte: una è quella dei tradizionali padroni della Colombia, tanto dal punto di vista politico quanto da quello economico. Famiglie di lunga tradizione imprenditoriale o casati che sempre hanno avuto un piede nelle stanza dei bottoni. La loro forza in termini di seggi è notevolmetne ridimensionata dallo strapotere emergente della seconda e più oscura anima della destra colombiana. A nulla sono valsi i richiami da parte dei primi denunciando la dubbia origine dei secondi. Perchè effetivamente l’altra anima della destra uribista è formata da una serie di partiti fondati, finanziati e composti dal paramilitarismo. Sono questi più di tutti che hanno beneficitato dei proventi del narcotraffico e della spoliazione, eseguita atraverso la violenza più efferata, dei contadini colombiani per costruire una campagna elettorale magnifica e spettacolare. Dove poi questa magnificenza non è stata sufficente a assicurare un elettorato fedele è sopraggiunta la violenza a garantire l’inagibilità della concorrenza politica che ha colpito indistintamente l’opposizione di sinistra e i loro stessi futuri alleati nel parlamento dove questi avrebero potuto sottrar loro seggi in parlamento. Sono questi gruppi che corrispondono al lato oscuro (nemmeno tanto oscuro) dell’uribismo, i veri vincitori di questa competizione elettorale, coloro che stanno beneficiando della garanzia di impunità frutto delle negoziazioni di pace tra il paramilitarismo e i suoi inventori. Il risultato per l’uribismo e le sue diverse espressioni è stato importante: con una solida maggioranza nel congresso il prossimo governo potrà portare avanti senza problemi le sue politiche neoliberiste e guerrafondaie terminando il lavoro iniziato in questi quattro anni bui. Il TLC, l’impunità e la garanzia di poter continuare l’opera di sterminio per i gruppi paramilitari, la prosecuzione della nefasta politica di “sicurezza democratica”, la militarizzazione del paese e la cessione delle sue risorse alle imprese straniere saranno ora i capisaldi del futuro programma di governo. Che importa allora se tante ombre si distendono sul processo elettorale? Che importa che poche giorni prima della consultazione una nuova ondata di violenza ha investito il paese? E quale importanza avranno le denuncie nei confronti della repressione dei gruppi anti sommossa della polizia che hanno strappato la vita l’8 marzo a un giovane colpevole di aver osato contraddire la imminente firma del trattato di libero commercio? Nessuna, forte del risultato, il paramilitarismo colombiano potrà continuare la sua azione garantito agli occhi degli osservatori internazionali dal presunto appoggio popolare e democratico di cui gode. Ma varrebbe la pena analizzare un po’ più a fondo i risultati del 12 marzo. Su 100 colombiani aventi diritti al voto 60 si sono astenuti, a 4 è stato annullato il voto, 3 hanno votato in bianco e 1 ha consegnato la scheda senza scrivere nulla. Appena 32 hanno votato per uno dei partiti in lizza. Mi sembra difficle incorrere nella solita teoria del complotto se dalla Colombia qualcuno dice che queste elezioni non sono poi tanto chiare.... Ma non temete: nessun organismo internazionale alzerá la voce contro una delle più antiche democrazie del continente, la più stabile. C’è chi attribuisce questa stabilitá alla forza della tradizione democratica del paese, altri, quelli che abbracciano le teorie complottiste, fanno notare che la stabilità dei partiti dominanti è dovuta probabilmente alle migliaia di morti tra le file dell’opposizione.... Ad esempio i 3000 – 4000 morti del partito di opposizione Union Patriotica possono in qualche modo aver contribuito a questa “stabilità” istituzionale? O forse le altre decine e decine di migliaia che avvengono ogni anno tra coloro che non concordano con l’operato del governo? Quale potenza straniera poi, criticherebbe un governo che garantisce alle proprie imprese ricavi enormi in condizioni di deregolamentazione totale del mercato del lavoro e della proprietà delle risorse naturali? Ora, come sempre, la sfida resta nelle mani di chi dal basso, ogni giorno e pagando un prezzo altissimo, costruisce la vera democrazia, quella della partecipazione e della organizzazione popolare. E, oggi più che mai il nostro compito resta quello di schierarci a fianco di coloro ancora sognano, in Colombia, un vita degna di essere vissuta.
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