Con una delibera del 27 gennaio 2005 la giunta della Regione Umbria aveva già deciso di “eliminare dalla sorgente di Boschetto i prelievi idropotabili previsti in favore del Comune di Gualdo Tadino”
Con una delibera del 27 gennaio 2005 la giunta della Regione Umbria aveva già deciso di “eliminare dalla sorgente di Boschetto i prelievi idropotabili previsti in favore del Comune di Gualdo Tadino” ed espresso “il proprio assenso, come indicato dallo studio dell’ARPA, al futuro rilascio de nuova concessione di acqua minerale ai sensi della L.R. 48/87 a favore della società Rocchetta per 20lt/sec” Questa è l’ultima novità emersa al convegno organizzato dal comitato Tutela Rio Fergia a Nocera Umbra il 22 marzo, proprio nella “giornata mondiale dell’acqua” stabilita dal Forum mondiale di Caracas per ricordare che l’acqua è un diritto e non può essere una merce. Giornata fatta propria dalla regione Umbria che si fa tanta propaganda (vedi anche il TG3 del 22 marzo), ma nella sostanza, TOGLIE ACQUA AI CITTADINI PER VENDERLA ALLE MULTINAZIONALI. Non ci sono parole per commentare le contraddizioni del contenuto di questa delibera, e del suo documento istruttorio. In primo luogo si prende atto del permesso di ricerca concesso alla Rocchetta S.p.a. nel 2003 obbligando la società di dimostrare la “indipendenza della risorsa rinnovabile da altre sorgenti o punti di prelievo di acqua destinate al consumo umano” . Successivamente lo studio dell’ARPA (rapporto del 30.11.2004) evidenzia che il pozzo di Corcia realizzato dalla Soc. Rocchetta ricade nel bacino di alimentazione della sorgente di Boschetto (da cui partono gli acquedotti per i comuni di Gualdo e Nocera) e che le risorse idriche sono tali da non garantire per tutto l’anno il soddisfacimento del fabbisogno pubblico e industriale. La conclusione per mantenere lo stato idrogeologico del territorio è di togliere l’acqua ai cittadini e acconsentire il rilascio di nuova concessione di ulteriore prelievo Rocchetta S.p.a. Naturalmente nella stessa delibera si propone di partecipare tali risultati ai comuni interessati e agli ATO; cosi ad oggi si scopre che tutti sapevano e nessuno ha parlato!
Altro piccolo giallo è emerso sul problema dei misuratori dei prelievi grazie all’intervento di un rappresentante della Valle Umbra Servizi il quale riferisce che la VUS s’impegna ad installare i misuratori entro breve tempo; i ritardi sono stati causati dal fatto che l’ARPA non ha mai incaricato la VUS di mettere i misuratori, tanto che sarà il Consiglio d’Amministrazione della VUS a chiedere all’ARPA di ricevere l’incarico.
Il Comitato chiederà alla Regione Umbria il ritiro di questa scandalosa delibera, in osservanza della legge 152 che vieta il prelievo per uso industriali da fonti già destinate all’uso pubblico.
Contro la logica della mercificazione dell’acqua, dell’appropriazione da parte delle multinazionali dei beni comuni, delle nostre risorse naturali e dei nostri siti produttivi che sono la vera ricchezza della regione, sosteniamo il Comitato per la tutela del Rio Fergia: Ritiro immediato della D.G.R. 118 del 27/1/2005 Ritiro immediato delle concessioni allo sfruttamento idrico Chiusura dei pozzi Via le multinazionali dall’Umbria!
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