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Pinelli, «no al revisionismo». Imbrattata la nuova lapide
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dal corriere Monday, Mar. 27, 2006 at 11:54 AM |
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La scritta è comparsa all'alba. Gli anarchici: «La puliamo noi» Il vicesindaco: sono gli stessi responsabili degli scontri a Milano.
MILANO — «No al revisionismo», firmato con falce e martello. Sono passati otto giorni. Finché, all'alba di ieri, si è materializzata la «manina»: impugnando un pennarello rosso, qualcuno ha imbrattato la targa di marmo che il Comune ha dedicato a Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico morto tre giorni dopo la strage di piazza Fontana cadendo da una finestra della Questura. La targa del Comune sostituiva la precedente, cambiando la scritta «ucciso innocente», con «innocente morto tragicamente». Una rettifica che, a 37 anni dai fatti, ha toccato un nervo scoperto della città. A ripulire lo sfregio, alle 15 di oggi, provvederanno proprio gli eredi della tradizione anarchica milanese: «Noi avevamo lanciato un appello perché la lapide del Comune non venisse toccata — spiega Mauro De Cortes, portavoce del Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa — qualcuno lo ha fatto, e noi andremo a ripulirla». Ma il vicesindaco Riccardo De Corato (An) accusa: «I responsabili della scritta sono gli stessi che l'11 marzo scorso hanno incendiato e devastato corso Buenos Aires». Polemiche che si riaccendono, nella memoria di una città che resta spaccata anche nei fatti: perché da giovedì scorso, in piazza Fontana, di lapidi per Pinelli ce ne sono due, quella del Comune e quella originaria, che gli anarchici e alcuni partiti della sinistra hanno rimesso dov'era. Come a simboleggiare che Milano è ferma alle due verità, nonostante una sentenza del giudice Gerardo D'Ambrosio, passata in giudicato nel 1972, abbia stabilito che il commissario Luigi Calabresi non c'entrava nulla con la morte di Pinelli e che, come ha spiegato lo stesso D'Ambrosio, «non c'era alcuna prova che si trattasse di omicidio». Il sindaco Gabriele Albertini ha chiesto che la targa «illegittima» venga rimossa per ordine della magistratura. «Noi continueremo a rimetterla», risponde Augusto Rocchi, segretario provinciale di Rifondazione. «Chiudiamo lo scontro delle lapidi — conclude l'assessore Tiziana Maiolo (FI) — possono restare entrambe lì dove sono».
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che pena
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m(a)rco Monday, Mar. 27, 2006 at 12:10 PM |
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tristezza enorme, incredibile ma vero. povero pinelli, meno male che non può vedere. andate pure a pulire, miei cari anarchici milanesi, la lapide imbrattata, pulite bene mi raccomando, lucidate bene il simbolo del comune, che rappresenta lo stato il potere, ciò che pinelli odiava, pulite bene la parola morto...e lanciatevi invece contro chi ha ancora un briciolo di buon senso e dignità e vorrebbe vedere in cenere, in mille pezzi quella lapide... massimo rispetto ai "comunisti" imbrattatori di milano. un anarchico torinese
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MA SIETE FUORI???
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anarchico Monday, Mar. 27, 2006 at 1:11 PM |
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ma che cazzo PULITEEEEEEEEEEEEEEE!!! sbaglio o negli ultimi tempi a milano il movimento si sta rammollendo? Prima quei fighetti del leo che sfilano con berlusconi e vanno a pulire le scritte adesso quelli del circolo della ghisolfa vanno a pulire le scritte su una lapide CHE DOVREBBE ESSERE GIA' STATA FATTA IN 1000 PEZZI! RESISTENZA PORKOOOOODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!
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A Cerchiata
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Federico Monday, Mar. 27, 2006 at 2:45 PM |
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No al revisionismo. Giusto. Peccato che Pinelli con la falce e il martello non c'entrava nulla. No al revisionismo di una parte, ma anche a quello dell'altra parte.
E comunque chi si prende la responsabilità legale, politica, ecc, di portare avanti la lotta della lapide può permettersi, se vuole, di imbrattare la lapide del comune. Gli altri no.
Tanto più che il problema non è impedire al comune di scrivere le sue stronzate, ma continuare a far sentire la NOSTRA voce.
Un anarchico
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tra l'altro
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uno della FAI Monday, Mar. 27, 2006 at 2:56 PM |
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la lapide del comune era già stata "deturpata" il 19 marzo (subito dopo che era stata posata) dai compagn* della Fed. Anarchica milanese che fecero un presidio cambiando la parola "morto" con l'originale "ucciso" e coprirono lo stemma del comune con una bandiera rossa e nera. Su Umanità Nova di questa settimana c'è pure la foto.
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SIAMO ALLA FRUTTA
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ANTIFA Monday, Mar. 27, 2006 at 3:00 PM |
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BHA.....NON CI SONO PIU' PAROLE, MA ANCORA HANNO IL CORAGGIO DI DEFINIRSI ANARCHICI QUESTI INDIVIDUI?????? E' ORA DI FINIRLA.......OVUNQUE SONO ARRIVATE DELLE POSIZIONI ABBERRANTI, DA FARINA AL PONTE DELLA GHISOLFA, C'E' DA VERGOGNARSI, EKKO PERKE' POI LA DESTRA SPOPOLA PORCO DIO, GUARDA CHI E' RIMASTO A FAR FINTA DI ESSERE RIVOLUZIONARIO. VABBE' DAI VEDRETE CHE MAGARI ALLE ELEZIONI INSIEME A FARINA SI KANDIDERANNO ANKE QUELLI DEL PONTE DELLA GHISOLFA, COSI' FACCIAMO BINGO. RIPRENDIAMOCI CIO CHE CI APPARTIENE, COMPAGNI CACCIAMO DAI CENTRI QUESTI VISCIDI INDIVIDUI CHE STANNO SVENDENDO TUTTO PER I LORO INTERESSI, SONO LA MORTE DEL MOVIMENTO, LO HANNO DIMOSTRATO DA GENOVA IN POI.
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