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Venerdì 31 marzo continua con una serata benefit per i nostri compagni antifascisti
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libera-unidea Wednesday, Mar. 29, 2006 at 5:04 PM |
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Venerdì 31 marzo continua con una serata benefit la raccolta di soldi per i nostri compagni antifascisti detenuti a Milano l'1 marzo.
Sul nostro sito http://www.libera-unidea.org nella home si può scaricare il volantino
Programma Ven 31 Marzo a Libera Benefit per gli antifascisti arrestati a Milano l’11 marzo suoneranno: Klasse Kriminale (Oi Streetpunk SV-PR)+Tennentz Colombo (Streetpunk VE)+ Brigata Alcolica (Oi BO)+Vuoti Persi (Hc Suzzara)+Contropressione (Oi VA)+Propaganda Sovversiva (Streetpunk Girls VA)+Frode (Oi Seriate)+Prima Linea 8h (Oi Monza).
Sab 1 Aprile ore 16 Via Emilia Centro, Free Zone con banchetto, pannelli e degustazione di caffè del chiapas
Sab 1 Aprile a Libera Benefit per Radio Blackout (to) Banda del Rione (to oì!)+Rebelde (forlì punk-oì!)+Skarnemurta (Skacore Parma)+Dj della radio
Dom 2 Aprile a Libera ore 16 prove di teatro per la preparazione della 3 gg del 7/8/9 aprile
1 Aprile Corteo a Sassuolo Libera aderisce e sarà presente al Corteo indetto dal C.A.M. contro la repressione ed il razzismo che si terrà sabato 1 aprile a Sassuolo. Libera manterrà in contemporanea il presidio a Modena in via Emilia Centro, con banchetto di libri. Per pubblicizzare la 3 gg del 7/8/9 aprile.
Funerale alla Libertà di Espressione. Denunciamo l’atteggiamento dell’amministrazione comunale relativo alla gestione delle piazze e più in generale alla libertà di espressione. Gli organi competenti del Comune si stanno accanendo nel vietarci piazze, banchetti e presidi. Gli anarchici hanno combattuto nella resistenza e contribuito a sconfiggere il fascismo cercando di partecipare alla ricostruzione del nostro paese con le loro idee. Rifiutiamo la delega, non votiamo e quindi non abbiamo eletti in parlamento, non siamo complici, ma ciò nonostante subiamo le decisioni che ci vengono imposte da quel parlamento. Nessuno però ci può impedire di parlare o spiegare perché è assurdo assoggettarsi alla logica del Potere Costituzionale e in nessun caso possiamo essere considerati alla stregua di politicanti che cercano voti e Potere. A settanta anni dalla rivoluzione spagnola e dall’insurrezione di Barcellona noi sabato 8 aprile abbiamo il diritto e la libertà di ricordare quegli avvenimenti in una piazza visibile del centro storico, così come abbiamo il diritto e la libertà al pari di ogni altra formazione politica di esprimere le nostre idee sulla questione elettorale, così come abbiamo il diritto e la libertà di ricordare l’eccidio di Piazza Grande del 1920, il 7 aprile alle ore 18. Se persisterà questo atteggiamento sapremo rispondere con creatività e determinazione all’amministrazione comunale prendendoci ciò che ci è dovuto.
Campagna Astensionista 2006 Non votiamo perché non deleghiamo nessuno e partecipiamo in prima persona. Non votiamo perché non siamo complici di nessun Potere, nessuno Stato e nessun Governo. Alla libertà non ci si arriva conquistando il Potere, ma solo con l’organizzazione dal basso e l’Autogestione. Venerdì 7 aprile ore 18.30 comizio astensionista con Andrea Papi di Forlì collaboratore di Senza Governo, A Rivista Anarchica, Libertaria e altre varie pubblicazioni. Sabato 8 aprile alle ore 21.30 a Libera dibattito su Democrazia delegata o Autogestione con Andrea Papi.
7-8-9 Aprile 2006 Libera organizza tre giorni di Anarchia Ambiente-Autogestione-Astensionismo Ven. 7 Aprile -Ore 17 Piazza Grande porteremo fiori alla Lapide che ricorda l'eccidio del 1920 -Ore 18 Comizio Astensionista con Andrea Papi collaboratore di SenzaGoverno -Ore 20 a Libera Cena -Ore 21.30 Presentazione della "Primavera dell'Anarchia" con C.Silingardi e I.Pantaleo -Ore 23 Concerti Contro l'autodromo: Dolceuchessina/Specialisti/Fox/Nasty Laugh/Wiched Lips/La grande Crisi/Upside Sab. 8 Aprile -Ore 13 a Libera Pranzo Sociale -Ore 16 Piazza Matteotti "Primavera dell'anarchia" con Mostre+Teatro+ Concerto acustico A Band+Cibi+Libri -Ore 20 a Libera Cena -Ore 21.30 Democrazia delegata o Autogestione con Andrea Papi -Ore 24 Antielection Party con Matteo Borghi Dj Dom.9 Aprile -Ore 13 a Libera Pranzo Sociale - -Ore 15 Festa dell'Ambiente Con Furgone M.I.D.A - - Ore 17 Pizzata e a seguire concerto della A Band L'otto aprile partirà la Primavera dell'anarchia che si concluderà il 19 luglio.
http://www.libera-unidea.org
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Nelle strade, fuori dai palazzi!
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illegalmente antifascisti Wednesday, Mar. 29, 2006 at 5:19 PM |
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Negli ultimi mesi, a Genova come nel resto d'Italia, abbiamo assistito all'intensificazione degli attacchi dell'estrema destra a danno di individui, gruppi e realta' che in modo piu' o meno radicale si contrappongono all'ordine costituito. Un'escalation che va di pari passo con l'inasprimento del conflitto sociale e della repressione di stato in ogni aspetto della vita (dalle leggi sull'immigrazione a quelle antiterrorismo, dall'aumento del controllo sociale alle normative proibizioniste). L'amministrazione dell'esistente assume sempre piu' carattere emergenziale e, suffragata dall'imponente macchina mediatica, colpisce duramente in particolar modo le componenti sociali non pacificate col sistema.
Ogni qualvolta gli sfruttati lottano contro le condizioni di alienazione e schiavitu' imposte dal sistema capitalista le carogne fasciste alzano la testa. Si organizzano, escono allo scoperto cavalcando le contraddizioni sociali in senso reazionario, risultando funzionali alla difesa e al rafforzamento dell'ordinamento statale e degli interessi padronali. Storicamente le pratiche fasciste, dall'instaurazione di dittaure, alle stragi, agli omicidi dei compagni, sono strumenti per controllare e ridimensionare preventivamente conflitti potenzialmente o apertamente sovversivi. La feccia fascista si aggira tra noi, in molte citta' apre sedi, anche attraverso pratiche di occupazione (!), volantina per le strade e sempre piu' insistentemente organizza convegni e parate, il tutto con il supporto logistico e finanziario di personaggi e aziende piu' o meno note.
Chi avverte la necessita' e il desiderio di collocare questi figuri al posto che meritano non puo' ignorare che delegare la soluzione di tale problema alle istituzioni costituisce una sconfitta certa. Non e' possibile rimandare alla stessa democrazia capitalista che produce e utilizza la manovalanza fascista il compito di contenerla e di renderla inoffensiva. La richiesta dell'intervento istisuzionale non e' solo illusoria ma anche e soprattutto nemica di ogni pratica rivoluzionaria perche' rafforza l'idea che la lotta da condurre sia quella contro il fascismo in nome dello stato democratico. Lo stesso stato che ci priva di ogni autonomia regolando e difendendo attraverso la violenza dei codici e della polizia i rapporti dello sfruttamento mercantile che quotidianamente schiavizzano l'umanita' intera.
E' necessario riappropriarsi di pensiero e azione critica per non cadere piu' in percorsi che la storia ha sufficentemente dimostrato essere fallimentari e controproducenti. All'attacco squadrista va contrapposto il contrattacco assunto in prima persona dagli antifascisti, fuori dallo spettacolo democratico e frutto di reali confronti e complicita' (a Genova molte azioni hanno gia' seguito questa strada), nella piena coscienza che solo la liquidazione della fonte del problema, la societa' capitalista ed autoritaria nel suo complesso, costituisce l'unica possibilita' per sbarazzarsi definitivamente del cancro fascista.
CHI SCEGLIE LO STATO ABDICA A SE STESSO. NON DELEGHIAMO NULLA, TANTO MENO L'ANTIFASCISMO!
illegalmente antifascisti
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Per illegalmente antifascisti
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... Wednesday, Mar. 29, 2006 at 7:09 PM |
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L'appello alle istituizioni così come è stato scritto (al piu' andava fatto alle realtà sociali) mi fa francamente cagare... per altro anche nei temi si incrosta sugli elementi piu' resistenzialistici dimenticando l'attualità (il razzismo.... il fatto che fomentano il cosiddetto "scontro di civiltà"...ecc), ma anche voi mi fate un pò cagare... il punto non è l'estraneità alle istituzioni e alle elezioni, ma il fatto che le elezioni esistono comunque e quindi se qualcuno (in questo caso il viminale) incassa dal metterti alla gogna mediatica e in galera, devi valutarlo, perchè se no ti fanno un culo come un pallone tipo Milano... scusate lo stile un pò brusco, ma mi andava di essere franco... perciò mi risparmierei questo clima da anatemi, frasi fatte e reciproche accuse di collusione con partiti ecc e rifletterei un pochino di piu', altrimenti mi viene il sospetto che ci sia la tendenza a una lettura un pò estetizzante della propria esperienza, malgrado (e forse non a caso) la presa di distanza dalla macchina dello spettacolo
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nun je da' retta
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Ignazio La Russa Wednesday, Mar. 29, 2006 at 8:20 PM |
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aho', nun date retta a quella, andateci giù duro che se fate un bel casino come quello di Milano è facile che noi di A.N. diventiamo il primo partito...pensate che bello, un fascista premier! E' dai tempi del duce che non accadeva! Dai ragà, datevi da fare, che Alemanno ha già pronto un pulmino per portare giù quelli di Milano, così fate una bella festa tutti insieme come nelle grandi occasioni!
p.s. ciao io, come va? ti ricordi il tuo "stolto " amico?
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pronti a scendere in piazza con voi
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Digos Wednesday, Mar. 29, 2006 at 8:49 PM |
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Chi attacca i nostri amici "illegalmente antifascisti" è un irresponsabile. Essi hanno tutto il diritto di esprimere la propria intelligenza e creatività, dimostrando di non essere da meno dei loro validi compagni di Milano. Anche questa volta saremo al loro fianco, aiutandoli lealmente e fraternamente, facendo però in modo che tutto il merito ricada su di loro, perchè gli vogliamo bene!
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hanno spostato al 7 aprile?
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compagno Thursday, Mar. 30, 2006 at 2:52 PM |
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Quest'annuncio è apparso pochissimi minuti fa sull'homepage di http://www.fiammatricolore.org sembra di capire che rinunciano alla manifestazione di sabato per nascondersi dietro la grande parata che Berlusconi ha annunciato con la partecipazione del centro destra al completo. Se cosi' fosse non dovrà e non potrà essere più solo una questione napoletana.
Il Segretario Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore On. Luca Romagnoli invita i militanti e simpatizzanti a concentrare ogni sforzo con stile, determinazione e compostezza per la manifestazione dell’intera coalizione che si terrà il 7 Aprile a Napoli. Il MS. Fiamma tricolore sarà in piazza con i propri militanti, dirigenti e insegne di Partito.
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Corteo antifascista Sabato 1 aprile P.zza Amedeo ore 16 Napoli
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info Thursday, Mar. 30, 2006 at 5:34 PM |
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Corteo antifascista Sabato 1 aprile P.zza Amedeo ore 16 Napoli
Sabato 1° Aprile, a Napoli, sarà in piazza il movimento Fiamma Tricolore, un movimento di fascisti e razzisti, legittimato e riabilitato dal governo Berlusconi con i quali ha anche stretto un accordo elettorale. La sola presenza di questi topi di fogna, responsabili delle stragi di stato (Italicus, P.zza della Loggia) di aggressioni e pestaggi, offende la memoria del popolo napoletano che ha pagato col sangue la LIBERAZIONE dal nazi-fascismo. Ogni silenzio, ogni indifferenza da parte dei partiti del centro-sinistra, significa, nei fatti, connivenza e come tale va condannato in pieno. Napoli, medaglia d’oro alla Resistenza, non può permettere questa lurida parata con l’esibizione dei simboli che hanno significato oppressione, sfruttamento, guerra e morte di milioni di esseri umani. Questi gruppuscoli sono, da sempre, al servizio dei padroni per imporre le loro politiche terroristiche di miseria e precarietà. L’antifascismo lo pratichiamo già quotidianamente quando ci opponiamo alle politiche padronali razziste e fasciste che precarizzano le nostre vite. Facciamo anche noi come in Francia, rilanciamo la lotta unitaria e di massa per farla finita con i padroni ed i fascisti. LIBERTA’ PER I COMPAGNI ARRESTATI A MILANO
Promuovono: S.L.L.- Confederazione Cobas – SLAI Cobas – Coordinamento di Lotta per il lavoro-Coord. per i diritti sociali CSO – Corsisti zona orientale (S.l.l.) – Federazione Campana C.A.R.C. – A.S.P. – Lista Comunista - Area Antagonista – CSOA Officina 99 – Lab. Occupato S.K.A. – CSOA Terra Terra – TANA Lab. (Aversa) – Interfacoltà (coor. Dei collettivi universitari napoletani) – CSA (coll. Studenteschi autorganizzati) - TNT casa occupata – Lab. Occupato Insurgenzia – Orientale Agitata – Rete Campana Studenti in movimento – Collettivo Internazionalista – Federazione P.R.C. Napoli – Area Programmatica Progetto Comunista – Progetto Comunista (ROL)
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Teorema del fascio
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dadi & BullonI Thursday, Mar. 30, 2006 at 5:36 PM |
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teorema del fascio Dati: Sappiamo per un noto assioma della saggezza popolare che: IL CANE E' IL MIGLIOR AMICO DELL'UOMO.
Abbiamo inoltre avuto dimostrazione empirica (vedi G8) che: FINI E' IL MIGLIOR AMICO DEL CARABINIERE.
Come e' altresi' noto dalle piu' rudimentali nozioni della teoria degli insiemi, se un insieme e' contenuto in un altro, significa che e' minore o tutt'al piu', uguale ad esso. Tutti converremo nell'asserire che i carabinieri rappresentano solo un parte degli uomini, quindi possiamo scrivere C e' contenuto in U, dove C rappresenta l'insieme dei carabinieri, mentre U l'insieme degli uomini.
Passando alla rappresentazione di funzioni non possiamo pero fare l'errore di scrivere C molto minore di U, in quanto non trattiamo insiemi ma funzioni con valore, quindi abbiamo due possibilita' che portano comunque alla stessa conclusione. Analizziamole in specifico: 1. Trattare il problema come morale/politico, ed asserire che, nonostante il processo di democratizzazione interno, i carabinieri non sono ancora cosi' umani… 2. Porci come osservatori solidali alla teoria "tarallucci e vino" e, confortati anche da prove empiriche (le barzellette), constatarne i limiti costitutivi.
Qualunque sia la vostra scelta, abbiamo sicuramente elementi a sufficienza per scrivere C minore uguale ad U.
Poniamo ora in relazione di proporzione le due frasi iniziali: CANE : UOMO = FINI : CARABINIERE
Per le note proprieta' possiamo invertire gli estremi senza che il risultato cambi ed ottenere: CARABINIERE : UOMO = FINI : CANE
Esprimendo tutto in funzione di Fini, abbiamo la formula risolutiva FINI = ( CARABINIERE * CANE ) / UOMO.
Sappiamo dalle ipotesi che C minore uguale ad U, quindi per qualsiasi C, U appartenenti ai reali, C e' limitata superiormente da U.
Con un semplice calcolo di limite possiamo ottenere che se C tende a U, FINI tende a CANE.
Quindi, per quanto i carabinieri possano migliorare (e di questo ne siamo certi), Fini sara', al massimo, un cane. O, se preferite, Cane Nero [per chi ha letto "Uomini e no" di Vittorini].
PS: Chiedo scusa ai cani per essere stati insultati. W gli animali.
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Antifascismo oggi
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Antifascisti Thursday, Mar. 30, 2006 at 5:39 PM |
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Antifascismo oggi
Parlare di antifascismo non e' per niente facile. Perche' da una parte mi e' sempre sembrato un argomento troppo ovvio [chi non e' antifascista in una repubblica antifascista? (domanda che sembra banale, la risposta nel seguito)], dall'altra si rischia sempre di imbarcarsi in discorsi o deliranti ("i fascisti sono chiunque non la pensi come me") oppure di una pochezza costruttiva allarmante ("i fascisti hanno fatto cose sbagliate"). Le domande a 'sto punto possono essere due: 1. Ha senso parlare di antifascismo adesso? 2. Se si, e' possibile farlo senza annegare nella retorica? (e' quello che cerchero' di fare adesso) La risposta alla prima domanda sembra essere scontata, ma il ragionamento che ne sta alla base non lo e' affatto. Vorrei approfondire questo punto, perche' e' di fondamentale importanza. Innanzi tutto e' indifferente la situazione politica attuale italiana, infatti il concetto di antifascismo che sto cercando di spiegare non l'ho tirato fuori perche' abbiamo un governo di stronzi con paurose sbandate neo fasciste, ma perche' fa parte (o almeno per me dovrebbe far parte) della coscienza comune di una nazione che il fascismo l'ha vissuto sulla propria pelle. Portare avanti un discorso sull'antifascismo per me significa soprattutto fare tesoro del bagaglio storico che possediamo (e per il quale siamo tristemente noti) e partire da li', ripensando alle deportazioni, alle fucilazioni, alle code per il pane, alle adunate oceaniche di Mussolini, e chiedersi soprattutto: perche'? Come e' stato possibile arrivare a tanto? Pensare al coraggio di tanti che hanno messo in gioco la propria vita per rimediare agli sbagli di un'intera nazione. Eppure l'antifascismo non si puo' limitare solo alla resistenza partigiana, perche' e' il sentimento comune che l'ha fatta nascere e soprattutto, vincere. Ed e' per questo che l'antifascismo non puo' venire d'attualita' solo perche' c'e' la destra al governo o nei discorsi ufficiali il 25 aprile. In Italia, se interpellati, praticamente tutti si dichiareranno antifascisti (magari pure quelli di AN…), ma non so se sappiano di cosa stiano parlando. E' facile, molto facile, parlare adesso, che sono passati sessant'anni, che si sa chi erano i "cattivi", ma vi siete ma chiesti cosa avreste fatto voi? Pensateci bene, non e' retorica, cercate di immedesimarvi nell'epoca… fatto? Ora trasponete tutto ad adesso… Beh, siete ancora qui a leggere? Non vi viene voglia di far qualcosa? E badate bene, non e' istigazione a banda armata (qui lo confermo, mi sembra un'enorme cazzata, vedi gli anni settanta), io stavo pensando al 1919, al 24, molto prima della seconda guerra mondiale, quando si e' materialmente realizzato il regime: la marcia su Roma, l'omicidio Matteotti, l'inizio dello squadrismo… praticamente, la svolta autoritaria. Chi si dichiara antifascista, ai nostri giorni, dovrebbe rendersi conto dei mutamenti politici in atto ed opporsi con tutte le sue forze non solo a tutti i fascismi ancora latenti nella nostra societa', ma anche a tutto cio' che puo' portare al fascismo. Non serve la presenza di fascisti per l'instaurarsi di comportamenti fascisti, e questi vanno estirpati. Particolarmente preoccupante e' la situazione d'impunita' in cui vivono formazioni neo fasciste/naziste come forza nuova, fronte nazionale che inspiegabilmente non sono ancora state fare chiudere per cavilli legali. Un particolare molto fastidioso e' l'essere paragonati a questi individui perche' "gli estremi si attraggono". Niente di piu' falso. Io vedo gli schieramenti politici non come un cerchio, ma una linea retta, piu' si va verso destra e piu' le posizioni sono inconciliabili. Il fatto che su qualche argomento la si possa (apparentemente) pensare uguale e' un puro caso. Le motivazioni prime sono ideologicamente opposte. Esempio: circa quattro anni fa ad una riunione del coordinamento degli studenti avevo avuto la possibilita' di parlare con una "responsabile" (a 18 anni fa un po' ridere il termine) riguardo la rissa e conseguente cacciata di un gruppo di persone di destra in un corteo la settimana precedente. Io, un po' ingenuamente, mi ero preoccupato perche' ritenevo fosse necessario avere un fronte piu' ampio possibile per non far passare la riforma dell'allora ministro Berlinguer. La risposta fu lampante e inequivocabile: "Ma come puoi portare avanti qualcosa con quelli?, noi manifestiamo per una scuola giusta per tutti. Loro per tutti noi italiani!" Chiaro? Almeno un sassolino (-one) dalla scarpa me lo sono levato. Altro elemento di preoccupazione e' la constatazione del fatto che, come all'inizio del ventennio, viviamo una situazione un po' particolare, infatti, pur di vivere tranquilla, la maggioranza degli italiani ha deciso di fottersene d'ogni parvenza di legalita' ed ha votato l'uomo forte. Dobbiamo biasimarli? Ad un elettore medio di Berlusconi che cosa gliene puo' fregare del falso in bilancio? E delle rogatorie internazionali? O del conflitto d'interessi? Pensate che chi ritiene che "tanto rubano tutti" si scandalizzi se il presidente del consiglio fa le leggi a suo favore? Il suo piu' grosso problema possono essere gli immigrati e la delinquenza ed ecco che arriva pronta pronta la nuova legge sull'immigrazione Bossi-Fini (ma non si odiavano?), gia' il nome fa paura, a me ricorda i treni piombati… Semplicemente il trionfo dell'egoismo, o, se volete, il declino dell'antifascismo. Ed e' per questo che ha senso, anzi e' necessario, parlare di antifascismo, perche' dal sonno della ragione nascono nuovi incubi e tocca a noi agire adesso perche' non diventino realta'.
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no al parlamentarismo
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un compagno Saturday, Apr. 01, 2006 at 4:29 PM |
mail:
lottaunit@hotmail.it |
Prendo la parola in occasione di questa spregiudicata campagna elettorale svolta da organizzazioni e partiti istituzionali, o che aspirano a diventare tale. Prima di tutto dobbiamo ricordare, come compagni e come proletari, che le elezioni dal dopoguerra fino ad oggi sono state sempre una corsa ai bocconi più grossi di profitti, prodotti dallo sfruttamento del lavoro di milioni di operaie e operai. Marx aveva detto nell’ottocento che il suffragio universale era il punto più maturo raggiunto dalla classe operaia nella democrazia borghese. Ma sono passati più di 100 anni e sono avvenute delle profonde trasformazioni economiche nel sistema di produzione e distribuzione capitalistico, soprattutto, di conseguenza la democrazia borghese ha raggiunto un alto grado di maturità. Ciò significa che le dittature fasciste e naziste in Europa e nei paesi a capitalismo avanzato sono consumate come forma specifica di dominio sulla classe operaia e sui popoli oppressi. Non che gli operai non vengono più sfruttati sul lavoro, anzi, e non che i popoli non vengono più oppressi e dominati, vedi il popolo arabo e i popoli dell’Africa e dell’America latina. Il punto è che lo sfruttamento e il dominio si fa più pesante ma i sistemi di accettazione e quindi di consenso delle politiche che sottendono lo sfruttamento stesso sono diverse, non predomina esclusivamente l’uso della forza militare e poliziesca ma anche la politica dei partiti e dei sindacati confederali che gestiscono o cogestiscono il potere economico dei padroni delle multinazionali. Quei compagni in buona fede che credono di poter migliorare le politiche padronali sedendo su una poltrona di un qualsiasi parlamento o parlamentino di piccoli o grandi comuni d’Italia e d’Europa, non sono su una strada nuova, ma vecchia e già percorsa, e già analizzata trent’anni fa quando in Italia e in Europa i comunisti hanno dichiarato che ”la via pacifica al socialismo” è revisionismo e riformismo piccolo borghese. La rottura col revisionismo ha segnato un’epoca che nessuno, che si professi o non comunista, può ributtare indietro nella storia. Le lotte operaie e proletarie di quegli anni hanno maturato, con tutti i limiti e le contraddizioni interne al movimento rivoluzionario, un punto di vista politico nella classe stessa che suona in questo modo: mai più fiducia ai parlamentari di destra o di sinistra, che aiutano solo i padroni a sfruttare gli operai. Le istanze più mature che vogliono essere coerenti con la storia del movimento rivoluzionario e operaio non dichiarano il contrario. Per questo dobbiamo assolutamente disertare le campagne elettorali di qualsiasi partito o organizzazione politica, anche di quelle che si professano comuniste. La corsa è di chiaro segno borghese, atta alla continuazione dello sfruttamento della classe operaia in Italia e in Europa e all’oppressione dei popoli nei paesi arabi e dell’America latina. Quelle organizzazioni che hanno condotto o contribuito alle lotte proletarie in questi ultimi anni che oggi ritengono la via elettorale una strada giusta per interloquire con le masse popolari dovrebbero sapere che la Duma dello zar non c’è più né tanto meno il parlamento del periodo prebellico italiano. Questa non è assolutamente un’esortazione a non votare e quindi all’astensionismo, poiché esso non ha mai prodotto, nella storia delle moderne democrazie, automaticamente la nascita di una società socialista. L’abbattimento del capitalismo può avvenire solo con l’azione attiva delle masse operaie e proletarie dirette dalle avanguardie rivoluzionarie, in una parola, solo con la rivoluzione. L’ultimo governo di centrodestra presieduto da Berlusconi ha dato piena continuità alle politiche dei governi precedenti che si sono succeduti. Questo non perché erano dello stesso schieramento politico-istituzionale ma bensì i rappresentanti della stessa classe sociale, la borghesia imperialista. Nessun governo, stando così le cose, cioè con l’esistenza dello sfruttamento del lavoro degli operai, può rappresentare i lavoratori, i pensionati, gli operai e i giovani proletari che si affannano alla ricerca di un lavoro per poter costruire un proprio futuro. Qualsiasi governo verrà eletto, nazionale o locale, farà gli interessi dei padroni, sostenendoli ad accumulare sempre più profitti sulla pelle di milioni di operai. Liste politiche indipendenti di sinistra, nel migliore dei casi, non avranno alcun peso sia in opposizione che in un’eventuale maggioranza governativa. Anche se correranno da sole ad un certo punto dovranno allearsi, anche se non ufficialmente, con le coalizioni più forti, quali quella di Berlusconi o quella di Prodi. Naturalmente le liste di sinistra saranno costrette ad allearsi con il centrosinistra anche a livello locale. In alcuni enti locali il centrosinistra già governa dalle legislature precedenti, e già si sono viste le politiche antiproletarie attuate negli ultimi anni. Per esempio in Campania e a Napoli in materia di occupazione e formazione al lavoro il centrosinistra ha solo aiutato quelle cooperative, società e consorzi di orientamento e formazione, loro amici, ad accaparrarsi i milioni di euro che arrivano dai Fondi Sociali Europei, lasciando le briciole ai disoccupati che svolgono i corsi di orientamento e formazione, senza ancora dare ancora una risposta concreta alle rivendicazioni delle lotte di questi ultimi anni: un lavoro stabile e duraturo. Non me ne vogliano male quei compagni e compagne che hanno diretto con grande impegno militante i movimenti di lotta, quello che è stato ottenuto sicuramente è anche il frutto delle lotte degli ultimi dieci anni, ma ha giovato soprattutto a quei proprietari di enti e cooperative di formazione professionale che certo non avevano bisogno dei soldi dei FSE per arricchirsi e vivere decentemente, dal momento in cui già nel settore privato hanno usufruito del denaro pagato da migliaia di giovani disoccupati e lavoratori che avevano bisogno di formazione professionale per accedere o aggiornarsi alle nuove mansione lavorative. E poi, lavarsi le mani, gli stessi amministratori regionali, con al capo il governatore, hanno erogato 350 euro al mese per 3500 disoccupati per 2 anni. I padroni ogni mese si vedono aumentare di zeri la misera e ridicola cifra erogata come “reddito di cittadinanza”, altro che 350 euro, si può parlare di 35000 o 350000 o 3500000 di euro a secondo di quale gradino occupano nella scala gerarchica delle bande di rapinatori di forza lavoro. Sempre in questo campo, molti ex LSU sono entrati con un contratto a tempo indeterminato in società di servizio ambientale, che sono tutte gestite da ex politici del centrosinistra che governano Regione, Provincia e Comune, società che anch’esse hanno usufruito dei vari fondi europei e governativi, e che non tutelano i lavoratori sul piano della remunerazione economica, finanche in alcuni casi non pagano gli stipendi per mesi e mesi, come nel caso della ex Smartway, società a capitale misto con maggioranza della Provincia di Napoli. Ma non solo nel campo del mercato del lavoro queste organizzazioni e partiti politici hanno sforgiato la loro infamia contro le masse proletarie. Le tasse regionali e comunali che paghiamo per i servizi sono aumentate, e i servizi sarebbe bene chiamarli disservizi. Per esempio la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti non funziona non per l’inadempienza dei lavoratori delle società, ma per l’abbuffarsi instancabile dei padroni di queste stesse, che sono gli amici o addirittura, in alcuni casi, parenti dei politici che governano il Comune e la Regione. La sanità pubblica non ha più un senso, per una visita o un esame medico i lavoratori e i pensionati aspettano mesi e mesi, per la mancanza di personale e di strutture, nonostante che sui nostri statini- paga compare nella parte delle trattenute ancora la voce dei contributi per il Servizio Sanitario Nazionale. L’assessore alla sanità e i loro adepti reclamano più soldi dal Fondo Sanitario Nazionale, facendo leva sulla carenza di servizi nella regione. In realtà il denaro che manca dalle casse delle strutture sanitarie (ospedali e presidii) è stato rubato legalmente dalle strutture private che, per esempio, per 10 sedute di fisioterapia intascano dalla regione centinaia di euro. Alcuni ospedali rischiano di chiudere, come il Fatebenefratelli di Napoli, non perché mancano i finanziamenti ma per i continui furti legalizzati e avallati dagli amministratori del settore che si perpetuano da anni. La cosiddetta malasanità non dipende altro che dalle rapine dei contributi di lavoratori e pensionati da parte dei padroni e avallati dai nostri governanti. Gli amministratori incentivano le strutture sanitarie private che tolgono spazio a quelle pubbliche. Negli ultimi anni gli imprenditori campani hanno usufruito del denaro pubblico della Regione e della Unione Europea, con il pretesto di nuove assunzioni, che sì ci sono state, ma tutte con contratti da fame e a tempo determinato (co.co.co., co.co.pro., stagionali, etc.) con i quali migliaia di lavoratori, bluffati, sono stati lasciati al lastrico insieme alle loro famiglie. Come se non bastassero gli utili realizzati in decine di anni con il lavoro di migliaia di operai. Tanto sbanderiata dalle giunte di centrosinistra e dai sindacati la “lotta al lavoro sommerso”, che è solo un pretesto per sostenere le già ricche e fiorenti imprese dei padroni. Migliaia di operai invece stramazzano di lavoro a ritmo forsennato, sottopagato, senza regole di sicurezza, senza diritto di indennità di malattia e infortunio, e senza un centesimo di euro di contributi previdenziali, senza, quindi, poter progettare un proprio futuro dignitoso. Il pretesto dell’esistenza della cosiddetta criminalità organizzata, è l’alibi per chi governa gli enti locali per le continue morti per droga. Quale peggiore criminalità organizzata se non quella della banda di Bassolino & c. che intasca i profitti detratti dagli operai che arrivano al sud Italia sotto la forma di vari fondi per l’assistenza, per l’occupazione e per lo sviluppo. Quale sviluppo, forse lo sviluppo delle bande di politici e padroni che continuano ad affamare operai e pensionati. Questo è il centrosinistra, tanto per ricordarlo a chi nutre delle simpatie, o sta per nutrire per comodità politica istituzionale e sindacale delle simpatie. Prima o poi questa farsa sarà una realtà visibile alla maggioranza dei proletari che lottano in questo paese e nella città. Certo queste osservazioni così apertamente critiche non devono far pensare come alternativa un governo locale di centrodestra, per loro è abbastanza osservare la spregiudicatezza che hanno utilizzato nei cinque anni di governo nazionale, anni che hanno visto solo la perdita del potere d’acquisto dei salari, licenziamenti e esuberi dagli stabilimenti produttivi e l’intervento attivo, con l’invio di proprie truppe di soldati, sul piano internazionale nelle guerre contro il popolo arabo e iracheno ( Iraq e Afghanistan ). Non potrebbero fare meglio al governo locale, anzi sì ma sempre a sostenere gli imprenditori nell’arricchirsi sulla pelle degli operai. Qualcuno potrebbe dire: ma questo sta dicendo che siamo spacciati! no! È solo la nostra forza organizzata che ha futuro, che può contrastare le politiche padronali, senza farci abbindolare nella rete istituzionale. Sul piano economico- sindacale i lavoratori dell’ATM di Milano hanno insegnato che ci possiamo far sentire, e possiamo far valere le nostre rivendicazioni; gli LSU di Napoli hanno dimostrato che la lotta paga e porta alla conquista di obiettivi importanti per i proletari come un posto di lavoro stabile e duraturo; i lavoratori dei servizi aeroportuali in molti aeroporti italiani hanno fatto lo stesso per difendere i loro compagni di lavoro minacciati di licenziamento; non è stato da meno la lotta degli operai metalmeccanici per il rinnovo del contratto, anche se i sindacati confederali hanno raggiunto un accordo di aumenti salariali che sono solo della metà della quantità richiesta nella rivendicazione originale. Sul piano politico il discorso, certamente è meno semplice, ma è possibile riprendere una pratica che viene forse considerata vecchia, perché vista solo in superficie, raccogliere e organizzare avanguardie che fanno il tentativo di elaborare tattiche e strategie per condurre le lotte proletarie, ma non per promuoverle, perché a questo già ci pensano le masse, che sono molto brave. Non ci possono essere organismi o movimenti di massa generati da una qualsiasi organizzazione rivoluzionaria o pseudo tale, poiché in questo modo, gli stessi organismi, perdono la loro stessa natura di massa, finendo di fare il doppione di qualcosa che già esiste e che dovrebbe fare un altro lavoro politico. Sono chiare a tutti noi le cadute di organizzazioni rivoluzionarie che hanno tentato negli ultimi anni di fare passi concreti nella lotta rivoluzionaria, ma questo non deve far pensare che sono cadute le basi teoriche delle strategie elaborate negli ultimi trent’anni, riprendendo così solo il percorso rivoluzionario fino alla Resistenza Antifascista, che è stata tale, cioè una lotta di popolo, e non una lotta per il potere operaio che è l’obiettivo storico delle avanguardie comuniste. Le esperienze devono essere prese tutte in considerazione e soprattutto in evoluzione politica, nel senso che le ultime sono sempre il superamento delle precedenti e così a ritroso, diversamente si finisce nel cadere in una concezione revisionista che già sappiamo dove ha portato dal dopoguerra agli anni 60 e 70. La ricostruzione del movimento rivoluzionario non è un gioco o uno sfizio di qualcuno o di un gruppo che soffre di crisi esistenziale e agisce per il mero desiderio di esistere politicamente o socialmente. Essa è la maturazione di una pratica politica proletaria da cui scaturisce una teoria strategica per l’abbattimento dello stato borghese, dalla quale può partire un tentativo concreto di un processo verso una società nuova, dove non c’è più la divisione in classi e non c’è più lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Al contrario con l’insistenza di praticare vecchie teorie, per non morire politicamente, segna già la morte, e produce solo un rallentamento del processo, e alimenta una confusione nelle masse, già prodotta dalla borghesia per riprodursi come classe dominante. Si fa il gioco della borghesia e sarebbe bene che i compagni e le compagne che non fanno militanza e che si creano il problema della propria esistenza politica si fanno da parte e aspettano una propria lucidità politica per costruire un reale processo rivoluzionario. Le riflessioni prodotte non portano ad una proposta visibile del che fare. Anche perché sarebbe in contraddizione con le riflessioni stesse. Un singolo soggetto non può fare proposte di percorsi collettivi organizzati. Ma le riflessioni certamente mirano ad aprire un dibattito sui temi che emergono in questo scritto: il parlamentarismo, la lotta sindacale, la ricostruzione del movimento. Aver elaborato con sforzo queste pagine auspica all’autore stesso che alcuni compagni e compagne si fermano a riflettere anche loro e conseguentemente si discuta su basi nuove che tengano ben presente delle ultime esperienze organizzative senza fermarsi solo a tappe passate che seppur importanti storicamente sono consumate e limitate negli obiettivi strategici.
DISCUTIAMO E ELABORIAMO UN PERCORSO REALE DI LOTTA POLITICA
Napoli, marzo 2006 Un compagno di Napoli
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