Verso l'approvazione di Europaradiso
LA GIUNTA DI CENTROSINISTRA VERSO L'APPROVAZIONE DI EUROPARADISO ! IL QUOTIDIANO DEL 2 APRILE 2006 Europaradiso. Gli assessori Tommasi e Donnici invitano i professori a non intralciare la politica È scontro tra tecnici e politici Gli interventi di Nicolini e Pieroni scatenano il putiferio
«In relazione agli articoli pubblicati dal vostro giornale a firma di Osvaldo Pieroni e Renato Nicolini, mi preme precisare alcuni questioni che sono premessa indispensabile di qualsiasi analisi legata alla vicenda Europaradiso». Inizia così la lunga nota dell'assessore regionale all'Ambiente Diego Tommasi, chiamato in causa sulla vicenda "Europaradiso" dai due docenti universitari che fanno parte del gruppo di lavoro regionale del progetto "Paesaggio e identità" contro ecomostri e abusiviemo. «Pieroni e Nicolini - scrive Tommasi - omettono di dire nella loro "arringa" che sa molto di giudizio già formato e non rinviabile a un grado d'appello, non fosse altro che per i toni utilizzati da entrambi, che la Zps, alla quale si riferiscono, è lì e pregia di un valore sicuramente aggiunto l'intera area, perché sin dal nostro insediamento abbiamo inteso, come primo atto, aderire in termini compiuti al progetto europeo in campo ambientale e dare seguito concreto all'istituzione di aree di protezione, secondo le indicazioni che provenivano dal mondo scientifico in ordine alla protezione di flora e fauna». «Parimenti dobbiamo ricordare - continua l'assessore regionale all'Ambiente - che il progetto "Paesaggi e identità" alla quale si fa pure riferimento non è oggi una realtà bella, produttiva sicuramente di grandi cambiamenti, perché dalle dorate aule universitarie si è levato un moto di proposizione, ma perché in fase di discussione, seppure da una postazione angusta e difficile, quale quella dell'opposizione, scarsamente percepita dal grande pubblico, non abbiamo voluto in alcun modo rinunciare alla possibilità, di poter cambiare qualcosa, credendo di poter incidere, in maniera reale, anche rispetto alle spinte, forti e preponderanti, di chi ritiene che lo sviluppo sia solo nel cemento. Da qui la necessità di codificare la volontà di recupero di una identità forte ma troppo spesso mortificata, da qui la volontà di abbattere, piuttosto che costruire: abbattere con determinazione e coraggio gli ecomostri ma anche gli inerti manufatti sparsi un po' ovunque sul nostro territorio: incompiuti obbrobri soprattutto sulla costa. Che governare fosse un compito difficile e affatto agevole, lo sapevamo, soprattutto quando si ha la necessità e governare è anche questo, di contemperare interessi diversi, a volte anche contrapposti». «La politica, e i due professori lo sanno bene, -precisa Tommasi - è la capacità di mediare: tanto più difficile e lungo è il processo che porta alla mediazione, tanto più alta è il livello della politica. Riteniamo che a queste considerazioni debba rapportarsi anche la politica ambientalista perché siamo fermamente convinti che l'integralismo, quello che dice i "no" pregiudiziali non porta lontano, soprattutto ci fa essere miopi rispetto ad altre esigenze, prioritarie quanto quelle della conservazione della natura., anzi talvolta anche superiori. Mi riferisco ad esempio alle altissime percentuali di disoccupazione e sottosviluppo che solcano questa regione; mi riferisco ad esempio al dovere di costruire un futuro agevole per una generazione che rischia la deriva». «È del tutto evidente - conclude Tommasi - che la vicenda Europaradiso non possa essere affrontata esclusivamente con questi no pregiudiziali e solo da un'angolatura ambientalista. Le Zps non sono zone di proibizione, ma piuttosto zone di attenzione: la legislazione in materia, articolata ed estrinsecata in procedimenti autorizzativi, demandati a organismi competenti, saprà compiere il proprio dovere. A noi politici spetta invece il compito di ricercare i giusti equilibri: attraverso questa via. Ritengo si possa e si debba procedere per costruire un futuro possibile e sostenibile anche in questa Calabria. Mi auguro che anche voi, al di fuori delle vostre aule dorate cerchiate questi equilibri, per il bene della Calabria e di noi tutti». Toni meno bonari sono quelli usati dall'assessore regionale al Turismo Beniamino Donnici che scrive: «Che a pretendere di bacchettare gratuitamente la giunta regionale della Calabria sia qualche plenipotenziario romano di partito, è un conto. Ma che a lasciarsi prendere la mano sia qualche professore più o meno illustre, è fatto singolare quanto sconcertante. Quando poi questo professore risulta essere anche consulente della Regione, vuol dire che abbiamo superato anche il senso del ridicolo». «Ogni scelta che afferisce lo sviluppo di un territorio ¬ precisa poi Donnici - appartiene al livello politico e non può essere delegata a tecnici. E attiene alla politica anche governarne i processi e verificare per progetti e investimenti tanto le compatibilità ambientali così come quelle culturali e di contesto». «Il no pregiudizievole a un investimento dalla straordinaria portata finanziaria come quello di "Europaradiso" - incalza l'assessore Donnici ¬ la dice lunga su quanto il professore consulente sia più distratto dai toni strumentali della campagna elettorale che non attento alle reali esigenze di sviluppo della Calabria e del crotonese in particolare». Arriva infine l'invito alle dimissioni. «Dopo cotante esternazioni - conclude Donnici - ci aspetteremmo atti conseguenti e coerenti». Anche Legambiente entra nella polemica chiedendo al presidente Loiero "parole chiare sull'ipotesi Europaradiso". «Poiché -scrive Antonino Morabito, neo coordinatore regionale di Legambiente Calabria - questa è una di quelle vicende emblematiche che consentono di fare chiarezza su quale sia l'idea di progresso e tutela della nostra amata e, con troppa indifferenza, martoriata Calabria». «Appoggeremo e daremo atto - continua Morabito - della capacità di saper contrapporre valide alternative a ipotesi di progetto squalificanti e territorialmente aggressivi tipo Europaradiso. Le recenti dichiarazioni "poco chiare" di alcuni membri della Giunta regionale sulla fantasmagorica ipotesi di progetto di realizzare a Crotone un villaggio stile "Las Vegas" denominato "Europaradiso", aprono spazi di incertezza su una vergogna che Legambiente ha contrastato fin dalla sua origine e che per ultimo ha denunciato anche alla Commissione Europea per l'avvio della procedura di infrazione contro l'Italia». «È la concezione stessa che anima questa ipotesi - aggiunge Maria Rosaria Paluccio del coordinamento regionale di Legambiente Calabria - a essere in contrasto con qualsiasi attenzione alla storia, alle tradizioni ed alle risorse naturali di un territorio che oggi è, unanimemente, considerato l'antitesi dello sviluppo sostenibile e di qualità». «La svolta indicata con la lotta agli ecomostri passati, presenti e futuri che Legambiente conduce da anni e che questa stessa Giunta regionale sembra intenzionata a portare avanti con l'avvio di un'apposita commissione di studio - continua - è inscindibilmente legata ad una chiara idea della Calabria che vogliamo. Il territorio calabrese è stato fino a oggi soggetto passivo di tanti interessi particolari che poco o niente si conciliavano con gli interessi collettivi. Questo è alla base della profonda sfiducia dei cittadini verso le Istituzioni che tali interessi avrebbero dovuto saper difendere e far divenire elemento di riscatto sociale ed economico. La competizione elettorale in corso deve incidere sulla proposta politica non in senso riduttivo, bensì esaltando la nuova idea di Italia e di Calabria che il Governo regionale in carica ed il prossimo Governo nazionale contribuiranno a costruire». «L'abbattimento dell'ecomostro di Punta Perotti come chiesto da anni da Legambiente e oggi fermamente voluto dalla Regione Puglia come l'esempio della Regione Sardegna di difendere i propri 1.500 km di coste impedendo nuove colate di cemento ed investendo, invece, nella riqualificazione e nell'adeguamento dell'enorme patrimonio immobiliare già esistente - conclude Legambiente - sono sicuramente la strada maestra per la Calabria dove è stata documentata l'avvenuta edificazione di immobili per ben quattro volte le esigenze abitative della popolazione residente e dove molti ecomostri attendono solo di essere abbattuti».
Un no pregiudiziale
ne calabrese la norma che istituisce ed autorizza la pratica della rottamazione delle aree degradate e dei manufatti sconci e brutti. Una sorta di condono alla rovescia: lo Stato non incassa soldi per condonare e tollerare abusi, al contrario finanzia l'acquisizione dei manufatti per demolirli e ripristinare i luoghi riportandoli alle loro qualità naturali e peculiarità. La mia " cultura urbanistica", per quanto insufficiente ed approssimativa, ritengo sia ancora ispirata alle ragioni che mi hanno indotto a proporre quella norma. Sarebbe il caso che Nicolini provvedesse anch'egli ora a consigliare come rendere efficace quella norma e non consentire che venga ancora disapplicata. Pur schierandomi tra coloro i quali non vogliono imbalsamare ma salvaguardare e valorizzare, tra quelli che non considerano i vincoli un divieto ma uno strumento regolatore, ritengo che l'azione di un buon governo che persegue l'obiettivo dello sviluppo integrato non debba prescindere dai parametri della ecosostenibilità. Le nostre bellezze naturali possono essere una risorsa se non vengono deturpate e se il contesto ambientale prima ancora di rispondere ai valori del PIL ( Prodotto Interno Lordo) compiutamente si misura con il metro del PIQ ( Prodotto Interno Qualità). Chiarito e premesso tutto ciò, ritengo davvero eccessivo e fuori luogo il pronunciamento di Nicolini a proposito di "Europaradiso". E' nota la fantasia e la estrosità di Renato Nicolini ma in questo caso egli la impiega a sproposito e con una certa dose di presunzione e pregiudizio. E' eccessivo perché egli trae spunto da una mia risposta assolutamente consapevole e responsabile ad una domanda postami all'interno di un intenso e vasto confronto in sede di Confindustria. Sul punto ho soltanto affermato verità ed ovvietà; infatti ho solo sostenuto che la Regione non ha opposto un diniego pregiudiziale al progetto anche perché non è stata possibile alcuna valutazione in nessuna sede istituzionale preposta. Ho teso solo a demistificare una polemica inutile e strumentale intentata da chi a Crotone pensa di trincerarsi dietro presunte responsabilità regionali per giustificare, allo stato, promesse ed illusioni rinvenienti da ipotesi progettuali che magari mai saranno attuate al di la di ogni azione della Regione. Tant'è che ho avuto modo di dichiarare la disponibilità della Regione a partecipare ad una sorta di conferenza di sevizi per conoscere e valutare nel merito il progetto in discussione e quindi pervenire ai pronunciamenti conseguenti. Apprendo, invece, che Nicolini saprebbe già tutto e conoscerebbe bene nei dettagli il progetto e la società proponente. Una polemica fuori luogo anche perché Nicolini non si sofferma affatto sul vero tema intorno a cui si è discusso in Confindustria. Il tema riguardava la critica da parte di alcuni settori crotonesi ad una delibera di questa Giunta Regionale ritenuta troppo "ambientalista"; il riferimento è a quella delibera che indica le aree sottoposte al vincolo delle " zone di protezione speciale" della fauna selvatica. Gli assessori presenti abbiamo avuto il torto di difendere il merito di quella delibera, sottolineando il valore di quel vincolo che non può essere assunto a pretesto per nessun tipo di interpretazione. Sarebbe il caso che come consulente Nicolini si informasse e leggesse quella delibera. E' ancora fuori luogo la polemica perché anche il più esasperato ambientalista non può opporsi alla pratica dell'ascolto, della concertazione con le popolazioni e le istituzioni sovrane sul territorio. L'ambiente si tutela non con le testimonianze salottiere o consulenziali di comodo ma con l'esercizio del principio della responsabilità soggettiva di governo. E' qui che bisogna avere il coraggio di dire dei sì o dei no. Mi pare siano abbastanza chiari e coerenti i si ed i no pronunciati finora da questo Governo Regionale. Nicolini parli su questi e non su ciò che è davvero inesistente. E' eccessiva la polemica perché Nicolini interpreta male la sua funzione di consulente istituzionale. La Giunta Regionale ha deliberato di affidare all'Università di Reggio Calabria e ha designato Nicolini come docente di quella Università l'attuazione del progetto " Identità e paesaggio" non per finanziare il suo impegno a sostegno della propaganda elettorale dello stimato e amico rettore Alessandro Bianchi. Il vero fine della polemica di Nicolini sembra essere davvero quello elettorale e di parte. E' vero che siamo in Calabria dove non esiste una condizione di "normalità"; ma tra ciò che non è "normale" non possiamo non annoverare anche il vezzo di alcuni consulenti, pagati profumatamente dalla Regione, che invece di svolgere le attività definite nelle convenzioni e nei progetti si arrogano il ruolo di sostituirsi agli amministratori o quello di censori in virtù di una particolare autoreferenzialità politica e di un acquisito diritto di presunzione tecnica ed etica che invece dovrebbero solo dimostrare nel rendiconto delle attività effettivamente svolte in coerenza agli obiettivi prefissati dall'incarico loro assegnato. A Nicolini, infine, non posso non dire che a volte è più impegnativo amministrare un condominio di quanto possa essere lo svolgimento di alcune particolari attività consulenziali. È per questo invoco ancor prima che verso gli assessori regionali rispetto per gli amministratori di condominio. Nicola Adamo vicepresidente
giunta regionale
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