L’aggressione fascista a Vladimir guidata da due capi di An
Volavano finocchi come pietre. E la polizia non è intervenuta se non con un fortissimo ritardo». Vladimir Luxuria, candidata di Rifondazione, a Guidonia per un appuntamento elettorale, è stata vittima di una vera e propria aggressione. E di stampo fascista. Mai epiteto fu più giusto di quest’ultimo. Anche perché tra gli uomini con i caschi in testa che le urlavano contro in una manifestazione non autorizzata vi erano anche due esponenti di Alleanza Nazionale, ora sospesi dal partito, Mauro Lombardo ed Ernelio Cipriani. Un’aggressione che - nota ancora il segretario di Rifondazione - «desta profonda preoccupazione». E i motivi sono molteplici. Segnali di «imbarbarimento - li chiama Bertinotti - che denotano come vi sia un ritorno preoccupante a una caccia al “diverso”». Eppure? Eppure alla violenza occorre reagire. E Vladimir ci tiene a precisare: «La mia campagna elettorale è stata densa di emozioni. Questo è un episodio di profonda inciviltà. Ma la gente, le tantissime persone che ho avuto modo di conoscere in questo ultimo periodo elettorale mi hanno trasmesso altro: un bisogno di risposte alla precarietà, alla mancanza di lavoro, un profondo bisogno di poter sperare ancora nel futuro». A Vladimir è andata la solidarietà di tutti gli esponenti del centrosinsitra. E centinaia di e-mail hanno inondato il sito della trasmissione di Pierluigi Diaco dove Vladimir ha raccontato il vile episodio. Una vera reazione di affetto, di sostegno e di simpatia che in fondo mostra ancora la parte buona di un paese che crede in altri valori. Di civiltà. Eppure? Eppure l’episodio dell’altra sera a Guidonia è disdicevole. E il racconto dei fatti che ne fa la stessa Vladimir ne dimostra tutta la gravità. «Ero stata invitata a un dibattito nella sala della cultura di Guidonia organizzato da Rifondazione. "Alla guida vi era Salvatore Bonadonna (altro candidato di Rifondazione, ndr) e mentre eravamo ancora in macchina sono arrivati alcuni a chiederci di non avvicinarci dicendo che c’erano dei facinorosi - una ventina di persone, una ventina di uomini per la precisione, età media quaranta anni - con in mano striscioni con su scritto “Ieri falce e martello, oggi falce e pisello” armati di finocchi, e sul viso dei caschi con tutta l’intenzione di non farci proseguire. Sono stata costretta - continua Vladimir - a rimanere per 45 minuti fuori dalla sala della cultura. E mentre alcuni di loro hanno cominciato a lanciarci finocchi come pietre, solo grazie al coraggio dei giovani di Rifondazione e soprattutto grazie alle donne e ai bambini che mi facevano scudo, dopo 45 minuti, sono riuscita ad entrare nella sala e ad avviare il dibattito». La polizia? «Non c’era. E’ arrivata in gravissimo ritardo e credo - sottolinea Vladimir - che ciò dimostri quanto proprio la sicurezza tanto decantata da questo governo sia del tutto assente nel nostro paese». E’ proprio su quest’ultimo punto che è esplosa una vera polemica interna alla stessa polizia. Il Consap, uno dei sindacati delle forze dell’ordine, attraverso il segretario regionale del Lazio, Palmerino Paniccia, ha mostrato tutta la sua indignazione per la disorganizzazione nella pianificazione dei dispositivi di polizia per il controllo della campagna elettorale protestando con la questura di Roma. «Quello che non siamo disposti ad accettare - afferma Paniccia - è l’uso di queste disfunzioni di servizio per avvelenare ulteriormente i toni della campagna elettorale». E’ a questo punto che il caso è esploso anche perché il questore, di rimando, ha fatto sapere che si riserva il diritto di querelare il Consap. Secondo la questura i servizi erano stati pianificati, organizzati e gestiti “al meglio”. La manifestazione, ancora, occorre precisarlo, non era autorizzata. Inoltre, altro particolare, le forze dell’ordine hanno anche tentato di sottrarre una registrazione video effettuata da un giovane di Rifondazione. «Cosa - continua Vladimir - che non è riuscita. Anzi, questa stessa cassetta tenteremo di mandarla in video oggi (ieri per chi legge, ndr) su “Primo piano”». In definitiva una «vera aggressione e di stampo fascista». Tra gli uomini con i caschi in testa vi erano anche due esponenti di Alleanza Nazionale, Mauro Lombardo, presidente del circolo “Collefiorito” ed Ernelio Cipriani consigliere circoscrizionale dello stesso comune per i quali ora Alleanza Nazionale ha disposto, a norma dell’articolo 56 dello Statuto, la sospensione cautelativa dal partito. «Sì, mi sembra un gesto opportuno - commenta la candidata di Rc - mi auguro che comunque serva ad abbassare i toni di questa campagna elettorale». E lo stesso Bertinotti ne prende atto. Ma per Vladimir, purtroppo, non si tratta del primo episodia di violenza. L’ultimo è accaduto ad Ardea in un ristorante dove si teneva un altro dibattito quando intorno alcune ragazzi, in tutto una decina, l’hanno bloccata srotolando altri striscioni con su scritto “fuori Luxuria da Ardea”. Anche in quel caso - ricorda Vladimir - la polizia è intervenuta con un fortissimo ritardo. «Ma debbo precisare - sottolinea ancora la candidata Rc - che il vero insulto non è stato fatto a me o alle mie tendenze sessuali è stato fatto alla libera espressione del pensiero e della parola». A Vladimir Luxuria è andata la solidarietà di tutti gli esponenti del centrosinistra. Eppure anche contro questi vili episodi occorrerà protestare. In modo giusto, civile. Tracciando un segno per la difesa di valori sociali condivisi. Contro quell’imbarbarimento che - conclude Luxuria - a volte «fa davvero paura».
da Liberazione
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