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[processo bolzaneto] decima udienza preliminare
by imc Sunday, Apr. 30, 2006 at 6:10 PM mail:

prima parte

Lunga udienza sabato 9 aprile, aperta dall'avv. Savi che difende l'agente della polizia penitenziaria Talu. Secondo le testimonianze Talu, incaricato del trasporto degli arrestati, non era presente quando sono stati compiuti i reati avvenuti nella caserma.
Gli avvocati Pollastro e Salvatore Orefice del foro di Roma difendono i tenenti colonnelli Pelliccia e Cimino, dopo il generale i due funzionari piœ alti in grado a Bolzaneto nei giorni del G8. La Pollastro ha esordito con un elogio alla polizia e ai pellegrini a Roma venuti in questi giorni a rendere l'estremo saluto al papa per l'ordine e la disciplina nelle strade della capitale, perché se la folla che partecipa a grandi manifestazioni di massa é veramente pacifica non accadono gli incidenti, mentre al contrario la violenza delle persone a Genova durante il G8 ha provocato la reazione delle forze dell'ordine; la situazione di emergenza creatasi a Bolzaneto sarebbe dipesa dalla chiusura della caserma di Forte S. Giuliano e di conseguenza dall'alto numero di arrestati e di agenti che si trovavano lí. Ci sarebbero state lacune nell'organizzazione e gli agenti erano stanchi per i ritmi di lavoro, ma bisogna ridimensionare i fatti.
La Pollastro ha poi continuato leggendo la lista di tutti gli arrestati passati per Bolzaneto e della data in cui hanno sporto querela. Dopo un po' (nel frattempo la cancelliera si era addormentata un paio di volte e l'aula si é svuotata, soprattutto gli avvocati della difesa si sono allontanati) il giudice l'ha bloccata dicendo che l'appello lui l'aveva giá fatto. A questo punto l'avvocato ha letto la sua raccolta di stralci dalle dichiarazioni delle parti offese che, arbitrariamente isolate dal contesto, avrebbero confermato che non erano stati picchiati né insultati, che a Bolzaneto c'era anche un agente che li ha trattati amichevolmente, negando in sostanza l'evidenza.
In seguito Orefice ha ribadito che i fatti sono stati gonfiati dai noglobal e vanno ridimensionati. A Bolzaneto erano in servizio anche mele marce, che per— sono singoli e quindi non si puó parlare di sistematicitá dei reati compiuti. Pelliccia e Cimino non potevano sapere perché i fatti non sono avvenuti sotto i loro occhi, e non sapendo non é lecito accusarli di aver avuto una posizione di garanzia; sono stati sí promossi dopo i fatti del G8, ma affermare che questo sia accaduto perchŽ hanno coperto gli altri sarebbe una calunnia.
Orefice é passato quindi ad un'altro punto di natura tecnica: i termini per la consegna di alcuni atti non sarebbe stato rispettato dai pm, sussiste quindi un problema di inutilzzabilitá, e gli atti in questione riguardano proprio i suoi assistiti.

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[processo bolzaneto] decima udienza preliminare
by imc Sunday, Apr. 30, 2006 at 6:11 PM mail:



Genova, 14 aprile 2005
Ad aprire l’udienza la discussione dell’avv. Giacomini, difesa Ubaldi.
Ispettore di PS, servizio di accompagnamento fermati, collocato dalla ricostruzione dei PM tra i cosiddetti “livelli intermedi”. Tra coloro cioè che, sovente “coptati” da altri servizi, vengono assegnati alla custodia dei fermati senza però responsabilità definite e preordinate. Gli viene contestato l’art.608 c.p.
La tesi della difesa è quella della sostanziale estraneità della persona ai fatti: arrivato per caso, senza incarichi precisi neanche verbali, resterebbe fuori quasi tutto il tempo. Non avrebbe comunque accettato di fare “la guadia” essendo orgogliosamente addetto ad un servizio di maggior prestigio e non avrebbe in ogni caso potuto fare nulla su una situazione gestita dalla polpen. Situazione tra l’altro non così eclatante ed evidente, essendo la sua presenza collocabile e collocata nella notte di venerdì, quando la situazione era relativamente tranquilla.
Dotta, dettagliata e ragionata digrassione sul dolo omissivo che chiama in causa persino i lavori preparatori della Carta Costituzionale.
Persino troppo, viene da dire, per una posizione processuale così circoscritta. Tuttavia il lavoro dell’avv. Giacomini potrà forse andare a vantaggio di altre difese che, con imputati assai meno “presentabili”, sono costretti a volare più basso.

Prende poi la parola l’avv. Pendini, difesa Perugini.
L’imputato n.1 di questo processo è presente in aula al fianco del suo avvocato.
La tesi espressa nella sapiente, equilibrata e tecnicamente ammirevole discussione è semplice: Perugini arriva a Bolzaneto alla fine di un lungo turno di lavoro. Vede i colleghi della trattazione atti in difficoltà rispetto alla mole di lavoro e si ferma ad aiutarli.
Si rende conto che ci sono cose che “non quadrano” e si rivolge ai responsabili o agli uomini incaricati per evitare che tali anomalie giungano a conseguenze spiacevoli.
Poi si “tuffa” nell’ufficio trattazione atti a compiere operazioni di PG che si protraggono per ore.
Se si fosse occupato di verificare se i suoi ordini erano stati eseguiti o del fatto che “i ragazzi” stavano ingannando il tempo torturando persone in stato di privazione della libertà, o della circostanza che le stesse persone erano senza cibo ne’ acqua, non avrebbe potuto occuparsi del lavoro di cui si è occupato- fa notare l’avvocato- ed oggi lo si accuserebbe di questo.

Ma allora, i due pestaggi denunciati come avvenuti proprio nella stanza dove lui si trovava?

Semplice: è vero che il Dottore è stato quasi sempre nella stanza, ma nel corso delle dieci ore che ha passato lì, avrà ben dovuto provvedere ad esigenze primarie e per così dire…fisiologiche, no?
I pestaggi, se sono avvenuti, vanno collocati in uno di quei seppur rari momenti. Egli, in caso contrario, non avrebbe esitato ad intervenire.
Del resto il suo atteggiamento civile e addirittura protettivo nei confronti dei fermati emergerebbe direttamente dalle dichiarazioni del primo “ospite” giunto in stato di fermo a Bolzaneto.
Questi, dopo aver descritto in termini assai positivi il contegno del Dott. Perugini, incontrato nell’ufficio in occasione della verbalizzazione,, affermerebbe di aver visto passare il funzionario Digos una sola volta nei corridoi adiacenti le celle, per di più di corsa e trafelato.

Di qui due logiche deduzioni.

Una della difesa: è passato una
sola volta perché è stato quasi sempre alla trattazione atti, perciò ha visto nulla o quasi di quanto accadeva nel resto della struttura.

Una nostra: correva a far pipì.

Rinvio all’udienza di venerdì 15.

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