ultime elezioni come sempre più che mai non votiamo
IL CARROZZONE VA AVANTI DA SE’?
Ovvero MI VENDO OGNI DIGNITA’…
Di primo acchitto dando uno sguardo alla società nella cui merda ogni giorno ci si dibatte per non affogarci dentro questa si presenta un ciclo perpetuo che in apparenza si rinnova automaticamente. Ma proprio così non è, a guardar bene si focalizza le cause per cui questo ciclo non si interrompe. Le sagome di chi volontariamente contribuisce non solo dando il proprio consenso passivo ma rendendosi protagonista della consolidazione dell’esistente assumono nitidezza e ormai anche per chi aveva qualche dubbio non c’è più da spalancare tanto gli occhi davanti alle faccette in miniatura che affiancano i faccioni che già da tempo hanno conquistato tabelloni e maxischermi. In Comune hanno la stessa aspirazione di “contare”, di diverso hanno la miseranda condizione di exextraparlamentari che devono guadagnarsi la gavetta.
Troppe le tristi e squallide testimonianze avute in passato di dinamiche antagoniste solo a pulsioni sinceramente libertarie, per poterci stupire di un coinvolgimento con il potere ora ufficializzato con una candidatura alle amministrative comunali.
Abbiamo assistito negli anni scorsi a operazioni di isolamento e ad aggressioni verso chi manifestava dissenso con modalità divergenti da quelle che i capetti di turno specialisti dello spettacolo stabilivano come regolamentari; metodiche di epurazione dai mezzi di comunicazione “di movimento”nei confronti di compagni che osavano confrontarsi su idee e pratiche considerate troppo radicali soprattutto dopo la “lezione” che governo e polizia avevano dato a Genova, salvo poi aggiustare un po’ il tiro quando il procedimento giudiziario per i fatti del luglio 2001si è visto riguardarli da vicino. Abbiamo letto e ascoltato le più abbiette denigratorie mistificazioni, non dettate da fraintendimento o incomprensione ma riconducibili ad una precisa strategia di esclusione di voci e presenze dal pensiero differente rispetto alla deriva “antagonista”, soprattutto nell’affermare la propria estraneità a dinamiche di spartizione di potere e il proprio rifiuto alla collaborazione con esso: dai finanziamenti pubblici alla legalizzazione degli spazi occupati. Voci e presenze che per contrasto facevano risaltare in tutto il suo squallore la strada, già senza dubbi da alcuni intrapresa, della compromissione istituzionale.
Nessuno stupore quindi, ma certamente un’ulteriore inevitabile riflessione sugli effetti deleteri di scelte dettate da ambizioni di “riscossa” sul terreno del nemico della libertà. Si propaganda la scontatezza di una “scalata” al palazzo(dopo averne predicato l’assalto), come unica possibilità di sbocco di quelle lotte intraprese con l’azione diretta come ad es. la casa che invece di essere strumento per sviluppare pratiche di autogestione vengono trasformate nel mero obiettivo di riconoscimento dei “diritti negati”. Questi nuovi candidati cominciano a raccogliere le briciole che la tavolata democratica concede loro per i servigi resi mentre la pagnotta del potere si ingrossa e si rafforza del consenso che gli mancava nell’ambito “movimentista” e della pacificazione raggiunta nel processo di addomesticazione degli “spiriti ribelli” ricondotti all’interno della democrazia partecipativa. La riproposizione in piccolo degli schemi gregaristico-autoritari in centri sociali o in comitati specifici vuole abituare prima di tutto i più giovani all’idea di un leader e convincere che la rappresentanza sia un fatto ineluttabile.
In realtà esperienze di autogestione esistono e resistono all’imposizione autoritaria rinnovando percorsi fuori dai tracciati del carrozzone democratico e, per quanto giudici, poliziotti e politicanti d’ogni risma si prodighino per eliminarle con la repressione o neutralizzarle con il corteggiamento, continuano a vivere senza deleghe né capi, con la responsabilità assunta in prima persona nel lottare per l’autodeterminazione di ogni individuo.
L’UNICA SPINTA DA DARE AL CARROZZONE ELETTORALE
E’ VERSO LA DISTRUZIONE
PER UNA VITA LIBERA DA OGNI AUTORITA’
NON VOTIAMO NON DELEGHIAMO!
Anarchici
Roma, maggio2006
|