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[BO] Fischi, slogan e pomodori sul 2 giugno
by Il Domani Saturday, Jun. 03, 2006 at 6:41 PM mail:

Fischi, slogan e pomodori sul 2 giugno Contestazioni in Piazza Maggiore

Pomodori sulla festa del 2 Giugno, anniversario della proclamazione delle Repubblica, alcuni dei quali finiti sul vigile che reggeva il Gonfalone del Comune di Bologna.



Ieri Piazza Maggiore si è divisa equamente tra la parata delle Forze armate e la contestazione dei centri sociali, dei collettivi, di Rifondazione comunista e di una parte dei Verdi che hanno dato vita ad un tappeto sonoro fatto di pentole e cucchiai battuti contro le transenne di metallo, fischietti e trombette da stadio, urla al megafono e cori di protesta contro tutte le guerre ed, in particolare, quelle in Iraq e Afghanistan.



Già alle 10, un’ora prima del via alla manifestazione, Piazza Maggiore si presenta blindata, con cordoni di polizia schierati in assetto anti-sommossa e doppie file di barriere sul lato del Pavaglione. Poco dopo le 10 arrivano alla spicciolata i contestatori: attivisti di Crash, il collettivo protagonista di alcune delle recenti occupazioni, i Disobbedienti che il giorno prima avevano fatto un blitz nel cortile di Palazzo D’Accursio, gli studenti di Rete Universitaria, il gruppo del Livello 57 e quello del Tpo.



Ma non solo. Passano pochi minuti e arriva lo stato maggiore di Rifondazione con il segretario cittadino Tiziano Loreti e i consiglieri comunali Valerio Monteventi e Roberto Sconciaforni; con loro anche il consigliere dei Verdi Roberto Panzacchi.



«È una scelta personale - dice - arrivo ora dal consiglio comunale dove si è tenuta la celebrazione del 2 Giugno, ma penso che la parata armata sia qualcosa di diverso. Sinceramente, ritengo giusto non partecipare ad una sfilata di armi».



Si alzano anche i primi striscioni, tra di essi quelli “storici” del movimento anti-militarista del 2003, lenzuoli con slogan come “Contro tutti gli eserciti e contro tutte le guerre” e il disegno di un pugno che schiaccia un carro armato; o come quello della Federazione Giovani Comunisti che dice “Merita la libertà solo colui che la conquista giorno dopo giorno”. Tra i tanti c’è anche quello arcobaleno di Rifondazione con la scritta “No alla guerra del petrolio”.


«Siamo qui a chiedere - spiega Sconciaforni - il ritiro delle truppe dall’Iraq e per dire no alla parata militare nel giorno della Festa della Repubblica e il nostro impegno a votare “no” al referendum costituzionale del 25 giugno. Solo per questo. Spero che sia una manifestazione bella colorata e rumorosa».


Quando intorno alle 10.30 cominciano le celebrazioni ufficiali e le istituzioni e le divise fanno il loro ingresso in piazza, la protesta cresce d’intensità, le grida e i fischi si fanno sempre più forti. Un cordone di poliziotti e carabinieri si avvicina alle transenne, con loro c’è anche il Questore Francesco Cirillo che seguirà quasi tutta la manifestazione da questa prospettiva.


“Vergogna, vergogna” e “buffoni, buffoni” sono i cori più gettonati. Alle 10.45 dalle retrovie partono i pomodori che colpiscono una vigilessa e il gonfalone del Comune di Bologna. Una quindicina di poliziotti oltrepassa le transenne e si schiera minacciosamente faccia a faccia con i contestatori. Qualche attimo di esitazione, basterebbe un gesto sopra le righe per scatenare una reazione a catena, ma tutto si placa e dopo pochi secondi gli agenti ritornano negli spazi riservati alla cerimonia.


Arriva la pioggia, ognuno si ripara come può, ma il copione non cambia. Nel momento dell’alzabandiera, ma soprattutto ogni qualvolta risuona l’inno di Mameli, la protesta si leva più forte e insistita. Alle 11.30 le celebrazioni si concludono, ma la partita delle reazioni politiche e delle polemiche deve ancora cominciare.


E inizierà di lì a poco, quando ancora dalla piazza si attardano alcuni dei contestatori. Il primo a parlare è il sindaco Sergio Cofferati che, subito dopo la cerimonia, si è recato a solidarizzare con l’agente di polizia municipale colpita dal lancio di pomodori. «L’espressione di opinioni differenti - scandisce - deve avvenire sempre con i necessari tratti di compostezza e civiltà, poi ognuno si assume la responsabilità di quello che fa e di come esercita questo diritto esponendosi al giudizio dei cittadini».


Il riferimento, nemmeno troppo velato, è proprio al Prc che stava al di là delle transenne con fischietti e sonagli. «La valutazione vale per tutti - riprende rincarando la dose - La libertà e la democrazia sono importanti in qualsiasi circostanza. La libertà comporta anche il diritto ad esprimere opinioni diverse, ma quello che conta è che il sostegno e il ricordo di un avvenimento avvengano con civiltà. I cittadini sanno vedere e valutare quando la compostezza e la civiltà ci sono e quando vengono meno».


Ma se il primo cittadino non mostra più di un certo fastidio, nell’Altrasinistra il capogruppo degli occhettiani Serafino D’Onofrio prende decisamente le distanze dai fischi. «Accettiamo le libere manifestazioni antimilitariste, ma quando in piazza entrano le insegne dei partigiani non si fischia; contro il gonfalone del Comune di Bologna, ma contro chiunque, non si tirano pomodori; i militari italiani non sono assassini e crediamo che gli eccessi di questa mattina siano dannosi».


Sinistra divisa, dunque. Una frattura in cui si incunea il centrodestra: il consigliere regionale di Forza Italia, Ubaldo Salomoni, ricorre all’ironia. «Quest’oggi il centrosinistra bolognese ha offerto un’altra splendida prova di compattezza e di dignità di fronte ai cittadini.

La grottesca gazzarra inscenata da Disobbedienti e Rifondazione comunista sarebbe da accogliere con una fragorosa risata, se non andasse a sfregiare il giorno dedicato alla nostra patria». Duro è anche il collega di partito Daniele Carella: «Il Prc esprime il presidente della Camera e sta con chi fischia il 2 Giugno...».


Più pragmatico l’onorevole Gianluca Galletti dell’Udc che chiede iniziative, affinchè non si ripetano più simili episodi. «È grave che tra i dimostranti vi fossero, inequivocabilmente visibili, partiti ed espressioni politiche, parte integrante di questo governo: nella città del Presidente Romano Prodi, esplode l’incongruenza di una maggioranza parlamentare in cui la sinistra moderata è ostaggio di estremisti e no global».


Condanne ai fischi e al lancio di pomodori anche dai Ds. «Quando si tirano oggetti verso persone e cose e si arriva a fischiare la bandiera, i gonfaloni e i partigiani, la condanna deve essere decisa e ferma», spiega Maurizio Cevenini, dirigente della Quercia e presidente del consiglio provinciale. Duro anche William Lino Michelini, presidente dell’Anpi, che ha condannato i fischi.

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