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poche speranze
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x tutti Sunday, Jun. 11, 2006 at 4:24 PM |
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che dire,io non vedo un gran futuro x il movimento qua a bologna, sarà che ormai è stretto tra due fuochi: coffy da una parte,con tutta la giunta dietro e quelli duri e puri dall'altra,bloccati su slogan,odii x quello a fianco,"tu vai bene,no tu sei venduto",quando poi forsi venduto lo è metà del "movimento bolognese" ai contentini del comune non dice no nessuno e allora convenzioni,finanziamenti (cioè centinaia di migliaia di euro,non briciole..vero compagni),chiavi di posti da "occupare"( a bologna la parola occupazione ha perso totalmente di significato)
chi prova vie traverse si socialità,vedi la parata par tot di ieri,è praticamente boicottato e isolato dalle strutture,solo un esempio:VAG e Almamayer ieri in concomitanza con la parata avevano organizzato aperitivo e festa...che pena,veramente poca lucidità nel non capire la potenza e la bellezza della PAR TOT,
forse l'unico evento capace di smuovere chi vuole vivere bologna in un altro modo,senza inquinamento,senza scazzi,solo gioia,musica,ballo e vino altro che street!
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ma...
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x te Sunday, Jun. 11, 2006 at 7:47 PM |
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...scusa, quando c'è la par tot non si può fare nient'altro in città?? mi risulta che a vag abbiamo pure dato spazi x un laboratorio della par tot, strano modo di boicottarla...semplicemente c'era già una serata fissata da tempo e non è che x la par tot puoi chiedere tutti i posti, o no? In quel che dici c'è anche del vero (sul movimento non sulla par tot) ma allora comincia tu a non tirar emerda sulle varie situazioni gratuitamente.
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alcune considerazioni
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: Sunday, Jun. 11, 2006 at 8:32 PM |
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Alcuni pareri da uno che con la Romagna condivide il confine...
- perchè in un post dinamico che invita a scrivere "la tua opinione, i tuoi dubbi, le tue proposte" non si nasconde il contributo "Mobilitazione contro il piano assunzioni"? Come al solito nw e indy sono piene di merda, dagli OT clamorosi al molto rumore per nulla, dai nazi troll agli anarco troll, eccetera... suvvia, un po' piu' di "gestione"!
- IndyBO è regione? Che allora cambiasse il nome!!! Io in questa cosa apparentemente secondaria del nome ci vedo la solita spocchia dei Bolognesi (indipendentemente da aree e fazioni politiche): Bologna fa contesto a sè stante, aldilà di dinamiche regionali e/o nazionali. Forse questa cosa traspira più nelle dinamiche attorno delle realtè "exDisobbedienti", ma illudersi di campare sulle ormai ceneri del glorioso movimento Bolognese mi pare un po' straffottente. IndyBO se vuole veramente avere respiro regionale si preoccupi innanzitutto di darsi una facciata meno metropolitana: là fuori mica c'é solo quel immenso parco giochi che è Bologna, c'è anche tanta, tanta, tanta periferia, e connettere i territori, fare reti e strategie non è solo questione di urgenze mediatiche, ma anche di movimento e di riscatto sociale (come se la frantumazione sociale fosse un problema strettamente di "informazione"...)
- sempre a proposito di "exDisobbedienti" so che ci sono stati scazzi al TPO di una volta per la faccenda Indymedia: si sono risolti? ci sono ancora le squadrette che fanno a gara? global project bologna lo si vuole tenere in considerazione? fanno loro gli spocchiosi o siamo ancora impaludati in dinamiche, tu sei amico di questo allora non sei mio amico? Insomma, interrogarsi su IndyBo senza fare un bilancio con estrema autocritica su queste cose mi sembra sciocco e arrogante (in perfetto stile anarco-so-tutto-io).
- fare leva nel 2006 su queste questioni con il solito strumento "internet" mi sembra meriti una riflessione un po' più aproffondita. La gente in internet ci sta campando: l'informazione (o para-tale) ci serve e deve essere autogestita, ma alcuni di noi hanno bisogno di staccare la spina dalla infosfera. Perchè non promuovere dialogo e confronto fra gli interessati al tema anche al di fuori di sti cazzo di siti interne? Possibile che non riusciamo a recuperare una dimensione umana e realmente sociale?
- penso che alla base di tutto ci sia anche la questione OP (quel open publishing tanto in (ri)discussione sulle liste di indymedia http://lists.indymedia.org/pipermail/italy-list), quindi, illudersi che sia un problema prettamente Bolognese, mi sembra un tantinello deleterio: IndyTUTTA sta realmente messa male, credo sia un problema strutturale (terminale? chissà!?!) e va affrontato in maniera radicale e non solo in termini mediatici.
Perdonate la spocchia, ma questo è il mio contributo :)
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Semplificazione senza senso
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ex (((i))) Sunday, Jun. 11, 2006 at 8:44 PM |
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Che il nodo locale bolognese abbia problemi sarà un dato di fatto,ma la reltà se si vuole davvero analizzare un problema, è la crisi di tutta indymedia che si legge dalla pochezza della colonna centrale,dai livelli di post raggiunti sul nw, da carenze logistiche,tecniche e gestione politica. Il nodo milanese sta forse meglio? prima della tristissima vicenda dell'11 marzo il nodo lombardo era pressochè inesistente e si reggeva su 2/3 persone,poi vi è stato un ritorno di alcuni "vecchi" perchè la risonanza mediatica di indymedia è importantissima e(meglio tardi che mai)se fosse gestita con una svolta seria,e senza leader o stelle di nonnismo militonto,sarebbe un grande strumento antagonista e rivoluzionario...(prima che si alzino striduli,rivoluzionario=innovativo) Quindi per essere chiari la crisi del nodo bolognese è una punta dell'iceberg, non puo' risolvere la serie di problemi di Indymedia italia, per capirne di piu' tutti possono trovare leggendo le liste pubbliche,ma basta leggere post e ft per capirlo.
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meno chiacchiere
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i Monday, Jun. 12, 2006 at 10:18 AM |
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Meno chiacchiere e più fatti. Si sente l'esigenza di creare un canale di comunicazione comune al variegato movimento bolognese?? Bene!!!!! Indiciamo un'assemblea cittadina sulla questione. Chiamiamo TUTTE le diverse realtà del movimento bolognese. Discutiamo sui modi e tempi e voglia di attuare uun progetto di questo tipo.
ciao a tutti
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ma la partot voleva essere sgomberata da sbirri e caramba!
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stop freaks Monday, Jun. 12, 2006 at 5:14 PM |
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"forse l'unico evento capace di smuovere chi vuole vivere bologna in un altro modo,senza inquinamento,senza scazzi,solo gioia,musica,ballo e vino" ...carabinieri e polizia.
leggi qua: http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1092281.php
che dire dopo le dichiarazioni di oggi sul sito carlino attribuite a 'organizzatori' della partot? vivere bologna in un altro modo fino alle 23 e poi ben vengano cariche e manganellate che al pratello devono pur dormire? ma vaffanculo! 'sta fricchettonata non c'entra una minchia col progettare una società e una convivenza altre, solo alcolismo perfettamente integrato nel sistema.
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Emilia & Romagna?
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visehrad Wednesday, Jun. 14, 2006 at 3:39 PM |
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visehrad@comune.re.it |
Bologna è una ben strana città, capoluogo di ben tre regioni (unite, ma sempre tre!): l'Emilia che comincia al ponte di Samoggia, la Romagna da Sesto Imolese in giù e una terza regione che comprende il Bolognese e parte del Ferrarese, una zona da ribattezzare. Ne consegue che il triplice capoluogo non può più permettersi di rappresentare tutto l'enorme territorio che va dalla lupa di Piacenza fino alla baia di Cattolica e dal Cimone al delta del Po, anche perchè tra Autostrazio e Tremaitalia, raggiungere Bologna dall'Emilia o dalla Romagna è diventato un po' come raggiungere Tirana da Argirocastro. A questo punto, che fare?
-Si potrebbe cambiare nome all IMC Bologna. il nome "Emilia & Romagna" mi pare un buon inizio, una soluzione unitaria per un rilancio che vedrebbe partecipare tutti, non solo quelli del capoluogo.
-Si potrebbe lasciare Bologna da sola (vulcano in ebollizione? laboratorio perenne?), facendo confluire l'Emilia in Lombardia (Lombardia & Emilia) e la Romagna nel Nordest (Nordest & Romagna). Non è il massimo, ma comunque sempre meglio di prima.
Il problema successivo rimane quello della promozione e del rilancio di questo formidabile mezzo libero di comunicazione, ma la questione si affronterà all'interno di questa o quelle IMC riformate.
Che ne dite?
Visehrad.
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Il problema
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Quattrocchi Sunday, Jun. 18, 2006 at 11:37 AM |
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Mi fa piacere che Indymedia Bologna si metta in discussione in questo modo. Ma credo che i suoi problemi siano gli stessi di tutta Indymedia, e non solo. E i problemi nascono da due semplici domande che coinvolgono il "movimento" antagonista nel suo complesso:
Quali sono gli obiettivi? Qual'è la strategia?
Il "movimento" nei paesi occidentali è un indistinto ribollire di iniziative prive di una strategia di qualsiasi tipo. Gli obiettivi, quando ci sono, sono di respiro brevissimo ("occupiamo questo stabile per farci il nostro luogo di condivisione e socializzazione", "autoriduciamo il prezzo di qualcosa"). Più spesso le mobilitazioni sono semplici risposte ad iniziative esterne (controparate antifasciste, controparate contro i sindacati confederali, cortei di solidarietà per gli arrestati, ecc).
Quando queste iniziative raggiungono una massa critica, allora ottengono visibilità (mi viene in mente la vetta di Genova 2001)... ma sono seguite dall'inevitabile oblio dovuto alla mancanza di piano e prospettiva. Niente lascia sperare che questo "movimento" con questo modus operandi possa evere sviluppi interessanti o raggiungere conquiste degne di nota nel breve, medio o lungo termine. E senza prospettive basta un pò di repressione per disperderlo e uccidere la motivazione. Lo Stato lo sa bene.
Indymedia segue queste ascese e discese del "movimento". Eventi importanti fanno crescere l'interesse e l'attività. L'oblio successivo risucchia anche Indymedia.
Tenersi informati su questo quadro desolante e privo di sbocchi non è molto interessante, specie per chi non è completamente dentro il "movimento". Se poi per tenersi informati bisogna scavare in una quantità enorme di immondizia (com'è diventato il newswire di tutta Indymedia), il disinteresse diventa invincibile.
D'altra parte investire il proprio tempo per informare su questa situazione senza prospettive non è per niente appagante. Da qui la mancanza di partecipazione e la progressiva riduzione della forza lavoro di Indy. E poi occorre considerare che l'aumento dei prezzi, l'ipersfruttamento lavorativo e l'aumento dei ritmi universitari consentono a sempre meno persone il lusso di poter investire il proprio tempo dietro al processo editoriale di Indy.
E d'altronde che ci vuole oggi per tirare su un blog o un sito? Niente. E infatti oggi ogni progetto politico/sociale ha il proprio sito, dove le notizie vengono pubblicate in modo rapido (niente perdite di tempo con "metodo del consenso" e affini) e controllato (niente puttanate da newswire). Perchè coloro che partecipano a questi progetti dovrebbero interessarsi alla gestione di Indymedia? Un copia-e-incolla sul newswire ogni tanto basta e avanza.
I tempi sono cambiati. La situazione dell'informazione su Internet è cambiata rispetto ai tempi in cui nacque Indymedia. Il "movimento" antagonista eterogeneo, atomizzato e disorganizzato rifluisce sotto il peso insistenibile di un capitale omogeneo, coeso, organizzato. E armato.
Quello che oggi più serve al "movimento" non è un sito-notiziario centrale in cui raccogliere ogni notizia e annuncio senza filtri. Quello che serve è un luogo di ANALISI e SELEZIONE di questo enorme flusso di notizie, per fare il punto della situazione e capire se e verso dove ci si sta muovendo. Ben poche parti del "movimento" oggi hanno gli strumenti (intellettuali e materiali) per fare questo lavoro. E Indymedia, per come è stata concepita e per come lavora, non può essere sicuramente parte di un processo di questo tipo.
In sintesi: non credo che la crisi di IndyBologna e Indymedia in generale sia passeggera. E' l'inevitabile risultato della situazione sociale, economica e politica attuale. Indymedia ha avuto una storia gloriosa, ma è forse giunta l'ora di pensare a cosa ci aspetta al di fuori di essa.
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Considerazioni sul commento di ":"
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Black_Cat Sunday, Jun. 18, 2006 at 12:14 PM |
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La discussione sul nome indybo o indy emiliaromagna rimane qualcosa di aleatorio se è una pura questione di vocaboli. Se non c'è una rete regionale che si impegna sul sito può anche chiamarsi Indy_cani&gatti, che non fa differenza. Allo stato attuale questa partecipazione diffusa dalle province non c'è. La lista è aperta, basta iscriversi, proporre, elaborare. Quali sono i motivi della latitanza? Magari è bene che IndyBo raccolga le forze e organizzi un tour regionale per toccare le varie realtà locali, confrontarsi direttamente, coinvolgere la gente spiegando il media (anche tecnicamente) e stringendo rapporti dal vivo. In effetti la tastiera sta diventando alienante.
Nel suo commento":" scrive:
[ -IndyBO se vuole veramente avere respiro regionale si preoccupi innanzitutto di darsi una facciata meno metropolitana: là fuori mica c'é solo quel immenso parco giochi che è Bologna, c'è anche tanta, tanta, tanta periferia, e connettere i territori, fare reti e strategie non è solo questione di urgenze mediatiche, ma anche di movimento e di riscatto sociale (come se la frantumazione sociale fosse un problema strettamente di "informazione"...)- ]
Su periferia, reti, urgenze di riscatto sociale ecc... hai ragione, ma non capisco quale sia la critica a indyBO. Sembra quasi che gli addossi il compito di stringere queste reti. Indymedia è un progetto di comunicazione. Che un media senza nulla da comunicare sia aria fritta non ci piove. Penso che a livello locale IndyBO (o indyemiliaromagna ) possa agevolare queste esigenze dando un luogo comune per interagire alle realtà locali (da popolare, altrimenti rimane vuoto), ma il lavoro fisico sul riscatto sociale e sui territori è un compito dei vari gruppi e collettivi del posto, che non le spetta e nemmeno riuscirebbe ad assolvere. Non è che stiamo poi così messi male a livello di iniziative di movimento in regione. Probabilmente è calata la partecipazione rispetto a qualche anno fa e sicuramente sono meno raccontate. E chi deve farlo se non gli utenti e le persone presenti agli eventi? Le notizie dovrebbero venire un pò più dal territorio stesso e meno dai giornali. E perchè allora la gente non scrive e posta per lo più delle agenzie? Non si può dare al mezzo la colpa esclusiva del suo declino, se viene usato poco e male. Entrando nel merito delle "responsabilità" degli admin e degli iscritti alle liste ( cioè persone che sentendo in maniera forte il problema della comunicazione decidono di dedicare a indymedia una fetta del loro tempo in maniera costante) mi domando: dove sono? C'è una spoporzione notevole tra il numero degli iscritti e l'effettiva partecipazione (su IndyBO, e non esagero, è almeno di 10 a 1). La scelta orrizzontale di non essere redazione, e quindi non imporre un univoco punto di vista ma dare il massimo spazio all'utenza, è diventata una comoda scusa per il disimpegno progressivo. Come se dovesse venire tutto esclusivamente dal newswire. Probabilmente a volte ci si dimentica che anche gli admin/iscritti sono utenti e contribuiscono come tutti a renderlo più o meno vivo.
Le separazioni tra gruppi . A mio avviso sono ancora ben forti. Ciascuno organizza cose/eventi in proprio o per affinità, che mi pare anche giusto se non viene portato all'estremo della ghettizzazione. Purtroppo non c'è gran chè la capacità di oltrepassare le differenze e unire le diverse risposte a problemi sentiti trasversalmente o di andare oltre il proprio territorio con una progettualità più ampia e condivisa. ":" cita il caso ex-disobbedienti...credo che gli ex-disobbedienti siano l'esempio più evidente di questa separazione quasi totale e dell'organizzasi in proprio, tessendo reti al più con realtà ex-disobbedienti di altri luoghi. Certo è che se hanno questa impostazione fortemente identitaria che li chiude all'esterno tocca a chi ha vogli di tessere reti più ampie della sola affinità, coinvolgerli. Degli scazzi avvenuti anni fa al tpo non so dare ragguagli, neanche sulle conseguenze. Una nota su Globalprojet e Indy (sempre in riferimento al commento di ":") . Sono 2 progetti diversi. Uno a pubblicazione aperta, e non redazionale, l'altro organizzato per redazioni locali che hanno un forte lavoro mediatico principalmente sulle attività condotte dai collettivi che le gestiscono. Non è un giudizio di merito. Seguo la pagina di Rimini e il loro lavoro mi pare ottimo... però sono 2 cose diverse e non penso si tratti solo di spocchia o volontà di stare alla larga reciprocamente.
Se vi sembrano cazzate, scusate :)
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considerazioni
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, Saturday, Jun. 24, 2006 at 12:29 PM |
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Ho conosciuto indymedia oramai troppo tempo fa,ne ho seguiti gli albori,e con un sorriso ne ho sostenuto le tesi. Ora con delusione lho vista precipitare,di netto, nel vuoto. E non penso sia una questione di gestione interna nei numeri e nel tempo. penso piuttosto ad un idea di movimento che troppo spesso si è fatta portavoce di un determinato CETO politico,eh si perchè a Bologna i movimentisti fanno giochi da ceto politico,e che ha dimenticato QUEI VALORI di pluralita ma soprattutto ha perso lo stimolo nel cercare allinterno delle situazioni Boloognasi le voci CALPESTATE,quelle vere;ha invece sempre riportato GLI SLOGAN DETTTATI dalla piazza il giorno prima che scemavano in una guerra di bottiglie.Che dire di chi in piazza non c'era?e perche?dove sta la controinformazione o l'informazione alternativa se io abitante bolognese sono presente alla scena di piazza e ne vedo riportata la versione pari pari di chi cè stato dentro,senza una netta divisione tra chi opera e chi informa? .La verità è che indy deve essere un organo a se stante, informare,far circolare,collettivizzare,far si che escano le vicende in superficie senza scadere nella banalità e nella pochezza;e con questo non voglio dire che non faccia movimento,che non si possa esprimere,ma attenzione:L'INFORMAZIONE,è l'asse portante di qualsiasi movimento,ma questa deve essere portavoce a 360gradi. Indymedia è e potrebbe avere, un apotenza stratosferica a livello di comunicazione locale, senza perdersi in futili discussioni polemiche su questa o l'altrra parte di movimento a Bologna,come questo inverno a ripetutamente lascitao che succedesse.Deve ricongiungere atrraverso il potente strumento della comunicazione le diverse fazioni del movimento bolognese che ora si fanno la guerra a discapito dell'intera città,deve vestire il movimento bolognese delle reali e concrete intenzioni,dei proggetti,e LO deve presentare alla città in quadro coinvolgente.
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dell' immaterialismo storico
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Scrat Tuesday, Jul. 11, 2006 at 10:23 PM |
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Lunghe discussioni, interminabili riflessioni...Bologna, Milano, Perugia, Livorno ecc. La forma indymedia era un esperimento e non certo di semplice "comunicazione alternativa" o di veterotristecontroinformazione del movimento( movimento: definizione generica e percio' arrogante e militarizzante di una costellazione variegatissima di soggetti sociali e non...) Evidentemente indymedia era un esperimento nella forma di cooperazione, inevitabilmente di comunicazione, necessariamente di connessione fra una molteplicita' di individui e soggetti sociali disposti a coalizzarsi contro il deserto sociale, la morte mediatica, la dittatura della sopravvivenza. Non e' una tattica, indymedia e' una strategia di moltiplicazione della potenza di chi non ci sta' a farsi succhiare anche l' anima dai signori del vapore. L' ho detto prima, indy era un esperimento di connessione positiva e dei punti di forza autonomamente operanti sui territori, territori sociali, culturali, politici ecc. L' esperimento e' fallito. Non che la strategia fosse stata sbagliata ma purtroppo... In italia il cosiddetto movimento antag. e i "politici" e spesso anche i singoli si sono subito messi in competizione per mettere del vino nuovo in botti vecchie, che si sa' poi diventa aceto. Il coordinamento telematico e' stato confuso con la "redazione", la partecipazione con l' iscrizione a qualche lista, la connessione in rete con qualche fantomatico partito virtuale... Se immondizia c'e nel nw e' perche' immondizia esprime questo fantomatico movimento. Se questo paese e' mutato culturalmente e antropologicamente e socialmente in un diluvio di miseria umana non e' certo per colpa di qualche feature sbagliata, o di qualche commento idiota sul nw. Quando i signori dell' antagonismo nostrano, quelli che fanno opinione e dirigono sette e chiese e chiesette che nulla hanno da invidiare a scientology invece di essere emarginati come meriterebbero, in massa, vengono beatificati che cazzo ci si puo' mai aspettare di nuovo e di pulito ? Nel momento in cui si arriva a discutere se Adinolfi o terza posizione sia un gruppo di destra, fascista o no, se dica cose peggiori o migliori di una non ben identificata sinistra,nelle liste di indymedia vuol dire che la merda dal punto di vista sociale, nella realta' del paese, e' montata fino al punto da diffondersi pure nel mondo virtuale-e-non viceversa. Se ci ritroviamo con un ceto politico, e ceto e', che umanamente prima e politicamente e culturalmente poi si comporta come i nazisti della prima ora non si capisce tutta questa meraviglia sullo stato presente delle cose. Non si puo' continuare a fare i missionari nel deserto. Le discussioni inoltre si fermano sempre alla superficie dei fatti imbrigliate in una rete infinita di luoghi comuni senza piu' sostanza. C' e rimasta l' epica delle parole e dei concetti senza sostanza. Non e' che tocca cambiare opinione tocca cambia' vita e farlo insieme. Se questo dato elementare sfugge ci rimangono sempre le assemblee, i comizi, le manifestazioni, i leader di turno. ad ognuno il suo io nefaccio a meno...
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end
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cì Monday, Jul. 24, 2006 at 5:26 PM |
mail:
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non sono bolognese ma seguo le vicende della città dalla voce di amici residenti. la verità è che ormai il cosidetto "movimento" bolognese è una MAFIA, tipo quella di livello 57 per intenderci - che rappresenta un bacino di voti non indifferente. il degrado della vita civile della città, che grida vendetta, sarebbe limitato solo da una bella ripulita di tutti i capetti spacciatori, fattoni, ipocriti e repellenti. my two cents
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divisi si sparisce
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alberto Monday, Jul. 31, 2006 at 3:32 PM |
mail:
alberto_baldini@libero.it |
Secondo me la situazione bolognese è dovuta a una mancanza di dialogo fra i vari centri, non solo alla depressione che schiaccia la gente qui come dappertutto. Ad esempio, leggo che l'atlantide ha ricevuto notizie di sgombero, io non sapevo nulla, quì non c'è scritto nulla, e negli spazi dei vari centri pure. Perchè? Il livello è stato sgomberato, comunque la vogliate vedere, e secondo me, al di là di tutto è una perdita. Perchè non c'è nessuna azione comune in tal senso?
Siamo troppo divisi, e non c'è un reale motivo per questo. il movimento è tale quando le persone sono unite per ottenere qualcosa. Non esiste il movimento del livello, il movimento dell'xm, il movimentodella piazza. finchè non ci si mette d'accordo su questo punto, tutto continuerà ad andare peggio, non ho dubbi.
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assemblea!
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alberto Monday, Jul. 31, 2006 at 3:46 PM |
mail:
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Vero. bisogna organizzare e indire un assemblea di tutte le realtà locali il più possibile eterogenea (la diversità è fondamentale per la vita, no?) e pubblicizzarla sui siti dei centri della zona e nei luoghi fisici. Il luogo migliore per organizzarla dovrebbe essere quello con maggiore spazio fisico. Internet serve a connettere le persone, ma finchè non ci si incontra tutti insieme (inevitabile il casino, ma altrimenti cosa?) non si fa veramente nulla di pratico. Poi è vero che fra Bo e il resto della regione c'è una differenza abissale. il sito potrebbe così avere delle sezioni a parte, una x ogni capoluogo e relativa provincia, oltre alla home dove le cose dovrebbero incontrarsi.
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meno censura
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solarlord Tuesday, Aug. 01, 2006 at 1:44 PM |
mail:
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Come rilanciare la vostra esperienza ? Beh, che ne dite se intanto non la smettete di censurare tutti quelli che non la pensano come voi e la vostra politica ? Poi non vi venite a lamentare se la gente non partecipa più ai vostri forum e ai commenti dei singoli articoli...
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contributo
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muccapazza Wednesday, Oct. 04, 2006 at 7:41 PM |
mail:
muccapazza@tin.it |
per me indy rimane un punto di riferimento. non è ancora tempo di archiviare questa esperienza. mi piace l'idea del tour regionale, una specie di altra campagna zapatista in versione tortellini e lambrusco. sono di ferrara, qui ci sono varie persone che parteciperebbero volentieri all'incontro. per la vicenda di aldro, il coordinamento sul sito può servire davvero. si cerchi di parlare con tutti quelli interessati nelle varie città. poi si valuti se ha senso andare avanti ed eventualmente creare Indy E&R (che sarebbe comunque una necessaria evoluzione)
state sani
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