analisi estetica
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Il nostro linguaggio, se pur formalmente strumentalizzato alla sua comprensione, non avrebbe senso se svanisse, come per incanto il verbo “essere”. Esso, il verbo essere, delinea il nostro agire, il nostro fare e, soprattutto, la nostra essenza e le molteplici possibilità di trasformazione di essa. Se ci chiediamo cosa sia “l’essere”, una domanda per molti aspetti apparentemente ovvia, ci troviamo gettati nel “lato oscuro” del pensiero. Quando mi soffermo a vedere un’opera d’arte mi dilungo in una sorta di ragionamento teso a provocare in me dei dibattiti sul “senso veritiero della realtà”. Un opera che ultimamente mi ha scaturito queste osservazioni sulla natura dell’essere è un lavoro del giovane artista romano Donato Piccolo. Il titolo è rinchiuso nella testa di ognuno di noi: “Malditesta”. Questa opera è di una leggerezza estetica formidabile: un uovo all’interno di una bacheca viene “danneggiato” da agenti atmosferici creati da un circuito di vaporizzazione capace di ricreare, come fosse la mano di Dio, un processo naturale: la pioggia. Un vero e proprio malditesta per chi ne fruisce l’immagine. Un alimentazione costante verso un pensiero fino ad un non pensiero. Come diceva il filosofo Martin Heidegger: “ ciò che è in opera nell’opera d’arte è il farsi evento della verità”. L’uovo all’interno della bacheca svolge, niente di più, che il suo ruolo di uovo come la bacheca funge da contenitore e la pioggia bagna. Una semplice composizione naturale capace però di stimolare chi la guarda a riflessioni. La vera essenza di questa opera si esaurisce nel grande ambito del possibile dove è proprio l’artista a liberarsi da quel concetto di realtà che ogni tanto ci fa venire un piccola vertigine nel vuoto o, meglio, un grande “Malditesta”.
Francesco Steyrn
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