il miglior articolo apparso sulla situazione in Libano.........e non solo...
LA VENDETTA DI SION Le sordide imprese di Israele 20 luglio 2006 "Prima di iniziare l'invasione è necessario avere una chiara provocazione, che sia accettata da tutto il mondo"- Alexander Haig, Segretario di Stato USA, ad Ariel Sharon alla vigilia dell'invasione israeliana del Libano nel 1982 I mass media hanno separato quasi completamente la popolazione dal mondo reale fuori del tubo catodico e sono diventati delle moderne Leni Riefenstal, rivedendo la realtà in un montaggio presentabile che rende le azioni degli assassini di massa non soltanto accettabili ma anche presentabili al grande pubblico. Per questi motivi la sordida storia del sionismo, lunga ormai oltre un secolo, e la natura razzista dello stato di Israele sono dei tabù assoluti. (v. anche art. "I quattro miti del sionismo")
Il sionismo ha infatti una caratteristica particolare, esso è allo stesso tempo un compito ed un progetto per eliminare il popolo palestinese dalla storia, rimuovere la sua esistenza organizzata e perseguitarlo in qualsiasi posto dove possa fuggire. Questo è ciò che è sempre accaduto dai tempi delle prime colonizzazioni sioniste in Palestina fino ai giorni nostri: espropriazione della terra e sterminio dei palestinesi sia in Palestina che nei campi profughi, in Libano per esempio.
Infatti, la volontà di Israele di arrivare alla pace è soltanto una bufala propagandistica, come quella sulla "sicurezza" come forza motrice della politica estera israeliana. A dimostrazione di questa affermazione, di tutte le prove esistenti basti citare il documento redatto dallo IASPS (Institute for Advanced Strategic and Political Studies) per il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel 1996. Il documento dal titolo "A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm" sostiene testualmente che "Solamente l'accettazione incondizionata da parte degli arabi dei nostri diritti, specialmente nella loro dimensione territoriale, 'pace in cambio di pace' è una base solida per il futuro". Brevemente, Israele deve innanzitutto potersi appropriare di tutto il territorio che desidera per concedere la pace ai suoi vicini.
Mentre gli stenografi della propaganda si affannano nel disinformare sugli ultimi avvenimenti in Medio Oriente, la destra ed il centro-pseudosinistra manifestano solidarietà ai criminali gendarmi dell'imperialismo occidentale in Palestina e la cosiddetta "sinistra radicale" tenta ancora una volta di ingannare la gente con slogan come "contro la guerra e contro il terrorismo", ad ogni persona normodotata ed in buona fede appare del tutto evidente come l'ultima aggressione sionista non sia nè spontanea nè improvvisata nè di "autodifesa", bensì premeditata, pianificata e basata su di un pretesto, come tutte le guerre di aggressione della storia. Non è tantomeno da definirsi una "reazione sproporzionata" (anche se i sionisti sono notoriamente vendicativi) nel senso letterale del termine: se ai leader israeliani di dovessero applicare i principi di Norimberga e la Convenzione di Ginevra finirebbero tutti impiccati: guerra di aggressione, bombardamenti terroristici sulla popolazione, punizioni collettive, utilizzo di armi di distruzione di massa, distruzione di infrastrutture civili ecc., la lista è infinita.
Infatti, un esame accurato dei fatti rivela che la tesi dell'"autodifesa" è una menzogna mentre quella della "risposta sproporzionata" è una diversione, come l'infame bufala della "spirale guerra-terrorismo", tendente ad ingannare la sinistra, che, a quanto pare, esiste soltanto nella mente e nella coscienza delle persone ma che nelle istituzioni, nella politica e nei mass media ha una rappresentanza scarsa o nulla. (v. anche art. "Lo Stato del terrore")
La politica dei sionisti israeliani nei confronti dei palestinesi è infatti analoga al piano della Wehrmacht per il Ghetto di Varsavia: fame, deportazione e genocidio. Infatti, i territori occupati da Israele sono come un campo di concentramento nazista, proprio come lo era il Ghetto di Varsavia dopo l'invasione tedesca della Polonia. Una simile analogia è assolutamente appropriata perché, quando si parla di sionismo non si possono dimenticare le collusioni del movimento sionista con il regime nazista nonché con i regimi più reazionari dell'Europa prebellica. (v. file audio "The Hidden History of Sionism")
E' semplice rilevare come Israele abbia sempre impedito la nascita di uno stato palestinese e quindi comprendere come i sionisti non lasceranno mai volontariamente i territori occupati e che la striscia di Gaza è loro necessaria per raggiungere la Cisgiordania. Infatti, il "ritiro" dell'estate del 2006 da Gaza è stato dettato più che altro da ragioni economiche ed accompagnato dalla sceneggiata della "rivolta dei coloni" a scopi propagandistici. L'obiettivo del "Grande Israele", la totale incorporazione dei territori occupati, che comprendono parte della Giordania, della Siria e del Libano sono ancora la principale preoccupazione dello stato sionista. Dunque, per continuare i massacri e completare la distruzione di ciò che rimaneva dell'amministrazione palestinese Israele aveva bisogno di un pretesto per l'opinione pubblica internazionale e questo è stato fornito dalla vittoria di Hamas, che del resto è una sua creatura, e del "rapimento" dei soldati dell'IDF.
Che la recente aggressione a Gaza derivi da un pretesto, oltre ad essere una semplice deduzione logica, proviene dal giornale israeliano Haaretz del 30 giugno 2006: "La detenzione dei parlamentari di Hamas nelle prime ore di giovedì mattina era stata programmata diverse settimane fa e mercoledì aveva ricevuto l'approvazione del ministro della giustizia Mazuz. Lo stesso giorno, il direttore dello Shin Bet Yuval Diskin ha presentato al primo ministro Ehud Olmert l'elenco dei funzionari di Hamas messi in lista per la detenzione".
In altre parole, Israele ha utilizzato l'attacco palestinese ad una postazione militare israeliana come una scusa per fare quello per cui stava cercando il pretesto, arrestare i rappresentanti del governo palestinese, tra l'altro democraticamente eletto, distruggere le infrastrutture civili di Gaza e continuare i massacri, il tutto chiaramente sotto l'occhio benevolo della "comunità internazionale".
Potremmo cinicamente affermare che mentre l'operazione a Gaza rientra più o meno nella "routine" dei crimini sionisti per la costituzione del "Grande Israele", l'aggressione al Libano presenta pure una più vasta portata internazionale. Possiamo essere certi che la decisione di attaccare il Libano non sia arrivata inaspettatamente, che sia stata programmata e viene eseguita in completo coordinamento con gli USA e, come nel 1982, coordinata con una parte dell'elite libanese.
Anche l'aggressione al Libano pare proprio essere l'esecuzione di un piano prestabilito. Da quando è iniziata questa sanguinaria carneficina, i media controllati hanno echeggiato l'ipocrita indignazione degli israeliani su come questi si stessero semplicemente difendendo dopo che la sovranità di Israele era stata violata, affermando che gli Hezbollah avevano "rapito" i soldati israeliani "attraverso il confine".
Ciò che sembra essere sfuggito all'attenzione della gente, a causa delle menzogne dei mass media, è il fatto che Israele occupa ancora una buona parte del Libano precisamente dove ha avuto luogo il combattimento tra gli Hezbollah e gli israeliani.
Infatti, i media hanno convenientemente rivoltato il fatto che Hezbollah ha affrontato le truppe israeliane dalla parte libanese del confine. Come riferito da Asia Times, il 12 luglio i soldati israeliani sono caduti in una imboscata dalla parte libanese del confine con Israele. Gli Hezbollah li hanno immediatamente catturati mentre oltrepassavano il confine ed hanno arrestato due soldati israeliani, uccisi otto e feriti più di venti in attacchi all'interno del territorio israeliano.
La Associated Press il 12 luglio 2006 ha riferito che gli Hezbollah hanno distrutto un carro armato israeliano mentre tentava di attraversare il confine con il Libano e che lo stesso giorno truppe di terra israeliane sono entrate nel sud del Libano per cercare i soldati catturati in precedenza quel giorno dagli Hezbollah.
Infine, un rapporto del 13 luglio sul Jerusalem Post si dimostra molto illuminante. Questo afferma che "Solamente poche settimane fa, una intera divisione della riserva è stata richiamata per addestrarsi ad una operazione come quella che l'IDF sta pianificando in risposta agli attacchi degli Hezbollah di mercoledì mattina alle forze dell'IDF lungo il confine settentrionale".
La realtà è che Israele viola da diversi anni la sovranità libanese, molto tempo dopo il suo cosiddetto ritiro parziale dal sud del Libano del maggio del 2000. Gli israeliani violano il territorio e lo spazio aereo libanese. Rapiscono pastori e pescatori in questa area e li ammazzano a loro piacimento.
Dai giorni della Dichiarazione di Balfour (1914) attraverso la costituzione di Israele nel 1948 e quindi la Guerra di Suez nel 1956, la guerra dei Sei Giorni nel 1967 ed infine la guerra dello Yom Kippur del 1973, Israele si è dimostrato un leale veicolo degli obiettivi imperialisti occidentali. Che abbia anche degli obiettivi che siano in qualche misura indipendenti dagli interessi di USA e Gran Bretagna è materia di dibattito.
Nel quadro geostrategico del Medio oriente, Israele può cercare di ottenere ciò che è possibile, non ciò che è impossibile. Infatti, come nazione è un fallimento (tasso di povertà 35%) e sopravvive solamente grazie ai finanziamenti degli USA. Per esempio, quando Israele ha tentato di vendere alla Cina delle armi a tecnologia avanzata, gli USA hanno bloccato l'affare in un attimo, dissipando così ogni nozione sull'"indipendenza" d'azione di Israele.
E' da dubitare che gli USA si interessino del "Grande Israele" a meno che questo non li assista nel raggiungere i loro obiettivi. E' noto come gli USA abbiano dato la loro pubblica benedizione al barbaro assalto al Libano ed al genocidio dei palestinesi. Probabilmente per accertare quali sarebbero state le reazioni, ed azioni, di paesi come Siria ed Iran (le masse iraniane) e naturalmente della Russia. Pare che finora il gioco stia pagando e, d'altra parte, Israele ha degli scopi comuni che si adattano ai maggiori obiettivi strategici degli USA, come l'insediamento di governi amici, cioè fantocci, degli USA in Siria e Libano (taluni dicono anche Iran, ma è già stato ampiamente dimostrato che la "rivalità" USA-Iran è una charade finché al governo del paese rimarranno gli ayatollah).
L'Iran ha in vari modi facilitato l'occupazione USA di Afghanistan ed Iraq mentre la Siria ultimamente coopera (pipeline petrolifere) con l'occupazione USA in Iraq. Se venissero per ipotesi attaccati, entrambe questi paesi potrebbero rendere la situazione peggiore per gli USA, il che spiega la riluttanza, che nasconde ben altro, di Washington ad appoggiare attacchi contro di essi.
Su un livello più strategico, la sconfitta di Hezbollah e della resistenza palestinese sono parte integrante del progetto israelo-americano per la sottomissione del Medio Oriente. Il Washington Post del 16 luglio 2006 ha fatto notare che la recente crisi è una cospirazione internazionale/regionale per implementare la risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Ceratmente è anche corretto affermare che Israele può camminare dove gli USA temono andare, così, in questo senso, Israele agisce come un "classico" proxy per gli USA.
Israele non vuole solamente attuare la risoluzione 1559 per disarmare Hezbollah, ma vuole anche, come fece nel 1982, aprire la strada per l'insediamento di fantocci degli americani come governanti del Libano. Questi piani non funzionano mai: tutti i grandi progetti per il Libano affondano a causa delle profonde divisioni settarie del paese. Inoltre, gli israeliani parlano della creazione, mediante bombardamenti terroristici sulla popolazione civile, di una "zona di esclusione" di 20 KM lungo il confine libanese-israeliano. Ciò comporta praticamente la rimozione obbligata di ogni essere umano e quindi lo spianamento dell'intera area, ciò che i nazisti chiamavano "tattica della terra bruciata" o Blitzkrieg. Fin qui, migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case e poi bombardate mentre cercavano una via di fuga in lunghi convogli.
Si deve essere ignari o idioti per considerare che gli USA ed i loro satelliti, ONU compreso, la cosiddetta "comunità internazionale", siano interessati a far cessare l'attuale conflitto. Gli USA hanno chiaramente appoggiato una incondizionata aggressione israeliana al Libano ed alla Palestina. Gli USA lasceranno decidere ad Israele non soltanto il modo di uccidere arabi, ma persino di determinare il numero di arabi che Israele desidera uccidere.
Mentre pubblicamente gli USA negano qualsiasi ruolo nell'aver stabilito un calendario per gli attacchi israeliani, il Guardian del 19 luglio 2006 riferisce che delle fonti britanniche ed israeliane hanno rivelato che Bush ha dato ad Israele "luce verde" per degli attacchi limitati, gli USA danno ad Israele una finestra di una settimana per infliggere il massimo danno possibile agli Hezbollah prima di valutare le richieste internazionali per un cessate il fuoco in Libano.
La vera ragione per la guerra è dunque logicamente la presenza della resistenza e quindi il suo ruolo influente non soltanto nella politica libanese, ma ad un livello arabo in generale e palestinese in particolare. Le ondate di questa resistenza si sono allungate in Iraq sotto occupazione USA, dove il sacrificio della popolazione che resiste fornisce l'inestimabile lezione che solamente con l'unità si può ottenere la liberazione. Dalla lotta settaria, che USA ed Israele cercano in tutti i modi di provocare, derivano soltanto partizioni e frammentazioni.
Lo scopo che USA ed Israele vogliono raggiungere è recidere la testa del movimento di resistenza, il riuscito esempio della capacità di vincere, il faro i cui raggi raggiungono tutti gli angoli del mondo arabo ed anche oltre questo, perché la lotta di liberazione delle masse oppresse del mondo arabo contro l'imperialismo è anche la lotta di liberazione delle masse del mondo occidentale e del terzo mondo. La semplice verità è quella degli stati imperialisti che utilizzano, come hanno fatto per secoli, l'assoluta forza bruta per sottomettere tutti coloro che vi si oppongono, compresi i cittadini dei loro paesi costretti a pagare con il sangue ed i diritti socioeconomici e civili i profitti di quei pochi che fanno parte della elite che trae vantaggio dalla guerra e dal colonialismo. La vendetta di Sion è la vendetta del capitalismo e dell'imperialismo contro la resistenza di tutti i popoli.
Freebooter 2006
The Hidden History of Zionism di Ralph Schoenman
tutte le fonti e i video su http://freebooter.da.ru/
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