Tanti gli appelli per fermare il conflitto ed evitare spargimenti di sangue, tanti gli aiuti umanitari previsti. Gli Usa hanno l'interesse (economico) opposto, finanziarla con l'invio di armamenti. Con la stessa tattica fanno star buona l'Arabia Saudita.
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Gli Stati Uniti inviano bombe intelligenti di EMANUELE RICCARDI NEW YORK — Gli Stati Uniti hanno accelerato la fornitura ad Israele di bombe intelligenti, in grado di distruggere con precisione bunker sotterranei, dopo lo scoppio della guerra contro gli Hezbollah libanesi. Lo scrive con ampio rilievo il New York Times, secondo cui la decisione è stata presa dall'Amministrazione del presidente George W. Bush dopo pochissime discussioni, su esplicita richiesta di Israele. Ma, come scrive il prestigioso quotidiano della Grande Mela, la decisione «rischia di irritare i governi arabi e non solo, dando l'impressione che gli Stati Uniti stiano attivamente aiutando la campagna di bombardamenti di Israele in una maniera che può essere paragonata agli sforzi iraniani di armare e rifornire Hezbollah». Forse proprio per queste ragioni, nei giorni scorsi l'Amministrazione Bush aveva annunciato una vendita, per oltre 6 miliardi di dollari, all'Arabia Saudita, che nell'attuale conflitto ha pesantemente criticato Hezbollah. Se gli Stati Uniti abbiano abbandonato o meno la posizione di arbitro in Medio Oriente appoggiando apertamente come mai prima Israele, se lo chiede anche una serie di esperti americani sul Medio Oriente. Scrive per esempio Anthony Cordesman del «Center For Strategic and International Studies» (Csis) di Washington, uno dei più prestigiosi «think-tank» statunitensi: le posizioni recentemente assunte «discreditano il ruolo di mediatore degli Stati Uniti nel conflitto israelo-arabo... un fatto che non aiuta nè Israele nè nessuno degli alleati degli Stati Uniti nel mondo arabo e musulmano». Meno critici sono altri esperti intervistati dalla France Presse. Steven Cook del «Council of Foreign Relations», un altro serbatoio di cervelli Usa, parla di interessi comuni tra Usa e Israele, come quello di neutralizzare Hezbollah. «Non si tratta di una cieca devozione nei confronti del governo israeliano -spiega Cook- ci sono ragioni valide per farlo». Le armi che gli Usa stanno rapidamente fornendo ad Israele sono essenzialmente bombe guidate via satellite o munite di laser. È «una richiesta giudicata inusuale da alcuni ufficiali militari, come se si trattasse dell'indicazione che Israele possiede una lunga lista di obiettivi da colpire in Libano», scrive il New York Times, ricordando che tali bombe sono perfette per colpire i bunker nei quali i leader Hezbollah usano ripararsi.
domenica 23 luglio 2006
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