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Lingua sarda per la repressione
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Ora capisco Wednesday, Aug. 16, 2006 at 3:28 PM |
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Da un po´ di tempo, davanti ai comunicati di solidarieta´ ad A Manca, davanti al fatto che provengono da ogni genere di realta´, mi chiedevo perche´ non ce ne fosse nessuno dalle associazioni che difendono il bilinguismo in Sardegna, visto che anche A Manca lo ha sempre difeso.
Oggi in libreria sfoglio la rivista sarda mensile "Lacanas", che non conoscevo, e mi si svela l´arcano. C´e´ un´articolo di un tale Giuseppe Corongiu che si vanta di aver tradotto in sardo l´ordinamento penitenziario, alle dirette dipendenze dell´amministrazione penitenziaria, che magari l´avra´ anche pagato!!!
Un´amica mi ha detto che questo Corongiu e´ il presidente del Sotziu Limba Sarda, che vuole la Limba Sarda Comuna. Evidentemente tra autoritari ci si intende: c´e´chi vuole imporre una variante unica e chi il pensiero unico. E´meglio che questi del Sotziu Limba Sarda non si facciano vedere in giro...
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Questione nazionale
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Ta Yung Wednesday, Aug. 16, 2006 at 3:59 PM |
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Le rivendicazioni nazionali, o di autodeterminazione, non necessariamente hanno un orientamento "progressista". All'interno di queste dinamiche convivono tanto interessi della calsse sfruttata quanto quelli di frazioni di borghesia non dominante. E' una cosa su cu si dovrebbe riflettere a sufficienza, soprattutto nel momento in cui persone colpite dalla repressione, come i militanti di A Manca, cercano legami (non solo solidali) e solidarietà da formazioni apertamente borghesi come IRS e SN, nonché, anche peggio, dal PSdAz... forse sarebbe il caso di riuscire a compiere un'analisi più di classe, meno localistica (spesso opportunistica) e più conbsapevole del panborama internazionale e della coscienza internazionalista, per comprendere come e con chi affrontare problematiche relative al diritto dei popoli all'autodeterminazione (questioni linguistiche incluse).
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Lingua comune
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eee Wednesday, Aug. 16, 2006 at 7:36 PM |
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Una lingua comune è necessaria, magari bisognerebbe evitare di imporla con la forza a scapito delle varianti locali; è necessaria per rafforzare/creare la nostra coscienza nazionale, sia ai nostri occhi che a quelli dei non sardi. Il problema è che il sardo, come tutte le lingue minorizzate e che nel corso della storia hanno subito vari tentativi di sostituzione linguistica, ha perso progressivamente la sua unità, fino a raggiungere la situazione odierna, 3 varianti all'interno delle quali esistono molte incertezze normative. La mancanza di una lingua comune è in qualche modo l'effetto dei secoli di dominazione starniera, e credo che prorpio per questo dovremmo lavorare per creare una lingua sarda che sia comprensibile a tutti, che sia normalizzata (vedi cosa è avvenuto in Catalunya dal 1975 ad oggi.). Non so se il progetto di Limba Sarda Comuna attuale sia valido o no, ma è in quel senso che dobbiamo lavorare.
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Su unificazione e "Limba sarda comuna"
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Boiccu Thursday, Aug. 17, 2006 at 10:22 AM |
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"Il problema è che il sardo, come tutte le lingue minorizzate e che nel corso della storia hanno subito vari tentativi di sostituzione linguistica, ha perso progressivamente la sua unità, fino a raggiungere la situazione odierna, 3 varianti all'interno delle quali esistono molte incertezze normative... La mancanza di una lingua comune è in qualche modo l'effetto dei secoli di dominazione starniera"
La frammentazione del sardo è un processo naturale dovuto alla mancanza di una autorità centrale che spinga verso una lingua unificata. Chiedi a qualsiasi linguista, e ti dirà che le lingue tendono naturalmente a mescolarsi e FRAMMENTARSI, non ad unificarsi (da qui la nascita costante di gerghi, slang metropolitani, contaminazioni linguistiche, ecc).
Nel caso del sardo, l'unica autorità centrale che OGGI potrebbe realisticamente lavorare per una unificazione linguistica è la Regione sarda. E l'unificazione parte dalla necessità di trovare un mezzo di comunicazione SCRITTA per il governo locale, utilizzabile per redigere documenti ufficiali facilmente comprensibili nelle varie zone dell'isola. La comunicazione orale non ha invece bisogno di unificazione, visto che comunque dal vivo "ci si capisce".
A questo proposito, leggo continuamente degli attacchi alle norme SPERIMENTALI per la "Limba sarda comuna" prodotte dalla Regione. Anche l'articolo che stiamo commentando ci mette del suo. Mi chiedo se gli autori di questi attacchi hanno mai letto queste direttive, facilmente scaricabile da http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_74_20060503165608.pdf
La "Limba sarda comuna" è una serie di norme che puntano SOLAMENTE a stabilire una forma SCRITTA unificata per il sardo, che la pubblica amministrazione userà per il proprio lavoro. Questa forma scritta cerca di mediare tra le diverse varietà del sardo. Non cerca di creare o scegliere una "vera lingua sarda" da preferire alle altre e imporre alla popolazione, e non cerca di distruggere la varietà delle parlate e pronunce locali come si voleva fare con le precedenti proposte di "unificazione linguistica" (vi ricordate "su Corrainesu"?). Questo nuovo approccio si ispira a quanto successo, per esempio, con la lingua inglese, che si scrive in un solo modo (per esigenze di comunicazione), ma è pronunciata diversamente nelle diverse zone. Lo stesso processo sta avvenendo oggi per altre lingue minoritarie.
Questo tipo di unificazione della forma scritta della lingua, per quanto migliorabile, è l'unico possibile, indipendentemente dal tipo di governo della Sardegna (capitalista o socialista, regionale o statale-nazionale). Il governo sardo dovrà tradurre e produrre i suoi atti in una forma scritta ufficiale. Anche le leggi, anche l'ordinamento penitenziario.
Eppure qualcuno sembra stupirsi se questo lavoro di traduzione viene iniziato. Il post che stiamo commentando dice: "Evidentemente tra autoritari ci si intende: c´e´chi vuole imporre una variante unica e chi il pensiero unico". Questo punto di vista dimostra due cose: ignoranza sui motivi e sui contenuti delle norme della "Limba sarda comuna", e infantilismo politico. Si vuole forse sostenere che la Sardegna non deve avere un proprio governo di qualche tipo? Ma se è così, di che lamentarsi? Siamo già oggi, più o meno, in questa situazione!
Concludo con una nota. Tra gli slogan usati per la liberazione dei compagni di a Manca pro s'Indipendentzia, c'è anche qualcosa tipo "Lingua sarda sovversiva". Si denuncia il sequestro di vari libri e documenti solo perchè scritti in lingua sarda. Ma siamo sicuri che sia questo il punto? Il signor Giuseppe Corongiu usa il sardo, eppure non è stato arrestato. Ha persino tradotto il codice penitenziario! Anche il signor Bustianu Cumpostu gira tranquillo e indisturbato.
Non sarà che i compagni di "a Manca" sono stati arrestati perchè si dichiarano comunisti?
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Su comunismo e Sotziu Limba Sarda
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Boiccu Thursday, Aug. 17, 2006 at 2:36 PM |
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"Beh, allora mezza Italia dovrebbe essere in galera, Bertinotti e Diliberto inclusi, il che non è."
Hai ragione, sono stato impreciso: non basta dichiararsi comunisti per finire in galera. Bisogna anche agire come tali, e fare politica per un reale cambiamento rapportandosi alla società. E i compagni finiti in carcere, con tutta "a Manca", lo hanno fatto. Per questo sono finiti dentro. Spero che la loro attività non venga sminuita come semplice difesa de sa limba e de su connotu pro s'indipendentzia, ché altrimenti niente li distinguerebbe da altri movimenti indipendentisti innocui.
A proposito de su "Sotziu Limba Sarda": si è detto che è meglio che non si facciano vedere in giro... ma intanto si sono già fatti vedere all'ultima Festa dei popoli in lotta di Tula, che mi risulta essere una iniziativa "di compagni".
http://www.sotziulimbasarda.net/agosto2006/tula.htm
Meditate gente, meditate...
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catalano in sardegna
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Mazzone Sunday, Aug. 20, 2006 at 4:20 PM |
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Per chiarire la complessità della situazione, volevo ricordare che in Sardegna, precisamente ad Alghero, si parla come lingua tradizionale il catalano e non il sardo... Non capisco quali problemi ci siano se un individuo vuole parlare una o più lingue...
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Precisazioni
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Banne Sunday, Aug. 20, 2006 at 7:38 PM |
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1. il sardo non era una lingua unitaria che poi si è scissa in varianti, ma nasce sin dall'inizio come sistema linguistico articolato in varianti. prego informarsi prima di dire sciocchezze. la torre di babele (la lingua unica che poi si frantuma) è un mito che qualunque scienziato confuta con una risata. vi dite comunisti e poi credete ai miti della bibbia!!!
2. "Ora capisco" ha ragione, corongiu può anche andare alla festa dei popoli in lotta ma resta il fatto che ha lavorato per i carcerieri dei compagni e che alle manifestazioni di solidarietà non c'era. al contrario, qualche anno fa aveva addiritura organizzato una manifestazione affinchè soru non tagliasse i fondi alla legge sulla lingua sarda.
capita la situazione? quando gli toccano i "suoi" soldi, allora si attiva, poi imprigionano dei compagni e allora chi se ne frega.
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Storiella inventata
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Laura Monday, Aug. 21, 2006 at 10:41 AM |
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Storiella inventata
C'era una volta un signore che si legava ai peggiori partiti, ora quello ora l'altro, pur di riuscire a ritagliarsi un ruolo che la gente, giustamente, non gli riconosceva. Cominciò con Graziano Milia quand'era sindaco di Quartu, quindi stava coi diessini, poi Milia cadde temporaneamente in disgrazia e allora questo signore strinse rapporti con l'UPS-UDS di Mariolino Floris e affini (cosa che Milia, da buon ex comunista vendicativo, non gli perdonò mai), poi fu la volta di Beniamino Scarpa (psdaz) poi ancora dell'UDEUR, ma soltanto perché l'udeur era in maggioranza regionale, e così andò avanti, prendendo per il culo i politici che a loro volta facevano finta di dargli ragione per levarselo dalle palle.
Questa è una storiella inventata però, che dite, è verosimile? Signori così potrebbero esistere davvero?
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Sull'unità del sardo
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Boiccu Monday, Aug. 21, 2006 at 4:12 PM |
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"1. il sardo non era una lingua unitaria che poi si è scissa in varianti, ma nasce sin dall'inizio come sistema linguistico articolato in varianti. prego informarsi prima di dire sciocchezze. la torre di babele (la lingua unica che poi si frantuma) è un mito che qualunque scienziato confuta con una risata. vi dite comunisti e poi credete ai miti della bibbia!!!"
Sul sardo che "nasce come sistema linguistico articolato"... Ma va? Conosci forse qualche lingua che non abbia delle varianti e dei dialetti? (Non basta dire "sistema linguistico" al posto di "lingua", il concetto è esattamente lo stesso)
Qualunque linguista (appartenente alla categoria degli "scienziati" che citi a sproposito) riconosce l'esistenza di una forte similitudine tra tutte le attuali varianti del sardo. E scientificamente si chiede: come mai?
Si possono fare delle ipotesi. Si può ipotizzare che in qualche periodo della storia sarda si parlasse una lingua sostanzialmente omogenea, pur con tutte le sue varianti e dialetti. La convergenza è stata senz'altro incoraggiata dall'isolamento, dai commerci interni all'isola, dagli spostamenti interni delle popolazioni, e dalle necessità pratiche di comunicazione. La successiva apertura ai commerci esterni, le dominazioni straniere, la mancanza di unità statale e di una propria forma scritta hanno invece favorito la naturale frammentazione e contaminazione.
Sono rimasti dei segni di questa ipotetica omogeneità linguistica? La risposta è sì. Oggi parole e suoni subiscono delle alterazioni notevoli, ma generalmente regolari e prevedibili in base alle diverse zone dell'isola ed alle varianti di sardo utilizzate. Ci sono pochissime eccezioni a questa norma. Questa regolarità nelle alterazioni si spiega solo con l'esistenza di un modello, per quanto antico, di lingua comune, che si è poi evoluto in modo diverso ma coerente in base all'uso locale. L'individuazione di questo modello può aiutare a dare una forma scritta comune a tutte le varianti moderne.
A chi fosse interessato a questo studio, segnalo questo documento: si tratta di una proposta precedente e diversa dalla "Limba sarda comuna" (l'autore fa oggi parte della commissione voluta da Soru). "Una normalizzazione democratica della lingua sarda" http://www.condaghes.it/get_document.asp?id=17
"2. "Ora capisco" ha ragione, corongiu può anche andare alla festa dei popoli in lotta ma resta il fatto che ha lavorato per i carcerieri dei compagni e che alle manifestazioni di solidarietà non c'era. al contrario, qualche anno fa aveva addiritura organizzato una manifestazione affinchè soru non tagliasse i fondi alla legge sulla lingua sarda.
capita la situazione? quando gli toccano i "suoi" soldi, allora si attiva, poi imprigionano dei compagni e allora chi se ne frega."
Esattamente! Per questo invito a distinguere le questioni linguistiche da quelle politiche, specie se di orientamento comunista.
Chi è interessato alla tutela della lingua dovrebbe rallegrarsi del fatto che il governo della Sardegna (ovvero la regione, al giorno d'oggi) si stia impegnando seriamente e DEMOCRATICAMENTE in tal senso. La traduzione dell'ordinamento penitenziario era un passo inevitabile.
Chi si dichiara comunista dovrebbe invece evitare di far eclissare le proprie rivendicazioni da questioni facilmente assimilabili dalle classi dominanti, come appunto la questione della lingua. Oggi specialmente, con i compagni in carcere, bisogna spiegare perchè sono finiti dentro per le loro idee, e perchè le loro idee erano scomode... L'idea di difendere la lingua sarda è così scomoda per le classi dominanti? Forse no. E allora perchè sono finiti dentro?
A proposito, nel link sulla Festa dei popoli in lotta si legge che Corongiu ha manifestato APERTAMENTE le proprie differenze politiche e il proprio atteggiamento interclassista. Non cerca di nascondersi o di "approfittare" di qualcosa. E' quindi naturale che non sia sceso in piazza per i compagni in carcere, come non sono scesi in piazza Gavino Sale e altri indipendentisti e sostenitori dell'"identità" sarda.
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