Finalmente il fronte delle istituzioni, compattamente sordo al generale grido di dolore per il destino della Piana di Navelli, si è rotto. Il presidente del Parco Gran Sasso-Monti della Laga, Walter Mazzitti, ha preso una netta, forte, allarmata posizione critica. Se molti hanno parlato di scempio o di apocalisse paesaggistica, il Presidente denuncia una “Chernobyl delle memorie”, delle nostre memorie.
Non risparmia nessuno, nemmeno se stesso. Sono coinvolti tutti gli Enti che hanno dato, senza un adeguato dibattito, placet ed esecuzione ad un progetto che stravolge uno dei paesaggi più belli d’Abruzzo, ricco di preziose emergenze storiche e archeologiche. Mazzitti denuncia l’umiliazione delle due più belle chiese della Piana, S. Maria di Centurelli e S. Maria delle Grazie, accerchiate dall’asfalto, la mancata salvaguardia dei resti archeologici della necropoli di Centurelli e dell’antica città di Incerulae recentemente scoperta. In proposito non salva nemmeno la Sovrintendenza per i beni culturali che non ha provveduto ad effettuare gli opportuni sondaggi preventivi e preteso un ridimensionamento dei lavori.
E’ finalmente chiaro che il progetto va radicalmente rivisto. Va assicurata la massima viabilità con l’allargamento della strada, ma vanno cancellate quelle assurde parallele, che triplicano la superficie viaria, e ridimensionati gli spropositati svincoli e rotatorie per paesi di qualche decina di abitanti.
Noi cittadini abbiamo diritto di sapere che cosa si sta decidendo al “tavolo” regionale: non vogliamo essere di nuovo traditi nei nostri sentimenti più profondi, sfregiati nell’anima.
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