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DI RITORNO DAL LIBANO
by circolo agora' Pisa Wednesday, Sep. 20, 2006 at 2:44 PM mail: agorapi@officinaweb.it

A Pisa questa sera primo incontro con i rappresentanti toscani della delegazione italiana


La delegazione del Comitato "Per non dimenticare Sabra, Chatila e Qana" ha fatto rientro in Italia dopo una settimana (dall'11 al 17 settembre) a Beirut e nel Sud del Libano.
Alla delegazione hanno partecipato alcuni rappresentanti del Coordinamento toscano di solidarieta' con la Palestina, fra cui un esponente del circolo agora' di Pisa.

In una intensa settimana di spostamenti ed incontri abbiamo potuto osservare le distruzioni dei bombardamenti e degli attacchi di terra israeliani in questo paese gia' martoriato da recenti e remote invasioni dell'esercito di Tsahal.

Durante la riunione del Coordinamento toscano di solidarieta' con la Palestina, che si terra' alle ore 21 di mercoledi 20 settembre al circolo agora' di Pisa, Via Bovio 48, proporremo due di queste testimonianze filmate, sicuramente le piu' forti, prese a Kiam e a Bent Jbail.
25 minuti di girato che danno l'idea di quel che e' successo concretamente "sul campo di battaglia" e il punto di vista sulla guerra del responsabile politico - militare di Hezbolla per il Sud Libano in una intervista concessa alla delegazione.

Oltre al reportage di coloro che sono stati in Libano durante la riunione verra' fatto un resoconto della assemblea del 16.9 a Roma dalla quale e' stata lanciata la MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 30 SETTEMBRE A ROMA.

La riunione e' aperta alla cittadinanza.

Per punti i luoghi e gli incontri principali. Nei prossimi giorni saremo in grado di proporre una piu' accurata descrizione degli incontri e delle visite.

Il primo giorno a Beirut abbiamo incontrato le ONG palestinesi, da oltre 50 anni intente a riparare i danni di un esilio forzato per oltre 400.000 profughi in fuga dalle loro case e terre, espropriate con la forza dagli israeliani.
In questa ultima guerra, per la prima volta nella storia della loro cattivita' nel paese dei cedri, i campi profughi palestinesi si sono aperti a centinaia di migliaia di libanesi in fuga dal Sud, determinando le condizioni di una unita' senza precedenti tra libanesi e palestinesi, vittime della identica volonta' di potenza del vicino Israele.

Insieme a loro era presente il dott. Talan Salman, direttore dell'importante quotidiano libanese As Safir, che ci ha fatto un esaustivo quadro d'insieme dello scenario politico determinatosi dopo il conflitto, sul profondo mutamento interno al paese e nell'area mediorientale, sulle luci e le ombre della risoluzione ONU n. 1701.

Emile Lahoud, Presidente della repubblica libanese, ci ha ricevuto la mattina del secondo giorno nel palazzo Presidenziale.
Dopo aver ringraziato la delegazione per la determinazione dimostrata in 7 anni di iniziative al fianco dei profughi palestinesi colpiti dalla strage di Sabra e Chatila, Lahoud ci ha parlato con orgoglio della vittoria militare e politica conseguita contro il nemico storico del Libano, Israele, e delle prospettive di pace che si possono aprire in conseguenza di questa vittoria.

Nel pomeriggio, dopo un incontro con il Sindaco Hezbollah del municipio di Ghobeyreh, uno dei piu' colpiti dai bombardamenti, siamo stati accompagnati dalla Resistenza nel quartiere di Haret Hreyk, dove avevano sede gli uffici del comando di Hezbollah.
Lo scenario che ci siamo trovati di fronte e' stato sconcertante: palazzi di 20 piani completamente rasi al suolo, aree densamente popolate trasformate in immense piazze di rovine fumanti.
Nel mezzo di queste rovine la Resistenza ha installato alcuni grandi tendoni dove oltre 6.000 volontari si coordinano per i lavori di ricostruzione. Intorno ai tendoni tante opere di pittori, poeti e scultori contro la guerra.

Il terzo giorno siamo scesi verso il Sud, prima a Sidone poi a Tiro, colpite ripetutamente dai bombardamenti e vittime dell'assedio dal cielo e dal mare. I sindaci delle due citta' ci hanno descritto le devastazioni dell'aggresione israeliana ma anche la capacita' di resistenza, l'orgoglio e la determinazione dei loro cittadini.
A Tiro abbiamo incontrato e ripreso i soldati italiani della "UNIFIL rafforzata", in giro con autoblindo mimetiche, in assetto di guerra e davanti alle mitragliatrici sistemate sulla sommita' dei carri. Una aspetto per niente pacifico in mezzo ad una popolazione pacifica ed impegnata in intense attivita' di ricostruzione.

Vicino alla città di Tiro è collocato il campo profughi palestinese di Rashidiyeh, uno dei più organizzati e coesi campi di tutto il Libano. Lì abbiamo incontrato Sultan Abu Alaynen, organizzatore della resistenza dei campi di Beirut a metà degli anni '80, e attualmente comandante di Fatah in Libano, il quale con sdegno rifiuta ogni ipotesi di disarmo delle milizie palestinesi poste a difesa dei campi, come previsto nella risoluzione ONU 1701. Nel 1982, dopo il disarmo dei feddayn a Beirut, i falangisti coperti dalle truppe israeliane portarono a termine la mattanza di Sabra e Chatila. Disarmo si, ma dopo che Israele avrà rispettato le 73 risoluzioni dell’O.N.U., a partire dalla 194 per il diritto al ritorno dei profughi nella loro terra, la Palestina.

Siamo scesi ancora piu' a Sud, a Kiam, sede del famigerato carcere israeliano durante i 18 anni di occupazione del Sud Libano, distrutto sistematicamente nei bombardamenti di questa estate per cancellare una testimonianza scomoda.
A Kiam abbiamo incontrato Nabil Qaouk, responsabile politico-militare di Hezbollah per il sud del Libano, di cui parleremo all'incontro di mercoledi'.

A ridosso del confine israeliano, che abbiamo costeggiato per chilometri, si trova Bent Jbail, definita nei cartelloni stradali come "la capitale della Resistenza".
Data per conquistata ripetutamente dalle truppe speciali israeliane, questo piccolo borgo contadino non e' mai stato preso per la feroce resistenza della popolazione e per la capacita' militare espressa in operazioni minuziosamente preparate in anni di esperienza.
Il centro storico di Bent Jbail porta il segno di questa resistenza. Per rendere l'idea occorre ritornare con la memoria alle devastazioni del terremoto del 1980 in Irpinia .

Abbiamo infine visitato Qana dove l'aviazione israeliana ha massacrato oltre 50 civili tra cui 34 bambini nell'ultima aggressione. A Qana i bombardieri con la stella di David questa volta hanno colpito a poche centinaia di metri dal sacrario che ricorda la strage del "laburista" Simon Peres, Ministro della Difesa nel 1996, il quale ordino' il bombardamento con fosforo bianco della base "UNIFIL disarmata", dove persero la vita 11 caschi blu delle isole Figi e oltre 100 civili libanesi.

Il quarto giorno nella valle della Bekaa, a Baalbek, colpita dal primo all'ultimo giorno della guerra dai bombardamenti e dalle incursioni delle squadre speciali israeliane respinte piu' volte dalla Resistenza locale. Qui oltre al sindaco abbiamo incontrato i responsabili locali di Hezbollah, i quali in seguito ci hanno portato a visitare le rovine della recente guerra e quelle antichissime di un'altro occupante, l'impero romano.

Abbiamo negli ultimi due giorni incontrato gli esponenti di tutte le formazioni e partiti palestinesi, e libanesi.
Particolarmente significativo l'incontro con il Segretario del Partito Comunista Libanese, che ha partecipato con i suoi militanti alla Resistenza durante i 34 giorni di guerra. 13 i militanti caduti, uno dei quali della gioventu' comunista.

Per ulteriori informazioni v aspettiamo alla riunione di mercoledi' 20 settembre alle ore 21 presso il circolo agora', alla quale saranno presenti due dei partecipanti alla delegazione "Per non dimenticare sabra e Chatila".

Circolo ARCI agora' di Pisa

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e pensare che in italia...
by , Wednesday, Sep. 20, 2006 at 3:04 PM mail:

e pensare che in italia c'è ancora qualche stronzetto, pochi per fortuna, che vorrebbe ritirare le truppe Onu, solo per far polemica con prodi, sbattendosene della situazione drammatica in Libano e soprattutto sbattendosene i coglioni se gli israeliani a causa del ritiro delle truppe ONu ricominciano a bombardare

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w lahoud!
by ma bravi! Wednesday, Sep. 20, 2006 at 3:23 PM mail:

e il presidente lahoud, quando ha incontrato voi del comitato che non dimentica sabra e chatila, ve l'ha raccontato che suo padre è stato uno degli esecutori materiali della strage?

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