La discesa libanese agli inferi
Siniora dovrebbe ignorare le Nazioni Unite. Il cessate il fuoco statunitense-britannico-francese non è altro che uno schema “neocoloniale” per dividere il Libano.
“So che morirò lottando contro di essi, solo allora andrò dal mio Dio. Ma andrò dal mio Dio lottando come un leone. Non sarò macellato come un agnello” - Ahmed (ultimo nome pervenutoci) “Distruzione, Morte e Provvedimenti Drastici” - Dahr Jamail
L’assassinio dell’uomo d’affari libanese Rifik Hariri sembra ora la beffa che molti sospettavano sin dall’inizio. I giornali israeliani avevano già ammesso che l’attuale invasione fosse stata pianificata da almeno un anno, quindi come fa qualcuno ancora a credere che gli agenti siriani uccisero Hariri? La Siria non aveva nulla da guadagnarci uccidendo Hariri e tutto da perdere. Israele, d’altro canto, avrebbe potuto usare l’assassinio come una scusa per spingere le truppe Siriane ad uscire dal Libano, invocare la risoluzione 1559 delle Nazioni Unite per attaccare Hezbollah e bombardare il paese conducendolo all’accettazione della loro autorità con l’annessione del sud, secondo uno schema sionista che risale a più di 60 anni fa.
GAME. SET. MATCH L’investigazione delle Nazioni Unite, che fu condotta dallo scagnozzo americano Detlef Mehlis, fu una vera e propria frode che non produsse mai uno straccio di prova, nonostante la sorda insinuazione dei media e il dito puntato a Damasco. Si consideri la misura con cui le ONG americane e l’intelligenza israeliana hanno lavorato insieme per rovesciare il governo di Emile Lahoud, forzare le truppe siriane a lasciare il Libano, fomentare la rivoluzione dei Cedri (la rivoluzione libanese) “fatta per la TV” e catapultare il singhiozzante e “simpatizzante di Israele” Fouad Sinora sul seggio di presidente. Lo scopo della cospirazione è sorprendente, ma esso ci da un’idea dell’impressionante livello di collaborazione tra gli imperialisti di Washington e i sionisti di Tel Aviv. La distruzione calcolata del Libano corrisponde alla visione contraffatta di entrambe le parti; esse sono in ugual misura colpevoli. Finora il solo ostacolo al piano di Israele è stato Hezbollah, un’organizzazione che è rimasta forte preparandosi all’inevitabile attacco di Israele. Sotto la guida di Hassan Nasrallah, il gruppo si è ostinatamente rifiutato di farsi “disarmare” dalle attuali Nazioni Unite Americane o di evacuare la loro terra natia a sud del fiume Litani. Il che ha forzato US/Israele a rinunciare alla pretesa di “costruire una democrazia” ricorrendo alla strategia “sempre affidabile” del bombardamento a tappeto. Dopo 4 precedenti invasioni ed innumerevoli conflitti di confine, Nasrallah fu saggio abbastanza a non fidarsi del suo vicino guerrafondaio del sud. E, naturalmente, gli eventi hanno ora provato che era nel giusto. Israele ha attaccato il Libano con 10.000 truppe seguendo una campagna di bombardamento lunga un mese e completamente devastante, in cui si è dovuto scontrare con le unghie e coi denti per ogni centimetro di suolo libanese che ha preso, incappando in pesanti perdite conseguenti alle varie operazioni di guerra. Finora Hezbollah ha tenuto duro cedendo meno di 8 chilometri di terra all’esercito tecnologicamente più avanzato del Medio Oriente. E’ stato un fatto di enorme importanza per le IDF [Forze di difesa israeliane]. Israele è stato limitato nel fare ciò che sa far meglio: bombardare civili disarmati con ordinanze di manifattura americana da 30.000 piedi. Fortunatamente il Libano non è Gaza, dove un milione di persone sono mantenute in un gulag-deserto aspettando che Israele lanci bombe all’interno. Il regime di Olmert ha già decimato la maggior parte del Libano riportando l’infrastruttura della nazione a 20 anni indietro, realizzando una catastrofe ambientale sulla costa (una grossa macchia di petrolio di 80 miglia) e creando un disastro umanitario. Ancora, l’offensiva di terra di Israele è sfociata in un punto morto, incapace di fronteggiare la resistenza feroce di una manciata di disciplinati e fieri guerriglieri capaci di morire per difendere il loro paese. La loro azione non ha fatto altro che ispirare tutto il mondo arabo. Non c’è dubbio che Hezbollah costituisca di fatto l’esercito Nazionale Libanese e la sola forza militare in grado di difendere la sovranità libanese. A Beirut, lo sciocco Presidente Sinora è diventato d’impaccio alla sua gente con le commoventi apparizioni davanti alla comunità internazionale e ad Israele. La sua lagnosa esibizione avrebbe potuto essere accolta ben volentieri a Tel Av i v, dove gli Arabi sono già considerati untermenschen [persone inferiori – in tedesco nel testo, ndt], ma ciò sminuirebbe la sua abilità a coinvolgere la gente nella guerra a venire. Siniora farebbe meglio ad andarsene “sventolando un Kalashnikov” ripetendo l’impresa di Arafat alle Nazioni Unite qualche anno fa, quando offrì al mondo una scelta tra il ramo di ulivo o una guerra senza fine. Invece, Siniora persiste con le sue claunesche strette di mano che servono solo a gratificare i suoi avversari indebolendone la sua causa.
MOSTRA UN PO’DI SPINA DORSALE, UOMO L’incarico di Siniora è cristallino: chiedere un immediato ritiro di tutte le forze israeliane, impegnare le sue 70.000 truppe al sud ed ordinare l’immediato richiamo alle armi di tutti gli uomini in grado di combattere tra i 16 ed i 65 anni. Sarebbero le stesse cose che noi ci aspetteremmo che i nostri leader degli Stati Uniti facessero se fossimo sotto assedio. Siniora dovrebbe ignorare le Nazioni Unite. Il cessate il fuoco US-Britannico-Francese non è altro che uno schema “neocoloniale” per dividere il Libano, concedendo la porzione meridionale all’occupazione israeliana. La comunità internazionale non fece niente per scoraggiare l’occupazione del Libano da parte di Israele, durata 18 anni (1982-2000) e niente farà neanche ora. Si tratta di una dibattuta società senza senso, volta a provvedere ad una copertura internazionale per l’avventurismo imperiale e i crimini di guerra, niente di più. Sinora dovrebbe dare le dimissioni e consegnare l’esercito libanese agli Hezbollah. Almeno Nasrallah capisce cosa occorre fare quando il paese è in guerra.
L’ARTE DELLA PULIZIA ETNICA IN STILE ISRAELIANO L’assassinio di persone innocenti può essere giustificato se questo salva vite di innumerevoli altri? Non è questo ciò che è accaduto a Qana? Israele è stato ripetutamente avvertito di fermare il fuoco sulla base militare delle Nazioni Unite a Qana, ma l’assalto è continuato finché la costruzione alla fine è stata rasa al suolo da una bomba di manifattura americana che ha ucciso 57 persone. L’attacco è stato chiaramente “premeditato” (come ha detto Kofi Annan) e ha prodotto nei media la logica reazione che ci si poteva aspettare dopo una tale atrocità. L’alto comando di Israele sapeva come avrebbe reagito l’opinione pubblica in seguito al bombardamento dell’edificio o semplicemente affrontano queste cose senza drammi? Qana è stata l’operazione di più grande successo compiuta finora da Israele. Perché? Perchè ha diffuso paura e terrore nel sud del paese proprio come si voleva che accadesse, provocando una migrazione immediata e massiccia di circa 750.000 sciiti, per la maggior parte poveri. È stato l’atto terroristico più attentamente calcolato e precisamente eseguito dall’11-9. Nessuno dei media occidentali avrebbe mai osato accusare Israele di terrorismo, ma i fatti non possono certo negare l’evidenza. Polverizzando Qana (così come furono bombardati alcuni minibus pieni di civili che stavano scappando), Israele ha scatenato un fuggi-fuggi che ha condotto l’intera popolazione indigena verso nord, al di là del fiume Litani. Allo stesso tempo, Israele è riuscito a contenere le vittime al di sotto dei 1.000; il che è quasi un miracolo data l’immensità della devastazione. Non era forse sin dall’inizio il piano di Israele quello di far evacuare la gente e contenere il bilancio delle vittime? Quando gli storici rifletteranno sulle manovre delle Forze di difesa israeliane (IDF) nella guerra in Libano, attribuiranno ad Olmert e al suo staff l’operazione di maggior successo di pulizia etnica della storia. Questo è “il nuovo mondo”, la pulizia etnica ad alta tecnologia, non certo come quella confusionaria nel Darfur, dove la carneficina schizza su tutto lo schermo e gli abitanti terrificati fuggono dalle loro case sotto una raffica di scoppi d’artiglieria. NO, no, no si tratta di una operazione militare completamente pulita e meticolosamente eseguita intesa a purgare la terra dai suoi occupanti indesiderati ed espandere i perimetri del Grande Israele. Israele ha elevato la pulizia etnica ad una forma d’arte. L’esodo di massa è stato condotto con precisione germanica e con meno di 900 vittime in totale. Questo sarebbe un record per coloro che sono interessati a documentare tali dubbi successi.
LA GUERRA CIVILE ALL’ORIZZONTE Israele capisce la dinamica etnica del Libano come la capisce chiunque altro. Spingendo 750.000 profughi musulmani nelle aree cristiane e druse, il tradizionale antagonismo salirà di nuovo a galla conducendo alla fine ad un’altra guerra civile. L’attacco violento al sud ed il taglio agli aiuti umanitari creano il laboratorio perfetto in cui sta covando un nuovo ciclo di violenza settaria. Questo è ciò che vuole Israele. Infatti, il nuovo ordine mondiale richiede cicli senza fine di letale violenza tra musulmani. Come disse Henry Kissinger “Spero che si uccidano l’un l’altro”. La politica americano-israeliana non era mai andata al di là del duro assioma di Kissinger. In effetti si tratta di un sunto appropriato dei temi razzisti e della dottrina omicida che anima l’intera guerra del terrore.
di Mike Whitney Palestine Chronicle
http://www.palestinechronicle.com/story-08100682717.htm
http://www.comedonchisciotte.org
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