La stagione politica di coloro che non sono andati al governo è ricominciata sabato scorso a Via Anelli, Padova con una carica di polizia concertata con il governo nazionale di centrosinistra.
I 4 arresti e gli innumerevoli contusi di Padova non fermano il lento, ma inesorabile processo di ricomposizione politica del bacino del lavoro precario. Non lo fermeranno gli imminenti processi di Roma per associazione sovversiva e per i fatti del 6 Novembre 2004.
In Umbria, intanto, il movimento globale è in altre faccende affaccendato e il centrosinistra è ancora saldamente al comando di un blocco economico e sociale che non ha più nulla a che fare con le ragioni del socialismo.
Un'intero ceto sedicente politico si riproduce esclusivamente attraverso processi di cooptazione clientelare governati dall'alto. Ai nemici giurati della società civile non resta che la strada dell'esilio interno.
"Poveri riformisti, non fossimo nemici verrebbe da compatirli: una mano sulla spalla, un piccolo gesto... con un'avvertenza: quando vi avvicinate, occhio al portafoglio. C'hanno pure problemi con la questione morale".
Alla ripresa dell’attività la prima valutazione ha riguardato la nuova fase politica che vede una modifica del quadro politico/istituzionale rispetto al passato governo ma una sostanziale continuità sul piano delle scelte economico/sociali perseguite dalla nuova compagine governativa dell’Unione: siamo di nuovo alle prese con una finanziaria che si prospetta di lacrime e sangue per i ceti popolari ed i lavoratori, siano essi “garantiti” o precari, con aumenti delle imposte e tagli ai servizi, che, pur nascosti nelle pieghe di un rinnovata concertazione con CGIL CISL UIL, rispondono alle necessità di Confindustria e dei poteri forti finanziari del nostro paese.
Rispetto a questa situazione, che in prospettiva non potrà che produrre aspre contraddizioni sociali, Prodi ed il suo governo godono ancora di una fase di attenzione ed aspettativa da parte di settori che pure saranno colpiti dalle misure economiche che Padoa Schioppa non nasconde di voler portare avanti.
In questo contesto è ancor più necessario ribadire la necessità che il movimento per il reddito sociale e contro la precarietà mantenga e rafforzi il suo carattere di indipendenza nella costruzione di mobilitazioni e confronto con le istituzioni a partire dal governo nazionale.
I prossimi mesi, quindi, ci vedranno impegnati nel necessario consolidamento e radicamento del movimento per il reddito a partire dal rafforzamento territoriale attraverso il rilancio delle vertenze locali già avviate in numerose regioni, con la riproposizione della legge nazionale, che possa raccogliere anche le istanze che nei mesi scorsi sono emerse nel dibattito più generale intorno al reddito e alla precarietà.
L’ approssimarsi di numerosi processi che riguardano le diverse espressioni di lotta per il reddito e contro la precarietà, Roma Napoli, Bologna, Veneto e molte altre situazioni, impone una risposta avanzata che non ci veda costretti a rispondere esclusivamente sul piano dei provvedimenti repressivi ma sappia riaffermare con forza i contenuti di quelle lotte fortemente ancorate all’affermazione dei diritti sociali.
Questa rivendicazione è tanto più legittima poiché è da quei conflitti e da quelle mobilitazioni, che oggi vengono criminalizzati, che è nata e si è imposta con evidenza la necessità di assumere il problema del precariato come nuova “questione nazionale”, ben prima che i partiti dell’Unione ne facessero addirittura tema centrale di campagna elettorale, salvo scordarsene appena messo piede nelle stanze dei bottoni.
La riunione si è conclusa con l’individuazione di alcune scadenze e momenti di iniziativa politica: Nuovo appuntamento nazionale per il 10 ottobre prossimo alle ore 12, a Roma in Via Giolitti 231 per discutere ed organizzare le mobilitazioni in vista del processo che si aprirà il prossimo 18 Ottobre per le manifestazioni del 6 Novembre 2004 Definizione, nelle prossime settimane, di un nuovo testo di legge nazionale sul reddito sociale da presentare con un evento pubblico Rilancio delle mobilitazioni articolate a livelli locale e regionale che si ponga anche l’obiettivo della strutturazione del movimento sul territorio, con particolare riferimento alle grandi aree metropolitane, e dell’avvio di forme di contrattazione sociale.
Questi passaggi funzionali al radicamento e al consolidamento del movimento per il reddito sono una necessaria premessa per il rilancio di una mobilitazione nazionale che imponga al Governo un confronto serrato su questi temi.
(Fonte: precog@inventati.org)
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