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La Shell c'è!
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imc-basilicata Monday, Oct. 02, 2006 at 10:49 AM |
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di Pietro Dommarco
Con la firma dell’accordo tra Regione Basilicata e Total Spa per lo sfruttamento del giacimento di Tempa Rossa nella Valle del Sauro si è messa la parola fine ad un velato braccio di ferro tra l’amministrazione locale e le compagnie petrolifere già da tempo presenti nel nostro territorio. Che il petrolio sia una risorsa nessuno lo mette in dubbio, ma avrei preferito qualcosina in più, proprio alla luce del “sottotitolo” che caratterizza il recente accordo: compensazione ambientale per la perdita dell’uso alternativo del territorio e per la reintegrazione dell’equilibrio ambientale. Oltre alle royalties pari al 7% della vendita dell’olio e del gas prodotto sono previste altre misure compensative che vanno da contributi per il monitoraggio ambientale, ad un contributo di 50centesimi di euro per ogni barile di olio prodotto che si incrementa in relazione all’aumento del valore del brent;
un contributo fisso di un milione di euro all’anno per quattro anni (indipendentemente dai volumi prodotti, sic!); un contributo per lo sviluppo sostenibile correlato a tutta la produzione effettuata negli anni, che varia da un minimo di 500 mila euro l’anno fino a 2 milioni e mezzo di euro l’anno quando la produzione supererà i 200 milioni di barili di olio equivalente; a partire dal 2007 un contributo per sponsorizzazioni pari a 250 mila euro l’anno; una serie di campagne pubblicitarie “che promuovano la cultura, il paesaggio e la storia dei territori della regione Basilicata” nelle stazioni Total d’Italia e di tutta Europa e, dulcis in fundo, la fornitura gratuita di tutto il gas naturale proveniente dall’area della concessione con un minimo garantito di 750 milioni di metri cubi.
A questo punto potrebbero risultare comprensibili i moti di soddisfazione se non teniamo presente però quello che è stato lo sfruttamento dell’oro nero per le comunità locali, per uno sviluppo della Basilicata che stenta a decollare, per dei benefici diretti che in verità non ci sono stati e per delle scelte che in molti casi hanno penalizzato il nostro territorio. Il discorso petrolio e la volontà di puntare sullo sfruttamento di questa risorsa, in questi termini e a queste condizioni mi sembra che “non stia pagando il viaggio del biglietto”.
Qui bisogna decidere da che parte stare, quale programmazione economica dare alla nostra regione: puntare sui parchi, sulla valorizzazione delle nostre bellezze paesaggistiche come traino di un’economia turistica vista l’enorme propensione o puntare tutto sullo sfruttamento e l’Energia. E in quest’ultimo caso subentrerebbe il ruolo della Sel della quale ancora non si conosce lo Statuto. Siccome credo che non possiamo stare con un piede in due scarpe, bisogna far presente qual è la strada che porta allo miglioramento lucano, bisogna decidersi, perché di questo passo imboccare le due strade parallelamente mi sembra, non solo inopportuno, ma anche imbarazzante per una coabitazione che presto risulterà difficile.
A fronte di un Parco del Pollino che ci ha abituato con una cattiva gestione e all’appena istituito Parco della Val d’Agri-Lagonegrese del quale si sono già perse le tracce c’è un’altra società petrolifera, la Shell, che nell’incipit di questo articolo ho volutamente escluso. Ebbene, questa compagnia, presente nell’accordo con la Total qualche tempo fa ha presentato alla Regione Basilicata uno screening relativo all’istanza di permesso di ricerca di idrocarburi “Grotte del Salice”, che prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo alla profondità di 4500metri.
Ma non è la sola compagnia alla quale fa gola la terra nostra: altre 18 società hanno presentato istanze di permesso di ricerca all’ufficio minerario nazionale per gli idrocarburi e la geotermia del Ministero per lo Sviluppo economico. Si attende la pronuncia degli Enti preposti. Parlavo di coabitazione: se pensiamo all’estensione del territorio lucano e alla sua conformazione mi sembra quanto meno difficile pensare ad una regione suddivisa in isolotti: uno per le trivellazioni, uno per i parchi eolici, uno per le aree protette, uno per le Sic e le Zps…mah!
www.lucanianet.it
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capitale e mire carrieristiche
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marxista valnocino Monday, Oct. 02, 2006 at 11:57 AM |
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non è la prima volta che il governo regionale svende il territorio per favorire il capitale. Questa volta si da accesso diretto allo sfruttamento delle risorse agli imperialisti che trovano porte aperte in un Paese 'alleato' come l'Italia mentre altrove, in MedioOriente sono impegnate nel confronto con la potenza dell'Opec. Anche questa operazione rientra nella competizione globale sull'energia, ed il suo carattere reazionario emerge proprio nella persistenza a estrarre petrolio piuttosto che lavorare su altre forme di energia rinnovabile e meno costoso all'uomo, come classe operaia e come genere. Questo ovviamente succede con il bene placito dei governanti locali che in sintonia con gli EUROgovernanti usano la retorica dello sviluppo per aprirsi i varchi verso i posti più importanti e remuneranti del potere. Se Bubbico e De Filippo aiutano il capitale, il capitale, loro sperano, ricambierà lautamente! Questo evento si inserisce in un contesto più largo di cui tutti dovremmo imparare a leggere le dinamiche interne come leggi di sviluppo (ineguale) del capitalismo. La bussola migliore è ancora il marxismo scientifico e dialettico. Lo strumento migliore speriamo di costruirlo con un rilancio della lotta di classe.
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Dopo Bubbico, anche De Filippo regala petrolio: nasce il Discount lucano dell'oro nero
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www.mercantedivenezia.org Monday, Oct. 02, 2006 at 2:48 PM |
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Supponiamo che abbiate fatto un buco nel giardino di casa e che improvvisamente sia sgorgato petrolio. Qual è la prima cosa che fate? Alcune opzioni facili facili: 1- se siete rampanti casalinghi con il fiuto dei soldi estraete e vendete in proprio: 2 -se siete dei bolscevichi senza pollice verde estraete per il popolo; 3- se invece vi sentite ambientalisti convinti lasciate perdere, prendete una pala e ricoprite.
Di sicuro una cosa non la fareste mai: dare in concessione (ossia regalare) la terra a Total, Shell, e Mobil. E perché mai bisognerebbe farlo? Buona osservazione, non c’è nessun motivo. Chi farebbe un gesto così irrazionale, allora? Nessuno tranne la Regione Basilicata. Prima con la sciagurata gestione Bubbico ( che regalò gli stabilimenti di petrolio di Viggiano a TotalFinaElf) ora con quella non meno scandalosa di Vito De Filippo (che in data 22 settembre 2006 ha formalizzato un accordo elegantemente definito di "compensazione ambientale" con Total Italia, Esso Italia e Shell Italiana per lo sfruttamento del giacimento di gas e petrolio "Tempa Rossa", a Corleto Perticara, Potenza), s'è concluso un lungo percorso di clientelismi e favoritismi politici di medio-alto-altissimo livello che ha impoverito la Lucania, relegandola al ruolo di Discount imperialista del petrolio.
Un giacimento, quello di "Tempa Rossa", che ha riserve certe per 100 milioni di barili (con stime, a seguito di certe future perforazioni, che arrivano a 500 milioni di barili) completamente svenduto e che ha fatto esclamare ad un incredulo Lionel Levha ( direttore generale delle estrazioni e delle produzioni Total): "intendiamo rimanere 50 anni a Tempa Rossa". E lo crediamo bene, visto che dal 22 settembre è molto conveniente rimanervici: poche spese, zero rogne e tanto profitto. Per una terra che non è la loro, e per iniziare l’opera di estrazione prevista per il 2010 (che una volta a regime, vedrà una produzione di circa 50 mila barili al giorno) le Sorelle del Petrolio daranno alla Regione Basilicata qualche spiccetto (royalty, si chiama così l’elemosina che i Potenti sono disposti a pagare per fingere di non avere rapinato un’intera fetta di Paese) così ripartite: - 50 centesimi di euro per ogni barile di olio prodotto, che si incrementa in relazione all’aumento del valore del brent; - un contributo fisso di un milione di euro l’anno per quattro anni, indipendentemente dai volumi prodotti; - un contributo per lo sviluppo sostenibile correlato a tutta la produzione effettuata negli anni, che varia da un minimo di 500 mila euro l’anno fino a due milioni e mezzo di euro l’anno quando la produzione supererà i 200 milioni di barili di olio equivalente; - a partire dal 2007, le compagnie petrolifere daranno alla Regione un contributo per sponsorizzazioni pari a 250 mila euro l’anno, per promuovere la cultura, il paesaggio e la storia dei territori della regione Basilicata nelle stazioni Total d’Italia e di tutta Europa".
Il buon De Filippo ci tiene a precisare che "questo ci dovrebbe permettere nei prossimi anni di ridurre la bolletta dell’energia per cittadini, amministratori e imprenditori della Basilicata: questa possibilità è stata già approvata dall’Antitrust". Menomale.
Conosco quella terra e per esempio posso dire che, mentre i politici lucani postdemocristianei svendono il patrimonio energetico nazionale, a Viggiano l’aria è diventata irrespirabile. Iniziano a manifestarsi sempre più casi di problemi legati alle vie respiratorie e patologie tumorali sopra la media, il tasso di disoccupazione non è sceso ma salito (le maestranze non sono quasi mai del posto, tranne i soliti raccomandati politici), non è riscontrabile in tutta la zona nessun significativo incremento di sviluppo economico (rimanendo sempre un’area depressa e disarticolata del Sud), ecc..
Il rischio è che fra 50 anni, il signor Levha molli gli ormeggi e vada via con il bottino, lasciando al proprio destino il Sud. A questo paese manca una classe dirigente in grado di prendere decisioni coraggiose, di varare una politica industriale nazionale, che non necessariamente deve puzzare di zolfo.
Ne abbiamo invece una di sciacquini e portaborse, cresciuti all’ombra degli yesmen del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana, che imparano a minimizzare prima che a vergognarsi e che, con una faccia tosta incredibile, arrivano a dirci pure che, grazie a loro, pagheremo di meno la bolletta del gas. Francesco Fumarola
http://www.mercantedivenezia.org
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Cos'altro potevamo aspettarci
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Ale Monday, Oct. 02, 2006 at 4:07 PM |
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Ma cos'altro potevamo aspettarci in una regione quale la mia (Lucania) invasa da politici inetti a gestire la cosa pubblica, residui democristiani rifugiatisi nei Ds,Margherita o ancor peggio nell UDEUR! Una classe politica che si trova a governare grazie ad un consenso ottenuto per vie clientelari. D'altronde "noi" nn possiamo che subire la loro azione distruttiva sul piano sociale,economico e ambientale della Basilicata fino a quando tutti ci renderemo conto di ciò che ci stanno "allestendo" per il nostro futuro e quello dei nostri figli e cominceremo ad alzare la voce nelle strade e per le piazze come fatto per Scanzano,Rapolla...
www.altratella.tk
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x ale
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marxista valnocino Tuesday, Oct. 03, 2006 at 12:08 AM |
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Non sono d accordo. Tante altre regioni, soprattutto a Sud sono gestite in maniera clientelare, ed in Basilicata a differenza di altre parti, la mafia non è dall'altra parte del rapporto clientelare. Non è vero neanche che possiamo solo subire, perchè solo subendo non si arriverà mai in un momento 'teologicamente' determinato in cui la gente scenderà in piazza e farà quello che desideriamo. Qualcosa si può cominciare già a fare. E cioè fare lotta politica, e rendersi conto che le elezioni comunali non sono l'unico modo per farlo, ma anzi in cui andiamo ad incastrarci in una logica di amministrazione di uno Stato che non gestiremo mai. E poi per me Scanzano e Rapolla sono stati momenti importanti ma che assumono senso se oggetto di autocritica. Nessuno vuole le scorie a casa propria, ma il discorso non era solo quello. Da qualche devono andare...da qualche parte provengono. Se non riusciamo a dare una continuità 'strategica' alle nostre lotte, rischiamo di essere un pò ipocriti.
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