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in vista della manif di domani a roma
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lisic(A) Thursday, Oct. 12, 2006 at 12:49 PM |
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un po' di cose da sapere sul Ponte
Società Stretto di Messina S.p.A. http://www.strettodimessina.it/ita/societa/23_ITA_HTML.htm Chi sono questi loschi individui http://www.messinasenzaponte.it/site/leggi.asp?id=28 http://www.terrelibere.org/counter.php?riga=236
Rischio mafioso http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=commant06.htm http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=sciarrone.htm http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=wwf.htm http://www.messinasenzaponte.it/site/mafia/mafia.asp
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90217,00.html http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90218,00.html
Progetto preliminare http://www.strettodimessina.it/ita/progettopreliminare/88_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/progettopreliminare/90_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/tuttiinumeridelponte/72_1294_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/tuttiinumeridelponte/72_1293_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/accordodiprogramma/40_ITA_HTML.htm Costi http://www.strettodimessina.it/ita/costi/37_ITA_HTML.htm Piano finanziario http://www.strettodimessina.it/ita/pianofinanziario/38_ITA_HTML.htm Studio d’impatto ambientale della società Stretto di Messina http://www.strettodimessina.it/ita/impattoambientale/36_ITA_HTML.htm
tanti motivi per il no http://www.verdi.it/document/pontemessina/2.htm http://www.terrelibere.org/terrediconfine/index.php?x=completa&riga=02216 documenti http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=mobilita.htm
gli ingegneri http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=dubbi.htm i geologi Raccolta di firme contro la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina L’associazione geologia senza frontiere sente l’esigenza di esprimere una posizione rispetto alla realizzazione di grandi opere nel nostro paese. Tale esigenza è rafforzata dalla quasi totale assenza di una presa di posizione da parte del mondo delle scienze della terra. In particolare riteniamo che il ponte sullo Stretto di Messina sia sostanzialmente inutile per lo sviluppo del mezzogiorno; che non offra sufficienti garanzie di sicurezza; che comporti una spesa pubblica inopportuna e che la sua realizzazione sia causa di un impatto ambientale inaccettabile. Già numerosi sono i gruppi, persone e associazioni, che da tempo hanno promosso e promuovono iniziative e campagne di boicottaggio, di informazione e raccolta di firme per opporsi alla realizzazione del ponte. Noi riteniamo che i geologi, per la specifica formazione scientifica, possano e quindi debbano dare un contributo a questo importante movimento di opposizione. Inoltre riteniamo necessario, in questa campagna, l’appoggio di tutta la società civile. L’obiettivo è di raccogliere una diffusa adesione tra docenti, ricercatori, professionistie dottori del settore delle Scienze della Terra, con l’appoggio della società civile, per esprimere contrarietà al progetto del ponte sullo stretto di Messina e renderla nota alle autorità a cui compete l’approvazione del progetto e alle istituzioni garanti della tutela ambientale: Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Infrastrutture, Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Reggio Calabria e Messina, Regione Calabria, Regione Sicilia, Provincia e Comuni di Reggio Calabria e Messina, Protezione Civile, INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), A.N.A.S. S.p.A., APAT (Agenzia Nazionale per la protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici), Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Dipartimenti Universitari Italiani di Scienze della Terra, Autorità di Bacino Regionali. L’elenco dei firmatari verrà inoltre pubblicato sul sito web dell’associazione Geologia Senza Frontiere. diciamo no alla realizzazione del ponte perché: 1. La Sicilia nord-orientale e la Calabria meridionale sono le regioni a più alto rischio sismico dell’intero bacino mediterraneo. Reggio Calabria e Messina furono rase al suolo nel 1908 da un sisma responsabile di 80.000 morti (XI-XII grado della scala Mercalli). L’area è stata colpita, a partire dal IX secolo da almeno 13 terremoti d’intensità superiore al VII grado della scala Mercalli.
2. Il quadro geologico dello Stretto di Messina è a tutt’oggi luogo di discordanti interpretazioni geologiche. Sono ancora oggetto di discussione sia il tipo di processo geodinamico responsabile dell’attività tettonica dell’area sia lo stesso assetto tettonico della zona, né vi è accordo su quali siano le energie in gioco e quindi i tempi di ritorno e la magnitudo dei terremoti che colpiranno lo Stretto. La società Stretto di Messina S.p.A., invece, elude il problema sostenendo che: “… il potenziale sismogenetico dell'area dello Stretto non è in grado di generare terremoti di magnitudo sensibilmente più elevata di quella stabilita per il progetto. Inoltre le infrastrutture di collegamento al ponte sullo Stretto, viadotti e gallerie, sono progettate, secondo i termini di legge, con i più avanzati criteri antisismici. Riguardo gli spostamenti tettonici lenti (l'allontanamento delle coste), autorevoli studi condotti per oltre 20 anni da diversi Enti con tecniche tradizionali e satellitari, hanno concluso che nella zona dello Stretto non sono in atto deformazioni significative. In ogni caso, anche l'ultimo studio prodotto dall'Enea al riguardo afferma che gli spostamenti ipotizzabili tra i piloni del ponte determinerebbero solo piccole variazioni e sono "estremamente ininfluenti ai fini della stabilità dell'intera struttura".
3. Per fabbricare i due piloni del ponte e le infrastrutture di raccordo saranno necessari circa 500.000 metri cubi di calcestruzzo che necessitano l’apertura di decine di nuove cave per l’estrazione di ghiaia e sabbia e per la produzione di cemento, portando inevitabilmente grandi modifiche ambientali ed un esagerato consumo di risorse ambientali nell’area di escavazione. per 1mc. a resa di calcestruzzo si utilizzano circa: acqua =100-200 litri sabbia=0,400 m3. ghiaia=0,800 m3 cemento=3q.li quindi saranno necessari 150.000 tonnellate di cemento, 200.000 metri cubi di sabbia e 400.000 metri cubi di ghiaia. Inoltre per ottenere una tonnellata di cemento sono necessari 1.5 tonnellate di materie prime, secche. Circa un terzo (33 per cento) del peso iniziale viene eliminato dal forno sotto forma di anidride carbonica e vapore acqueo. La materia prima utilizzata su larga scala e' il calcare (52 per cento, oltre la meta'), poi le marne da cementi (20); l'argilla e la pozzolana sono sfruttate in egual misura (9 per cento). Le ingenti quantità di materie prime necessarie rimandano alle problematiche legate alla coltivazione delle cave (vedi l’elenco a fondo pagina). 4. La messa in posto di piloni alti 380 metri s.l.m. ed attestati in profondità a 50 metri dal piano campagna comporterà un alterazione irreversibile dell’equilibrio idrogeologico le cui conseguenze sui laghi di Ganzirri non sono del tutto chiare. 5. Lapprovvigionamento idrico per la costruzione di un' opera di tali dimensioni produrrà un ulteriore disagio ad un isola già in via di desertificazione (durante la stagione estiva molti paesi non hanno l'acqua da bere a suffucienza). Solo per la produzione dei 500.000 metri cubi di calcestruzzo saranno necessari 75.000 metri cubi di acqua di buona qualità. 6. Come ultimo ma non meno importante l’enorme impatto visivo per gli abitanti, di quest’ opera ciclopica che deturpa un paesaggio naturale come un mostro di acciaio e cemento. Le problematiche ambientali più ricorrenti per le cave da utilizzare per la produzione di sabbia ghiaia e cemento sono: • rapporti esistenti tra l'intervento estrattivo proposto e i vincoli paesaggistici ed ambientali dell'area (tutti i tipi di cave) • frequente presenza di soprassuoli boscati in corrispondenza delle aree di intervento (cave di arenarie, torbiditi, alternanze di arenarie, calcari, calcari marnosi e marne); • alta visibilità dell'area di cava (cave di conglomerati, calcari, calcari marnosi e marne); • difficile attuazione degli interventi di recupero ambientale dell'area di cava (per cave di conglomerati, calcari, calcari marnosi, marne e depositi alluvionali di ambiente continentale); • stabilità dei fronti di coltivazione e dei versanti di abbandono (cave di calcari, calcari marnosi e marne, sabbie, argille e alternanze argillo-sabbiose); • interferenza tra attività estrattiva e bacini idrogeologici di ricarica di pozzi e di sorgenti captate e falde acquifere (cave di calcari, calcari marnosi e marne, depositi conglomeratici, depositi alluvionali di ambiente continentale, sabbie, argille e alternanze argillo-sabbiose); • interferenza tra le modalità di coltivazione realizzate mediante l'abbattimento con mine e l'esistenza di centri abitati, infrastrutture, ecc.(cave di calcari, calcari marnosi e marne); • dispersione del materiale di interesse estrattivo in sterili di coltivazione, in altre parole occorre operare grosse movimentazioni per estrarre poco materiale utile (cave in depositi alluvionali di ambiente continentale e depositi conglomeratici); • interferenza dell'attività estrattiva con l'idrodinamica superficiale: formazione di zone esondabili, indebolimento di arginature, modificazione del reticolo idrografico e del senso di movimento delle acque superficiali, ecc. (cave in depositi alluvionali di ambiente continentale) http://www.dst.unipi.it/fist/geoitalia8/Ricerca2.pdf i sociologi http://www.sociologia.unical.it/scillacariddi.htm
inchiesta report http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90117,00.html
le lotte http://www.messinasenzaponte.it/site/cronologia/cronologia.asp http://www.retenoponte.org http://www.nopontestrettomessina.it/ http://stern26.piranho.com/concorso.html http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=2680 http://www.nuovomunicipio.org/news/notavnoponte.pdf#search='no%20ponte'
Ultimi sviluppi parlamentari http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1164354.php
aggiornamenti quotidiani http://www.terrelibere.org/noponte/oss.php
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np Friday, Oct. 13, 2006 at 1:17 PM |
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La UE chiarisce nessun fondo perso perché mai stanziato
Tommasi "Non abbiamo bisogno di opere faraoniche"
12/10 "Da anni ci siamo battuti, con forza, affinché le priorità del paese fossero le infrastrutture incompiute nel Mezzogiorno e le opere di tutela ambientale adesso con lo stop alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina tutto ciò diventerà possibile". E' quanto afferma, in una nota, il coordinatore nazionale della commissione 'Ambiente e protezione civile' delle Regioni, Diego Tommasi, circa l'approvazione alla Camera dell'ordine del giorno sul ponte sullo Stretto. "La Calabria e la Sicilia - ha aggiunto - non hanno bisogno di opere faraoniche, ma di altro per ammodernare un territorio che per svilupparsi deve avere identiche condizioni infrastrutturali per poter competere alla pari e poter valorizzare le proprie potenzialità. Con questa decisione di indirizzo politico il Parlamento ha dimostrato un grande senso di responsabilità e di rispetto istituzionale per le richieste della Regione Calabria, vista l'assenza di risorse per le opere pubbliche che ha lasciato in eredità il precedente Governo". "Auspico, pertanto - ha concluso Tommasi - che nel momento di impegnare i fondi precedentemente indirizzati verso il Ponte sullo Stretto si tenga conto, oltre che del sistema di trasporto, anche di tutto quanto è necessario per la sistemazione ambientale, per la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico e per la tutela delle coste".
Tripodi “La mozione della Camera chiude la vicenda”
12/10 ''La mozione approvata alla Camera contro la costruzione del ponte sullo Stretto assume un significato particolarmente importante che fa giustizia e chiude definitivamente una vicenda che si trascina da anni''. E' quanto sostiene ''con soddisfazione'', informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale, l'assessore all'Urbanistica e al Governo del Territorio, Michelangelo Tripodi, riguardo la mozione, sottoscritta dal capogruppo dell'Ulivo alla Camera, Dario Franceschini, in cui si stabilisce che il ponte sullo Stretto di Messina non ''rappresenta un'opera prioritaria e che quindi non fa parte dell'agenda di questo Governo''. ''La compattezza delle forze dell'Unione nell'approvare questa mozione - aggiunge Tripodi - mette la parola fine a questo lungo braccio di ferro tra i sostenitori della realizzazione di quest'opera e quanti, da sempre, si sono schierati contro. L'opera non e' prioritaria rispetto alle infrastrutture di cui non solo la Calabria, ma tutto il Mezzogiorno, ha necessita'. Pertanto, i fondi destinati al ponte sono gia' stati programmati in Finanziaria per la realizzazione di infrastrutture necessarie come il completamento della Salerno-Reggio Calabria, la costruzione della nuova statale 106, il miglioramento della rete autostradale siciliana e, piu' in generale, il miglioramento di tutto il sistema viario e ferroviario, ma anche per interventi riguardanti la difesa del suolo di Calabria e Sicilia. Inoltre una quota importante di finanziamenti dovra' essere utilizzata per ottimizzare il sistema di trasporto merci e passeggeri sullo Stretto di Messina. Ora, quindi, e' necessario che le risorse destinate al ponte, circa 4 miliardi di euro, siano concretamente impegnate in Calabria e in Sicilia per realizzare tutte quelle opere utili ai cittadini e per avviare, finalmente, quel processo di modernizzazione di cui il sud ha bisogno''.
Ciucci “Nessuna penale”
12/10 "E' un peccato non realizzare il ponte" sullo stretto di Messina "ma prendo atto che il Governo ha diverse priorità". Lo ha detto il presidente dell' Anas, Pietro Ciucci, ex amministratore delegato della società Stretto di Messina. "L' Anas - ha aggiunto Ciucci nel corso di una audizione presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato - comunque non intende pagare penali, né per il 13% né per il 70%".
Van Miert “Fondi non persi perché mai stanziati”
12/10 ''L' Italia non perdera' i fondi comunitari perche' l' Ue non ha ancora deciso gli stanziamenti''. Lo ha detto l' ex commissario Ue, Karel Van Miert, coordinatore del progetto prioritario delle reti transeuropee che prevede la realizzazione dell' asse ferroviario Berlino-Palermo, riferendosi alle polemiche scoppiate in Italia dopo la decisione del governo di rinunciare al Ponte sullo Stretto di Messina. ''Spetta all' autorita' italiana decidere se fare o meno una determinata opera'', ha ribadito Van Miert sottolineando che la decisione presa dal governo italiano per il Ponte sullo Stretto non ''fara' perdere fondi, in quando l' Ue non li ha ancora destinati''. Van Miert ha poi ricordato che il budget per le opere transeuropee ''e' limitato'' e ha spiegato che se i fondi non andranno al Ponte sullo Stretto potranno essere utilizzati per altre opere d' interesse per l' Italia come il Brennero o la Torino-Lione.
Ministro Bianchi “Faremo opere essenziali”
12/10 "Faremo opere essenziali per la Calabria e la Sicilia, e più in generale per il Mezzogiorno, in sostituzione di un'opera inutile come era il ponte sullo Stretto": lo ha detto oggi a Lussemburgo, parlando con i giornalisti, il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi.
Tassone (Prc) “Per adesso l’abbiamo spuntata”
12/10 “Fuori uno: il ponte non si farà!!! Per adesso l'abbiamo spuntata; dobbiamo riprendere le lotte per poter dire fuori due, fuori tre, fuori quattro. fuori il rigassificatore di Gioia Tauro, fuori l'Europaradiso di Crotone, fuori il megaimpianto di golf della Piana di Sibari, fuori i termovalorizzatori, fuori le teorie di centrali da 800 mega watt l'uno, fuori l'elettrodotto Laino- Rizziconi che serve solo a succhiare via il sangue dalla Calabria”.Ad affermarlo in una nota è il Segretario regionale di rifondazione Comunista, Rocco Tassone. “Non facciamo parte – dice Tassone - della schiera degli ambientalisti di maniera. Sappiamo che per fare la frittata bisogna rompere le uova. Il problema è di vedere se al posto della frittata il blocco di potere dominate ci propina un bel piattone di polpette avvelenate. Non siamo quelli che rifiutano tutto a priori; semplicemente contestiamo il modello di sviluppo che distrugge le risorse, che sacrifica l'ambiente e non produce ricchezza per la Calabria e per i calabresi. Produce solo progetti per le classi dominanti. Rifondazione Comunista è per un turismo ecocompatibile che passa attraverso la riqualificazione degli ambiti costieri assaliti negli anni della deregulation politico-mafiosa da immense colate di bruttissimo cemento ( almeno fosse stato bello.). Rifondazione Comunista è per la creazione di un tessuto industriale che punti sulle tecnologie avanzate e che coinvolge imprenditori seri che comprendono la funzione sociale del loro ruolo seppur in una società capitalistica. Rifondazione Comunista è per la produzione energetica alternativa e tuttavia oggetto di seria, attenta, razionale pianificazione. Rifondazione Comunista è per un sistema di smaltimento dei rifiuti basato sulla riduzione della produzione dei rifiuti stessi e sulla raccolta differenziata e riciclaggio quale materia seconda. Rifondazione Comunista è per un sistema di infrastrutture non fondato sulle cattedrali nel deserto bensì a misura delle esigenze di accessibilità dei nostri territori e delle nostre popolazioni. Insomma, Rifondazione Comunista non dice solo no, ma sa dire anche molti si. A chi condivide i nostri no e i nostri si chiediamo di unirsi a noi nelle lotte che abbiamo davanti.
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