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[BO] SABATO 14 ottobre 2006, alle ore 14 precise, PRESIDIO davanti al C.P.T. di via Mattei
by nemici di frontiera Thursday, Oct. 12, 2006 at 8:25 PM mail:

[BO] SABATO 14 ottobre 2006, alle ore 14 precise, PRESIDIO davanti al C.P.T. di via Mattei

I C.P.T. NON SONO ALBERGHI A QUATTRO STELLE!
«norme più dure delle leggi razziali» (“La Repubblica”, 6/10/05)

I Centri di Permanenza Temporanea per immigrati, strutture dette di “detenzione amministrativa”, ma paracarcerarie a tutti gli effetti, sono stati istituiti in Italia dal governo Prodi con la Legge Turco-Napolitano e sono entrati in funzione nel 1998.

In questi luoghi di contenzione vengono rinchiusi gli immigrati colpevoli di non essersi assicurati le carte giuste per muoversi nel Bel Paese. Ma la reclusione non basta: una volta dietro quelle mura, gli immigrati subiscono vessazioni di ogni genere che vanno dal cibo pessimo e contrario alla loro religione (spesso con aggiunta di sedativi) alle insolenze e agli ordini formulati in una lingua ai più sconosciuta, dalle manganellate quotidiane alla minaccia continua di venire deportati. È un sistema concentrazionario a cui partecipano con profitto le “associazioni caritatevoli” che li gestiscono: la Croce Rossa e la Misericordia, i politici di ogni schieramento, le forze dell’ordine, le imprese di costruzione e di impianti di sicurezza, i gestori dei tanti servizi (mensa, pulizia, distribuzione automatica, lavanderia, telefonia ecc.) necessari al mantenimento di questi lager, le compagnie aeree che offrono i loro mezzi per i rimpatri forzati, i gestori di alberghi che vendono i posti letto per deportati in attesa di imbarco, fino alla meschina opera dei controllori dei bus che quando trovano un immigrato sprovvisto di biglietto e documento lo consegnano alle manette di polizia e carabinieri.

Così viene gestita la questione dei flussi migratori all’interno del territorio italiano tra sfruttamento, ricatti, reclusioni ed espulsioni. All’esterno si blindano i confini e si creano campi di detenzione nei paesi addomesticati dalle potenze occidentali. Questa pratica del terrore assicura masse di mano d’opera a bassissimo costo che quando non servono più possono essere eliminate senza tanti riguardi. La propaganda razzista dello stato, sostenuta dagli organi d’informazione, parla di ondate di “barbari” che sono pronti anche a morire pur di intrufolarsi nel nostro paese per rubarci lavoro, casa e portare malattie. Non ci dicono però che è l’organizzazione sociale fondata sullo sfruttamento che necessita di mano d’opera sempre più ricattabile per mantenere i margini di profitto. Sono la disperazione, la fame, le persecuzioni indotte dalle guerre e dalla spoliazione di interi territori a provocare l’emigrazione. Sono i governi a creare le condizioni di clandestinità per costringere a lavorare legalmente o illegalmente, ma comunque per una miseria. Tutti i giorni qualche immigrato muore nelle acque che lo separano dall’Italia o mentre sta cercando di sfuggire a un controllo che lo porterebbe dietro le sbarre, altri subiscono retate e rastrellamenti.

Questa società, che non ha più nulla da offrire ma sempre più da chiedere in termini di sfruttamento e disumanità, deve reggersi sul terrore: alimenta la guerra tra poveri per impedire la possibilità di unirsi per reagire, bombarda popolazioni dicendo di voler esportare la democrazia, colpisce con repressione e carcere chiunque tenti di disturbare i suoi piani. Per tutto ciò, la lotta contro i Centri di Permanenza per immigrati non riguarda “solo” le nostre coscienze addormentate di fronte alla sorte disumana riservata a individui come noi, ma è una lotta per la nostra stessa sopravvivenza.

Se continuiamo a lasciarci convincere che la precarietà delle nostre esistenze dipende da nemici esterni, permetteremo non solo che si continuino a compiere atti di sopraffazione con guerre, incarcerazioni ed eliminazioni fisiche, ma anche che ogni spazio sociale venga trasformato in zona militare con guardiani in divisa e occhi elettronici.

È tempo di decidere per uno schieramento attivo contro tutte le sopraffazioni, contro il tentativo di tenere divisi gli sfruttati e gli esclusi di questo mondo che taccia di “terrorista” chiunque cerchi di opporsi, che produce leggi fatte su misura per stroncare ogni forma di reazione e di pensiero critico e favorisce in ogni modo l’arricchimento e l’arroganza dei ricchi.

Basta con le guerre, il carcere e le espulsioni. Basta con la militarizzazione del mondo. Basta con la miseria di vita a cui il capitale ci costringe.

Sabato 14 ottobre 2006, alle ore 14 precise, presidio davanti al C.P.T. di via Mattei

nemici di frontiera

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