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Il parere di un compagno del Sulta sullo scontro tra treni
by corrispondenza Radio onda rossa Wednesday, Oct. 18, 2006 at 9:35 AM mail:

Anni di tagli al costo del lavoro

Non vuole strumentalizzare la tragedia di ieri a Roma, ma racconta come il sindacalismo di base denunci da tempo la carenza di manutenzione.
Lui è un lavoratore della metropolitana della capitale, iscritto al Sulta.
In dieci anni, ci racconta, il personale addetto ai controlli dei binari e dei sistemi di sicurezza è diminuito di almeno cinque volte. Un tempo ad ogni operaio era assegnato un metro di rotaia, tracciato con pennarello.
Poi l'azienda, per aumentare i profitti, ha iniziato a diminuire le spese per il lavoro. Con particolare riguardo alla manutenzione.
Occorre attendere l'esito delle indagini, precisa il compagno del sindacato di base, ma è probabile che tra le cause del disastro di piazza Vittorio vi sia il non funzionamento del sistema di automatismo, dovuto a carenza di controlli.
Questi ultimi avvengono ogni notte, a metropolitana ferma, ma è chiaro che un numero ridotto di operai non può visionare tutti i tratti.
L'automatismo è un meccanismo per il quale, anche in presenza di errore umano, il treno si blocca, frenando in automatico, se vi è un convoglio alla distanza di qualche centinaio di metri. Probabilmente qualche tassello del sistema di automatismo si è guastato, e nessuno è stato in grado di ripararlo per tempo.
Dispiace, si rammarica il lavoratore, che le nostre denunce siano state sistematicamente ignorate.

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E adesso i macchinisti accusano
by reporter Wednesday, Oct. 18, 2006 at 10:54 AM mail:

Sicurezza, la rabbia dei conducenti: "Le distanze fra i treni mai
garantite". Il presidente della società di gestione: "Non mi dimetto"
"Ingorghi e avarie, là sotto è un incubo"
E adesso i macchinisti accusano

ROMA - "Un'autostrada dove si sta perennemente in colonna e le distanze fra un treno e l'altro non sono garantite". È questa per molti macchinisti la linea A della metropolitana di Roma, inaugurata nel 1980, quasi 19 chilometri di lunghezza tra la zona sud est e quella nord ovest della capitale. Non basta: "A causa del sovraffollamento cronico della linea - protestano i conducenti - si accumulano ritardi fino ad un'ora. Le conseguenze: soppressione di 70 corse al giorno e stress psicofisico per noi, costretti a fare fino a 100 ore di straordinario al mese".

Il guaio è che questa metropolitana, la seconda nel tempo dopo la cosiddetta linea B, entrata in funzione nel 1955, è stata costruita per trasportare 250mila passeggeri al giorno e invece ne carica 450mila. Il Comune ha cercato di ovviare a questo handicap acquistando 45 nuovi treni dalla società spagnola Caf: treni supertecnologici, predisposti per la guida senza conducente, con un vagone in più rispetto a quelli precedenti.

Adesso, sui binari della linea A marciano in tutto 33 treni, 26 Caf, il resto di vecchia generazione. "Troppi", secondo i macchinisti, perché costringono a "turni forzati e a straordinari, vista la carenza di personale".
Un coro di proteste e lamentele. Non solo da parte degli uomini alla guida, ma anche dei consumatori, degli utenti e dei partiti di opposizione, che chiedono le dimissioni di tutto il consiglio di amministrazione di Met. Ro, l'azienda del trasporto su ferro della capitale.

"Non mi dimetto - ribatte il presidente Stefano Bianchi - perché credo che in casi come questi il presidente deve stare al timone dell'azienda e garantire che le cose da fare vadano fatte".

"Un incidente da terzo mondo", va giù duro il coordinamento dei consumatori Codacons. "Più che fare feste del cinema e organizzare mega-concerti il Comune dovrebbe investire in sicurezza e risanare l'intero settore del trasporto pubblico", accusa il vicepresidente Giuseppe Ursini, che conclude: "Adesso i vertici della società Met. Ro. devono immediatamente dimettersi".

"L'incidente di piazza Vittorio - insiste l'associazione Utenti trasporto pubblico - dimostra la fatiscenza della linea e lo stato comatoso dell'intera rete".
I romani ricordano bene i ripetuti guasti alla metro A, con record di cinque ore di blocco consecutive, fino all'ultima, recente chiusura della stazione Termini perché ci pioveva dentro: con l'acquazzone che aveva colpito per alcune ore la città le infiltrazioni d'acqua avevano causato l'allagamento e l'inagibilità delle fermate della A e della B.

Non a caso, il presidente di Met. Ro, Stefano Bianchi, proprio il giorno prima dell'incidente di piazza Vittorio dalla pagine della Repubblica aveva lanciato un sos sulle condizioni critiche delle due linee della capitale, chiedendo risorse per gli interventi di ammodernamento.

"Il problema della sicurezza della metropolitana di Roma è all'ordine del giorno", confermano i macchinisti, che a volte si sentono dire dalla centrale operativa "di andare a vista e di passare col rosso per snellire il traffico". Una prassi che, sottolineando gli addetti ai lavori, "si basa solo sull'abilità e la prontezza di riflessi dei conducenti". "I cittadini ci chiedono sempre più treni - riprendono i colleghi di Angelo Tomei, il macchinista in ospedale - ma la linea A è paurosamente intasata".

Anche i guasti dei convogli rappresentano un problema se, come riferiscono gli uomini alla guida dei treni, "dal 9 al 16 ottobre se ne sono contati circa 40, anche tra i convogli nuovi". In questi mesi sulla linea A sono in corso lavori di ammodernamento. Un cantiere si trova a viale Manzoni, la stazione che precede quella dell'incidente. "Ecco, quello di piazza Vittorio - concludono - potrebbe essere stato un tipico incidente da cantiere: accaduto per garantire il servizio anche con i lavori in corso". (ce. ge.)

(18 ottobre 2006)

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