Il 4 novembre tutti a Roma
Per anni abbiamo subito una campagna martellante che presentava la flessibilità e la libertà di licenziamento come le uniche ricette per fare emergere il lavoro nero e combattere la disoccupazione. Dopo un decennio di controriforme del mercato del lavoro la falsità di questi argomenti appaiono chiari. Il lavoro precario è servito solo ed esclusivamente a sostituire il lavoro stabile e sicuro. Il lavoro nero è aumentato e, come ci indicano i dati Istat, migliaia di disoccupati, soprattutto donne, sono usciti dalla liste di collocamento non perché hanno trovato un lavoro ma perché hanno smesso di cercarne uno sopraffatti dalla sfiducia. In alcuni settori, come quello dei servizi e del terziario il 47% della manodopera ha ormai contratti di tipo precario. L’idea che sia sufficiente “dare più tutele” ai lavoratori precari ha dato corpo all’idea che non tutta la flessibilità sia da buttare via. La realtà è ben diversa. Gli effetti più devastanti di questo ragionamento li possiamo misurare in casi come Atesia, il più grande call center d’Italia con oltre 3mila lavoratori a progetto, che ha visto in questi anni, una generosa mobilitazione dei lavoratori in difesa di un posto di lavoro stabile e dignitoso. Davanti alla relazione dell’ispettorato del lavoro che condanna l’azienda ad assumere e pagare i contributi arretrati di tutti i lavoratori, i sindacati e il governo hanno risposto con un nuovo accordo che condona le malefatte dell’azienda e giustifica le assunzioni precarie. Il 4 novembre rappresenta una prima grande occasione per manifestare contro la precarizzazione del lavoro e per rilanciare una mobilitazione ampia contro i nuovi attacchi in vista. Non è un mistero per nessuno che Governo, Confindustria e vertici sindacali, una volta licenziata la finanziaria 2007 si sono dati appuntamento a gennaio per iniziare una trattativa su una nuova controriforma delle pensioni (dove l’età pensionabile verrebbe ritoccata ancora verso l’alto) e sui contratti di lavoro nazionale (dove i padroni vogliono peggiorare turni e diritti). Lottare contro il precariato oggi significa lottare contro una piaga che colpisce l’insieme della popolazione. Precarietà di lavoro, precarietà di vita, precarietà di un futuro. Questo passa il sistema. Siamo tutti sotto attacco e senza differenze di età, a partire dai giovani che oggi un lavoro ancora non ce l’hanno. La manifestazione del 4 novembre rappresenta un passaggio decisivo per rilanciare una mobilitazione più estesa contro tutti gli attacchi del padronato ai nostri diritti. Pensiamo che impatto avrebbe una lotta che conquistasse sul campo l’abrogazione di tutte le leggi che precarizzano il lavoro e quante nuove energie sprigionerebbe una tale vittoria nella mobilitazione più generale per una società più giusta ed equa che parta dai bisogni della gente e non dai profitti di una minoranza di pescicani. Non c’è altra via che quella della lotta!
Unisciti a noi nella lotta al precariato partecipa alla manifestazione del 4 novembre a Roma
Lottiamo per: - Per l’abrogazione di tutte le leggi precarizzanti: pacchetto Treu, Legge 30, Legge Bossi-Fini, Legge Moratti - Per la trasformazione di tutti i contratti precari in contratti a tempo indeterminato. - Contro la concertazione, per la difesa di pensioni e contratti di lavoro dignitosi
Ti invitiamo a partecipare per discutere tutto questo
Giovedì 26 ottobre ore 15 presso Università Federico II - Facoltà di Lettere e Filosofia aula occupata CSU – Scala C seminterrato Via Porta di Massa, 1 (Napoli)
Promuovono: Collettivo Studentesco Universitario (CSU) Comitato “gli inflessibili”
Per informazioni: 339/5097860
www.cspitalia.org; www.marxismo.net
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