In 4 andarono nella prigione Usa a Cuba senza riferire ai pm
Almeno sei i detenuti fiurono sentiti dai carabinieri
MILANO - "Andammo in quattro a Guantanamo tutti del Ros, a interrogare i detenuti nel campo nel novembre 2002 su mandato del comando generale nella persona del generale Ganzer. Non riferimmo all'autorità giudiziaria nulla sulla nostra attività perché nessuna delle persone che sentimmo rispose alle domande. Comunque a Guantanamo venimmo a sapere che eravamo gli ultimi italiani a recarci in missione per svolgere attività investigativa". E' quanto riferisce un maresciallo dei Ros di Torino nell'aula della prima Corte d'assise di Milano, dove è in corso il processo nei confronti di tre algerini, tra i quali l'ex imam Abdel Vergout, accusati di terrorismo.
"Si trattava di colloqui informali, durante i quali prendevamo appunti e su cui abbiamo redatto dei report e durante i quali intendevamo capire se esistesse un rischio di attentati in Italia", ha affermato il teste rispondendo alle domande del pm Elio Ramondini, chiarendo poi che "nulla di quella attività fu riversato nel processo in corso". In seguito, il militare del Ros ha però ammesso che, "in via informale furono avvisati della spedizione a Guantanamo il dottor Tatangelo e il dottor Ausiello della Procura di Torino" che però, a detta del teste, "hanno fatto finta di non sapere".
Dando poi indicazioni più precise sui risultati dell'attività condotta a Guantanamo nel novembre del 2002, durante quella che fu "la prima e l'unica missione del Ros" presso la base americana in territorio cubano, il maresciallo ha chiarito che furono probabilmente sei le persone cui furono poste domande "senza la presenza di avvocati in quanto si trattava di colloqui informali". Di queste "solo una rispose, a proposito delle sue conoscenze a Bologna".
Tutte le altre decisero, invece, di non rispondere. Il testimone nel processo della prima corte d'assise di Milano ha spiegato di aver partecipato ai colloqui con due persone in particolare: il magrebino Ben Abdul Mabruk e un ragazzo di 18 anni che, a quanto poi ha appreso, sarebbe stato rilasciato dalle autorità americane e rimandato in Marocco, il suo paese d'origine. A quanto dichiarato in aula, il testimone aveva appreso a Guantanamo, dalle stesse forze americane, che i detenuti sentiti durante la 'spedizione' del Ros erano già stati ascoltati in precedenza da altre forze di polizia, probabilmente la stessa "polizia di Stato italiana" e alcuni investigatori "francesi, tedeschi, svizzeri e sicuramente spagnoli".
A proposito degli interrogatori svolti in precedenza da altre polizie, il militare ha riferito che il Ros aveva "inoltrato richiesta formale all'autorità statunitense allo scopo di acquisire i verbali di tali interrogatori", richiesta a cui "non fu mai data risposta se non che quel materiale era stato secretato".
(18 ottobre 2006) Da: http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/ros-a-guantanamo/ros-a-guantanamo/ros-a-guantanamo.html
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