OGGI,, 19 OTTOBRE, A MILANO, ALLE 20.30, ASSEMBLEA TRA FREE LANCE, GIORNALISTI PRECARI E PRECARIZZATI DEl PERIODICI, E COMITATI DI REDAZIONE.
L'INCONTRO SI TERRA' AL CIRCOLO DELLA STAMPA, IN CORSO VENEZIA 16, MILANO
IL DOCUMENTO DI CONVOCAZIONE DELLA SERATA CON UNA SERIE DI RIVENDICAZIONI "DI BASE" DA CUI PARTIRE
Nel giornalismo italiano il lavoro dei free-lance - "scriventi" e fotografi - rappresenta una quota rilevantissima: sono infatti ormai 30 mila i giornalisti "precari", non dipendenti da alcuna azienda editoriale, più del doppio dei colleghi giornalisti assunti. A differenza di quanto accade in quasi tutti gli altri paesi occidentali, però, nel nostro Paese, la figura del collaboratore (a parte qualche "firma" d'eccezione) non ha mai goduto di grande considerazione e troppo spesso questa è vissuta come una professionalità debole, di "serie B", quasi che il fatto di non essere assunti da un'azienda sia la conseguenza di esperienza, capacità e serietà inferiori rispetto a quelle degli "interni". Conseguenza di ciò è che tra le due parti - dipendenti e "liberi" - si realizzi quasi sempre un rapporto che più che di collaborazione è di vera e propria sudditanza. E che il free-lance si trovi a sottostare a innumerevoli comportamenti vessatori e di sfruttamento che sviliscono la sua professionalità e la dignità della persona nella sua interezza. Negli ultimi anni la situazione è ulteriormente peggiorata. In parte perché la "salute" del giornalismo in Italia è scaduta nel suo complesso, in parte perché il numero di giornalisti "liberi" è aumentato notevolmente inflazionando il mercato, in parte perché molti di noi si sono resi colpevoli di accettare passivamente il "ricatto" delle aziende editoriali e dei colleghi dipendenti. E in parte anche perché non ci siamo mai coalizzati e organizzati - in gruppi o associazioni - facendo sì che tra noi prevalesse la competizione più che la solidarietà. È un fatto che oggi la qualità della vita lavorativa di noi collaboratori sia divenuta sempre più scadente e si renda ormai indispensabile un'inversione di tendenza. Rafforzare la figura del free lance, trovando modo di limitare concretemente i meccanismi di ricatto impliciti nella forma ormai general- mente assunta dalla prestazione lavorativa "autonoma", significa, tra l'altro, rinsaldare l'intera categoria dei giornalisti. E in questo senso più ampio, significa rimettere al centro il ruolo, il significato della cultura e della qualità dell'informazione, in questo Paese. Indipendentemente dal successo che avranno le battaglie che la Fnsi sta conducendo per il rinnovo del contratto mirate all'introduzione di un riconoscimento dei collaboratori, è importante che si apra un dialogo con i Comitati di redazione. Per questo vogliamo porre loro precise richieste e concrete assunzioni di responsabilità affinché le condizioni di lavoro di noi free-lance possano migliorare, affinché ci sia riconosciuta la dovuta professionalità e si instauri tra le due parti un reale rapporto di collaborazione (nel senso letterale di "svolgimento di un'attività intellettuale comune"). È perciò necessario avviare una serie di momenti di incontro e di discussione tra i giornalisti precari, i Comitati di redazione e le strutture sindacali. Questi momenti potrebbero essere propedeutici anche a generare forme di autorappresentazione dei freelance, all'interno della compagine sindacale.
A questo scopo chiediamo ai Cdr di impegnarsi a monitorare la situazione nelle redazioni che rappresentano e adoperarsi per la realizzazione dei seguenti dieci obiettivi:
1.Che i compensi per le collaborazioni siano "decorosi" e commisurati al tipo di esperienza e specializzazione del collaboratore, che è necessario definire in rapporto alla specificità della prestazione (notizia, articolo, inchiesta) e al mezzo di diffusione (quotidiani, periodici, giornali elettronici). Va stabilito un livello minimo di retribuzione sotto il quale non sia possibile scendere, per impedire forme di dumping salariale. 2.Che i pagamenti vengano effettuati entro e non oltre i 60 giorni dalla pubblicazione del pezzo o del servizio fotografico: ricordiamo che la normativa europea indica il termine di 30 giorni, si tratta quindi già di un'ampia deroga! 3.Che i servizi (fotografici e scritti) concordati e commissionati siano retribuiti, se non pubblicati, entro un mese di giacenza dalla consegna per i settimanali; 2 mesi di giacenza dalla consegna per i mensili 4.Che i servizi fotografici non vengano tenuti "in visione" per oltre un mese (che la risposta sia immediata invece per i servizi di attualità) 5.Che le proposte e le scalette richieste al collaboratore vengano commissionate al collaboratore stesso e nel caso siano realizzate dalla redazione vengano retribuite 6.Che non vengano pubblicati servizi ottenuti gratuitamente (mai, in nessun caso a opera di uffici stampa) 7.Che le collaborazioni vengano affidate di preferenza a collaboratori free-lance, e solo in caso di una specifica e insostituibile specializzazione vengano commissionate a colleghi che hanno un rapporto di dipendenza o a colleghi in pensione 8.Che in caso di sospensione di una rubrica o una collaborazione fissa si dia un preavviso di almeno un mese al titolare della stessa 9.Che l'entità del compenso venga sempre dichiarata e pattuita prima della commissione del servizio 10.Che per i rapporti di collaborazione fissa e quelli che superano i 5 mila ¤ l'anno, quando richiesto dal collaboratore, sia applicato il diritto d'autore o venga sottoscritto un contratto
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