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by marxista valnocino Friday, Oct. 20, 2006 at 8:03 PM mail:

Un contributo alla socializzazione di conoscenze, a mio avviso, utili - soprattutto oggi -.

Che fare

di LENIN



APPUNTI:

libertà di critica come strumento opportunistico e libertà di critica come possibilità di modificare la tattica per gli interessi della rivoluzione e del suo sviluppo.

Bernstein: il suo riformismo e la sua attenzione per la legalità

Economicismo: convinzione secondo cui la teoria è subordinata alla continuità della lotta pratica, e che confonde la deriva dottrinaria con lo sviluppo dinamico e dialettico della praxis .

Tradeunionismo: sindacalismo assoluto dei comunisti

Engels: il movimento operaio tedesco, avanguardia continentale, riesce a far maturare la lotta di classe da un punto di vista teorico, politico e di resistenza pratico – economica ai capitalisti.

Non c’è movimento operaio senza teoria rivoluzionaria, il socialismo va studiato…
Soprattutto quando un partito è in formazione e quando esistono delle frazioni.

L’elemento spontaneo nella lotta è la forma embrionale della coscienza…
Il movimento operaio nasce con spontaneità e quando dota gli scioperi di rivendicazioni si mostra cosciente, ma la completezza rivoluzionaria viene data al movimento dalla ‘teoria’; così è stato per i tedeschi e per i russi agli albori del movimento internazionale…

Non c’è momento sbagliato per la diffusione della teoria attraverso giornali e programmi…

La Rabocaia Mysl afferma che “la politica segue docilmente l’economia”…
Ma questo vale per la politica borghese o tutt’al più tradeunionista, non per quella rivoluzionaria…
La base economica del movimento, per non fermarsi alle fase iniziali della lotta, ha bisogno dell’ideologia e della politica socialista, poiché dalla lotta di classe non nasce l’aspirazione o la coscienza della necessità del socialismo…

Lo spontaneismo e l’economicismo: portano nella mani dell’ideologia borghese. Per evitare tale pericolo, bisogna far valere l’ ‘elemento cosciente ’ nella sua fondamentale energia per la lotta di classe: socialismo come scienza che dà al proletariato la propria dimensione e prospettive storiche, non per sé e per i propri figli, né per le future generazioni sic et simpliciter…
Il socialismo se diventa un sogno, serve al ritorno del capitalismo nelle sue forme più classiche.
Lo spontaneismo è dato oltre che dalla sua sostanza economicista, anche da una concezione deterministica e dogmatica, se non addirittura ottimistica della realtà…
L’elemento spontaneo non è in sé rivoluzionario, né socialista…
Può infatti facilmente determinarsi sotto le forme del terrorismo…

Il populismo: tra i socialisti porta a codismo, e talvolta è una maschera per gli opportunisti…

La socialdemocrazia è lo ‘spirito’ che non solo aleggia sul movimento spontaneo, ma eleva quest’ultimo fino al suo ‘programma’…
La critica più importante portata dagli spontaneisti è che un piano – tattica contraddice il marxismo nelle sue fondamenta…
“Abbiamo dunque constato che l’errore fondamentale della ‘ nuova tendenza ’ è di non comprendere che la spontaneità delle masse esige da noi un alto grado di coscienza… Un’impreparazione di fronte a questo compito ( teorico, politico, organizzativo ) è la disgrazia di tutti noi…la spinta spontanea delle masse in Russia s’è prodotta con tale rapidità che la gioventù socialdemocratica ha mostrato di non essere preparata all’adempimento di questi compiti giganteschi..la spinta delle masse si è estesa di giorno in giorno…i rivoluzionari sono rimasti indietro al progresso del movimento e nelle loro ‘teorie’ e nella loro attività non sono riusciti a creare una organizzazione che non abbia soluzioni di continuità, un’organizzazione permanente capace di dirigere l’insieme del movimento…”

Bisogna creare coscienza politica e non solo attraverso la lotta per il miglioramento delle

condizioni di lavoro, ma anche attraverso la denuncia dell’oppressione delle aspirazioni più

generali della classe…la lotta economica diventa per forza di cose una lotta categoriale data

la molteplicità dei mestieri e la diversità delle condizioni di lavoro.

La ‘ teoria degli stadi ’ anche con alcune sfumature è sempre serva della politica liberale, poiché fa convergere tutta l’agitazione e le riforme sociali…noi subordiniamo la lotta per le riforme alla lotta rivoluzionaria…così come la parte è subordinata e allo stesso tempo è contenuta nel tutto…(aggiunta di chi scrive: il ‘ binario è uno ’).

La parcellizzazione dei compiti politici è un errore…educare le masse all’attività rivoluzionaria significa rendersi consapevoli delle ingiustizie in tutti i campi della vita, non solo in quella di fabbrica…la classe operaia deve maturare coscienza politica, superando qualsiasi forma di egoismo di categoria…
Il solo campo da cui è possibile attingere coscienza di classe e rivoluzionaria è il campo dei rapporti di tutti gli strati della popolazione con lo Stato ed il governo…non limitandosi ad andare tra gli operai…e l’elemento che permette al movimento degli operai è esterno…essere come un segretario di sindacato ( trade union ) non è ancora essere un socialdemocratico…
Abbiamo bisogno di militanti tribuni popolari, capaci di denunciare ingiustizia dello sfruttamento su tutte le classi e di generalizzare questi fatto per trarne sempre il quadro completo dello sfruttamento capitalistico e della violenza poliziesca, per spiegare a tutti l’importanza storica mondiale della lotta emancipatrice del proletariato…

La politica tradeunionista della classe operaia è la politica borghese della classe operaia, perché prevenire dall’alto con una riforma è peggio che aspettare le rivendicazioni dal basso…nei confronti della politica liberale si deve far maturare una posizione ed un intervento attivo di fronte a tutte le sfaccettature della realtà…

I primitivisti: subordinano gli interessi generali della rivoluzione e quindi del suo partito, al momento rivoluzionario…per questi l’attività politica consentita dagli eserciti imperialisti è di qualche mese…

Sull’organizzazione della rivoluzione: a) lotta alla polizia politica b) esperienza e preparazione e istruzione…è la folla a forgiare i propri rivoluzionari di professione, abbandonando il proprio primitivismo…elevare l’ ‘ artigiano ‘ al livello del rivoluzionario, senza giustificare la propria impreparazione con lo spontaneismo delle masse…
Noi ci siamo opposti a chi riduce la nostra lotta politica al tentativo di un complotto, sebbene sia fondamentale un certo carattere cospirativo dell’organizzazione…

Sulle tendenza antidemocratiche nella natura stessa del partito ( come forma – partito )? Si sottovaluta l’intelligenza dei rivoluzionari e la capacità del movimento di riporre fiducia nelle sue componenti più avanzate.
Piano locale e nazionale ( e mondiale aggiungo io ) non possono essere visti separati in prospettiva…il localismo sostiene il primitivismo, così come fa l’economicismo.


















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NEL SOLCO DELLA GRANDE TRADIZIONE MARXISTA Partito Comunista Internazionale Saturday, Oct. 21, 2006 at 1:29 AM
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