Due parole su come l'ipocrisia si trovi a suo agio tra striscioni, gonfaloni, bande microfoni e telecamere...
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Salve, scrivo a proposito di una situazione tragica e surreale: oggi a Foggia si e' svolta una manifestazione di piazza, organizzata da Cgil, Cisl e Uil, cui hanno partecipato anche il ministro delle Politiche Sociali, Paolo Ferrero, il sottosegretario di Stato ai Diritti ed alle Pari Opportunitą, Donatella Linguiti, il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ed il segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano.
C'erano diverse migliaia di persone, molti venuti da fuori Foggia, tantissimi invece proprio di questa terra: poi c'erano, presumo, autorita' locali, le istituzioni, i rappresentanti dello Stato, insomma, il gran varieta' istituzionale, per dirla con Hartman.
Ora: io qui ci vivo, come molti dei manifestanti, come chi non ha manifestato, come chi ha sghignazzato sui marciapiedi o davanti ai bar, come chi e' andato a lavorare come ogni giorno, come chi, come ogni giorno, e' stato sfruttato oppure, e sono tanti, ha sfruttato a sua volta.
Io qui ci vivo (o sopravvivo, dipende dai punti di vista): e vi posso assicurare che, pur non avendo tantissimi amici che si confidano con me, pur svolgendo un'attivita' che m'impone discrezione, pur non essendo mai stato in grado di incidere positivamente sulla realta' che mi circonda, pur tutto cio', vi posso dire senza tema di smentita che anche stavolta l'ipocrisia ha trionfato.
Gia', perche', come al solito, siamo tutti bravi a flagellarci o, meglio, a dare addosso a qualcuno od a qualcosa, ad indignarci, ad alzare la mano che fino a pochi secondi fa' tenevamo in tasca, sul volante, aggrappata al telefonino, alla borsetta, e con quella mano indicare i "cattivoni", con quella stessa mano con cui fingendo di grattarci la fronte non abbiamo visto, ogni estate, le centinaia di esseri umani piegati sui campi, e con quella stessa mano che stasera afferrera' con destrezza la forchetta per mangiare la pizza od il bicchiere per passare un po' di tempo in "piazzetta", con quella mano daremo i soldi al ragazzino che ci lava la macchina, alla ragazza che ci fa' il caffe', a quella che fa le pulizie, al giovanotto di trentunanni che da tre "fa pratica" a costo-zero presso l'ennesimo studio legale, al signore con famiglia a carico e passato pesante che ci stacca il bigliettino del parcheggio, con quella mano daremo l'invito al buttafuori della discoteca, prederemo in edicola il giornale scritto in loco, riceveremo la busta con il nostro nuovo asquisto alla moda dalla commessa, prenderemo la busta del pane, apriremo la porta della nostra casa (chi ce l'ha...), alcuni pagheranno uno spacciatore, altri il gestore di un locale pubblico o di un chiosco, altri ancora pagheranno, con la stessa mano con cui l'hanno palpata bene, la stessa che passano sulla testa dei loro figli, delle loro mogli, delle loro ragazze, con questa mano multi-uso e molto "dinamica" pagheranno una prostituta od una "comara", con quella mano che chissa' quante altre mani stringe...apriremo il cassonetto senza degnare di uno sguardo il contenuto.
Questo accade in una citta' capoluogo di provincia del Sud-Italia, Foggia, citta' ricca di contraddizioni, ossimori, controsensi.
E' un peccato aver visto questo ennesimo spettacolo, e non rimpiango ne' il fatto di non essere sceso in piazza, ne' il fatto di non aver fatto il giornalista: ce ne sarebbero da dire delle belle sui media locali...; semplicemente, mi limito a farmi una domanda: e se non veniva Gatti, o meglio, se l'ottimo Gatti non lavorava in quel modo? Se, ad esempio, invece di andare in campagna, il giornalista si presentava ad un cantiere? Se si spacciava per investitore, e veniva ricevuto in una Istituzione, in un Ente, in una qualunque assise economico-affaristica? Se chiedeva di svolgere un tirocinio formativo presso una testa editoriale? Se invece di raccogliere i pomodori, andava a chiedere una casa, un posto di lavoro, una occasione di lavoro (avrebbe potuto spacciarsi per agente di commercio, intermediario assicurativo o finanziario, per venditore di un bene od un servizio)?
A margine, della segreteria provinciale della Filca Cisl ha reso noti i dati di una indagine da loro svolta nell'ambito dei cantieri edili: ben il 30% ha lavoratori in nero, 35 su 115; e nei negozi, nei ristoranti, nei bar, nelle pizzerie, nei forni, nelle fabbriche e fabbrichette, nelle piccole e grandi attivita' di distribuzione o di erogazione di servizi, nelle redazioni, nelle palestre, nei divertimentifici, nella vigilanza, nei servizi pubblici, che media di "nero" verrebbe fuori?
Ed il bello e' che se glielo fai notare, agli imprenditori, di qualunque comparto, si arrabbiano, e cominciano a snocciolarti tutta una serie di malefatte e di assurdita' compiute in altri ambiti, da loro colleghi o, peggio, al livello della "cosa pubblica", dell'aministrazione, delle disposizioni di legge, degli organi di controllo: ed e' proprio in questo momento che si nota il cane che si morde la coda...
Grazie dello spazio
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