Will Bradley,ucciso a Oaxaca mentre registrava le immagini delle violenze.
La Jornada - Sabato 28 ottobre 2006
ERA PER STRADA A REGISTRARE LE IMMAGINI DELLA VIOLENZA
Blanche Petrich e Enrique Méndez, inviati
Oaxaca, Oax., 27 ottobre. Quando l'hanno portato nei locali della Croce Rossa l'hanno registrato come "NN", malgrado tra le sue cose ci fossero due documenti di identificazione: uno come corrispondente accreditato dall'agenzia Indymedia ed un'altra come membro della dell'ONG umanitaria Associazione dei Consulenti per i Diritti Umani.
Bradley Roland Will, newyorchese, giornalista impegnato di 35 anni, è rimasto solo per tre ore sul lettino di ferro di un obitorio che non conosce il rispetto della dignità umana, dove sugli scaffali si ammucchiano da settimane una trentina di corpi che in vita avevano una storia.
A Brad hanno lasciato il bracciale di stoffa. Nient'altro. I suoi compagni e colleghi erano stati indirizzati in altri ospedali, perciò hanno dovuto compiere un complicato percorso prima di arrivare sul posto dove giaceva il loro amico. Alcuni di loro hanno contattato il console statunitense Mark Leyes, ma questo si è rifiutato di intervenire nelle pratiche legali giudiziale per il riconoscimento del suo compatriota e l'avvio di un'indagine preliminare.
Bradley Will è caduto nell'attacco paramilitare alla barricata da Santa Lucía del Camino, alle sei del pomeriggio circa. Minuti dopo moriva, colpito dalle pallottole, il maestro Emiliano Alonso Fabián, al blocco della colonia La Experimental, di fronte alla procura statale.
"RVG", un altro rappresentante della AMADH, preferisce essere identificato solo con le sigle. Con lui Brad ha trascorso le ultime ore, registrando minuto per minuto questa violenta giornata. "Abbiamo iniziato ad andare tra le barricate dal mattino presto. Eravamo nel parco Amor, sul Periferico, quando abbiamo concordato che sarebbe stato meglio noleggiare una motocicletta per muoverci rapidamente. Siamo andati a prendere la motocicletta e da lì siamo partiti per Radio Universidad poco dopo mezzogiorno. Lì abbiamo intervistato i conduttori, abbiamo appreso delle stragi dell'attentato nella Facoltà di Diritto e poi siamo andati al blocco di Santa Lucía. Circolavano voci che stava arrivando in quel punto un gruppo di paramilitari. Quando è iniziata la sparatoria ha cercato di avvicinarsi il più possibile. C'erano un'auto in fiamme bruciata ed un autobus di traverso sulla strada per chiudere il passaggio. C’è stata una seconda raffica. Una delle pallottole l'ha colpito".
Brad lavorava quasi due mesi a Oaxaca. Usava una videocamera Sony professionale che fino ad ora "non è ricomparsa". Forse nella videocamera è registrato quello che è successo esattamente.
A lui interessava documentare il lato umano di questa storia di ribellione. Ogni notte, con altri due colleghi, percorreva le barricate, condivideva le ore della veglia e faceva lunghe interviste con i tanti personaggi anonimi di questo movimento. Bradley Will ha lasciato un ricco patrimonio visivo e testimoniale di queste ore cruciali della storia di Oaxaca.
Nell'agenzia tre del Pubblico Ministero, ascritta alla Croce Rossa, è stata aperta l'indagine preliminare 1247 sulla morte del giornalista newyorchese. Una delle prime dichiarazioni ministeriali contenute nel procedimento è quella di un medico che passava sul posto e che ha assistito la vittima e cercato di trasportarla in un ospedale di emergenze sul suo vecchio Volkswagen.
(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)
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