OAXACA, DICHIARAZIONE D'EMERGENZA DELLA FTQI
DIFENDIAMO LA COMUNE DI OAXACA
ABBASSO LA REPRESSIONE DELLA POLIZIA FEDERALE E DELL’ESERCITO
DICHIARAZIONE DI EMERGENZA DELLA FRAZIONE TROTZKISTA PER LA QUARTA INTERNAZIONALE
Da poche ore è iniziata l’operazione militare contro la Comune di Oaxaca , con l’arrivo di aerei e di elicotteri sulla città e di centinaia di poliziotti della Polizia Federale Preventiva (PFP) pronti a reprimere. Il governo federale di Fox ha lanciato un ultimatum all’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) chiedendo di smantellare le barricate. E’ necessario e urgente organizzare immediatamente la solidarietà effettiva dei sindacati e delle organizzazioni politiche, sociale e popolari per frenare gli attacchi e la repressione scatenata dal governo dello Stato di Oaxaca e dal governo federale. Negli ultimi cinque mesi, i lavoratori e il popolo di Oaxaca hanno dato esempio di come lottare contro i governi capitalistici: con centinaia di barricate, con lo sciopero degli insegnanti della pubblica istruzione e con il mantenimento di un picchetto fuori del Senato della Repubblica nella capitale federale (Messico DF). Prova di questa determinazione è lo sciopero della fame di ventuno compagne e compagni che testimonia della volontà di andare fino alla fine con metodi radicali per imporre le rivendicazioni del movimento. Il governo, il PAN, il PRI e le istituzioni hanno cercato di distruggere l’eroica Comune di Oaxaca, per contrastare la richiesta di dimissione del governatore Úlises Ruiz dal momento che le sue dimissioni mostrerebbero alle masse messicane come combattere, seguendo l’esempio della lotta di Oaxaca. Farla finita con la lotta dell’APPO e provare a distruggere la Comune non è stato un lavoro facile per i partiti borghesi: non hanno acconsentito alle dimissioni di Úlises Ruiz ma non hanno voluto rischiare di scatenare una resistenza generalizzata che avrebbe fatto seguito ad un’eventuale repressione massiccia. Il governo federale e la Segreteria di Governo (SEGOB) hanno cercato di spaccare il movimento attraverso il ricatto, provocando la divisione interna fra gli insegnanti in sciopero e l’APPO. Era questo il proposito delle manovre del tavolo di “negoziazione” che non poteva dare una risposta alle rivendicazioni degli scioperanti e dell’APPO. Governo e SEGOB hanno comunque potuto contare sul appoggio di Rueda Pacheco e dei settori conciliatori dell’APPO che hanno incoraggiato l’iniziativa di un accordo con i senatori federali e la SEGOB. Questi sono gli stessi settori che da settimane ormai fanno pressione perché l’APPO accetti le promesse del governo e faccia marcia indietro nella lotta. Invece di combattere per una politica di sviluppo, allargamento e radicamento del movimento di Oaxaca nel resto dello Stato e in tutto il paese, hanno fatto di tutto per sostenere le proposte della SEGOB. Nel frattempo, Úlises Ruiz e i suoi paramilitari facilitati da questa politica della conciliazione hanno innescato ieri la peggiore offensiva subita dal movimento di Oaxaca dall’inizio. Il bilancio di questa violenta giornata è stato di quattro morti (un giornalista americano di Indymedia e tre compagni in lotta) e di cinquanta “desaparecidos”. Ormai, Abascal , legittimato dagli accordi con la SEGOB a cui è arrivata la direzione del sindacato insegnante, ha chiamato tutti le parti in causa a rispettare “lo stato di diritto”, mentre Fox ha ordinato l’intervento della PFP nello Stato di Oaxaca. Invece di dichiarare che non si può tornare al lavoro prima delle dimissioni di Úlises Ruiz, Rueda Pacheco si è mostrato bendisposto ormai a una soluzione di uscita della crisi favorevole al governo, con ciò calpestando una delle rivendicazioni centrali del movimento. Bisogna dirlo chiaramente, Rueda Pacheco ha tradito la lotta dell’APPO e la resistenza eroica di coloro che stanno sulle barricate, che hanno perso la vita in questa lotta. Ormai, Fox, Úlises Ruiz e i gruppi paramilitari si sentono più forti per attaccare e reprimere la Comune di Oaxaca . Se entrasse la Polizia Federale e s’imponesse una soluzione “dall’alto”, il governo che succederebbe a quello di Úlises Ruiz sarebbe ugualmente un governo repressore, corrotto e pro capitalista. L’inizio della militarizzazione della città e la politica di Abascabal mirano a demoralizzare il movimento e a sconfiggerlo attraverso una combinazione di “dialogo” e repressione. Ma coloro che rappresentano la Comune e l’APPO non sono i dirigenti disposti alla conciliazione, ma la base del sindacato dei maestri in lotta, le donne, i lavoratori, i contadini e gli indigeni che giorno dopo giorno hanno difeso le barricate, le occupazioni di edifici pubblici, lo sciopero degli insegnanti e il picchetto di Messico DF. Questa è la forza e la potenzialità delle masse di Oaxaca. È su questa forza che bisogna appoggiarsi per provare a proporre al movimento una politica alternativa. Nella situazione attuale non è possibile negoziare, mentre attaccano e assassinano i nostri compagni. Insieme alla base dell’APPO, ai maestri e alle organizzazioni, dobbiamo manifestare tutti insieme per rifiutare la negoziazione sotto gli attacchi e le minacce di repressione. Dobbiamo esigere la libertà immediata di tutti i prigionieri politici, la riapparizione dei desaparecidos e esigere che vengano giudicati i responsabili degli attacchi contro le barricate. Mentre la SEGOB appoggia Úlises Ruiz, afferma ipocritamente di volere il dialogo. Abascal è complice degli attacchi ordinando l’inizio della repressione da parte della PFP. Bisogna mobilitarsi e lottare per il ritiro immediato delle forze di repressione. Fuori l’esercito e la PFP di Oaxaca! Malgrado l’enorme impegno dimostrato nella lotta da parte dalle basi del sindacato dei maestri per sostenere lo sciopero, la pressione della direzione sindacale, i cinque mesi di sciopero hanno fatto sì che ormai l’idea di ritornare in classe si stia rafforzando tra gli scioperanti. Ma lo sciopero -lo sanno le centinaia di maestri in lotta che lo portano avanti- è una misura fondamentale ed è la punta di lancia fondamentale per imporre le dimissioni di Úlises Ruiz. Non si può rinunciare a questa rivendicazione. Appoggiamo incondizionatamente la base sindacale dei maestri che si pronuncia a favore dello “sciopero insegnante fino alle dimissioni di Úlises Ruiz!”. Di fronte alla repressione imminente che potrebbe colpire nelle prossime ore i nostri compagni e compagne di Oaxaca, è fondamentale sviluppare la solidarietà di classe. Non bastano le dichiarazioni. Fino ad’ora, i sindacati che si pretendono democratici o d’opposizione non hanno chiamato a un solo sciopero di solidarietà, a nessuna misura di forza importante. Cosa aspettano i compagni della direzione del SME, della UNT, della CNTE per convocare uno sciopero? Che altri compagni siano massacrati? Fino ad’ora, la lotta di Oaxaca, la più importante degli ultimi anni, è rimasta isolata a livello nazionale. Le dichiarazioni di Marcos in solidarietà con Oaxaca sono ben accolte, ma non chiama “La Otra Campaña” a mobilitarsi in appoggio a Oaxaca. Tutte le organizzazioni, insieme, dobbiamo fare appello alla più ampia mobilitazione, a scendere in piazza in appoggio a Oaxaca per evitare che la lotta sia sconfitta. In questo senso, sono fondamentali la solidarietà e l’appoggio dei lavoratori, degli studenti e dei settori popolari a livello internazionale. Insieme alle organizzazioni che rivendicano come noi la prospettiva della rivoluzione operaia e socialista, come il PSTU in Brasile, il PO, il MAS, il MST in Argentina, il POR e il MST in Bolivia, El Militante e il PRT nello Stato Spagnolo, la LCR, LO e la FLO in Francia, il SWP in Inghilterra, PC-ROL in Italia (fra altri gruppi) e le loro rispettive correnti internazionali, dovremmo organizzare immediatamente una grande campagna contro la politica repressiva del governo e in difesa della Comune di Oaxaca, attraverso un appello ai lavoratori e ai giovani dei diversi paesi per portare avanti nella pratica concreta la solidarietà internazionalista.
Per un governo dell’APPO e delle organizzazioni in lotta Per riprendere il cammino tracciato da questi ultimi cinque mesi di lotta, bisogna battersi per una politica diversa di quella di Rueda Pacheco e dei settori conciliatori e riformisti. Bisogna battersi perché la APPO e le basi sindacali degli insegnanti votino democraticamente un programma per portare avanti fino alla vittoria le loro rivendicazioni e difendere i loro interessi, per costruire una nuova direzione che sia all’altezza della lotta attuale. È con questa prospettiva che la LTS del Messico e la FTQI hanno difeso sin dal inizio un programma che prevedeva in primo luogo la lotta per le dimissioni di Úlises Ruiz e che i lavoratori e il popolo imponessero un Governo Provvisorio de l’APPO e altre organizzazioni operaie, contadine e popolari in lotta. Per questo, l’APPO si dovrebbe trasformare in un organismo composto da delegati eletti nelle comunità, nei barrios e nei centri di lavoro di tutto lo Stato, revocabili e con mandato di base. Dovrebbe essere un organismo che decida in maniera democratica dell’orientamento da seguire. Dovrebbe permettere l’espressione attraverso il voto di coloro che stanno in prima linea e hanno impedito fino ad’ora l’occupazione della polizia e dei militari: le barricate e i corpi di autodifesa. Questa è la maniera migliore per contrastare l’azione delle frange disposte alla conciliazione, sottoporre tutte le decisioni al controllo e alla discussione democratica della classe operaia e dei settori in lotta. La lotta di Oaxaca fa parte della lotta nazionale contro il governo e le istituzioni capitalistiche che deve andare verso uno sciopero generale politico che dia un colpo decisivo all’attuale regime e apra il camino per imporre un governo dei lavoratori, dei contadini e degli indigeni poveri, basato sui loro organismi di democrazia diretta, l’espropriazione degli espropriatori e possa cominciare la trasformazione radicale e socialista della società. Questa è la prima battaglia. Una delle lezioni che deve trarre l’avanguardia operaia e popolare è che non possiamo lasciare che l’energia delle masse sia dilapidata dalle direzioni riformiste con la loro strategia riformista e conciliatrice di fiducia nelle istituzioni dello Stato borghese. È in questo senso che la LTS e la FTQI pensano che bisogna costruire un partito rivoluzionario dei lavoratori, basato sui settori più coscienti e avanzati della classe operaia e la gioventù combattiva, con una politica e una strategia che li prepari ad essere un’alternativa di direzione nelle nuove battaglie che si avvicinano.
W LA COMUNE DE OAXACA!
PIENA SOLIDARIETÀ E PIENO APPOGGIO INTERNAZIONALE
LA LOTTA DELL’APPO NON SI REGALA
NESSUNA NEGOZZAZIONE MENTRE CONTINUANO GLI ATTACHI DEI PARAMILITARI E LA REPRESSIONE
SCIOPERO DEI MAESTRI FINO ALLA CADUTA DI ÚLISES RUIZ
SCIOPERO NAZIONALE E MOBILITAZIONE IN APPOGGIO ALLA APPO E CONTRO LE MINACCIE REPPRESSIVE FRAZIONE TROTZKISTA PER LA QUARTA INTERNAZIONALE 28/10/06 LTS (Liga de Trabajadores por el Socialismo) MESSICO PTS (Partido de Trabajadores por el Socialismo) ARGENTINA LOR-CI (Liga Obrera Revolucionaria por la Cuarta Internacional) BOLIVIA LER-QI (Liga Estrategia Revolucionaria) BRASILE Clase contra Clase CILE JIR (Juventud de Izquierda Revolucionaria) VENEZUELA Clase Contra Clase STATO SPAGNOLO
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