Nel video gli ultimi istanti di vita di Brad Will. Il repoter è stato ucciso da due colpi di pistola esplosi da un uomo in abiti civili durante una manifestazione a Oaxaca, in Messico.
CITTÀ DEL MESSICO - Il suo lavoro era quello di filmare ed è morto svolgendolo fino all'ultimo istante, inquadrando l'uomo che ha esploso i colpo di pistola fatali, proprio di fronte a lui. Brad Will, un cameraman statunitense è stato così ucciso venerdì scorso a Oaxaca, capitale dell'omonimo stato messicano in preda a disordini da sei mesi: ha filmato la sua stessa morte al termine di un video di 16 minuti. Il documento è stato messo in rete dal Centro indipendente Indymedia per il quale Will lavorava da tempo con base a New York e numerose puntate girate proprio in America latina. Al momento del tragico evento, il cameraman era impegnato nel quartiere di Santa Lucia del Camino con un gruppo di manifestanti dell'Assemblea popolare del popolo di Oaxaca . L'Assemblea Appo è un'entità creata sull'onda degli scioperi dei docenti che esige le dimissioni del governatore statale Ulises Ruiz.
LE ULTIME IMMAGINI - Ad un certo punto le immagini mostrano un ripiegamento improvviso dei manifestanti, che lanciavano sassi contro un edificio, mentre si sente una raffica di colpi di pistola. All'improvviso, la telecamera comincia a traballare, si sente il cameraman che dice «aiutatemi» mentre continua a correre con lo strumento sulla spalla. Poi un tonfo, più nulla e l'occhio della telecamera che inquadra il vuoto. Anche l'emittente statunitense YouTube ha mandato in rete attraverso l'emittente Telemundo di Los Angeles un secondo video, di nove minuti, in cui si vede Will a terra, esanime, mentre la gente chiede: «Un cellulare, un'ambulanza!».
ALTRE DUE VITTIME - Oltre a Brad Will ci sono state altre due vittime, il docente universitario Emilio Alonso Fabián, della delegazione dei Loxicha, ed Esteba Ruiz, a loro volta colpiti dai proiettili esplosi da persone in abiti civili che hanno aperto il fuoco sui manifestanti. Un giornale messicano ha pubblicato il nome degli aggressori e ha detto che sono agenti della polizia locale. L'ambasciata Usa in Messico ha detto che la polizia potrebbe essere coinvolta nella sparatoria.
«RECUPERATA LA PACE»- Oaxaca è in preda da sei mesi all'anarchia. Domenica le truppe federali, con una violenta battaglia campale, hanno imposto «la legge e l'ordine» a migliaia di dimostranti, occupando la città, mentre gli attivisti della Appo si sono asserragliati nella sede dell'università. «A Oaxaca è stata recuperata la pace sociale» ha assicurato intanto il presidente messicano Vicente Fox. Ma la situazione permane comunque tesa poichè, mentre l'Appo afferma che domenica vi sono stati quattro morti - due ragazzi di 15 e 12 anni, un infermiere ed un professore - il portavoce del presidente Fox, Ruben Aguilar, lo ha smentito, sostenendo che «è tutto falso e non vi è stata nessuna vittima».
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