Il questore vieta la manifestazione organizzata per sabato dal Livello 57: motivi di «ordine pubblico». Gli attivisti propongono nuovi percorsi.
La questura di Bologna vieta l'edizione invernale della Street Parade antiproibizionista che il Livello 57 sta organizzando per sabato prossimo nel centro della città. Una festa del raccolto per dire ancora «No» alle legge Fini-Giovanardi. Il motivo è che nel pomerigggio ci sono troppe manifestazioni previste sul percorso ipotizzato dal centro sociale come il Cioccoshow, la festa del cioccolato in piazza Maggiore. Ma per il questore, Francesco Cirillo conta anche che nelle precedenti Street «si sono registrate accese proteste da parte dei cittadini». Si potrebbe anche tradurre che, nonostante la manifestazione sia decisamente più ridotta di quella tradizonale di luglio, le pressioni sono stat molte per arrivare a questo stop. «E' un fatto grave perché era un pezzo che a Bologna non si vietava una manifestazione», commenta Valerio Monteventi, il consigliee indipendente del Prc che fa parte del comitato cittadino di garanti del corteo. Gli organizzatori non ci stanno e già questa mattina proporranno almeno altri due percorsi alternativi che non taglino fuori il corteo antiproibizionista dal centro della città. Se poi sarà un divieto assoluto, allora la manifestazione arriverà direttamente in piazza Maggiore, perché «la cioccolata e la cannabis assieme stanno benissimo», ironizzano dal Livello 57. Non è esattamente la replica di quanto visto nei mesi scorsi per il rave estivo. A giugno sebbene il braccio di ferro sia stato serrato, la trattativa sembrava ostacolata solo dal sindaco Sergio Cofferati che non voleva la manifestazione. Questa volta a Cofferati è bastato aspettare, non c'è stato bisogno di nessun ingresso a gamba tesa sulle decisioni del questore. Ma c'è un'altra differenza e riguarda il LIvello 57. Le due sedi del centro sociale sono sotto sequestro. Hanno i sigilli della magistratura da luglio per l'inchiesta condotta dal pm Paolo Giovagnoli che ipotizza il reato di spaccio di stupefacenti in base all'articolo della legge Fini-Giovanardi. Mdma, il movimeto di massa antiproibizionista, nella piattaforma che convoca la manifestazione, ricorda come l'abrogazione della legge fosse «una dele promesse elettorali dell'Unione in campagna elettorale, mentre la legge c'è ancora e viene sistematicamente usata anche per arrestare le realtà sociali antiproibizioniste». Il corteo di sabato vuole così riaccendere i riflettori sulla vicenda giudiziaria del centro sociale che ne contiene al suo interno un'altra. E' in detenzione domiciliare Maria Pia Scarciglia, la legale del centro condannata a due anni e otto mesi perché un carabiniere ha testimoniato di averla vista gettare dalla finestra mezzo chilo di hashish durante la perquisizione al Livello. Alla fine di settembre è stata trovata sul portone di casa dai carabinieri e per questo la procura generale di Bologna vorrebbe aggravare le sue misure restrittive. Non è bastato il rifiuto della Corte d'appello alla richiesta della procura generale che ha impugnato il provvedimento di fronte al tribunale del riesame che si dovrebbe esprimere in questi giorni. Sul caso di Maria Pia Scarciglia gli antiproibizionisti italiani hanno già denunciato nei mesi scorsi un «clima da inquisizione». Nel negarle la revoca degli arresti domiciliari, il tribunale della libertà aveva spiegato che le sue azioni erano dettate da «convizioni ideologiche legate all'antiproibizionismo».
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